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L'Io e l'Altro

Aperto da 0xdeadbeef, 11 Marzo 2019, 20:43:56 PM

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paul11

Citazione di: tersite il 07 Aprile 2019, 12:06:41 PM
Citazione di: paul11 il 06 Aprile 2019, 23:58:11 PMSolo un parametro eterno e non in divenire , può orientare il senso di un'esistenza, questo è il punto.
:) Ma scusa, orientare il senso di una esistenza è una questione psicologica e non "filosofica", ma lasciando pure perdere questa questione che filosofia e psicologia,secondo me, hanno intrecci indicibili ed inscrivibili (inscrivibili sopratutto), l'unico parametro "eterno" che un "soggetto osservante" possa riferire è nascita-morte, e non mi sembra sia una grande scoperta. E poi un parametro eterno per misurare un esistenza (ovviamente umana, perché penso di umani si stia parlando...ignorando il resto) non ti sembra un poco gravoso per quella povera esistenza che magari dura trentanniventiquarantocento che siano? E questo parametro eterno viene assunto per votazione referendum imposizione o che altro.. In pratica, prova a renderti conto ( in senso tecnico, come premesse logiche che poni, "renditi conto" in quel senso) di tutte le domande a cui "devi" dar risposta se vuoi "tenere" razionalmente quel "punto" e la spaventosa quantità di domande che pone dovrebbe segnalarti come minimo la sua dubbia utilità come parametro.
Citazione di: tersite il 07 Aprile 2019, 12:23:39 PM
Citazione di: paul11 il 06 Aprile 2019, 23:58:11 PM.
Ha più ragione Heidegger o Levinas quando discutono dell'Eseere, dell'esistenza e di argomenti importanti ad esempio del rapporto con l'etica?

Nessuno dei due ovviamente.
Altrettanto ovviamente questo è per te (che sempre ovviamente significa anche me) totalmente irrilevante.
Chi dei due o degli altri mille abbia ragione nulla attiene a quello che sei, che eri e che diventerai.
Prendi di heidegger quel che ti serve e ti  "piace" e da levinas pure che tutti e due come ovviamente gli altri mille han scritto un sacco di cose davvero carine.
L'etica non è un problema di marx o di socrate, da risolvere leggendo o imparando, è un tuo\mio problema che risolviamo ogni giorno.
La filosofia è ragione, penso che sia inscindibile dalla psiche se intendiamo l'uomo come totalità di oggetti(strumenti?) conoscitivi anche non solo attraverso la ragione, ad es. con i sentimenti.
E prima della nascita, e dopo lamorte? La vita, e soprattutto quella umana ,viene dopo le regole universali ,gli ordini e i domini.Noi siamo dentro regole ben più alte del come conosciamo, del come siamo fatti e perdendo di vista le regole e gli ordini universali ci autodistruggiamo.Diventiamo quella "coscienza infelice" di hegeliana memoria.
Sia le cosmologie religiose sia la cosmologia del big bang, ovvero rivelazioni spirituali e rivelazioni scientifiche sperimentali dicono di un origine e di regole  e principi universali in cui tutto muta (l divenire), ma eterne sono le regole e gli ordini che modellano il divenire, che sia energia e materia, che sia il comportamento umanao , il determinato e l'indeterminato, il conosciuto o il non conosciuto.
i referendum sono la base del relativismo, vince una maggioranza che sia stolta o saggia non è più domanda da farsi in un mondo fatto di chiacchiere e opinioni.

Non è un problema di Marx o Socrate o Heidegger e Levinas è di settemiliardi di persone attualmente esistenti sul pianeta Terra e di tutte le vite passate e future,Se riduciamo l'uomo a obnulare anche la ragione, meglio essere nati da incoscienti amebe che non si pongono domande.
L'unico mezzo per trovare concordia e vivere almeno in serenità e in pace è trovare una regola universale comune e PRATICARLA ,che unisca tutte le tradizioni esistenti sul pianeta. E' una possibilità........

0xdeadbeef

Citazione di: paul11 il 07 Aprile 2019, 17:07:42 PM
La fenomenologia quando riprende un "oggetto" essenziale come l'Essere che "è" e non diviene e lo ripone nell'esistenza.riridefinisce l'Essere relativizzandolo nell'esitenza, ma perdendo la verità incontrovertibile: ora la verità è posta nella singola esistenza e diventa un processo di retrorica, il convincere, che possa essere verità condivisibile,Diventa politica.


