L'innamoramento, la seduzione e l'amore a confronto.

Aperto da Socrate78, 17 Marzo 2023, 17:25:40 PM

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Socrate78

Molti psicologi e sociologi tendono a distinguere sempre di più nelle relazioni sentimentali la fase della seduzione/innamoramento con quella dell'amore avanzato e maturo. Essi affermano che l'innamoramento è una tempesta chimica e ormonale in cui la persona è concentrata al massimo sulle sensazioni positive che riceve dal partner e tutta la sua felicità dipende dalle attenzioni dell'amato: il cervello vivrebbe uno stato euforico simile a quello provocato da droghe, in cui il livello di neurotrasmettitori come la dopamina e l'ossitocina sono molto alti e la parte razionale, deputata al giudizio critico, è in una fase di cortocircuito. Il risultato del processo di innamoramento è l'idealizzazione del soggetto amato: la seduzione infatti porta a vedere la persona amata come perfetta, speciale, unica e superiore ad ogni altra e non si vedono quindi i difetti che possono anche essere molto gravi, motivo per cui, esaurita la fase dell'innamoramento, molte relazioni non reggono alla prova del tempo e finiscono per rompersi o per vivere di inerzia senza anima.
L'amore invece sarebbe quel sentimento in cui si vuole il bene e la felicità dell'altro e lo si accetta per quello che è: si vedono quindi anche i difetti, ma li si accetta come parte della persona e non si pretende di trasformare l'altro in una figura perfetta ed idealizzata. Ora però mi chiedo: ciò è vero oppure sono solo teorie? Davvero esiste l'amore in cui si accetta l'altro e non si prova a cambiarlo? A me sembra di no, infatti sono frequentissime le situazioni in cui uno dei partner decide di "cambiare" per amore sia nell'aspetto fisico sia nel carattere, quindi tutta questa accettazione incondizionata io non la vedo affatto. Non solo, anche quando si accetta l'altro con i suoi difetti in realtà lo si fa spesso non per convinzione, ma perché si è rassegnati ai difetti e quindi per evitare litigi o separazioni si lascia correre, consapevoli che il cambiamento di un'altra persona è cosa ardua. Voi che cosa ne pensate? E' giusto cercare di cambiare per amore oppure bisogna accettarsi e accettare il partner nella sua individualità, buona o cattiva che sia?
In fondo molte donne e alcuni uomini che subiscono maltrattamenti da partner violenti e stanno con loro, in fondo si potrebbe dire che li abbiano accettati e che li amino in maniera incondizionata, ma a questo punto l'amore incondizionato di tali persone sarebbe sbagliato, perché andrebbe contro il principio importante dell'amore per se stessi e della dignità personale. 

anthonyi

Il meccanismo dell'innamoramento é dimostrato scientificamente perché é caratterizzato da specifiche alterazioni ormonali, può durare da alcuni mesi, a pochi anni.
Dopo di questo quello che viene può essere assai variabile, sicuramente dopo la prima fase non possiamo avere un amore certifica ile con analisi chimiche. 

Claudia K

Citazione di: Socrate78 il 17 Marzo 2023, 17:25:40 PMmolte donne e alcuni uomini che subiscono maltrattamenti da partner violenti e stanno con loro, in fondo si potrebbe dire che li abbiano accettati e che li amino in maniera incondizionata, ma a questo punto l'amore incondizionato di tali persone sarebbe sbagliato, perché andrebbe contro il principio importante dell'amore per se stessi e della dignità personale.
Scusa se parto da qui, ma mi sembra il caso più allarmante fra tutti quelli creati dalle infinite declinazioni della parola <amore>.

Il cosiddetto amore di queste persone (casistica infinita) non va affatto "contro l'amore per se stessi", bensì - per via di scompensi e dipendenze affettive - è sempre vissuto dalle "vittime" come proprio e addirittura come massimo interesse proprio!
Più che malinteso, evidentemente, ma che è ritenuto <amore> dai protagonisti, mentre è solo tra i più sfrenati e necessitati legami patologici che legano inestricabilmente due scompensati...per non compensare mai e in alcun modo nessuno dei due.

