La "vendetta" del Dio rimosso.

Aperto da Carlo Pierini, 11 Maggio 2019, 19:19:37 PM

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Carlo Pierini

Se Dio esiste nella trascendente profondità di noi stessi (inconscio) ma la coscienza (la ragione) lo rimuove, la sua "numinosità" si proietterà nel mondo immanente facendoci apparire dèi gli oggetti che  richiamano simbolicamente i Suoi (di Dio) attributi.
Il denaro è potenza, come Dio, e noi lo adoreremo sopra ogni altra cosa; il sapiente incarnerà la Sapientia Dèi, e noi faremo di Einstein un dio; il grande pittore esprimerà la Sua enigmatica bellezza, e noi faremo della Gioconda un idolo e di Leonardo un santo; il grande musicista incarnerà l'armonia delle sfere celesti, e noi faremo di Michael Jackson un grande DIVO; la nostra donna incarnerà Amore e noi la venereremo come una dèa.

Come diceva M. Ende nella sua "Storia infinita", quando i personaggi del Regno di Fantàsia sono inghiottiti dal Grande Nulla, essi cadono nel mondo reale trasformati in menzogne.

"Il fatto che l'inconscio appaia proiettato non ha in sé nulla di sorprendente: è come se non potesse venir percepito in altro modo. [...] Naturalmente la proiezione non è un evento volontario, ma qualcosa che muove incontro alla coscienza "dal di fuori", un'apparenza dell'oggetto, dove il soggetto resta ignaro di essere lui stesso la fonte di luce che fa brillare l'"occhio di gatto" della proiezione".     [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.105]


Ma, comunque la si pensi, queste sono DAVVERO due dee:     :)

HÄNDEL: Tornami a vagheggiar, op. Alcina
https://youtu.be/8Kvdf-fRNM8

DVORAK: Canto alla luna, op. Rusalka
https://youtu.be/MwuNqcKUxto?t=6

PUCCINI: Quando m'en vo', op. La Bohème
https://youtu.be/IDvE8uKWznc

DONIZETTI: Quando rapito in estasi, op. Lucia di Lammermoor" (fino a 9'45")  
https://youtu.be/--WH9j11q8Y?t=299

PUCCINI: O mio babbino caro, op. Gianni Schicchi
https://youtu.be/x-4TSWg2h3w

Jacopus

#1
In sostanza stai dicendo che per non essere abbagliati da feticci succedanei è meglio essere abbagliati dal feticcio archetipico. Penso che sia la stessa storia ontologica di ognuno di noi a fondare la speranza di poter trovare in qualcuno, o in qualcosa, una guida, un amorevole e autorevole sostegno. Dio, all'inizio, non è  altro che la trasposizione in chiave culturale dei nostri genitori,  prima della disillusione adolescenziale.
Detto questo ci si dovrebbe ormai esercitare ad essere adulti, definitivamente, senza per questo dimenticare i grandi insegnamenti che le religioni ci hanno tramandato. E magari anche accettando, che di tanto in tanto, qualche mito/feticcio si insinui nella nostra mente e la faccia ritenere meno pura di quanto potrebbe credersi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

0xdeadbeef

Ciao Carlo
Sono sistanzialmente d'accordo, senonchè a me sembra che questa "ricostituzione" della divinità
si palesi soprattutto nel fideistico assenso dato alla scienza.
E.Severino, molto acutamente, afferma che la "Tecnica" nasce come tentativo di rimediare all'
angoscia suscitata dal "divenire" (cioè dal provenire dal nulla delle cose per poi al nulla
tornare).
In parole povere l'essere umano è troppo debole per sopportare con consapevolezza l'indeterminatezza
radicale della vita, per cui come ieri riveriva una divinità tradizionalmente intesa, oggi riverisce
una scienza completamente stravolta e diventata, essa, divinità.
saluti

viator

Salve Carlo. Ancora a parlare di Dio !! (non mi riferisco a te, ma alla frequenza dell'argomento al quale, d'altra parte, ho dato anch'io il mio contributo). E le definizioni di Dio dove starebbero ? Solo esse possono formare un discrimime all'interno della "confusione per assenza" che tu qui lamenti. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Carlo Pierini

Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2019, 20:37:40 PM
In sostanza stai dicendo che per non essere abbagliati da feticci succedanei è meglio essere abbagliati dal feticcio archetipico. Penso che sia la stessa storia ontologica di ognuno di noi a fondare la speranza di poter trovare in qualcuno, o in qualcosa, una guida, un amorevole e autorevole sostegno. Dio, all'inizio, non è  altro che la trasposizione in chiave culturale dei nostri genitori,  prima della disillusione adolescenziale.
....
CARLO

