L'uomo è orientato al male e non al bene?

Aperto da Socrate78, 24 Dicembre 2022, 20:04:47 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Socrate78

Il filosofo Thomas Hobbes diceva, commentando quello che per lui era lo stato di natura in cui non esisteva leggi scritte, che: "Homo homini lupus est", l'uomo è un lupo per i suoi simili. Il filosofo inglese riteneva infatti che l'essere umano non fosse spinto alla socialità dalla benevolenza naturale verso i suoi simili, ma solo dall'interesse egoistico e che fosse disposto quindi anche alle azioni peggiori pur di ottenere vantaggi, anche a scapito degli altri.
Osservando la società, si può notare come l'essere umano sia orientato più al male che al bene: l'altruismo disinteressato è molto raro e si è spesso disposti a mentire pur di ottenere ciò che si vuole, anche il comportamento dei bambini mostra come nei gruppi di coetanei ci sia sempre un soggetto più forte e prepotente che cerca di imporsi con la violenza, picchiando e rubando i giochi preferiti, i bambini sin da piccoli mentono (anche con bugie di una certa gravità) pur di ottenere ciò che desiderano, il bullismo nelle scuole raggiunge livelli preoccupanti e spesso porta a conseguenze tragiche (suicidi, depressioni, ritiri sociali, ecc.), vi sono forme infinite di manipolazione psicologica che comportano ricatti emotivi ed affettivi, e sono pochissimi coloro che sono disposti a sacrificare un loro interesse pur di aiutare il prossimo. Si cerca l'amicizia solo perché si ha paura della solitudine o per puro interesse e calcolo, ma non per vera benevolenza, e non si esita a sparlare degli amici, a tradirli e a voltare loro le spalle quando sono nel bisogno.
Tutto questo mi porta a concludere che nella natura umana vi sia una forte tendenza al male e all'egoismo, all'ipocrisia e alla menzogna, tanto che la massima di Hobbes sembra essere molto attuale. Voi siete pessimisti od ottimisti nei confronti della natura umana?

bobmax

È sempre una questione d'amore. Sempre.
L'amore muove ogni cosa.
Quindi anche l'uomo.

L'amore vuole il bene.
Lo cerca in ogni dove.

L'amore evolvendo perfeziona la propria ricerca.
E così passa attraverso più stadi.

Il primo stadio è amore per se stessi, in quanto individui, separati da tutto il resto.

Ma questo amore si rivela infine insufficiente, sterile, inappagante. E allora inizia ad aprirsi all'altro. Magari per ricambiare chi ci ama.

Questa apertura iniziale implica una maggior comprensione del mondo, della sua spiritualità.
E allora anche chi era ignorato o persino nemico incomincia ad essere oggetto di compassione. Per la semplice ragione che è, e non avrebbe potuto essere altrimenti.

Infine l'amore non ha più bisogno di alcun oggetto d'amore.
Perciò è assolutamente libero.

Semplicemente è.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

daniele22

Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2022, 20:04:47 PMIl filosofo Thomas Hobbes diceva, commentando quello che per lui era lo stato di natura in cui non esisteva leggi scritte, che: "Homo homini lupus est", l'uomo è un lupo per i suoi simili. Il filosofo inglese riteneva infatti che l'essere umano non fosse spinto alla socialità dalla benevolenza naturale verso i suoi simili, ma solo dall'interesse egoistico e che fosse disposto quindi anche alle azioni peggiori pur di ottenere vantaggi, anche a scapito degli altri.
Osservando la società, si può notare come l'essere umano sia orientato più al male che al bene: l'altruismo disinteressato è molto raro e si è spesso disposti a mentire pur di ottenere ciò che si vuole, anche il comportamento dei bambini mostra come nei gruppi di coetanei ci sia sempre un soggetto più forte e prepotente che cerca di imporsi con la violenza, picchiando e rubando i giochi preferiti, i bambini sin da piccoli mentono (anche con bugie di una certa gravità) pur di ottenere ciò che desiderano, il bullismo nelle scuole raggiunge livelli preoccupanti e spesso porta a conseguenze tragiche (suicidi, depressioni, ritiri sociali, ecc.), vi sono forme infinite di manipolazione psicologica che comportano ricatti emotivi ed affettivi, e sono pochissimi coloro che sono disposti a sacrificare un loro interesse pur di aiutare il prossimo. Si cerca l'amicizia solo perché si ha paura della solitudine o per puro interesse e calcolo, ma non per vera benevolenza, e non si esita a sparlare degli amici, a tradirli e a voltare loro le spalle quando sono nel bisogno.
Tutto questo mi porta a concludere che nella natura umana vi sia una forte tendenza al male e all'egoismo, all'ipocrisia e alla menzogna, tanto che la massima di Hobbes sembra essere molto attuale. Voi siete pessimisti od ottimisti nei confronti della natura umana?
Non so cosa tu vada cercando Socrate, ma forse se me lo chiedi posso suggerirti qualcosa. Nel frattempo, osservando la società umana si può notare come essa sia semplicemente disorientata, l'altruismo disinteressato è molto raro perché non esiste e si è spesso disposti a mentire proprio perché usiamo la mente ... mente, mentire ... sembra quasi un caso. Non è che ci hai mai pensato?

