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L'universo

Aperto da Damiano Bergamaschi, 21 Aprile 2024, 18:29:43 PM

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Damiano Bergamaschi

Buonasera a tutti,

Vorrei condividere con il forum una riflessione che faccio da molto tempo ma che penso di aver definitivamente chiarito solo quest'oggi.
La riflessione è la seguente:
1) Perché c'è qualcosa invece che nulla?
Beh, semplice. Sulla base dell'esperienza io so che qualcosa c'è. Sulla base della logica so che qualcosa non può non esserci. Perché? Perché altrimenti ci sarebbe il nulla. Ma ciò è impossibile perché il nulla non è. Quindi se affermassi che il nulla sia qualcosa sarei contraddittorio.
Perciò c'è qualcosa invece che il nulla perché è necessario.
2) Perché questo qualcosa (l'universo) è fatto così com'è?
Perché se così non fosse sarebbe inesistente, quindi sarebbe nulla. Ma ciò contraddirebbe il primo punto. 
Quindi l'universo è così com'è perché non ci sono alternative.
3) L'universo è infinito ed eterno?
Esso non è né infinito né eterno. Il cosmo ha avuto un inizio (che la scienza data in 13,8 miliardi di anni fa circa). E avrà anche una fine. Se non avesse avuto un inizio oggi non esisterebbe. Perché? Perché ogni cosa per esistere ha un inizio. Questo vale anche per l'universo stesso.
La differenza fondamentale è che l'universo viene dal nulla. Perché? Perché se non venisse da nulla verrebbe da qualcosa. E quel qualcosa? Da qualcos'altro. E così via all'infinito. Ma la "causa prima" sarebbe sempre una: nessuna (Sia nel caso di un universo eterno che in uno non eterno).
Il cosmo non è infinito. Perché? Se non è eterno non può essere infinito. Non ha avuto un tempo infinito per raggiungere dimensioni infinite. 
Ma allora cosa c'è oltre il confine dell'universo? Semplice, nulla. Perché non c'è un confine.
La teoria della relatività dice, al contrario delle nozioni quantistiche, che lo spazio è curvo. Che le 3 dimensioni spaziali sono racchiuse sulla superficie di un' ipersfera a 4 dimensioni. La quarta dimensione (il tempo) sono rispettivamente il dentro ed il fuori dell'ipersfera.
L'universo è finito ma illimitato. Lo posso girare all'infinito senza mai incontrare un confine. Ma vedrei sempre le stesse cose.

Questa è la mia riflessione. Sono molto curioso di sapere le vostre risposte. 

Grazie dell'attenzione,

Bergamaschi Damiano.


bobmax

Condivido l'approccio alla analisi.

Sì, la domanda "Perché c'è qualcosa invece che nulla?" è inconsistente.
In quanto l'esserci è proprio la presenza di qualcosa.
Chiedersi perché non c'è nulla è contraddittorio.

Eppure questa domanda è considerata, da molti cosiddetti filosofi, la domanda filosofica "fondamentale"!
Senza che si rendano conto della sua mancanza di senso...

Che l'universo sia nel nulla è una constatazione a cui si giunge inevitabilmente.
Occorre però considerare pure quale realtà, quale consistenza possa avere ciò che confina, spazialmente e temporalmente, con il nulla.

Il qualcosa che confina con il nulla è davvero qualcosa?
O non deve necessariamente essere esso stesso nulla?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Perché si continua a riciclare questa domanda che aveva senso nell'epoca di Leibniz pervasa di causalismo finalistico e disegni intelligenti ?

Oggi questa domanda non ha alcun senso scientifico perché non sappiamo come è nato l'universo, e neppure filosofico perché non ragioniamo più in termini di finalismo della natura e del mondo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#3
Sono d'accordo solo con il punto 1.

Il punto 2 e' controintuitivo e illogico: l'esperienza testimonia a favore, e non contro, la varieta' delle possibilita'.

Stante che qualcosa esiste, esso puo' esistere in svariati, e non contraddittori tra di loro, modi.

Quindi, non ogni cosa e' necessaria o logicamente necessitata ad essere cio' che e' nell'universo.

Se guardassi alla finestra e vedessi passare un asino che vola, mi stupirei. Probabilmente, penserei di avere le allucinazioni.

Ma, se mi affaccio alla finestra e vedo passare una macchina rossa, e col pensiero ipotizzo un mondo fisicamente possibile alternativo in cui, invece, mi affaccio alla stessa finestra, nello stesso attimo, e vedo passare una macchina blu, giocoforza mi vedo costretto ad ipotizzare anche che, la cosa, non mi meraviglierebbe, e non mi stupirebbe; non mi darebbe affatto la stessa "vertigine" che mi darebbe l'asino volante, nemneno in quanto ipotesi.
La macchina rossa, con il suo essere proprio rossa e non blu, contribuisce all'ipseita' di questo universo, insomma, contribuisce a fare in modo che questo universo sia proprio se stesso e non un altro, sia proprio cio' che e', e non altro. Ma non contribuisce affatto in modo insostituibile e fondamentale a un universo generico, a un universo pensato privo della sua ipseita' per il concetto che io me ne posso fare.
L' esperienza, mi testimonia che anche un universo in cui, proprio in questo attimo, passasse una bella macchina blu, sarebbe ben possibile.
E la logica, me lo conferma.
Il mondo delle possibilita' "esiste", o quantomeno "sussiste", ed e' infinitamente piu' grande, piu' vasto, del mondo della realta'.

Il punto 3 son gusti e opinioni soggettive, l'universo puo' essere ingenerato e imperituro, cosi' come puo' essere generato ed effimero. Nessuna di queste due e' contraddittoria.

Anzi, a pensarci bene, ci sono molte meno contraddizioni a pensare a un universo ingenerato e imperituro.

Noi tendiamo a pensare che, o la causa prima e' incausata (Dio, o al limite il nulla fecondo generativo del qualcosa, o chi per lui) oppure, in seconda ipotesi, che la causa prima non e' davvero la causa prima, e' c'e' una causa ancora piu' prima e remota, rispetto alla causa che fino a un attimo fa pensavamo come "prima", e cosi' via all'infinito (regresso all'infinito, di fronte a una catena causale infinita).

Con queste due ipotesi (Dio, e catena causale infinita) di solito, pensiamo di aver esaurito il novero delle possibilita', anche se magari, tra le due, di fatto non riusciamo a deciderci.

Non pensiamo quasi mai, che il tempo potrebbe essere un circolo chiuso in se stesso, dinamico e finito, e quindi che l'effetto ultimo, che giace soggettivamente nel nostro futuro, potrebbe (re)innescare la causa prima, che giace soggettivamente nel nostro passato. Ovvero, non ci sono cause prime, ne' effetti ultimi, tutte le cause e tutti gli effetti sono equivalenti, e fondamentali, e triplicemente valevoli come inizio, come intermedio e come fine. Il cerchio, in ogni suo punto, non puo' avere che un inizio e una fine arbitraria. Non c'e' neanche nessun (vero) regresso all'infinito, semmai, un regresso all'inesauribile, del tempo e nel tempo.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.