Ti è mai successo di vederti attribuire dei sentimenti o delle qualità nascoste (in genere negative) che non ti appartengono, o che, almeno, non ti appartengono in una misura tale da meritare tutto il disprezzo o l'ostilità che invece ti viene manifestata da chi te li attribuisce? Ecco, quando ciò accade, puoi star certo che si tratta di una proiezione: la proiezione di quegli stessi sentimenti o qualità che il tuo interlocutore nasconde a se stesso (per incompatibilità con l'immagine morale che ha di sé) e che premono alle frontiere "interne" della sua coscienza per essere integrati all'unità della personalità.
Si tratta di contenuti irreali, di feticci? No. Sono sentimenti talmente REALI e OGGETTIVI (sebbene non percepiti soggettivamente) che, gettati via dalla finestra interna (nel Grande Nulla dell'inconscio), rientrano a forza dalla porta d'ingresso principale come ...menzogne, cioè, come sentimenti TUOI. Così TU diventi "l'occhio di gatto" delle sue proiezioni, il capro espiatorio dei SUOI conflitti interiori, l'oggetto REALE di disprezzo che lui nutre per essi.
Scrive Jung:

<<La proiezione è un processo inconscio, automatico, attraverso il quale un contenuto di cui il soggetto non ha coscienza si trasferisce su un oggetto esterno in modo da sembrare appartenente all'oggetto stesso. La proiezione cessa però nel momento in cui diventa cosciente, quando cioè il contenuto è visto come appartenente all'interiorità del soggetto. Per questo il pantheon politeistico degli antichi deve non poco della sua decadenza all'opinione espressa per la prima volta da Evémero, secondo cui gli dèi non sono che riflessi dei caratteri umani.
Sarebbe certo facile sostenere che la Coppia Divina (vedi link sotto) non è altro che l'idealizzata coppia dei genitori o una coppia umana (di amanti) che per qualche ragione è assurta in cielo (Freud). Ammetterlo sarebbe oltremodo semplice se la proiezione fosse non un processo inconscio, ma un'intenzione cosciente. Si può in generale ammettere che i genitori siano gli individui meglio noti al soggetto, quelli di cui egli è più cosciente. Ma proprio per questa ragione essi non potrebbero essere proiettati, perché la proiezione implica un contenuto di cui il soggetto non ha coscienza, un contenuto che non sembra cioè appartenergli. L'immagine dei genitori è dunque quella che meno potrebbe esser proiettata, perché troppo cosciente>>.  [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pp. 62-63]

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/14/Fra%27_Angelico_-_Incoronazione_della_Vergine_-_Google_Art_Project.jpg



VIVALDI: Veni me sequere fida, op. Juditha Triumphans
https://youtu.be/zM0-tT8ghvA

Jacopus

La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico, concepito una prima volta da Freud, con buona pace di Jung. Inoltre non capisco cosa centri la proiezione come meccanismo di difesa e la proiezione così come concepita dal tuo primo post, dove in sostanza si proietta su falsi idoli quella venerazione che si deve a Dio. Posso sbagliarmi ma con proiezione si intende evacuare parti negative del sè, attribuendole ad un altro, che appunto, come fai notare, diventa capro espiatorio. Ci si sente puliti sporcando gli altri. Nel caso della relazione feticci/Dio, i feticci su cui si proietta non sono visti in modo negativo dai "proiettatori" (scusa la parola) ma anzi sono idolatratati. Direi che in questo caso il meccanismo di difesa più adatto potrebbe essere l'idealizzazione, cioè l'attribuzione di qualità superiori a soggetti che ritieniamo capaci di proteggerci, di guidarci e di amarci in modo perfetto. Ma la stessa idealizzazione viene assegnata, dal mio punto di vista, a Dio. Dio e divi sono elementi di una stessa funzione, che, per vie diverse, ci rendono incapaci di assumerci le nostre responsabilità di fronte agli altri e al mondo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Carlo Pierini

Citazione di: viator il 11 Maggio 2019, 21:31:27 PM
Salve Carlo. Ancora a parlare di Dio !! (non mi riferisco a te, ma alla frequenza dell'argomento al quale, d'altra parte, ho dato anch'io il mio contributo). E le definizioni di Dio dove starebbero ? Solo esse possono formare un discrimime all'interno della "confusione per assenza" che tu qui lamenti. Salutoni.
CARLO
Qual è la definizione della persona il cui pseudonimo è "Viator"?