Ps: Certo che l'illustrissimo le dice meglio

Kobayashi

È evidente che il principio di non contraddizione non funziona nella natura umana e che l'uomo, normalmente, è nello stesso tempo buono e non buono.
Ma non esisterebbe la filosofia senza la sopravvalutazione di tale principio. Tuttavia bisognerebbe ricordarsi che ogni tentativo di riduzione ad un'unica cosa ciò che è duplice (e quindi contraddittorio) può avere un senso solo parziale, un senso pragmatico, non può erigersi a verità.
Le discipline spirituali, per esempio, con le loro tecniche, offrono gli strumenti per una riduzione della contraddizione. Ma si appoggiano quasi sempre su concezioni della natura umana che non corrispondono alla verità. Grazie all'errore delle proprie teorie però riescono a smussare la realtà e a fare in modo che nel discepolo sia presente meno contraddizione possibile, così da apparire realmente più vicino alla bontà che alla non bontà. Seppure poi il maestro romperà l'incantesimo, mostrando di conoscere bene la verità, dicendo: "nessun uomo è buono".

Jacopus

Sinteticamente: la malvagità dell'uomo fa parte dello stesso vasto repertorio che
ci ha permesso di andare sulla luna o di morire per salvare dei bambini che stavano annegando.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Freedom

Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2022, 20:04:47 PMIl filosofo Thomas Hobbes diceva, commentando quello che per lui era lo stato di natura in cui non esisteva leggi scritte, che: "Homo homini lupus est", l'uomo è un lupo per i suoi simili. Il filosofo inglese riteneva infatti che l'essere umano non fosse spinto alla socialità dalla benevolenza naturale verso i suoi simili, ma solo dall'interesse egoistico e che fosse disposto quindi anche alle azioni peggiori pur di ottenere vantaggi, anche a scapito degli altri.
Osservando la società, si può notare come l'essere umano sia orientato più al male che al bene: l'altruismo disinteressato è molto raro e si è spesso disposti a mentire pur di ottenere ciò che si vuole, anche il comportamento dei bambini mostra come nei gruppi di coetanei ci sia sempre un soggetto più forte e prepotente che cerca di imporsi con la violenza, picchiando e rubando i giochi preferiti, i bambini sin da piccoli mentono (anche con bugie di una certa gravità) pur di ottenere ciò che desiderano, il bullismo nelle scuole raggiunge livelli preoccupanti e spesso porta a conseguenze tragiche (suicidi, depressioni, ritiri sociali, ecc.), vi sono forme infinite di manipolazione psicologica che comportano ricatti emotivi ed affettivi, e sono pochissimi coloro che sono disposti a sacrificare un loro interesse pur di aiutare il prossimo. Si cerca l'amicizia solo perché si ha paura della solitudine o per puro interesse e calcolo, ma non per vera benevolenza, e non si esita a sparlare degli amici, a tradirli e a voltare loro le spalle quando sono nel bisogno.
Tutto questo mi porta a concludere che nella natura umana vi sia una forte tendenza al male e all'egoismo, all'ipocrisia e alla menzogna, tanto che la massima di Hobbes sembra essere molto attuale. Voi siete pessimisti od ottimisti nei confronti della natura umana?
L'essere umano è spinto interiormente dal bene e dal male. A volte prevale uno, a volte prevale l'altro. Sia singolarmente che collettivamente. Scusa la banalità ma, a volte, la realtà lo è.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Ipazia

Bene e male sono concetti relativi, materialmente e ideologicamente condizionati. Altrettanto si può dire di egoismo e altruismo.

Il principio di non contraddizione non funziona perché siamo in uno spazio ideale aleatorio, in cui bisognerebbe prima definire cos'è bene e cos'è male, realizzando un con-testo intersoggettivamente con-diviso.

