L'amore intellettuale di Dio in Spinoza.

Aperto da Socrate78, 24 Novembre 2022, 17:22:24 PM

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Socrate78

Spinoza, com'è risaputo, concepisce Dio in maniera panteistica, secondo il detto "Deus sive natura", Dio in pratica E' TUTTO QUELLO CHE ESISTE, anche le pietre e le piante non sono altro se non modi con cui la sostanza Dio si manifesta.
Nella sua Etica Spinoza afferma che il più alto grado di conoscenza è l'amore intellettuale di Dio, che si realizza quando l'intelletto intuisce che ogni ente esistente fa parte della sostanza divina, è Dio esso stesso. Ma di fatto questa conoscenza a quali azioni conduce? Io credo (ma non so se interpreto bene....) che questo amore debba tradursi in una simbiosi della persona con tutta la natura, per cui la persona dovrebbe astenersi dal compiere ogni azione lesiva contro ogni essere vivente e riuscire ad armonizzare la ricerca del proprio utile con quello altrui senza danneggiare alcuno. L'amore intellettuale di Dio dovrebbe poi portare ad essere empatici e compassionevoli con chi soffre e a condividere ogni gioia delle persone che ci circondano, perché esse non sono altro se non una parte di noi e di Dio stesso.
E' corretta la mia deduzione oppure Spinoza intendeva qualcos'altro che mi sfugge?

viator

Salve Socrate78. Citandoti : " E' corretta la mia deduzione oppure Spinoza intendeva qualcos'altro che mi sfugge?".

Se la tua deduzione risulti corretta o meno.............secondo me lo si dovrebbe chiedere a Spinoza.

Tutte le risposte degli amici utenti, tutti gli scritti circa le opere di Spinoza, tutte le critiche, analisi, sintesi.............sono solamente INTERPRETAZIONI del suo pensiero espresso per iscritto.

Le INTERPRETAZIONI del pensiero altrui purtroppo sono quasi sempre soggettive di colui che le opera, quindi tra di esse troverai una notevolissima varietà di pareri.

Guarda tu quante diverse interpretazioni vengono date da tutti coloro che si sono soffermati sul pensiero e sulle opere, che so.......di Gesù Cristo, di Frederik Engels, di Adolf Hitler, di Diego Armando Maradona.

Naturalmente i tuoi interventi, caro Socrate, secondo me, sono sempre impostati verso la ricerca del maggior numero di risposte possibile da parte nostra (costantemente tu chiedi a noi cosa ne pensiamo dei tuoi quesiti, ma io sono convintissimo che tu, nel tuo domandarci, abbia già in tasca i tuoi personali parere ed autorisposta - mi sembra che tu ami maggiormente il suscitare dibattiti nei quali poi magari non intervieni più........che confrontare i tuoi personali convincimenti con quelli degli altri). Comunque va bene anche così, per carità. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#2
Da ignorante, quello di Spinoza mi sembra un modo elegante e non perseguibile di liberarsi dell'ingombrante Dio, il quale essendo tutto non è quindi niente.
Come se non bastasse ci dice poi che il più grande atto intellettivo è quello di essere d'accordo con Spinoza.
Questa dunque  non è una conoscenza , ma una azzeramento della conoscenza, che conduce ad una riscrittura della filosofia ex novo, senza Dio.
Ripeto, detto da ignorante, basandomi solo sul post di apertura.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Lou

Citazione di: Socrate78 il 24 Novembre 2022, 17:22:24 PMSpinoza, com'è risaputo, concepisce Dio in maniera panteistica, secondo il detto "Deus sive natura", Dio in pratica E' TUTTO QUELLO CHE ESISTE, anche le pietre e le piante non sono altro se non modi con cui la sostanza Dio si manifesta.
Nella sua Etica Spinoza afferma che il più alto grado di conoscenza è l'amore intellettuale di Dio, che si realizza quando l'intelletto intuisce che ogni ente esistente fa parte della sostanza divina, è Dio esso stesso. Ma di fatto questa conoscenza a quali azioni conduce? Io credo (ma non so se interpreto bene....) che questo amore debba tradursi in una simbiosi della persona con tutta la natura, per cui la persona dovrebbe astenersi dal compiere ogni azione lesiva contro ogni essere vivente e riuscire ad armonizzare la ricerca del proprio utile con quello altrui senza danneggiare alcuno. L'amore intellettuale di Dio dovrebbe poi portare ad essere empatici e compassionevoli con chi soffre e a condividere ogni gioia delle persone che ci circondano, perché esse non sono altro se non una parte di noi e di Dio stesso.
E' corretta la mia deduzione oppure Spinoza intendeva qualcos'altro che mi sfugge?
Più che simbiosi, empatia ( è amore intellettuale, intus, andare dentro leggere...) con ogni essere colto nella sua singolarità e irripetibilità naturata per un verso, e partecipe della stessa identica sostanza naturante allo stesso tempo, perciò in intima connessione collettiva con il tutto. Personalmente ho sempre trovato un afflato sociale nell'amore intellettuale di Dio spinoziano, c'è alla base, a mio parere, una grande importanza data alle emozioni e alla conoscenza che, se unite, in alto grado (come questo tipo di amore) possono ( possono proprio in termini di potenza spinoziana) far raggiungere quel grado di gioia che in quanto condivisa è libertà. In linea di massima mi trovo parecchio in accordo con la tua lettura.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

bobmax

Citazione di: Socrate78 il 24 Novembre 2022, 17:22:24 PMSpinoza, com'è risaputo, concepisce Dio in maniera panteistica, secondo il detto "Deus sive natura", Dio in pratica E' TUTTO QUELLO CHE ESISTE, anche le pietre e le piante non sono altro se non modi con cui la sostanza Dio si manifesta.
Nella sua Etica Spinoza afferma che il più alto grado di conoscenza è l'amore intellettuale di Dio, che si realizza quando l'intelletto intuisce che ogni ente esistente fa parte della sostanza divina, è Dio esso stesso. Ma di fatto questa conoscenza a quali azioni conduce? Io credo (ma non so se interpreto bene....) che questo amore debba tradursi in una simbiosi della persona con tutta la natura, per cui la persona dovrebbe astenersi dal compiere ogni azione lesiva contro ogni essere vivente e riuscire ad armonizzare la ricerca del proprio utile con quello altrui senza danneggiare alcuno. L'amore intellettuale di Dio dovrebbe poi portare ad essere empatici e compassionevoli con chi soffre e a condividere ogni gioia delle persone che ci circondano, perché esse non sono altro se non una parte di noi e di Dio stesso.
E' corretta la mia deduzione oppure Spinoza intendeva qualcos'altro che mi sfugge?

Concordo, l'amore intellettuale di Dio si manifesta attraverso la compassione per ogni cosa.

Perché ogni cosa è Dio.

Sono convinto che questo sia ciò che intende Spinoza.

La compassione è probabilmente la più pura espressione dell'amore.

Ritengo che l'amore intellettuale di Dio corrisponda al quarto stadio dell'evoluzione dell'amore in S. Bernardo.

Spinoza vi giunge, a mio parere, arrovellandosi sulle idee adeguate e le idee inadeguate.
E quando le idee inadeguate appaiono sempre più inesistenti, ecco l'intuizione dell'amore intellettuale di Dio!

PS
Di ciò che dicono o scrivono gli altri possiamo solo fare delle interpretazioni.
Se così non fosse saremmo loro. Anzi, addirittura più di loro stessi!
Perché si interpreta pure i propri stessi pensieri.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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