Ciao Paul (anch'io ho il problema che dici con le citazioni)
Mah guarda, non sono così convinto che la "verità" sia diventata: "un processo di retrorica, il
convincere, che possa essere verità condivisibile,Diventa politica".
O, per meglio dire, quello dovrebbe essere lo sbocco logico di una concezione "fenomenica" della
verità. Ma visto che per la modernità il fenomeno diventa "essenza" (perlomeno la Fenomenologia
ha la buona creanza di dirlo apertamente e chiaramente...), la verità, seppur sempre fenomenica,
continua allegramente ad essere quella che era per Platone, e cioè verità "epistemica".
Bah, in onore alla "prassi" si cerchi, ad esempio, di andare a dire ai santoni dell'economia che
i loro enunciati sono in realtà dei processi retorici, delle opere di convinzione e che, essendo
fondati sulla condivisibilità, sono in realtà degli enunciati politici e vediamo quante risposte
stizzite, scandalizzate e quante rivendicazioni di "scientificità" (naturalmente epistemicamente
intesa) suscitiamo...
saluti
PS
Di Sini una volta lessi che asseriva che l'oggetto indicato dal "segno" non esiste. Boh, forse
ricordo male...

Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 07 Aprile 2019, 17:46:56 PM
Bah, in onore alla "prassi" si cerchi, ad esempio, di andare a dire ai santoni dell'economia che
i loro enunciati sono in realtà dei processi retorici, delle opere di convinzione e che, essendo
fondati sulla condivisibilità, sono in realtà degli enunciati politici e vediamo quante risposte
stizzite, scandalizzate e quante rivendicazioni di "scientificità" (naturalmente epistemicamente
intesa) suscitiamo...
Lo sanno loro per primi che stanno truccando la realtà economica trasformandola in un casinò di scommesse virtuali. Cosa che li associa armoniosamente allo spirito kabbalistico dei tempi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

tersite

[quote author=0xdeadbeef link=topic=1500.msg31810#msg31810

Bah, in onore alla "prassi" si cerchi, ad esempio, di andare a dire ai santoni dell'economia che
i loro enunciati sono in realtà dei processi retorici, delle opere di convinzione e che, essendo
fondati sulla condivisibilità, sono in realtà degli enunciati politici e vediamo quante risposte
stizzite, scandalizzate e quante rivendicazioni di "scientificità" (naturalmente epistemicamente
intesa) suscitiamo...
[/quote]

Nessunissima; avrebbe solo sostegno pieno e totale da parte mia, incondizionatamente.
Se invece tu avessi scritto di andare a dire qualcosa ai santoni della fisica allora----> sghignazzo
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

0xdeadbeef

#274
Citazione di: Ipazia il 07 Aprile 2019, 18:00:42 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 07 Aprile 2019, 17:46:56 PM
Bah, in onore alla "prassi" si cerchi, ad esempio, di andare a dire ai santoni dell'economia che
i loro enunciati sono in realtà dei processi retorici, delle opere di convinzione e che, essendo
fondati sulla condivisibilità, sono in realtà degli enunciati politici e vediamo quante risposte
stizzite, scandalizzate e quante rivendicazioni di "scientificità" (naturalmente epistemicamente
intesa) suscitiamo...
Lo sanno loro per primi che stanno truccando la realtà economica trasformandola in un casinò di scommesse virtuali. Cosa che li associa armoniosamente allo spirito kabbalistico dei tempi.

Ciao Ipazia
D'accordo, ma sto dicendo che c'è ben altro che non un "banale" complotto...
Ora, non so cosa tu intendi per "spirito kabbalistico dei tempi". Per quel che mi riguarda
intendo dire esattamente quel che ho detto: se, all'interno di una certa catena segnica (quella
che stiamo seguendo in questi discorsi sulla Fenomenologia), si parla di trasformazione del
fenomeno in essenza così come, in altri ambiti discorsivi, di "ricostituzione dell'Inflessibile" (come
in Severino), dal punto di vista della concretezza pratica stiamo assistendo ad un grande "revival"
della verità "punto e basta" (cioè di quella detta "epistemica").
Così, semplicemente ed "allegramente"; come se non solo Kant e la sua "rivoluzione" (consistente nel
mettere al centro il soggetto), ma anche Nietzsche e tutto quel che si è detto e si dice sul "relativismo"
fossero materia da diatriba teologica o poco più.
L'Inflessibile si è ricostituito; e si è ricostituito non solo nell'indebito debordare in ogni dove
della scienza (siamo giunti persino alla "scienza politica" e a quella del diritto...),
ma soprattutto in una concezione caricaturale che vede la scienza tradita nei suoi stessi
presupposti - la scienza non presenta finalità o verità epistemiche).
saluti

Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 07 Aprile 2019, 20:02:13 PM
.... la scienza non presenta finalità o verità epistemiche.
saluti
Cavolo, non mi ero accorta che stiamo comunicando telepaticamente !
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

#276
Citazione di: paul11 il 07 Aprile 2019, 15:20:48 PM

... Che il luogo dell'esistenza sia dove debba essere ricondotta tutta la conoscenza, dalla scienza sperimentale alla metafiscia, questo è sempre stato implicito.Diversamente gli antichi non avrebbero toccato argomentazioni sul come comportarsi, etica/morale.
E' la modernità che ha focalizzato semmai la "fidelizzazione" sui sensi perdendo l'ontologia.
Prender la vita, importantissima, ma in sè-e-per- sè rischia di essere trattata biologicamente, bio-politicamente direbbero alcuni filosofi contemporanei,con il rischio che diventi"cosa", ente fra gli enti, senza nessuna o poca specificità.
Il paradosso quindi sarebbe ,esaltare la vita, per poi accorgersi che non è nemmeno rispettata dalla stessa cultura che l'ha esaltata

Quale modernità ? Quella di un attento osservatore del mondo circostante che scrive "Povera, e nuda vai, Filosofia, Dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l'altra via; Tanto ti prego più, gentile spirto, Non lassar la magnanima tua impresa." parecchi secoli prima dell'utilitarismo e della fenomenologia.

Quale cultura moderna ? Io ne vedo molte e tra esse le dominanti sono ben lungi dall'esaltare la vita umana puntando piuttosto sulla sua alienazione mercatistica (con la sua subcultura meccanicistico-scientista) o religiosa (col suo mondo dietro il mondo a denigrare il mondo). La cultura umanistica, l'unica che si faccia carico della vita umana in sè e per sè, è ampiamente minoritaria, come nella testimonianza medioevale, e risollevare la filosofia da quella condizione di nudità e povertà effettuale, affermando la magnanima sua impresa, è compito ancora ampiamente irrealizzato. Che dubito passi per il catafalco funebre dell'Essere e della Verità Incontrovertibile. Ennesime mimesi, riesumate dall'oltretomba del pensiero, dell'alienazione umana.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2019, 07:55:32 AM
Citazione di: paul11 il 07 Aprile 2019, 15:20:48 PM

... Che il luogo dell'esistenza sia dove debba essere ricondotta tutta la conoscenza, dalla scienza sperimentale alla metafiscia, questo è sempre stato implicito.Diversamente gli antichi non avrebbero toccato argomentazioni sul come comportarsi, etica/morale.
E' la modernità che ha focalizzato semmai la "fidelizzazione" sui sensi perdendo l'ontologia.
Prender la vita, importantissima, ma in sè-e-per- sè rischia di essere trattata biologicamente, bio-politicamente direbbero alcuni filosofi contemporanei,con il rischio che diventi"cosa", ente fra gli enti, senza nessuna o poca specificità.
Il paradosso quindi sarebbe ,esaltare la vita, per poi accorgersi che non è nemmeno rispettata dalla stessa cultura che l'ha esaltata

Quale modernità ? Quella di un attento osservatore del mondo circostante che scrive "Povera, e nuda vai, Filosofia, Dice la turba al vil guadagno intesa. Pochi compagni avrai per l'altra via; Tanto ti prego più, gentile spirto, Non lassar la magnanima tua impresa." parecchi secoli prima dell'utilitarismo e della fenomenologia.

