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L'Uno

Aperto da bobmax, 07 Febbraio 2021, 09:53:20 AM

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bobmax

Ciao Iano

Penso che il molteplice sia necessario per esserci.
È l'altro che, esistendo, fa sì che io esista.

L'Uno infatti non ci può essere.

Tuttavia quale altro scopo finale dovrebbe mai avere l'esserci se non di ritornare a casa?
E la casa non può che essere l'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#16
Citazione di: bobmax il 07 Febbraio 2021, 23:33:00 PM
Nell'Uno ogni contraddizione è risolta.

Che la vita sia contraddittoria significa che non è riducibile alla logica.
Cioè, andando per esclusione  nel dire quel che siamo, non siamo pura logica.
Il,fatto che ci percepiamo contraddittori non significa che lo siamo, anche in un senso di logica allargata, che fosse anche cioè divina e inaccessibile a noi.
Il fatto che mi percepisca disgiunto dalla realtà, divinizzata o meno che sia, non significa che lo sia davvero.
La mia percezione non ambisce a tanto, e per quel che mi riguarda, non mi sono mai diviso da questa realtà è non dovrò ricongiungermi quindi a nulla.
L'amore per me è solo un fatto. Un pezzo di realtà, semmai si possa fare a pezzi.

Ogni concetto nasce in modo contraddittorio , perché nasce col suo gemello contrario.
Se la contraddizione risulta dolorosa là si può amorevolmente ricucire, annullando il concetto insieme al suo contrario.
C'è qualche assonanza con quello che dici, ma da un punto di vista cinico, del quale comunque non mi compiaccio.
Non posso non notare che la ricongiunzione del molteplice nell'uno, per la fisica è uno zero più che un uno.
Le parti si possono sommare , ma fanno sempre zero e non uno.
Ma non è un problema.Stiamo parlando solo di concetti che per loro natura nascono in coppia , di pari valore , tanto che occorre apporre un segno per distinguerli.
Uno negativo e l'altro positivo , direi, se non si creassero pregiudizi.
Diciamo uno Giovanni e l'altro Antonio, per l'anagrafe.😊
L'uno, per come la vedo io è uno zero, e non è un caso che lo zero abbia faticato ad affermarsi in matematica, e qualcuno ancora non lo accetta come numero.
Ma si tratta di corsi e ricorsi della storia.
Anche l'uno ha subito pari sorte prima di affermarsi definitivamente come numero.
Un tempo il primo numero era il due, perché numero equivaleva a molteplicità.
Oggi semplicemente non esiste il primo numero. Non esiste un numero più importante degli altri.
E se è pur vero che quando disegnamo la retta dei numeri il primo segno che ci apponiamo è tondo, questa è solo una convenzione.
Ma può il divino ridursi a convezioni?
Può il nostro sentimento del sacro ridurso a segni, che sia l'uno , lo zero od altro?
Il divino che sento io va' oltre ogni segno.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#17
Se parliamo di segni parliamo di scritture.
Le scritture non sono sacre. Sono solo scritture.
Sacro è solo il sentimento del divino, che a volte maldestramente genera scritture.
Come dire che le tecnologie hanno sempre le loro controindicazioni, e questo è un esempio di cattivo uso della tecnologia, quando là si sacralizza. Ogni volta che là si sacralizzi, qualunque sia la tecnologia, compresa la scrittura.
Spero di non avere offeso nessuno, cosa lontanissima dalle mie intenzioni.
Fra l'altro non sono conclusioni preconfezionate le mie, ma nascono dalle riflessioni indotte dal bel tema posto da Bobmax.
Ci si lamenta che la scienza e la sua tecnologia  ambiscano sostituirsi al sacro, ma a quanto pare si tratta di una storia molto più vecchia di quel che sembri.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

Sì, Iano, penso anch'io che l'Uno sia lo stesso Zero.

D'altronde l'amore è manifestazione di unità, ma è pure mancanza.

Uno, zero, essere, nulla... sono comunque segni, che rimandano ad altro.

Il sacro è ovunque, necessariamente.
Se non fosse ovunque, non sarebbe da nessuna parte.

Solo il figlio può vedere il sacro. È infatti lì per lui.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

baylham

"Ascoltando non me, ma il logos, è saggio convenire che tutto è uno"
Eraclito ha ragione secondo una prospettiva filosofica (logos) basata sull'unità: ogni cosa, qualunque cosa, tutto è Uno, Essere, Dio, Assoluto.
Io, tu, una montagna, un granellino di sabbia, il materiale, l'immateriale, il bene, il male, il vero, il falso, la differenza, il nulla, tutto è Uno.
In breve io sono Uno, Dio, Assoluto.

A questa non posso che preferire la mia prospettiva filosofica, basata sulla differenza: ogni cosa, qualunque cosa è parte di un sistema.