La critica e le spiritualità

Aperto da Angelo Cannata, 24 Gennaio 2017, 13:05:07 PM

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Angelo Cannata

Come base ci siamo. Si tratta poi di proseguire l'approfondimento considerando la nostra percezione della condizione umana.

Jean

Ottimo! Questo a mio parere è (forse) l'atteggiamento corretto.

Devo ammettere che mi piace il sottile sense of humour che permea il relativismo... :) 


La percezione della condizione umana tuttavia è quanto di più soggettivo si possa immaginare.  :-\

Duc in altum!

#47
**  scritto da Angelo Cannata:
CitazioneSarà così per te e ho totale rispetto del tuo modo di vedere, così come ho totale rispetto di chi è metafisico e ritiene di avere certezze. Il fatto che le certezze del metafisico non convincano me non significa certo che a causa di ciò siano illegittime: può sempre darsi che sia io a non riuscire a vedere bene, a capire le certezze del metafisico. Se io critico in continuazione le certezze del metafisico non è per mancargli di rispetto, ma solo per il piacere di discutere. Mi pare che i forum esistano proprio per questo.
Benissimo, concordo pienamente, ma l'inevitabilità della fede in qualcosa (o in qualcuno) non è un mio modo di vedere, ma, piaccia o non piaccia, un dogma ontologico terrestre, come quello che se non si respira si muore e se non si mangia si sviene.

Tu puoi criticare la critica alla critica della critica, fatti tuoi, amen e così sia, ma quando esistenzialmente scegli, la critica è giunta a una conclusione nell'azione da te esercitata. Sei diventato come me che scelgo in funzione del Vangelo o come chi decide cosa essere in virtù della causalità scientifica. Se così non fosse, ossia, se fosse possibile svignarsela dalla responsabilità della fede (così come quella di respirare e mangiare), un eventuale giudizio trascendente non sarebbe cosa, giacché ci sarebbe il sotterfugio per evitarlo: poter esistere senza decidere in virtù della fede.

Il problema umano basilare non è la divergenza sull'oggetto di fede, ma proprio questo credere di poter esistere senza avere fede. Il far diventare dogma l'illusione di esistere in un limbo dove si può scegliere senza decidere per fede, E' difficile comprendere e farsi ascoltare da chi pensa che l'oggettività di respirare e mangiare non è necessaria per essere umano.
Per fare questo dovresti dimostrare che tu esisti, ti relazioni e ami senza scegliere, senza mai decidere, ma se tu potessi far questo, già ti starei vedendo sui TG, poiché saresti il primo nell'Universo, saresti il primo ex/umano, diverresti un extraterrestre.

CitazioneNon capisco perché non si debba avere allo stesso modo rispetto di come io vedo le cose, di come sembra a me. Per te ciò che hai detto sarà certezza, per me non lo è. Io non sono per niente certo neanche di esistere, figurati se sono certo di essere un ex sacerdote; d'altra parte, sfido chiunque a spiegarmi cosa significa il verbo esistere.
Io ho solo espresso una riflessione, in nessuna parte ti ho mancato di rispetto, certo contraddico totalmente questa teoria del poter esistere senza fede, giacché, come ho scritto e detto sopra, solo se ci si confronta francamente su due fedi differenti, la maieutica del noumeno può indicarci i nostri errori e le qualità della controparte, e quindi possiamo divenire, non più buoni o giusti, ma più veri, fine ultimo nella ricerca della Verità.
Inoltre io ho la terza media e grammaticalmente non so cosa significa il verbo esistere, ma posso enunciare, per esperienza (quindi secondo me), che per esistere basta respirare e mangiare, e che per vivere è indispensabile tanta fede, ma proprio tanta fede.

