L'implicazione logica: "se...allora..."

Aperto da Eutidemo, 11 Settembre 2023, 12:38:09 PM

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Eutidemo

Il "periodo" è una  "frase complessa", formata da più "proposizioni" collegate tra di  loro; ma la circostanza che la prima "proposizione" preceda materialmente la seconda, non comporta necessariamente un "rapporto di dipendenza logica" tra la prima e la seconda "proposizione", potendo verificarsi anche il contrario.
Ciò che conta è il "significato" di ciascuna delle due "proposizioni"; ed infatti è quello a dare un senso all'intero "periodo"  ed alla "direzione" della connessione logica tra le due "proposizioni".
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Inoltre il "rapporto di dipendenza logica" può essere di due tipi:
a) "Causale"
Ad esempio: "Se io ti sparo alla nuca, allora tu muori!"; perchè sono io che, premendo il grilletto, provoco la tua morte.
Nel qual caso la seconda "proposizione" dipende logicamente dalla prima!
b) "Condizionale"
Ad esempio: "Se io ti sparo alla nuca, allora la pistola è carica!" (perchè "condicio sine qua non" per sparare un proiettile, ovviamente, è che nella pistola ci sia dentro un proiettile, ma non è quella la "causa" dell'omicidio).
Nel qual caso è la prima "proposizione" a dipendere logicamente dalla seconda!
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Perciò, talvolta, se ci si basa solo sulla posizione di "antecedenza" e di " "conseguenza" delle "proposizioni" in "senso testuale" , può nascere un contrasto e/o una confusione tra la cosiddetta "implicazione filoniana" (cioè l'"implicazione logica materiale") e la cosiddetta  "implicazione diodorea" (cioè l'"implicazione logica semantica"); al riguardo vedi come spiegava tale distinzione Sesto Empirico (NOTA).
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Ed infatti talvolta la posizione di "antecedenza" e di "conseguenza"  delle "proposizioni" viene intesa solo in "senso testuale"; cioè la frase che viene scritta prima (se...) e quella che viene scritta dopo (allora...).
Ed invece la posizione di "antecedenza" e di "conseguenza"  delle "proposizioni" deve essere intesa esclusivamente "in senso logico"; per cui la "proposizione successiva" può essere "logicamente antecedente" a quella che "la precede materialmente".
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Ad esempio, come avevo scritto prima, io sono in grado di sparare a qualcuno solo se ho la pistola già  carica; per cui, nel periodo, "Se io ti sparo alla nuca, allora la pistola è carica", è la "proposizione successiva" a costituire l'"antecedente logico" della  "proposizione precedente".
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Nel caso del mio esempio non possono insorgere equivoci, poichè è ovvio che la mia possibilità di sparare è subordinata alla condizione che la pistola sia carica; però, in altri casi, potrebbero verificarsi equivoci.
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Per cui, secondo me, l'accoppiamento "se" e "allora" va usato con estrema prudenza, accortezza e parsimonia! ;)
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NOTA
Riguardo al contrasto tra "implicazione filoniana" e "implicazione diodorea", Sesto Empirico, scriveva:
"Filone diceva che la connessione è vera quando non comincia dal vero e termina nel falso; cosicché, secondo lui, la connessione è vera in tre casi e falsa in un caso. E infatti quando essa, cominciando dal vero termina nel vero, è vera come ad esempio questa: "Se è giorno, allora c'è luce". E quando, cominciando dal falso termina nel falso, è ancora vera, come ad esempio questa: "Se la terra vola, allora la terra ha le ali". Allo stesso modo anche quella che comincia dal falso e termina nel vero è vera, come ad esempio questa; "Se la terra vola, allora la terra esiste". E' falsa soltanto nel caso che cominci dal vero e termini nel falso, come ad esempio è questa: "Se è giorno, allora è notte". Infatti se è giorno, la proposizione "E' giorno" è vera: e questa è l'antecedente; ma la proposizione "E' notte" è falsa: e questa è la conseguenza.
Ma Diodoro, invece, sostiene che è vera la connessione che non ammette di cominciare dal vero e di terminare nel falso. Cosa che contrasta con la tesi di Filone. Infatti una connessione di questo tipo: "Se è giorno, allora io discuto" - se al momento è giorno e io sto discutendo - è vera secondo Filone, dato che comincia da una premessa vera "E' giorno" e termina con una conclusione vera "Io discuto". Invece secondo Diodoro essa è falsa, perché ammette di cominciare da una premessa che è - a un dato momento - vera e di finire con una conclusione falsa "allora io discuto", nel caso che io ho cessato di parlare: pertanto essa ammette di cominciare dal vero e di finire nel falso "Io discuto". Infatti, prima che io cominciassi a discutere, essa cominciava dal vero "E' giorno" e finiva nel falso "Io discuto". E ancora, una connessione del tipo: "Se è notte, allora io discuto" - nel caso che sia giorno e io taccia - è ugualmente vera secondo Filone, dato che comincia dal falso e termina nel falso; mentre secondo Diodoro è falsa, giacché essa ammette di cominciare dal vero e di finire nel falso, dopo che è venuta la notte e io ancora non discuto ma taccio. Inoltre la connessione "Se è notte, allora è giorno" - quando è realmente giorno - è vera secondo Filone, per la ragione che comincia dal falso "E' notte" e finisce nel vero "E' giorno"; mentre secondo Diodoro è falsa perché ammette di cominciare - se è sopravvenuta la notte - dal vero "E' notte", e di finire nel falso "E' giorno"." (Da Montoneri, I Megarici, cit., p. 298-299).

