La filosofia nasce e finisce nel riduzionismo

Aperto da cvc, 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM

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cvc

I primi filosofi, per cominciare a filosofare, hanno percepito il bisogno di chiudere la realtà nel recinto di alcuni concetti: tutto, principio, natura, sostanza...... quelli che si potrebbero definire assiomi sulle cui relazioni fondare le varie teorie. Tutto è acqua, tutto è fuoco, tutto è numero, tutto è, ecc. La prima cosa di cui ha avuto bisogno la filosofia è stato di mettere dei paletti, ossia di ridurre la realtà ad un concetto, un principio, un elemento. È quello che la filosofia ha poi sempre continuato a fare, anziché accettare l'idea di una realtà capricciosa ed inafferrabile, si è sempre cercato un punto da cui far partire e a cui ricondurre tutto. Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo. Nella scienza poi il riduzionismo assume tratti ancora più marcati. La difficoltà è forse nell'ammettere che - se come dice Descartes l'unica cosa di cui siam certi è di avere un pensiero - il nostro potenziale mentale ha potere solo se si concentra su di una sola cosa alla volta. Posso dire coi sofisti che ogni argomento ha una tesi favorevole e una contraria ma, di fatto, io non posso essere contemporaneamente favorevole e contrario, perché la mia mente può trattare una sola tesi per volta. È proprio questa peculiarità della mente umana di poter affrontare un solo problema alla volta che determina la sequenzialità del pensiero, che corrisponde più ad un artificio che al reale funzionamento del nostro cervello. Tanto è che la nostra memoria non funziona come un magazzino ordinato in scomparti dove ritrovi le cose nello stesso ordine in cui le hai lasciate. Funziona in un modo più disordinato dove per ricordare un fatto latente serve più creare delle associazioni che rievocare un elemento per volta in modo sequenziale. E questa sequenzialità del pensiero ha dato origine alla nostra visione sequenziale della realtà, dove tutto viene scandito dallo scorrere di orologi alquanto relativi.
C'è la grande differenza fra la realtà che accade e la realtà raccontata (la verità è ciò che si dice?), fra realtà mentale e personale e realtà extramentale ed extrapersonale. Ma la realtà è sempre una cosa sola alla volta, ricondurre il tutto all, uno e l'uno al tutto.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Carlo Pierini

Citazione di: cvc il 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM
Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo. 

CARLO
Dio non è una creazione dell'intelletto finalizzata a spiegare il mondo, ma la PERCEZIONE di una realtà extra-mondana che si impone come una potenza totalizzante. La realtà del sacro, del mythos PRECEDE la filosofia e gli storici della cultura tendono a vedere il sorgere della filosofia come passaggio dal Mythos al Logos.

Raffaele Pisani

A me sembra che più che la filosofia sia il discorso qui citato ad essere riduzionistico. Se può avere una certa validità per i primi filosofi, la riduzione schematica del pensiero filosofico già non funziona più con Platone, si pensi al tema del Bene-Uno. Andando un po' oltre, pensiamo all'Uno ineffabile di Plotino, chi potrebbe chiuderlo in un recinto? Agostino elabora una teologia negativa nella quale dice che Dio tutt'al più si può conoscere per ciò che non è, non certamente concettualizzandolo.
Citazione di: cvc il 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM
I primi filosofi, per cominciare a filosofare, hanno percepito il bisogno di chiudere la realtà nel recinto di alcuni concetti: tutto, principio, natura, sostanza...... quelli che si potrebbero definire assiomi sulle cui relazioni fondare le varie teorie. Tutto è acqua, tutto è fuoco, tutto è numero, tutto è, ecc. La prima cosa di cui ha avuto bisogno la filosofia è stato di mettere dei paletti, ossia di ridurre la realtà ad un concetto, un principio, un elemento. È quello che la filosofia ha poi sempre continuato a fare, anziché accettare l'idea di una realtà capricciosa ed inafferrabile, si è sempre cercato un punto da cui far partire e a cui ricondurre tutto. Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo. Nella scienza poi il riduzionismo assume tratti ancora più marcati. La difficoltà è forse nell'ammettere che - se come dice Descartes l'unica cosa di cui siam certi è di avere un pensiero - il nostro potenziale mentale ha potere solo se si concentra su di una sola cosa alla volta. Posso dire coi sofisti che ogni argomento ha una tesi favorevole e una contraria ma, di fatto, io non posso essere contemporaneamente favorevole e contrario, perché la mia mente può trattare una sola tesi per volta. È proprio questa peculiarità della mente umana di poter affrontare un solo problema alla volta che determina la sequenzialità del pensiero, che corrisponde più ad un artificio che al reale funzionamento del nostro cervello. Tanto è che la nostra memoria non funziona come un magazzino ordinato in scomparti dove ritrovi le cose nello stesso ordine in cui le hai lasciate. Funziona in un modo più disordinato dove per ricordare un fatto latente serve più creare delle associazioni che rievocare un elemento per volta in modo sequenziale. E questa sequenzialità del pensiero ha dato origine alla nostra visione sequenziale della realtà, dove tutto viene scandito dallo scorrere di orologi alquanto relativi.
C'è la grande differenza fra la realtà che accade e la realtà raccontata (la verità è ciò che si dice?), fra realtà mentale e personale e realtà extramentale ed extrapersonale. Ma la realtà è sempre una cosa sola alla volta, ricondurre il tutto all, uno e l'uno al tutto.

