La direzione della storia

Aperto da Jacopus, 15 Aprile 2016, 18:56:17 PM

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Mario Barbella

#15
Ad alcuni -spero non tanti-  la storia la ritiene una disciplina o, se si preferisce, un'argomentazione molto, anzi, disperatamente distante dalla scienza (anche quella detta "non esatta") sicché ne deriva che neppure i rispettivi linguaggi (della storia e della scienza) hanno tra loro qualcosa in comune. Personalmente  non condivido questo, diciamo, disfattismo benché riconosca le diversità evidenti tra queste discipline.
Per venire al sodo:  il linguaggio scientifico si muove entro un ambito che va dalla matematica applicata (quella pura fa scienza a sé) ad un linguaggio non strettamente matematico, a meno che non sia usato per valutazioni statistiche delle cose che concernono la disciplina scientifica in questione. Esempi di tali scienze vanno da quelle economiche alle sociologiche o alla medicina applicata (un'attenzione speciale, in quest'ultimo caso, va però riservata alla biologia molecolare). In ogni caso, anche se parliamo di discipline  non facilmente matematizzabili, vale pur sempre il principio di "causa effetto" seppure costruendo, come avviene nelle scienze classiche, solo catene di cause-effetti che appaiono molto impastate e sfumate trattandosi, sovente, di scienze "non esatte".
La storia non viene, almeno convenzionalmente, considerata una disciplina scientifica, ma, in fondo, lo è. Vi si applica regolarmente per  la costruzione di catene di causa-effetti senza la pretesa, né di chi parla, né di chi ascolta, di attendersi molta precisione e di andare oltre valutazioni e conclusioni approssimative. Anche per il linguaggio filosofico vale questo. :)  ;)
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

hystoricum

Per me la storia non è altro che il nome che noi diamo a una sequenza di "presenti" visti col retrovisore.
Mi spiego:se vi sedete su un treno al contrario vedete un paesaggio che "scappa via" da voi.Lo potete videate,descrivere,perfino studiare ma fugge via.
Rallentando il treno fino a fermarlo 
lo potete fare meglio e questa è l' illusione degli storici,questa è chiamata storia.
Il tempo,lo spazio e la velocità sono variabili che lo storico cerca di usare al meglio ma si tratta di variabili.Può connetterli a documenti e testimonianze ma il discorso non cambia.
Considerando poi le mentalità e i condizionamenti culturali attuali 
proiettati all'indietro,si può dedurre che storici e storia sono anch'essi variabili!
Personalmente e paradossalmente ma non troppo,ritengo quasi più facile prevedere un prossimo futuro
ravvicinato e probabilistico che "fare storia"
Gli artisti lo sanno bene,gli scrittori anche:Giulio Verne ha prefigurato la storia sottomarina,alcuni autori di fantascienza hanno descritto benela storia dell'esplorazione spaziale del sistema solare:satelliti(Arthur C.Clarcke),luna,Marte...
Perciò la storia si può scrivere "dopo" o "prima" il che segnala una cosa molta interessante:esiste veramente una "storia...storica?"
Discutiamone.


bobmax

La storia è tutto quello che c'è.

Non vi è altro che non sia la storia di ciò che è stato.

Il presente è il passato attualizzato.
Ma pure questa stessa attualizzazione è nel passato!
Mentre il presente è irraggiungibile.

Tuttavia noi siamo nel presente, dove se no?
Un presente però, che senza il passato sarebbe puro nulla.

Se poi consideriamo che il tempo sembra aver avuto un inizio...
È il tempo che inizia, non una cosa qualsiasi, il tempo!

Allora noi non siamo ancora necessariamente in quell'istante zero, in cui il tempo è iniziato a essere?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

atomista non pentito

A mio parere la "storia" ( cosi' come la intendiamo nei documentari o nei sussidiari) non e' null'altro che cercare di vedere "com'era" nel suo presente cio' che oggi ( nel ns presente) ci appare in un dato modo. Se vedo la tomba di un soldato la storia mi rappresenta non uno scheletro mummificato ma un soldato in carne ed ossa che si e' mosso , ha ucciso ed e' stato ucciso. Una volta sepolto si e' "consumato" (la storia pero' a questo non si interessa) ed e' arrivato fino ad ora , dove e' null'altro che la mummia che , bene che vada , verra' riesumata e smaltita da un qualche evento. Ossia la storia e' in realta' una bugia grossa come una casa ed e' per questo a mio parere , che pare impossibile " imparare dalla storia" ( come dal passato) . Almeno dalla "storia" morta ( e la storia finiti i protagonisti sara' sempre morta) Quando l'ultimo partigiano sara' morto la storia della liberazione sara' come la mummia del partigiano stesso. Se ne perdera' traccia pregnante , diventera' un insieme di fatti piu' o meno concatenati fino a finire nell'oblio e ridursi ad una rappresentazione grafica in un trafiletto o in un insieme di pagine che sembrera' sempre piu' la fantasia visionaria di un autore. 

daniele22

Citazione di: hystoricum il 12 Aprile 2022, 08:26:48 AMGli artisti lo sanno bene,gli scrittori anche:Giulio Verne ha prefigurato la storia sottomarina,alcuni autori di fantascienza hanno descritto benela storia dell'esplorazione spaziale del sistema solare:satelliti(Arthur C.Clarcke),luna,Marte...
Perciò la storia si può scrivere "dopo" o "prima" il che segnala una cosa molta interessante:esiste veramente una "storia...storica?"
Discutiamone.


La possibilità del pensiero di essere profetico penso ci sia. Cioè, il pensiero dovrebbe capire che il futuro è una riproposizione della storia, naturalmente cambiano volti e luoghi, ma vi sarebbero dei tempi. Frase non esplicita, quasi animalesca, potrebbe essere "cambiare tutto perché nulla cambi". Dipende infine e ineluttabilmente da qual è l'occhio che guarda l'essere umano, e tra questi l'individuo. Fintanto che l'occhio è sempre lo stesso non cambia nulla ... l'occhio è pure un simbolo della massoneria. O svaldo?

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