La "volontà di potenza" è a-morale?

Aperto da Carlo Pierini, 12 Luglio 2018, 12:09:37 PM

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Carlo Pierini

NIETZSCHE
"I fisiologi dovrebbero riflettere prima di fare dell'istinto di conservazione un impulso cardinale di un essere organico. Un'entità vivente vuole prima di tutto liberare la propria forza la vita stessa è volontà di potenza (...) La vita stessa è essenzialmente, appropriazione, violazione, sopruso su ciò che è estraneo e più debole, oppressione, durezza e imposizione delle proprie forme, annessione e perlomeno ed è il caso più benevolo , sfruttamento, ma a che scopo bisognerebbe usare sempre proprio queste parole, sulle quali si è impressa sin dai tempi antichi un'intenzione diffamatoria?".   [Al di là del bene e del male]

CARLO
Lo squilibrio mentale di Nietzsche non consiste nel riconoscere la "volontà di potenza" come un "impulso cardinale" della natura umana, ma nel negare all'istanza morale la stessa dignità di "impulso cardinale", il suo appartenere anch'essa alla "volontà di potenza".

Per esempio, è "volontà di potenza" SIA quella di un criminale mafioso come Totò Riina, SIA quella di un Falcone o di un Borsellino che lottarono contro la Mafia. Qual'è la differenza tra le due? Che quella di Riina era la volontà di potenza di un animale, cioè di un individuo IMPOTENTE, avendo mutilato la propria anima nella sua "potenza" (capacità) di elaborare ed esprimere l'impulso etico, mentre quella dei nostri magistrati era una "volontà di potenza" COMPLETA, INTEGRA, COMPIUTA essendo una complementarità, nello stesso tempo, di forza animale e forza morale.
Era questo ciò che intendeva dire Jung:

"Si potrebbe pensare che le istanze morali non siano altro che convenzioni, infantili e tradizionali insieme, che hanno imposto alla natura istintuale freni superflui da estirpare. [...] Non bisogna dimenticare che la morale non è stata introdotta e imposta al popolo con le Tavole della Legge del Sinai: la morale è una funzione dell'anima umana, ed è vecchia quanto l'umanità. Essa non è imposta dal di fuori, ma vive a priori in noi stessi: NON LA LEGGE, MA L'ESSENZA MORALE, senza la quale la vita comune della società umana sarebbe impossibile. (...) Se sottoponiamo ad analisi l'uomo immorale, scopriamo che in lui è stato semplicemente rimosso l'istinto morale".  [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.65]

"L'istanza  morale è un fattore reale, con cui - a scanso di commettere i più gravi errori - la psicologia deve fare i conti".     [JUNG: Realtà dell'anima - pg.30]

"Una delle cause più frequenti di nevrosi è il conflitto morale, che ha la sua radice più remota nell'apparente impossibilità di assentire alla totalità della natura umana".   [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.115]

"Nel mito dell'Eden, Eva, al pari di Adamo, ha mangiato del frutto dell'albero della conoscenza e in tal modo è penetrata nella sfera delle prerogative divine - "Sarete come dèi, consapevoli del bene e del male" (Genesi 3. 5) -, ossia ella ha scoperto involontariamente la possibilità di una coscienza morale, che fino a quel momento non era ancora alla portata dell'uomo".        [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.425]

"Non dobbiamo mai dimenticare le nostre premesse storiche: solo da poco più di mille anni siamo andati a cadere dai rozzi principi del politeismo in una religione orientale evolutissima (il Cristianesimo), che ha elevato lo spirito immaginoso del semiselvaggio a un'altezza non corrispondente al livello del suo sviluppo spirituale. Per mantenersi in un modo o in un altro a tale altezza, era inevitabile che si dovesse rimuovere largamente la sfera degli istinti. Per questo la pratica religiosa e la morale assumono un carattere decisamente violento, anzi, quasi maligno. Gli istinti rimossi non si evolvono in maniera naturale, ma continuano a vegetare nell'inconscio sotto forma della barbarie primigenia. Cosicché, noi vorremmo raggiungere le vette di una religione filosofica, ma in realtà non ne siamo capaci. Tutt'alpiù possiamo "crescere" fin lassù". [JUNG: Il segreto del fiore d'oro - pg.56]

"Potremmo definire la sessualità il portavoce delle pulsioni, ed è per questo che il punto di vista spirituale scorge in essa il suo avversario principale. Ma non perché la dissolutezza sessuale sia in sé e per sé più immorale dell'avidità, della tirannia o della prodigalità, ma perché lo spirito fiuta nella sessualità un suo pari, anzi, un che di affine. [...] Che cosa sarebbe mai dopotutto lo spirito, se non gli si opponessero pulsioni a lui pari?". [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.66/67]

"Il caso di Nietzsche mostra da un lato quali sono le conseguenze dell'unilateralità, e dall'altro quali sono i pericoli che cela il balzo oltre il Cristianesimo. Egli ha indubbiamente sentito in maniera acutissima il rinnegamento cristiano della natura animale e ha cercato una totalità umana superiore, al di là del bene e del male. [...] A chi guarda con l'occhio dello psicologo, questo stato è noto come "l'identificazione con l'Ombra", un fenomeno che si verifica regolarmente in momenti di conflitto con l'inconscio".  [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.75]