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L'orrore e la verità

Aperto da bobmax, 08 Novembre 2023, 20:15:00 PM

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Ipazia

Citazione di: Phil il 13 Novembre 2023, 21:41:23 PM@Ipazia
Quando si annulla la domanda, non c'è più «sì» e non c'è più «no» (e non c'è più metafisica).

La domanda si annulla quando il sapore si unisce al sopore (saporosamente) tra le braccia della ninfa Epochè. Ma appena capita di dover curare il giardino, la mano torna mano e la spina, spina.

La domanda ritorna di soppiatto pure nelle vie della salvezza orientale, laddove il Soggetto è così protagonista del proprio disegno intelligente da puntare all'illuminazione anestetica, che annulla la domanda, ovvero il samsara dei "sì" e dei "no": metafisicamente.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Gli stereotipi del torpore, della "salvezza orientale", dell'illuminazione come "santificazione", etc. vanno bene per gli orientalismi ottocenteschi (senza offesa per Hegel, Nietzsche & co.). Non è un caso se l'arte zen del "giardino" (in entrambi i sensi), che guida la mano fra le spine senza pungersi, non è fatta di pennichelle (e tantomeno di domande metafisiche).

Koba II

Citazione di: bobmax il 12 Novembre 2023, 17:13:07 PMBuongiorno Koba II
Scusami se mi permetto, ma ho l'impressione che tu stia attraversando un passaggio cruciale. Dove tutto può essere perduto, oppure ritrovato.
Me lo fa sospettare la tensione oscillante che riscontro in ciò che scrivi.
Affrontare lo sguardo della Medusa, con cui la vita a volte ci fissa, richiede uno sforzo, diciamo così, pressoché sovrumano.
Perché i nostri schemi logici si rivelano inadeguati.
Il riconoscimento della nullità della tua anima, il che significa il tuo stesso non esistere in quanto "io", deriva semmai da quei rari momenti mentali luminosi. Non dalla constatazione di avere solo brandelli di coscienza. Perché questa constatazione è la disperata volontà di mantenere l'esistenza del tuo io.
Certamente le strade della nostra evoluzione sono molteplici.
Ma anche solo per provare a iniziare a percorrerne una, occorre tener fermo ciò che per noi vale sopra ogni cosa.
Non ho detto che puoi liberarti dall'orrore. Ma che l'orrore può liberarti da te stesso, cioè da quello che pensi di essere.
Occorre però cambiare completamente prospettiva. Cioè non intendere più l'etica, il bene e il male, una mera eventualità della esistenza. Ma comprendere come l'esistenza sia invece funzionale all'emergere del bene e del male.
Il bene e il male vengono a me come richiamo dell'Essere.
D'altronde vi è una differenza fondamentale tra "esistere" e "essere".
Perché esiste ciò che sta a valle della scissione soggetto/oggetto.
Esiste cioè solo ciò che è qualcosa. Che può essere oggetto per un soggetto.
Mentre l'essere è a monte della scissione.
L'essere permette l'esistere, ma, non potendo essere ridotto a qualcosa, a sua volta non esiste.
Nulla significa, e significa soltanto, non esistenza.
Solo questo significa Nulla: non esiste.
Abbiamo così il paradosso, solo apparente però, che Essere = Nulla.
E qui vi sono quei tuoi momenti mentali luminosi...
Perché che l'Essere/Nulla sia il Bene, dipende solo da te.
Non è forse questo lo scopo della tua vita?
Figlio unigenito?
Dobbiamo tornare a Parmenide, Plotino, Anselmo, Echkart, Cusano...
I fin dei conti sarebbe sufficiente la mistica cristiana.