Condivisione che, anche in questo ristrettissimo ambito di persone volonterosamente dialoganti, non si realizza compiutamente, finendo col dare per scontati principi comuni che non lo sono.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

Citazione di: Ipazia il 25 Dicembre 2022, 16:44:27 PMBene e male sono concetti relativi, materialmente e ideologicamente condizionati. Altrettanto si può dire di egoismo e altruismo.
Il principio di non contraddizione non funziona perché siamo in uno spazio ideale aleatorio, in cui bisognerebbe prima definire cos'è bene e cos'è male, realizzando un con-testo intersoggettivamente con-diviso.
Condivisione che, anche in questo ristrettissimo ambito di persone volonterosamente dialoganti, non si realizza compiutamente, finendo col dare per scontati principi comuni che non lo sono.
La relatività di bene e male non c'entra, il problema è che nello stesso soggetto, che consapevolmente o inconsapevolmente aderisce ad una certa concezione del bene e del male, si riscontra contemporaneamente la tendenza a fare ciò che per lui è bene e ciò che per lui è male.
Per esempio se per questo soggetto ascoltare e comprendere l'altro è bene, e sminuirlo invece è male, non si farà fatica a individuare in una settimana qualsiasi del suo passato recente la presenza di entrambe queste tendenze.

Ipazia

Citazione di: Kobayashi il 25 Dicembre 2022, 17:19:49 PMLa relatività di bene e male non c'entra, il problema è che nello stesso soggetto, che consapevolmente o inconsapevolmente aderisce ad una certa concezione del bene e del male, si riscontra contemporaneamente la tendenza a fare ciò che per lui è bene e ciò che per lui è male.
Per esempio se per questo soggetto ascoltare e comprendere l'altro è bene, e sminuirlo invece è male, non si farà fatica a individuare in una settimana qualsiasi del suo passato recente la presenza di entrambe queste tendenze.


La relatività c'entra proprio per quello che hai scritto. C'entra nella teoria per l'imprinting ideologico, nella pratica per le contraddizioni di tale imprinting col mondo reale, e nel passaggio dalla teoria alla pratica, laddove tutte le contraddizioni si sommano. L'etica è un sapere tra i più complessi e sfuggenti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

''Homo homini lupus est.''
Questa frase è un correttivo parziale di un duplice pregiudizio errato e antico sul lupo ''cattivo'' e sull'uomo ''buono, che nel frattempo è stato diversamente corretto, ''Lupo lupis homo est'' ma in modo non meno parziale, per cui il lupo è buono e l'uomo è cattivo.
Quindi quantomeno questa discussione sembra poco attuale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Claudia K

Citazione di: Socrate78 il 24 Dicembre 2022, 20:04:47 PMVoi siete pessimisti od ottimisti nei confronti della natura umana?
Ottimista nei confronti della natura umana e parecchio pessimista verso la sua possibilità di esprimersi armoniosamente/fisiologicamente, soprattutto nell'era del villaggio globale.

Non riesco a rifletterne se non sul piano psicologico. E parto dall'osservazione che l'umano, dal suo venire alla luce, è totalmente necessitato all'accudimento altrui. Del quale, però, è istintivamente riconoscente, e verso il quale risponde con amore all'amore.
Non solo, quando il rapporto di accudimento è sano, risponde con amore all'amore dell'accudente, ma addirittura l'accudito ed amato è molto  candido e fiducioso dei buoni sentimenti del prossimo in genere, e molto incline ad esternare buoni sentimenti per primo. Spontaneamente, senza alcun calcolo <do ut des> . Vive semplicemente la fluidità di sentimenti positivi, e neanche sospetta di possibili sentimenti malevoli altrui (non istintivamente, almeno).

Per contro: mi sembra che ogni volta che i sentimenti malevoli emergono, sino ai casi estremi che portano gli psichiatri ad affermare "la malvagità esiste" (parlo di serial killer, torturatori, ecc.), sia puntualmente rintracciabile una storia personale del "malvagio" che è fondata sulla frustrazione (non di rado vistosissima e documentatissima) di suoi bisogni di accudimento o, dopo l'infanzia, di riconoscimento e accoglimento di istanze da egli ritenute (più o meno consapevolmente) primarie, e appunto frustrate o da un contesto ambientale inadeguato a comprenderle e soddisfarle, o anche - semplicemente - inadeguato  ad aiutarlo nel  correggerle ove spiantate (e magari  conseguenza di disturbi psichiatrici congeniti).