CitazioneÈ il solito discorso di certi cristiani che si ostinano a considerare gli atei dei credenti, poiché anche gli atei credono pur sempre in qualcosa. Chi parla in questi termini non fa altro che mostrare la propria incapacità non solo ad uscire dai propri schemi, ma soprattutto a rispettare quelli altrui.
Penso di averti già risposto nel mio primo commento, non è un mio schema, ma quello che sperimentiamo o per caso o per volere.
Poi se la circostanza che qualcuno ti confuti che il dichiararsi senzadio non è sinonimo oggettivo e reale di essere privi di fede, la ritieni un'incapacità, farò del mio meglio per convivere con questa mia deficienza, tanto per me: l'ateismo e' più fideistico di qualsiasi religione. Credere che cento miliardi di galassie si siano auto-create e auto organizzate secondo leggi finissime e costanti universali non ha nulla di razionale.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Angelo Cannata

Citazione di: Jean il 24 Febbraio 2017, 19:34:12 PMLa percezione della condizione umana tuttavia è quanto di più soggettivo si possa immaginare.  :-\
Non ho detto che la condizione umana sia qualcosa di oggettivo. Il relativista la prende in considerazione perché egli è un ex metafisico che ha deciso di tener conto del soggetto. Una volta che quest'operazione ha demolito la metafisica, il soggetto, cioè l'uomo, si viene a trovare in una situazione contraddittoria: non può più servirsi della metafisica, poiché essa è crollata, ma è costretto a servirsene, perché l'esistenza umana gli fa sperimentare delle condizioni di necessità. Questa è la condizione umana; è senza dubbio una concezione soggettiva, ma non mi pare che finora altri siano stati capaci di offrire descrizioni o orientamenti migliori. Non sto parlando d'altro che dell'essere per la morte inteso da Heidegger: tutto ci necessita, ci spinge a dover vivere, anche attraverso il piacere di vivere, ma nello stesso tempo tutto è anche portatore di non vita, di morte.

In questa condizione ci sono delle necessità a cui non possiamo sottrarci, ma su alcune cose possiamo tentare di intervenire. Tra queste mi sembra che ci sia il modo di pensare: è possibile provare a pensare in modi non metafisici, e soprattutto che si sforzino di non essere violenti. Se vedo una pietra che mi sta cadendo in testa, la vita mi obbliga ad essere metafisico, a fare violenza alla mia libertà di pensiero. Però posso evitare almeno di essere io a lanciare pietre ad altri, di fare violenza alla loro libertà di pensiero.

Angelo Cannata

Citazione di: Duc in altum! il 24 Febbraio 2017, 20:02:44 PM... non è un mio schema ...
Non pensi di essere un essere umano? Se non è un tuo schema, sarà schema di qualcun altro, ma puoi affermare che si tratta di qualcosa non partorito da menti umane? E se è partorito inevitabilmente da menti umane, come puoi sostenere che non si tratta dello schema mentale di qualche essere umano?

Duc in altum!

**  scritto da Angelo Cannata:
CitazioneE se è partorito inevitabilmente da menti umane, come puoi sostenere che non si tratta dello schema mentale di qualche essere umano?
Potresti usare questo "inevitabilmente" se sapessi con certezza come ha avuto origine la mente umana, il pensiero, la ragione, ma visto che non lo sai, e si può ben denotare che però ne fai uso, sei nuovamente (come se poi potresti uscirne!  :-\  ) nel campo della fede.

Se per te il pensiero o la fede umana sono facoltà prettamente partorite dall'uomo e non da un accidente o da Dio, dovresti accettare, per la stessa equivalenza, che anche mangiare e respirare sono circostanze create da uno schema mentale, poiché le tre funzioni sono inscindibili dall'esistenza umana terrestre.