Bobmax, sei stato molto chiaro.
Anch'io credo che l'esistenza che ci si staglia davanti, con soggetti che credono di essere questo e quest'altro e cose desiderate, macchinazioni, sfruttamento degli altri e soprattutto di se stessi, non sia nulla. Autentica apparenza. Inganno.
Ma prima di questa scissione tra soggetto e oggetto, prima che il convincimento di avere un Io diventasse certezza indubitabile, non c'era nessuno. La speculazione metafisica ci descrive un mondo originario all'inizio di tutto, l'Essere, a cui attribuisce uno splendore divino.
Quindi come giustamente dici tu, l'esistenza che sperimentiamo ogni giorno, nell'orrore o anche soltanto nel nonsenso, è nulla. E questa esperienza di nulla ci riporta, per effetto della mancanza sentita, all'essere, e soprattutto alla possibilità di diventare puro strumento di bene, pura manifestazione di luce. Con le parole più concrete del Vangelo, operatori di pace.
Queste esperienze spirituali sono però solo fratture dell'esistenza consueta. Le occupazioni del mondo, quelle a cui nessuno di noi può venir meno (a meno di scegliere la strada del monaco del deserto) ci ricacciano nella battaglia, continuamente, senza scampo, almeno fino a quando non saremo morti.
Questo per dire che lo sguardo della mistica è uno sguardo dall'alto, dall'essere pacificato, mentre a noi, a me, servono strumenti dal basso, per riuscire a resistere e intravedere di tanto in tanto la luce che viene dalle fratture di questo mondo.

Ipazia

#33
Citazione di: Phil il 14 Novembre 2023, 11:35:36 AMGli stereotipi del torpore, della "salvezza orientale", dell'illuminazione come "santificazione", etc. vanno bene per gli orientalismi ottocenteschi (senza offesa per Hegel, Nietzsche & co.). Non è un caso se l'arte zen del "giardino" (in entrambi i sensi), che guida la mano fra le spine senza pungersi, non è fatta di pennichelle (e tantomeno di domande metafisiche).

Forse ho esagerato giocando su un mio lapsus, ma, oltre gli stereotipi occidentali, dichiaro la mia profonda stima - ab origine - per una civiltà filosofica che all'inizio del suo percorso spirituale (e metafisico) pone la sofferenza piuttosto che Prometeo. Che impernia la questione filosofica sul Soggetto piuttosto che su iperuranici mondi "sopra" il mondo. "Dietro" li pone anche il pensiero orientale, ma velati, non pomposamente solari. Altro elemento di superiorità metafisica.

L'occidente si salva col dubbio socratico, subito travisato dalle certezze platoniche, che se ne  dichiarano indebitamente eredi.

Anche la salvezza orientale ha un andamento inverso rispetto a quella occidentale: dal basso verso l'alto. Senza "Deus ex machina". Al punto che, malgrado le intrusioni feticistiche paganeggianti, è difficilmente collocabile in ambito religioso essendo, nella sua essenza, senza numi.

Questo vantaggio iniziale spiega anche la resistenza della cultura orientale all'Armageddon ideologico occidentale: toccarne la spina, senza pungersi; laddove il Soggetto conosce strade alternative al gregge e ai suoi pastori celesti e, soprattutto, terreni.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: Ipazia il 15 Novembre 2023, 08:39:21 AMAnche la salvezza orientale ha un andamento inverso rispetto a quella occidentale
Nota fondamentale: nel succitato zen, che non è un buddismo qualunque, in realtà non c'è salvezza perché non c'è nessuno da salvare (quindi non c'è metafisica soteriologica o animistica). I rituali, i discorsi sulle usanze e la condotta, etc. servono per suggerire (senza suonare i campanelli porta a porta o fare i missionari) una via per stare al mondo, non per andare in altri mondi. Quella del "premio" è la traduzione popolare per le menti più semplici e per le altre culture, che aprono le orecchie solo se sentono parlare di ricompense e "guadagni" (d'altronde la dialettica premio/castigo funziona da sempre e ovunque con tutti gli animali, l'"uomo esistenzialista" non fa eccezione).