Quale cultura moderna ? Io ne vedo molte e tra esse le dominanti sono ben lungi dall'esaltare la vita umana puntando piuttosto sulla sua alienazione mercatistica (con la sua subcultura meccanicistico-scientista) o religiosa (col suo mondo dietro il mondo a denigrare il mondo). La cultura umanistica, l'unica che si faccia carico della vita umana in sè e per sè, è ampiamente minoritaria, come nella testimonianza medioevale, e risollevare la filosofia da quella condizione di nudità e povertà effettuale, affermando la magnanima sua impresa, è compito ancora ampiamente irrealizzato. Che dubito passi per il catafalco funebre dell'Essere e della Verità Incontrovertibile. Ennesime mimesi, riesumate dall'oltretomba del pensiero, dell'alienazione umana.
.
forse non ti sei accorta che da almeno 4 secoli siamo passati dai "numi" ai "lumi", invocando la  fine della metafisica, la  morte di Dio : e così  è stato. Di questo passo arriveremo  ai "lumini "dei cimiteri. La volontà di potenza è diventata delirio di onnipotenza
Ora la parola d'ordine  è  BENVENUTI AL NUOVO ORDINE MONDIALE, dove i cuori sono salvadanai e dove la vita è misurata su il conto corrente, persino gli affetti, i sentimenti , sono un "dare" e "avere"

tersite

-------> La volontà di potenza è diventata delirio di onnipotenza

Parlando di filosofia, tanto per cambiare, spero tanto tu non intenda la "volontà di potenza" di nietetc.. perché in tal caso occorrerebbe una seria rilettura dell' argomento.
-Volontà di potenza che diventa delirio di onnipotenza- siamo a livelli di propaganda pura e semplice.
Quello che intendeva nietetc.. con "volontà di potenza" non avrebbe in nessunissimo modo potuto diventare delirio di onnipotenza.
Sin che rimaniamo allo sfogo personale va tutto bene e siamo tutti d'accordo, ma nieetc..lasciamolo in pace.
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

Ipazia

Citazione di: paul11 il 08 Aprile 2019, 13:01:02 PM
forse non ti sei accorta che da almeno 4 secoli siamo passati dai "numi" ai "lumi", invocando la  fine della metafisica, la  morte di Dio : e così  è stato. Di questo passo arriveremo  ai "lumini "dei cimiteri. La volontà di potenza è diventata delirio di onnipotenza
Ora la parola d'ordine  è  BENVENUTI AL NUOVO ORDINE MONDIALE, dove i cuori sono salvadanai e dove la vita è misurata su il conto corrente, persino gli affetti, i sentimenti , sono un "dare" e "avere"

Forse non ti sei accorto che nell'epoca dei numi oltre 4 secoli fa avvenne un grande scisma in Europa proprio per la confusione, non proprio accidentale, tra Nume e Nummus. Niente di nuovo sotto il cielo, eccetto il fatto che Nummus si è fatto nume in proprio e i Numi di una volta, un pochino ridimensionati dai tre giorni canonici di sepoltura, sono risorti e si sono adattati bene al condominio con Nummus. E come nell'antichità,  marciano trionfalmente uniti sopra il corpo dell'umano.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Fra razionalismo e ingordigia capitalistica tendenzialmente umanicida non v' é alcun nesso di necessità logica.

Anzi, la logica capitalistica della produzione - consumo illimitati (inevitabile per l' imprescindibile ricerca dl massimo profitto possibile a qualsiasi costo e a breve termine fra unità produttive in reciproca indipendenza e concorrenza) in un ambiente naturale di fatto (e non fantascientificamente; o meglio: scientisticamente) disponibile limitato é quanto di più irrazionalistico possa darsi (é puramente e semplicemente logicamente contraddittoria).

Capitalismo e scientismo sono palesi elementi residui di irrazionalismo, meglio confacenti alle antiche ideologie oscurantistiche religiose e superstiziose che alla diffusione dei "lumi della ragione".

Dato che quella di un ritorno a un modo pre-scientifico e pre-tecnico é solo un' irrealistica utopia reazionaria, ciò di cui abbiamo bisogno come del pane per sopravvivere e ulteriormente sviluppare la civiltà umana (in senso inevitabilmente non tanto quantitativo quanto qualitativo) é un "di più" di razionalismo, non un "di meno", é un pieno dispiegamento della razionalità umana.

Incompatibile col predominio degli oggettivamente intrinsecamente irrazionalistici rapporti sociali classistici, necessitante come conditio sine qua non di una struttura economica collettivistica e di una prudente pianificazione generale di produzioni e consumi.

Per difficilissimo e dolorosissimo che sia (le marxiane doglie del parto della storia, che non conoscono tagli cesarei e anestesie), hic Rhodus, hic salta (homine spaiens)!