cvc

Citazione di: Carlo Pierini il 03 Luglio 2018, 18:51:25 PM
Citazione di: cvc il 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM
Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo.

CARLO
Dio non è una creazione dell'intelletto finalizzata a spiegare il mondo, ma la PERCEZIONE di una realtà extra-mondana che si impone come una potenza totalizzante. La realtà del sacro, del mythos PRECEDE la filosofia e gli storici della cultura tendono a vedere il sorgere della filosofia come passaggio dal Mythos al Logos.
Si (non mi chiamo Carlo 😁), è vero quel che dici, io parlavo in termini più generali. La religione è comunque un ricondurre la soluzione del problema di un insieme di ansie irrazionali (la paura della morte, i rimorsi di coscienza, il dolore, ecc) ad un unico punto: l'esistenza di Dio e la fede salvifica.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Raffaele Pisani

Citazione di: cvc il 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM
I primi filosofi, per cominciare a filosofare, hanno percepito il bisogno di chiudere la realtà nel recinto di alcuni concetti: tutto, principio, natura, sostanza...... quelli che si potrebbero definire assiomi sulle cui relazioni fondare le varie teorie. Tutto è acqua, tutto è fuoco, tutto è numero, tutto è, ecc. La prima cosa di cui ha avuto bisogno la filosofia è stato di mettere dei paletti, ossia di ridurre la realtà ad un concetto, un principio, un elemento. È quello che la filosofia ha poi sempre continuato a fare, anziché accettare l'idea di una realtà capricciosa ed inafferrabile, si è sempre cercato un punto da cui far partire e a cui ricondurre tutto. Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo. Nella scienza poi il riduzionismo assume tratti ancora più marcati. La difficoltà è forse nell'ammettere che - se come dice Descartes l'unica cosa di cui siam certi è di avere un pensiero - il nostro potenziale mentale ha potere solo se si concentra su di una sola cosa alla volta. Posso dire coi sofisti che ogni argomento ha una tesi favorevole e una contraria ma, di fatto, io non posso essere contemporaneamente favorevole e contrario, perché la mia mente può trattare una sola tesi per volta. È proprio questa peculiarità della mente umana di poter affrontare un solo problema alla volta che determina la sequenzialità del pensiero, che corrisponde più ad un artificio che al reale funzionamento del nostro cervello. Tanto è che la nostra memoria non funziona come un magazzino ordinato in scomparti dove ritrovi le cose nello stesso ordine in cui le hai lasciate. Funziona in un modo più disordinato dove per ricordare un fatto latente serve più creare delle associazioni che rievocare un elemento per volta in modo sequenziale. E questa sequenzialità del pensiero ha dato origine alla nostra visione sequenziale della realtà, dove tutto viene scandito dallo scorrere di orologi alquanto relativi.
C'è la grande differenza fra la realtà che accade e la realtà raccontata (la verità è ciò che si dice?), fra realtà mentale e personale e realtà extramentale ed extrapersonale. Ma la realtà è sempre una cosa sola alla volta, ricondurre il tutto all, uno e l'uno al tutto.