Alberto Knox

Citazione di: Eutidemo il 11 Settembre 2023, 12:38:09 PMAd esempio: "Se io ti sparo alla nuca, allora tu muori!"; perchè sono io che, premendo il grilletto, provoco la tua morte.
Qui c'è un errore di coerenza logica secondo me, non c'è nessuna connessione diretta fra  il tuo premere il grilletto di una pistola e la morte del malcapitato. Si potrebbe obbiettare dicendo che premendo il grilletto è implicito che ne esca il proiettile ma anche in questo caso dov'è la causa? è nel proiettile o nel tuo dito, o entrambi ?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Eutidemo

Ciao Knox. :)
Mi dispiace, ma, almeno a mio parere, non c'è nessun errore di "coerenza logica" nel mio esempio!
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Ed infatti, tra  il mio premere il grilletto di una pistola carica puntata alla nuca di una persona, e la sua morte, sussiste una "connessione causale diretta" tra la mia "azione" e la morte del malcapitato; come ben sanno tutti coloro che sono stati condannati per omicidio ai sensi dell'art. 575 Codice Penale, per aver "causato" la morte di una persona sparandogli addosso.
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Il "dito", il "grilletto" ed il "proiettile" non sono le "cause", bensì sono soltanto i "mezzi" fisici per il tramite dei quali l'assassino ha "causato" la morte della sua vittima; l'importante è che qualsiasi sia l'atto o il mezzo utilizzato, la condotta complessiva dell'agente sia stata la "causa" immediata o mediata della morte del soggetto passivo.
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Ai sensi dell'articolo 40 del Codice Penale, infatti, l'evento dannoso o pericoloso, da cui dipende l'esistenza del reato, deve essere l' "effetto" della condotta del reo.
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Ai sensi dell'articolo 41 del Codice Penale, peraltro, il concorso di "cause" preesistenti o simultanee o sopravvenute, anche se indipendenti dall'azione od omissione del colpevole, non esclude il "rapporto di causalità" fra l'azione od omissione del colpevole e l'evento criminoso.
***
Dunque poichè il reato di omicidio è attribuito all'agente quando l'"evento morte" è l'"effetto" della sua azione, non c'è dubbio alcuno che la "causa" della morte di chi viene ucciso con un colpo alla nuca sia inequivocabilmente imputabile a chi ha premuto il grilletto della pistola (a prescindere dai mezzi usati e dalle relative eventuali "concause").
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Un cordiale saluto! :)
***

Alberto Knox

#3
Citazione di: Eutidemo il 11 Settembre 2023, 17:26:00 PMDunque poichè il reato di omicidio è attribuito all'agente quando l'"evento morte" è l'"effetto" della sua azione, non c'è dubbio alcuno che la "causa" della morte di chi viene ucciso con un colpo alla nuca sia inequivocabilmente imputabile a chi ha premuto il grilletto della pistola (a prescindere dai mezzi usati e dalle relative eventuali "concause").
sì bhè, non era necessario elencarmi tutti gli aritcoli del codice penale, ho capito che se spari a un uomo vai in galera. Ci mancherebbe altro. La mia obbiezione era di carattere logico , infatti ho chiesto (subdolamente forse) dove è la causa?
è vero che noi diciamo che il decesso è stato causato da un colpo di pistola però è anche vero , in un modo più sottile, che la causa non sta negli oggetti. Noi siamo abituati a pensare che una cosa causi un altra cosa, è una categoria con la quale interpretiamo il mondo; premo un iterruttore e si accende la luce, lo ripremo e si spegne , do un colpo a un bicchiere e il bicchiere cade, premo un grilletto e il colpo che ne esce  uccide la persona. Ma non c'è nessuna causa nel proiettile della pistola, la cuasa non è la fuori. Si dice che se un uomo viene colpito da un fulmine la scarica causa la sua morte ( e questo è ciò che accade in effetti ) ma dov'è la causa nella scarica elettrica? è nella sua alta potenza o nel fatto che l'uomo è un buon conduttore di corrente? se non lo era allora di che causa dovremmo parlare? insomma dov'è la causa? è nella nostra testa.
E così vale per tutto il resto , cioè i principi di organizzazione del mondo sono nel nostro intelletto, così come con la matematica possiamo spiegare la natura, così come con la logica possiamo organizzare l'esperienza.
Mi ritiro dalla discussione lasciando lo spazio che meritano le tue curiosità logiche.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

#4
''Se io ti sparo alla nuca, allora la pistola è carica''.
Come fanno due frasi con verbi entrambi al presente ad esser una antecedente e l'altra conseguente?
Forse allora volevi scrivere:
''Se ti sparo alla nuca, allora la pistola era carica.''