Carlo Pierini

Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2019, 23:38:16 PM
La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico, concepito una prima volta da Freud, con buona pace di Jung. Inoltre non capisco cosa centri la proiezione come meccanismo di difesa e la proiezione così come concepita dal tuo primo post, dove in sostanza si proietta su falsi idoli quella venerazione che si deve a Dio. Posso sbagliarmi ma con proiezione si intende evacuare parti negative del sè, attribuendole ad un altro, che appunto, come fai notare, diventa capro espiatorio. 
CARLO
Si proiettano i contenuti - positivi o negativi che siano - che sono presenti nell'inconscio e che "premono" alla coscienza per divenire consapevoli. Quindi non si tratta solo di contenuti negativi <<da evacuare>>; non cerchiamo solo capri espiatori di sentimenti negativi repressi, ma altrettanto spesso, come ho accennato nel post di apertura, cerchiamo "divi" da venerare, oggetti di proiezioni positive, cioè, proiezioni sia di virtù e di talenti personali che (per le più svariate ragioni di educazione) crediamo di non possedere o che non abbiamo mai coltivato, ecc., sia di contenuti impersonali - o trans-personali - appartenenti al fondamento della psiche, il Sé, che in termini religiosi chiameremmo il "regno di Dio che è in noi", e che è la sede di quelle strutture di significato a cui Jung ha dato il nome di archetipi.
Se ti interessa saperne un po' di più, cerca alcuni miei post nel cui titolo compare il termine "archetipo" o "archetipi". Se ti interessa un esempio "concreto" di archetipo, puoi leggere il resoconto di questa mia esperienza "visionaria".

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un'altra-'visione'-archetipica/

Ma, intanto, Jung traccia un quadro sintetico (certamente non esaustivo) degli archetipi e di cosa intenda per "inconscio collettivo" anche in questo brano:

<<Dapprima il concetto di inconscio si limitò a designare la situazione di contenuti rimossi o dimenticati. Per Freud l'inconscio, benché almeno metaforicamente compaia già come soggetto attivo, in sostanza non è altro che il punto ove convergono questi contenuti rimossi e dimenticati, e deve ad essi soli la sua importanza pratica. Conseguentemente, secondo questo modo di vedere, esso è esclusivamente di natura personale, benché d'altra parte Freud ne abbia riconosciuto la modalità di pensiero arcaico-mitologica.
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo "inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, ma è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto "inconscio collettivo". Ho scelto l'espressione "collettivo" perché questo inconscio non è di natura individuale, ma universale e cioè, al contrario della psiche personale, ha contenuti e comportamenti che (cum grano salis) sono gli stessi dappertutto e per tutti gli individui. In altre parole, è una entità unica per tutti gli uomini e costituisce un sostrato psichico comune, di natura sopra-personale, presente in ciascuno.
La sua esistenza psichica si riconosce soltanto dalla presenza di "contenuti capaci di divenire coscienti"; possiamo perciò parlare di un inconscio solo in quanto siamo in grado di indicarne i contenuti quando questi si manifestano alla coscienza (sogni, visioni, intuizioni, ispirazioni, ecc.) sotto forma di immagini tipiche universalmente diffuse nella storia della cultura: gli archetipi.
L'espressione "archetipo" si trova già in Filone di Alessandria con riferimento all'immagine di Dio nell'uomo. [...] Nel "Corpus hermeticum" Dio è chiamato "la luce archetipica". In Dionigi l'Areopagita l'espressione si trova ripetutamente: nel "De coelesti hierarchia", II,4: "Gli archetipi immateriali", come nel "De divinis nominibus", II, 6. In sant'Agostino l'espressione "archetipo" non si trova, ma se ne trova l'idea; così nel De diversis quaestionibus, LXXXIII, 46: "Idee originarie... che non sono state create..., che sono contenute nell'intelligenza divina". "Archetipo," è una parafrasi esplicativa dell'éidos platonico.
Ai nostri fini tale designazione è pertinente e utile poiché ci dice che, per quanto riguarda i contenuti dell'inconscio collettivo, ci troviamo davanti a tipi arcaici o meglio ancora primigeni, cioè immagini universali presenti fin da tempi remoti. L'espressione "représentations collectives", che Lévy-Bruhl usa per designare le figure simboliche delle primitive visioni del mondo, si potrebbe usare senza difficoltà anche per i contenuti inconsci, poiché significa più o meno la stessa cosa. Nelle tradizioni primitive della tribù gli archetipi si presentano modificati in una speciale accezione. Certamente non si tratta più di contenuti dell'inconscio: essi si sono ormai trasformati in formule consce, perlopiù tramandate in veste di insegnamenti esoterici, tipiche forme di trasmissione di contenuti collettivi originariamente derivanti dall'inconscio>>.   [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pgg. 3-4]