Per il resto: l'ambito di osservazione mi sembra volutamente limitato all'amore di coppia e posso solo dire quel che ne ho riflettuto personalmente.
Da passionale per nascita e crescita: nulla da eccepire a quanto ormai studiatissimo riguardo all'innamoramento e da te riassunto.
Per l'amore <maturo> , e posto che l'incantesimo dell'innamoramento è destinato inevitabilmente a spegnersi in qualche volgere di tempo (salvo amori solo platonici)...penso che il cosiddetto "amore maturo" sia perfettamente possibile (sebbene rarissimo e appannaggio di poche Anime Belle e belle davvero).
Io l'ho sempre vissuto e definito come descritto da un qualcuno che lessi da ragazzina e che ovviamente non ricordo chi sia. Era chi diceva che "l'amore è sentire la pietas per la condizione umana dell'Altro" (identica alla propria, ovvio).
Questo è possibilissimo, sebbene non da tutti; e infatti è quel che accade a quasi tutti verso quelle amate persone di cui si conosce tanto: i figli per i genitori, i fratelli per i fratelli, i genitori per i figli.
Trasposto nell'amore di coppia può essere ugualmente (anche se assai più difficile e raro). Ma è giocoforza che in questo e solo in questo comporti un lutto che può riverlarsi incolmabile, e cioè la totale perdita di quell'amore passionale che, come ottimamente riassunto in tua apertura...illudeva di una dimensione "superiore e unica" dell'amato/a, ed incendiava mente e sensi per questo.
Posto il lutto certo dell'innamoramento finito...e posto che tra Belle Anime possa senz'altro subentrare quel coinvolgimento profondissimo e struggente per la condizione umana dell'altro (identica alla propria, sempre)...io non contesto la possibilità del passaggio a questa fase (tutt'altro) , ma contesto molto convintamente che questa possa definirisi "evoluzione e maturazione" di un rapporto.
Vedo un rapporto che nacque su alcune premesse e che poi ne ha registrato la illusorietà. Punto. Che poi si riesca a farsene una ragione e a creare un DIVERSO rapporto su del tutto DIVERSE basi...lo trovo (forse, molto forse) anche meritorio. Ma non posso non riflettere sul fatto che si tratti di due rapporti...il secondo dei quali nasce sul de profundis del primo.
E per questo non mi verrà mai di chiamarlo "evoluzione".
Lo posso chiamare adattamento funzionale, ma evoluzione proprio no.

Ipazia

Come scrissi altrove, per me l'innamoramento è l'innesco necessario per tentare un percorso amoroso. Il quale, se riesce, conserva anche i tratti dell'innamoramento. Non essendo possessiva e nemmeno dipendente dal partner, ho vissuto le mie storie sempre con meno patemi, permettendo loro di motivarmi giorno per giorno.

L'esperienza mi ha anche insegnato ad innamorarmi della persona giusta per me. Avere molto da spartire nella visione e nei piaceri della vita, riduce assai gli accomodamenti faticosi e rinunce frustranti della convivenza.

Quando avevo più energie, ho pure sperimentato forme affettive allargate, ma sono arrivata alla conclusione che, dopo un congruo apprendistato giovanile, un partner basti e avanzi. Ed è già un miracolo che funzioni tutto bene.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

Ciao Socrate, a suo tempo ebbi modo di dire: "Penso che un individuo viva lungo il corso della sua vita con la costante presenza di una "mancanza" che può rivolgersi non solo alle persone e che trova in una composta unità un rifugio sicuro, ma instabile ugualmente."
In merito a questo pensiero, penso che tale "mancanza", non essendo facilmente definibile, possa in un certo senso sfogare attraverso l'essere sedotti da qualcuno, dato il tema di cui si discute. Sarebbe dunque a mio vedere la "mancanza" un luogo importante. E secondo me, sarebbe responsabile dell'emersione dell'irrazionalità nella fase dell'innamoramento. Lo sarebbe perché la "mancanza" sarebbe una sensazione molto radicata in noi che però durante la vita emerge alla nostra attenzione in varie forme che vanno dagli oggetti alle persone attraversando pure le fedi più o meno ampiamente rilegate. Sarebbe quindi questo cambiar continuo di forma a rendere infine la "mancanza" un concetto in certa misura irrazionale proprio per il fatto che ci sfugge il suo inquadramento razionale. Ma se ci sfugge a mio giudizio sarebbe perché la "mancanza" comincerebbe ad agire fin dai primi istanti di vita, luoghi in cui si vive cose di cui oggi non ci si ricorda, ma secondo me fondamentali nel dare sostanza a questa forma di esistenza alquanto diafana. Dato però che la nostra pretensione è diretta all'amore ci sarebbe da chiedersi se tale "mancanza" sia diretta inconsapevolmente alla ricerca di una compensazione ideale in cui si possa raggiungere la nostra perfezione. Al subentrare in successione del periodo in cui questa fase irrazionale ha compiuto il suo lavoro si manifesterebbe tutto quel che noi si vede che comprende quel che chiamiamo un rapporto armonico o perverso, naturalmente tutto amore verso se stessi, pure nel masochismo. Un saluto

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