Raffaele Pisani

Continuando il discorso e scegliendo così rapsodicamente qualche nome, mi viene in mente Wittgenstein, per il quale il linguaggio non può dire l'intera realtà.
Citazione di: cvc il 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM
I primi filosofi, per cominciare a filosofare, hanno percepito il bisogno di chiudere la realtà nel recinto di alcuni concetti: tutto, principio, natura, sostanza...... quelli che si potrebbero definire assiomi sulle cui relazioni fondare le varie teorie. Tutto è acqua, tutto è fuoco, tutto è numero, tutto è, ecc. La prima cosa di cui ha avuto bisogno la filosofia è stato di mettere dei paletti, ossia di ridurre la realtà ad un concetto, un principio, un elemento. È quello che la filosofia ha poi sempre continuato a fare, anziché accettare l'idea di una realtà capricciosa ed inafferrabile, si è sempre cercato un punto da cui far partire e a cui ricondurre tutto. Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo. Nella scienza poi il riduzionismo assume tratti ancora più marcati. La difficoltà è forse nell'ammettere che - se come dice Descartes l'unica cosa di cui siam certi è di avere un pensiero - il nostro potenziale mentale ha potere solo se si concentra su di una sola cosa alla volta. Posso dire coi sofisti che ogni argomento ha una tesi favorevole e una contraria ma, di fatto, io non posso essere contemporaneamente favorevole e contrario, perché la mia mente può trattare una sola tesi per volta. È proprio questa peculiarità della mente umana di poter affrontare un solo problema alla volta che determina la sequenzialità del pensiero, che corrisponde più ad un artificio che al reale funzionamento del nostro cervello. Tanto è che la nostra memoria non funziona come un magazzino ordinato in scomparti dove ritrovi le cose nello stesso ordine in cui le hai lasciate. Funziona in un modo più disordinato dove per ricordare un fatto latente serve più creare delle associazioni che rievocare un elemento per volta in modo sequenziale. E questa sequenzialità del pensiero ha dato origine alla nostra visione sequenziale della realtà, dove tutto viene scandito dallo scorrere di orologi alquanto relativi.
C'è la grande differenza fra la realtà che accade e la realtà raccontata (la verità è ciò che si dice?), fra realtà mentale e personale e realtà extramentale ed extrapersonale. Ma la realtà è sempre una cosa sola alla volta, ricondurre il tutto all, uno e l'uno al tutto.

Raffaele Pisani

La storia della filosofia, anche limitandoci al solo pensiero occidentale, non è la ripetizione dello stesso schema, sia pure in forme diverse; sarebbe una noia mortale ed anche questo interessante forum rischierebbe di diventarlo.
Citazione di: cvc il 03 Luglio 2018, 09:18:00 AM
I primi filosofi, per cominciare a filosofare, hanno percepito il bisogno di chiudere la realtà nel recinto di alcuni concetti: tutto, principio, natura, sostanza...... quelli che si potrebbero definire assiomi sulle cui relazioni fondare le varie teorie. Tutto è acqua, tutto è fuoco, tutto è numero, tutto è, ecc. La prima cosa di cui ha avuto bisogno la filosofia è stato di mettere dei paletti, ossia di ridurre la realtà ad un concetto, un principio, un elemento. È quello che la filosofia ha poi sempre continuato a fare, anziché accettare l'idea di una realtà capricciosa ed inafferrabile, si è sempre cercato un punto da cui far partire e a cui ricondurre tutto. Anche la religione piuttosto che accettare l'incertezza assoluta dell'essere preferisce identificare il capriccio e la volubilità degli eventi in un Dio, meglio se antropomorfo. Nella scienza poi il riduzionismo assume tratti ancora più marcati. La difficoltà è forse nell'ammettere che - se come dice Descartes l'unica cosa di cui siam certi è di avere un pensiero - il nostro potenziale mentale ha potere solo se si concentra su di una sola cosa alla volta. Posso dire coi sofisti che ogni argomento ha una tesi favorevole e una contraria ma, di fatto, io non posso essere contemporaneamente favorevole e contrario, perché la mia mente può trattare una sola tesi per volta. È proprio questa peculiarità della mente umana di poter affrontare un solo problema alla volta che determina la sequenzialità del pensiero, che corrisponde più ad un artificio che al reale funzionamento del nostro cervello. Tanto è che la nostra memoria non funziona come un magazzino ordinato in scomparti dove ritrovi le cose nello stesso ordine in cui le hai lasciate. Funziona in un modo più disordinato dove per ricordare un fatto latente serve più creare delle associazioni che rievocare un elemento per volta in modo sequenziale. E questa sequenzialità del pensiero ha dato origine alla nostra visione sequenziale della realtà, dove tutto viene scandito dallo scorrere di orologi alquanto relativi.
C'è la grande differenza fra la realtà che accade e la realtà raccontata (la verità è ciò che si dice?), fra realtà mentale e personale e realtà extramentale ed extrapersonale. Ma la realtà è sempre una cosa sola alla volta, ricondurre il tutto all, uno e l'uno al tutto.

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