MANÁ & SHAKIRA: Mi verdad
https://youtu.be/ZuupMrAhGXw

Carlo Pierini

#8
Citazione di: 0xdeadbeef il 11 Maggio 2019, 21:20:53 PM
Ciao Carlo
Sono sistanzialmente d'accordo, senonchè a me sembra che questa "ricostituzione" della divinità
si palesi soprattutto nel fideistico assenso dato alla scienza.
CARLO
Forse non sarà così per tutti, ma effettivamente sono tanti quelli che - acriticamente - considerano "scientifiche" delle teorie solo perché sono considerate tali dalla cosiddetta "comunità scientifica". Il problema è che la gran maggioranza della suddetta comunità è costituita da materialisti, cosicché alcune teorie, sebbene siano solo compatibili con i dati, vengono spacciate per scientifiche semplicemente perché sono conformi ai precetti del materialismo, mentre le teorie concorrenti non materialiste vengono bollate come non-scientifiche benché anch'esse siano perfettamente compatibili con i dati, cioè, siano scientificamente ammissibili. Alcuni esempi tipici sono: il casualismo darwiniano, il riduzionismo neurobiologico e la psichiatria, che sono contrabbandate, appunto, come scientifiche, mentre le loro antagoniste non materialiste (il finalismo, il dualismo-interazionismo e la psicologia di orientamento junghiano) sono "scomunicate" al rango di non-scientifiche, se non addirittura a quello di anti-scientifiche.
Insomma, come già accennavo nel thread "La scienza è materialista?", la scienza, nel dominio che le compete, può essere a pieno titolo considerata come "la vincitrice", cioè, come la forma più alta di conoscenza che l'uomo abbia mai prodotto, tuttavia sono molti coloro che identificano il metodo scientifico con il "metodo materialista", ingannati dal fatto che la scienza si occupa solo dell'emisfero fisico del mondo. Cosicché, purtroppo, sul carro della "vincitrice" non siede solo la scienza, ma anche una gran folla di materialisti "imbucati" più o meno in buona fede, compreso un alto numero di scienziati di gran valore. E questo costituisce un danno enorme per l'evoluzione della conoscenza, poiché in tal modo i fondi economici destinati alla ricerca sono assorbiti quasi esclusivamente dalle teorie materialiste, mentre le concorrenti restano le sorelle povere e reiette.

0XDEADBEEF
E.Severino, molto acutamente, afferma che la "Tecnica" nasce come tentativo di rimediare all'
angoscia suscitata dal "divenire" (cioè dal provenire dal nulla delle cose per poi al nulla tornare).
In parole povere l'essere umano è troppo debole per sopportare con consapevolezza l'indeterminatezza
radicale della vita, per cui come ieri riveriva una divinità tradizionalmente intesa, oggi riverisce
una scienza completamente stravolta e diventata, essa, divinità.

CARLO
Certo, la scienza incarna simbolicamente la Verità e quindi diventa per molti oggetto di proiezione della Sapientia Dèi.
Le idee di Severino mi fanno venire in mente il seguente brano di Jung. Se in esso sostituiamo il termine "Dio" con quello di "Verità", e il termine "esperienza interna" (o "extramondana-trascendente") con l'equivalente proiettato sulla scienza, ci troviamo gli stessi concetti generali di Severino:

<<Non sono le tesi etiche, per quanto alte, né le professioni di fede, per quanto ortodosse, a costituire le basi dell'autonomia e della libertà dell'individuo, ma soltanto la coscienza empirica, ossia l'esperienza chiara di una relazione personalissima e bilaterale tra l'uomo e una istanza extramondana, trascendente, che tiene testa al mondo e alla sua ragione [...] e che ha il potere di mettere su un piano di relatività l'influsso eccessivo dei fattori esterni. L'individuo che non è ancorato in Dio non sarà in grado di resistere al potere fisico e morale del mondo, basandosi soltanto sulle proprie opinioni personali. A tal fine l'uomo ha bisogno della testimonianza della sua esperienza interna, trascendente, che sola può difenderlo dalla decadenza, altrimenti inevitabile, verso la massificazione>>.   [JUNG: Realtà dell'anima - pp. 174/75]


