L'origine della diseguaglianza

Aperto da InVerno, 25 Settembre 2018, 08:20:08 AM

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Ipazia

Al determinismo naturale su cui si fonda l'etica aggiunge il "valore", oggetto immateriale difficilmente reperibile in natura
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Al determinismo naturale su cui si fonda e che non può negare o contravvenire l'etica aggiunge il "valore", oggetto immateriale difficilmente reperibile in natura (non umana).

Ipazia

Citazione di: sgiombo il 04 Gennaio 2019, 21:55:14 PM
Al determinismo naturalesu cui si fonda e che non può negare o contravvenire l'etica aggiunge il "valore", oggetto immateriale difficilmente reperibile in natura (non umana).

Infatti la trascendenza umana non è né dietro né sotto ma sopra il mondo, cui aggiunge i suoi valori, né deterministi, né arbitrari: tertium datur  :)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Ne abbiamo già parlato (e dissentito).

Non so se sia il caso di riprendere qui la questione, ma tra divenire naturale ordinato secondo modalità generali astratte universali e costanti (contrariamente ai concreti eventi particolari reciprocamente mutevoli e cangianti) e mutamento caotico, assoluto, senza nulla di astraibile dai particolari concreti che non muti non riesco proprio a vedere alcun tertium.

Mi sembra proprio una "dicotomia secca senza sfumature", la "via di mezzo" probabilistica statistica sembrandomi una semplice ripartizione "meccanica", una sorta di "mera somma" o di "giustapposizione" del divenire fra il "determinismo al 100%" delle proporzioni fra i diversi possibili eventi nelle varie circostanze e l' "indeterminismo al 100%" dei singoli eventi; inoltre non trovo differenze sostanziali fra l' essere determinato ad agire complessivamente in un certo modo (che é ciò che conta per valutare una vita vissuta, per essere più o meno contenti di se stessi, più o meno "a posto con la propria coscienza", dal momento che nessuno é perfetto e qualche "deviazione dal comportamento abituale" é prima o poi inevitabile per tutti) e l' essere determinato ad agire in un certo modo in ciascuna singola occasione di scelta; mi sembra (lo so: del tutto soggettivamente) che si tratti di una prospettiva della quale un "aspirante (arbitrario) al libero arbitrio" non possa sentirsi pienamente soddisfatto, mentre uno che preferisse (altrettanto arbitrariamente e soggettivamente) l' ordine cosmico sì.
MI scuso per la ripetitività, forse siamo "arrivati in fondo" al tentativo di comprendere le reciproche divergenze in proposito e non c' é altro da chiarire.

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