Ipazia

Che le 4 nobili verità siano imperniate sulla sofferenza la dice lunga su quanta salvezza ci sia anche nella filosofia orientale germinata dall'Illuminato.

Salvezza dalla sofferenza mentale che si innesta sulla sofferenza fisica e sull'impermanenza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

La comprensione parte da quelle "verità"; poi però, verso la fine dell'ottuplice sentiero, si arriva alle domande (koan, se vuoi) «Chi è anatman? Chi deve "salvarsi" da cosa?». Il sapore del silenzio a tali domande, fa tutta la differenza fra l'essere vegani, recitare i sutra, etc. e il capire lo spunto zen.

green demetr

Citazione di: bobmax il 10 Novembre 2023, 07:41:46 AMSolo la Verità può dare una risposta al perché dell'orrore.
Ma questa Verità può essere peggiore di qualsiasi altro orrore.
È il rischio radicale.
Rischio però inevitabile, dove si gioca tutto: essere o non essere.

La vita si presenta con un susseguirsi di situazioni. E alcune di esse, vicine o lontane, suscitano in me orrore.
Non di rado appaiono in antitesi, e l'una prevalendo sull'altra ne sminuirebbe l'orrore. È come se vi fossero orrori in definitiva accettabili... mentre altri no.

Ma è davvero così?

Vi è differenza tra un male e l'altro, quando entrambi, se sono onesto con me stesso, non sono che orrendi?

Devo tenere fermo il mio NO!

La strage insensata del 7 ottobre è orrenda. Punto.
Ed è orrendo allo stesso modo lo strazio dei bambini sotto le bombe. Punto.

Non posso però fermarmi qui a fare l'anima bella, che in fin dei conti sa tanto di ipocrisia.
Devo approfondire, resistere al ribrezzo per cercare di valutare le cause. Non quelle che mi piacerebbe vi fossero, proprio quelle che ci sono!

E allora seguire il filo del male, evitando di mistificarlo.

Gli israeliani questo loro governo lo hanno voluto, ed è stata la ignorante supponenza di questi governanti a contribuire all'acerbarsi dei rapporti, alimentando l'odio.

Ma osservare che i palestinesi non sono Hamas, vuol forse dire, come alcuni dicono, che ne sono ostaggi?
Hamas cattivi ma palestinesi buoni?

Su quanti specchi vogliamo arrampicarci pur di non affrontare l'orrore?
E l'orrore qui è che evidentemente i palestinesi odiano gli ebrei più di quanto amino i propri figli!
L'odio è ragione di vita, più della stessa vita dei figli.

Ma l'odio consuma energia.
E chi fornisce questa energia?
Come fanno a campare i palestinesi?
Dietro le quinte vi è una forza corruttiva, che mantiene un popolo purché continui a odiare? Affinché odii più di quanto ami i propri figli?

L'orrore si approfondisce e sembra spalancarsi l'inferno.











Non è che sembra spalancarsi l'inferno è che cominci a vedere il male, ossia il dominio dell'uomo sull'uomo.
Il vero male assoluto è quello che tu stesso con questa tua strana filosofia che oscilla tra l'essere e il nulla: ossia l'incapacità di scegliere, l'incapacità di fare qualcosa della propria libertà di pensiero.
Chi decide che la libertà di pensiero è di abbatterlo, è quello il male assoluto.
La pervasività dell'idee dell'arianesimo, la dilagante inerzia di fronte alla propaganda nazista, equivale alla propaganda anti-giudaica contemporanea.
Con uno sguardo mediatico ancora più impressivo.
Se il covid aveva la scusa della paura rispetto al PROPRIO CORPO, qua la paura del pensiero dell'Altro, dell'indomabile, del popolo eletto, eletto al proprio posto...qua non c'entra la paura, la paura dell'altro, qua c'è proprio l'ODIO SENZA FINE dell'uomo che GENERA la volontà di affermazione dell'uomo contro l'uomo.
L'odio nasce da una mancanza di pensiero, da un litania, da un rosario cantato all'infinito: l'ebreo è cattivo.
Una demenza che non può avere scusa.
QUESTO è il MALE.
Vederlo poi nelle forme irrazionali del delirio di massa, prima rinchiuso come una blatta nei suoi monolocali da pezzente, e poi uscito come un animale ferito, un cane rabbioso.
UN MALEDETTO LUPO è questo MONDO.