Ho preso l'umano alla nascita per semplicità didascalica. Poi mi sembra sensato considerare che il processo continui nel corso della vita.
E qui trovo che la globalizzazione diventi micidiale.
Non mi va di fare esempi tra etnie rapportate all'oggi, e poi non penso soltanto al rapporto tra etnie, ma ancor prima a quello tra classi sociali.
Mi limito a dire che...assistere attraverso ogni media all'ostentazione di realtà di opulenza pantagruelica, e perdipiù abbinate alla conferma (attraverso gli stessi media) del fatto che chi ne beneficia sia un umano che di sovrumano non ha davvero nulla, a parer mio non può che alimentare massivamente quella frustrazione che non induce nulla di benevolo.

Ipazia

Se non si definiscono i fondamenti del bene e del male la discussione diventa un flatus vocis. Non è obbligatorio concordare sui fondamenti, ma giocare a carte scoperte, sì.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

Dio stramaledica gli inglesi diceva un gerarca fascista. Penso che Hobbes dovesse dire che quel motto fosse da riferirsi più all'homo sapiens che all'homo deficiens. Nel senso che il suo era puro arbitrio, il mio pure, ma a me sembra meno arbitrario. Anch'io come Claudia sono fiducioso nella natura umana e, paradossalmente, essendo anarchico, lo sono anche nei confronti delle istituzioni, alle quali è assegnato pure il compito di istruire, ma è solo una scommessa, azzardata fino ad un certo punto, nel senso che bisogna anche fidarsi e rischiare se non vuoi subire un due a zero giacché sull'uno a zero ci saremmo già.
Sono sostanzialmente d'accorso con l'intervento di Kobayashi e anche con quello di Claudia. Voglio però riprendere un pensiero di Kobayashy su un'altra discussione in cui evidenziava che il bene è più che altro un sollievo dal male, cosa con la quale sono d'accordo ma non in questo contesto, aggiungendo cioè che il bene debba comunque individuarsi anche come soddisfazione di necessità primarie quali lo sono il dormire, il cibarsi, l'evacuare, la sessualità e il gioco.
Ora, io non sono uno psicologo e posso dire delle stronzate, ma mi sembra di aver capito quanto segue:
Durante la prima fase dello sviluppo del bambino, fintanto che non compare in modo netto l' "io" sarebbe la personalità del bambino a dominare la scena. E tale personalità presumibilmente dovrebbe mantenersi più o meno inalterata fino a strutturare l "io", a meno di eventi più o meno traumatici, occasionali o ripetuti, che possano interferire con detta personalità alterandola. E qui abbiamo un primo problema.
Ma qual è la peculiarità dell' "io", oltre a quella di rappresentare il modo linguistico con cui il bambino si relaziona all'altro? L'altra sua peculiarità è rappresentata dalla conoscenza di marca linguistica (cioè pubblica) che il bambino nel suo divenire adolescente e adulto può di fatto conseguire. E qui abbiamo il secondo problema determinato da cosa conosce l' "io" e quanto conosce.
Penso che dalle combinazioni tra le varie configurazioni dell' "io" combinate con le varie configurazioni delle personalità più o meno alterate escano tutte le figure che vanno dal serial killer ad Albert Einstein, passando per i santi, i beati e i vari satana. Ma secondo me tutti aspiriamo al nostro individuale bene, e quel che più ci impedisce di trovare convergenze di opinioni è dovuto alla presenza nella nostra società di una opprimente repressione sessuale rispetto ad una esagerata esaltazione del gioco, senza renderci conto che sono due facce della stessa medaglia

daniele22

Autocitazione:
"Ma secondo me tutti aspiriamo al nostro individuale bene, e quel che più ci impedisce di trovare convergenze di opinioni è dovuto alla presenza nella nostra società di una opprimente repressione sessuale rispetto ad una esagerata esaltazione del gioco, senza renderci conto che sono due facce della stessa medaglia"

Si potrebbe anche dire in diversa chiave:
Ma secondo me tutti aspiriamo al nostro bene individuale, ma quel che più ci impedisce di trovare convergenze di opinioni è dovuto alla presenza nella nostra società ottocentesca di una fuorviante concezione dell'intelligenza che promuove implicitamente una possibile aspirazione a raggiungere una verità assoluta. Forse sarebbe il caso di promuovere un articolo di legge intitolandolo "abuso di intelligenza" e insediare a garanzia di detta legge un apposito reparto di polizia denominandolo magari "Polizia del pensiero". Voi che ne dite di questa proposta?

Pio

Sarebbe terribile! Un obbligo a pensare solo in un certo modo.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Discussioni simili (5)