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#5
Se questo ...allora quello, è un contrazione che richiama quale periodo?
Normalmente i matematici intendono ''Se è vero questo allora si dimostra che è vero quello'', ma forse il periodo  corretto dovrebbe essere ''Se è vero questo allora si dimostra che sarà vero quello''
con i verbi non entrambi al presente, ma anche se scorrettamente vengono usati entrambi i tempi al presente, siccome la dimostrazione richiede un tempo, il secondo presente non può che interpretarsi altro che come futuro.
Ma se il periodo corretto viene contratto nel seguente modo '' se è vero questo, allora è vero quello'' omettendo la necessità di una dimostrazione che separa temporalmente una verità dall'altra, la probabilità di fraintendere si avvicina alla certezza.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#6
Citazione di: Eutidemo il 11 Settembre 2023, 12:38:09 PM
NOTA
Riguardo al contrasto tra "implicazione filoniana" e "implicazione diodorea", Sesto Empirico, scriveva:
"Filone diceva che la connessione è vera quando non comincia dal vero e termina nel falso; cosicché, secondo lui, la connessione è vera in tre casi e falsa in un caso. E infatti quando essa, cominciando dal vero termina nel vero, è vera come ad esempio questa: "Se è giorno, allora c'è luce". E quando, cominciando dal falso termina nel falso, è ancora vera, come ad esempio questa: "Se la terra vola, allora la terra ha le ali". Allo stesso modo anche quella che comincia dal falso e termina nel vero è vera, come ad esempio questa; "Se la terra vola, allora la terra esiste". E' falsa soltanto nel caso che cominci dal vero e termini nel falso, come ad esempio è questa: "Se è giorno, allora è notte". Infatti se è giorno, la proposizione "E' giorno" è vera: e questa è l'antecedente; ma la proposizione "E' notte" è falsa: e questa è la conseguenza.
Ma Diodoro, invece, sostiene che è vera la connessione che non ammette di cominciare dal vero e di terminare nel falso. Cosa che contrasta con la tesi di Filone. Infatti una connessione di questo tipo: "Se è giorno, allora io discuto" - se al momento è giorno e io sto discutendo - è vera secondo Filone, dato che comincia da una premessa vera "E' giorno" e termina con una conclusione vera "Io discuto". Invece secondo Diodoro essa è falsa, perché ammette di cominciare da una premessa che è - a un dato momento - vera e di finire con una conclusione falsa "allora io discuto", nel caso che io ho cessato di parlare: pertanto essa ammette di cominciare dal vero e di finire nel falso "Io discuto". Infatti, prima che io cominciassi a discutere, essa cominciava dal vero "E' giorno" e finiva nel falso "Io discuto". E ancora, una connessione del tipo: "Se è notte, allora io discuto" - nel caso che sia giorno e io taccia - è ugualmente vera secondo Filone, dato che comincia dal falso e termina nel falso; mentre secondo Diodoro è falsa, giacché essa ammette di cominciare dal vero e di finire nel falso, dopo che è venuta la notte e io ancora non discuto ma taccio. Inoltre la connessione "Se è notte, allora è giorno" - quando è realmente giorno - è vera secondo Filone, per la ragione che comincia dal falso "E' notte" e finisce nel vero "E' giorno"; mentre secondo Diodoro è falsa perché ammette di cominciare - se è sopravvenuta la notte - dal vero "E' notte", e di finire nel falso "E' giorno"." (Da Montoneri, I Megarici, cit., p. 298-299).

'' E infatti quando essa, cominciando dal vero termina nel vero, è vera come ad esempio questa: "Se è giorno, allora c'è luce". ''
Ma anche no.

''E quando, cominciando dal falso termina nel falso, è ancora vera, come ad esempio questa: "Se la terra vola, allora la terra ha le ali".''
E' vero che la terra voli, ma non ha le ali.

'' Allo stesso modo anche quella che comincia dal falso e termina nel vero è vera, come ad esempio questa; "Se la terra vola, allora la terra esiste".
E' vero che la terra voli.

Interessante è notare che esempi che una volta funzionavano non funzionano più, e sarebbe interessante trovare esempi equivalenti funzionanti oggi, ma sapendo già che domani potrebbero non funzionare.
Questo , se vero, dimostrerebbe che sia una illusione credere che   un esempio possa valere una dimostrazione. Una dimostrazione può essere confutata perchè nel tempo trovi un errore, ma  non dovrebbe essere il passare del tempo a confutarla.
Il povero Filone si illudeva che un esempio valesse una dimostrazione, e se Diodoro parimenti lo credeva allora si sbagliava anche lui.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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