 
VIVALDI: Superbo di me stesso, op. L'Olimpiade
https://youtu.be/3iu9KBz-McY

Ipazia

Citazione di: Carlo Pierini il 13 Maggio 2019, 01:38:52 AM
Insomma, come già accennavo nel thread "La scienza è materialista?", la scienza, nel dominio che le compete, può essere a pieno titolo considerata come "la vincitrice", cioè, come la forma più alta di conoscenza che l'uomo abbia mai prodotto, tuttavia sono molti coloro che identificano il metodo scientifico con il "metodo materialista", ingannati dal fatto che la scienza si occupa solo dell'emisfero fisico del mondo. Cosicché, purtroppo, sul carro della "vincitrice" non siede solo la scienza, ma anche una gran folla di materialisti "imbucati" più o meno in buona fede, compreso un alto numero di scienziati di gran valore. E questo costituisce un danno enorme per l'evoluzione della conoscenza, poiché in tal modo i fondi economici destinati alla ricerca sono assorbiti quasi esclusivamente dalle teorie materialiste, mentre le concorrenti restano le sorelle povere e reiette.

Il metodo scientifico è innanzitutto un metodo logico induttivo-deduttivo, che non ha nulla di "materialista". Esso riconoscerebbe anche i numi e i puri spiriti se avessero qualche parvenza di plausibilità che oltrepassi l'immaginario umano. Imbucati nel carro della scienza "materialista" ci sono teisti e ateisti perchè è il miglior carro prodotto dall'evoluzione umana. Le congregazioni spiritualiste sono abbondantemente foraggiate da millenni e se non cavano un ragno dal buco, malgrado tutte le loro teologie, non è certo perchè sono "povere e reiette".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

#10
Citazione di: Ipazia il 13 Maggio 2019, 11:01:11 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Maggio 2019, 01:38:52 AM
Insomma, come già accennavo nel thread "La scienza è materialista?", la scienza, nel dominio che le compete, può essere a pieno titolo considerata come "la vincitrice", cioè, come la forma più alta di conoscenza che l'uomo abbia mai prodotto, tuttavia sono molti coloro che identificano il metodo scientifico con il "metodo materialista", ingannati dal fatto che la scienza si occupa solo dell'emisfero fisico del mondo. Cosicché, purtroppo, sul carro della "vincitrice" non siede solo la scienza, ma anche una gran folla di materialisti "imbucati" più o meno in buona fede, compreso un alto numero di scienziati di gran valore. E questo costituisce un danno enorme per l'evoluzione della conoscenza, poiché in tal modo i fondi economici destinati alla ricerca sono assorbiti quasi esclusivamente dalle teorie materialiste, mentre le concorrenti restano le sorelle povere e reiette.

IPAZIA
Il metodo scientifico è innanzitutto un metodo logico induttivo-deduttivo, che non ha nulla di "materialista". Esso riconoscerebbe anche i numi e i puri spiriti se avessero qualche parvenza di plausibilità che oltrepassi l'immaginario umano.

CARLO
Io direi invece che la scienza può pronunciarsi SOLO su questioni che riguardano entità fisiche oggettivamente ponderabili (sul cui studio è costruito il metodo scientifico), e che quindi i "numi", i "puri spiriti", le visioni estatiche, le dinamiche dei sogni, dei sentimenti, dei conflitti psichici e tutto ciò che fa parte dell'animo umano, cadono al di fuori delle sue competenze. Pertanto essa non è chiamata ad accettare o a non accettare teorie riguardanti questo dominio di ricerca, sempreché tali teorie non contraddicano delle conoscenze la cui validità sia stata ampiamente comprovata.  Semplicemente, la scienza non ha voce in capitolo per pronunciarsi su tematiche che oltrepassano i confini che essa stessa si è data.

IPAZIA
Le congregazioni spiritualiste sono abbondantemente foraggiate da millenni e se non cavano un ragno dal buco, malgrado tutte le loro teologie, non è certo perchè sono "povere e reiette".

CARLO
Le dottrine (a volte deliranti) delle congregazioni spiritualiste esulano dal dominio di competenza della scienza, sempreché - ribadisco - non contraddicano delle verità scientifiche.



DONIZETTI: O luce di quest'anima, op. Linda di Chamounix
https://youtu.be/xSy5FpzFnHE

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