Quindi, ribadisco (e come tu ben dici), lo schema non è mio, esso o è stato generato da una mente superiore o è una causalità iniziata da un imprevisto, in ogni caso, cosa più importante e fondamentale, non è per merito umano, non c'è nessun merito umano, se non quello di usufruire del suo effetto. Non esiste conoscenza o convinzione che non si radichi in un atto di fede. L'uomo non sa, crede. E non l'ho inventato io, provare per credere.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Angelo Cannata

Citazione di: Duc in altum! il 24 Febbraio 2017, 21:00:41 PM
**  scritto da Angelo Cannata:
CitazioneE se è partorito inevitabilmente da menti umane, come puoi sostenere che non si tratta dello schema mentale di qualche essere umano?
Potresti usare questo "inevitabilmente" se sapessi con certezza come ha avuto origine la mente umana...
Non è la prima volta che noto che intrometti nel discorso dei fattori che non sono altro che un cambiare discorso, poiché non c'entrano niente con quello che stiamo dicendo. Questo mi ha scoraggiato spesso dalla voglia di proseguire le discussioni con te.

Nel discorso che stiamo facendo, credere o non credere in Dio non ha alcuna rilevanza; a meno che tu non ritenga irrinunciabile parlare della tua fede in Dio anche quando si discute di chi ha vinto l'ultima partita di calcio o del sapore che aveva l'ultimo pranzo. Se per te è proprio irrinunciabile, per me non ha senso proseguire.

Duc in altum!

**  scritto da Angelo Cannata:
CitazioneNon è la prima volta che noto che intrometti nel discorso dei fattori che non sono altro che un cambiare discorso, poiché non c'entrano niente con quello che stiamo dicendo.
Come non c'entra niente ...diciamo che non ti conviene! ???

Se tu mi confuti che lo schema della mia riflessione sull'inevitabilità della fede è obbligatoriamente di provenienza di qualcuno o qualcosa umano, e io ti faccio notare che questa è una tua personale ragione di fede, giacché non sappiamo ancora se questo principio è così, non dovresti fare appello a che sto cambiando discorso, ma a rispondere nel merito. Così come io ho fatto.

CitazioneNel discorso che stiamo facendo, credere o non credere in Dio non ha alcuna rilevanza; a meno che tu non ritenga irrinunciabile parlare della tua fede in Dio anche quando si discute di chi ha vinto l'ultima partita di calcio o del sapore che aveva l'ultimo pranzo. Se per te è proprio irrinunciabile, per me non ha senso proseguire.
Come non ha rilevanza?!?! Tu dici: "...non pensi di essere un essere umano? Se non è un tuo schema, sarà schema di qualcun altro, ma puoi affermare che si tratta di qualcosa non partorito da menti umane? E se è partorito inevitabilmente da menti umane, come puoi sostenere che non si tratta dello schema mentale di qualche essere umano?..." - pretendendo che io debba pensare come il tuo schema impone, cioè, di ragionare dall'essere umano già fatto, già ente razionale, ovviando come e perché sia possibile questo avvenimento.
Tu puoi benissimo non proseguire, questo è un tuo problema, ma non puoi reclamare che uno non svilisca una riflessione incoerente e contraddittoria.


Chiese uno scienziato a Dio: "Giochiamo a fare l'uomo?"
Dio disse: "Da cosa vuoi partire?"
Lo scienziato rispose: "Dalla terra, come te..." e prese alcune palate di terra.
Allora Dio replicò: "No, figliolo, prendi la terra che hai creato tu..."
 
...ecco, tu vuoi discutere senza metafisica usando palate di concetti umani che neanche hai creato tu!!  ;)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Jean

Rilevo (positivamente) che il vostro confronto ha dato corpo al titolo: 

Angelo la critica Duc e le spiritualità...

Duc in altum!

**  scritto da Jean:
CitazioneRilevo (positivamente) che il vostro confronto ha dato corpo al titolo: 

Angelo la critica Duc e le spiritualità...
Non è confronto tra spiritualità e critica, ma tra utopia e realtà dei fatti. Infatti @Angelo Cannata a un certo punto sostiene di non essere certo neanche di esistere, mentre stamane la sveglia gli ricorderà molto bene che esiste e che deve scegliere tra vivere o sopravvivere; e che con la critica alla critica della critica né respira, né mangia, né ama.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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