Altro che noi siamo niente...queste cavolate lasciamole ai deliri dell'oriente, con le sue cataste, con i suoi pezzenti, peggio di noi.
con le sue idee di socialismo reale. ossia di nazismo allo stato puro.

La mancanza di pensiero politico, di azione ragionata.

Il tempo per una nuova umanità è lontanissimo altro che età dell'acquario!!!

A me una sfiga dietro l'altra....e che cavolo.

BEH scusate i continui sfoghi!!!! :))
Vai avanti tu che mi vien da ridere

bobmax

Citazione di: Koba II il 15 Novembre 2023, 05:56:54 AMBobmax, sei stato molto chiaro.
Anch'io credo che l'esistenza che ci si staglia davanti, con soggetti che credono di essere questo e quest'altro e cose desiderate, macchinazioni, sfruttamento degli altri e soprattutto di se stessi, non sia nulla. Autentica apparenza. Inganno.
Ma prima di questa scissione tra soggetto e oggetto, prima che il convincimento di avere un Io diventasse certezza indubitabile, non c'era nessuno. La speculazione metafisica ci descrive un mondo originario all'inizio di tutto, l'Essere, a cui attribuisce uno splendore divino.
Quindi come giustamente dici tu, l'esistenza che sperimentiamo ogni giorno, nell'orrore o anche soltanto nel nonsenso, è nulla. E questa esperienza di nulla ci riporta, per effetto della mancanza sentita, all'essere, e soprattutto alla possibilità di diventare puro strumento di bene, pura manifestazione di luce. Con le parole più concrete del Vangelo, operatori di pace.
Queste esperienze spirituali sono però solo fratture dell'esistenza consueta. Le occupazioni del mondo, quelle a cui nessuno di noi può venir meno (a meno di scegliere la strada del monaco del deserto) ci ricacciano nella battaglia, continuamente, senza scampo, almeno fino a quando non saremo morti.
Questo per dire che lo sguardo della mistica è uno sguardo dall'alto, dall'essere pacificato, mentre a noi, a me, servono strumenti dal basso, per riuscire a resistere e intravedere di tanto in tanto la luce che viene dalle fratture di questo mondo.


Sì, Koba II, solo rare fratture della esistenza.
Che annunciano una possibile metamorfosi. Il passaggio dal non essere all'essere, che resta però solo mera possibilità.

Il fare, ne sono convinto, è indispensabile. Perché solo l'azione può provocare, forse e chissà quando, l'aprirsi di una frattura.

Alterno momenti di apertura all'altro, cercando di fare qualcosa di bene, per poi richiudermi. La mia disponibilità non è mai totale.
Leggendo Margherita Porete, ho iniziato a comprendere come, almeno per me, l'inferno sia inevitabile.
E l'inferno non sta in un immaginario aldilà. Ma è qui, ora. Vi posso accedere in ogni momento, mi è sufficiente pensare alle mie colpe ed eccomi all'inferno! Luogo senza speranza, da dove è impossibile uscire, per la semplice ragione che sono io stesso a condannarmici. Perché così è giusto!

In effetti, come osserva Margherita Porete, l'uomo è al sicuro solo in due luoghi: il Paradiso e l'Inferno.
Solo lì infatti, Dio, il Bene, è certo.

Il Paradiso non dipende da me, e può intravedersi in quei rari momenti luminosi.
Che però è tutto quello che conta, per sperare nell'impossibile.

Che le fratture dell'esistenza ti conducano sempre più avanti.
Ti auguro ogni bene.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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