0xdeadbeef

#281
Oggi non si fa quasi più "scienza": si fa "scientismo", che della scienza è il decadimento e
la strumentalizzazione.
O per meglio dire: la scienza autenticamente intesa (che non presenta finalità o verità
epistemiche, come concordavamo con Ipazia) è rimasta marginale, e riguarda campi di applicazione ove
non sono presenti interessi utilitaristici immediati.
Ora, il perchè si sia avviata questa dinamica è un qualcosa che a parer mio riguarda molto da
vicino gli argomenti che abbiamo toccato in questa discussione.
"Dio è morto" diceva Nietzsche: ovviamente intendendo con ciò qualcosa che va ben oltre il
Dio della tradizione religiosa. Con Dio muore infatti il valore etico/morale tradizionalmente
inteso (cioè assolutamente inteso). E muore, appunto, il "finalismo" e la "verità epistemica",
di cui abbiamo detto che non riguardano la scienza autenticamente intesa.
Quello che io vedo (e magari ci vedo anche male...) è però una "resurrezione". Certo non del
Dio della tradizione religiosa, ma di tutti quegli attributi e quelle aggettivazioni che
Nietzsche gli riferiva, come appunto la finalità "ultima" e la verità epistemicamente intesa
(cioè assolutamente, incontrovertibilmente intesa).
Usiamo allora i ben più congrui termini di Severino (visto anche che il termine "Dio" suscita violente
reazioni allergiche...): "l'Inflessibile si è ricostituito", e lo ha fatto sotto le spoglie
di una scienza travisata ed appunto decaduta nello "scientismo", che altro non è se non la
riproposizione del "finalismo" (non vedete, ad esempio, come l'economia si sia trasformata, da
mero mezzo qual'era, in mezzo E scopo?) e della verità epistemicamente intesa.
E allora ha ragione l'amico Paul, quando parla di un uomo che ha invocato, persino, la morte
di Dio e l'avvento di una scienza fisica e sperimentale ritenuta capace di soddisfare tutti i
problemi e i bisogni dell'uomo come "liberazione" dall'oscurantismo passato e come presagio di
un avvenire radioso.
Ma questa invocazione non aveva fatto i conti con l'attore principale: l'uomo...
La cui "tecnica", come rimedio contro l'angoscia suscitata dal divenire delle cose, ieri
edificava la "metafisica" come fondamento della finalità e della verità epistemica ed oggi
una "scienza" in cui ne ha riproposto le medesime caratteristiche.
Per cui spariscono i "campi"; i contesti interpretativi all'interno dei quali, soltanto, è possibile parlare di
"oggettività"; i fenomeni diventano essenze e il "relativismo" un concetto buono per diatribe sulla
teologia.
E' proprio vero che: "morto un Dio se ne fa un altro"...
saluti

tersite

Citazione di: 0xdeadbeef il 08 Aprile 2019, 19:50:38 PM
Oggi non si fa quasi più "scienza": si fa "scientismo", che della scienza è il decadimento e
la strumentalizzazione.
O per meglio dire: la scienza autenticamente intesa (che non presenta finalità o verità
epistemiche, come concordavamo con Ipazia) è rimasta marginale, e riguarda campi di applicazione ove
non sono presenti interessi utilitaristici immediati.
Ora, il perchè si sia avviata questa dinamica è un qualcosa che a parer mio riguarda molto da
vicino gli argomenti che abbiamo toccato in questa discussione.
"Dio è morto" diceva Nietzsche: ovviamente intendendo con ciò qualcosa che va ben oltre il
Dio della tradizione religiosa. Con Dio muore infatti il valore etico/morale tradizionalmente
inteso (cioè assolutamente inteso). E muore, appunto, il "finalismo" e la "verità epistemica",
di cui abbiamo detto che non riguardano la scienza autenticamente intesa.
Quello che io vedo (e magari ci vedo anche male...) è però una "resurrezione". Certo non del
Dio della tradizione religiosa, ma di tutti quegli attributi e quelle aggettivazioni che
Nietzsche gli riferiva, come appunto la finalità "ultima" e la verità epistemicamente intesa
(cioè assolutamente, incontrovertibilmente intesa).
Usiamo allora i ben più congrui termini di Severino (visto anche che il termine "Dio" suscita violente
reazioni allergiche...): "l'Inflessibile si è ricostituito", e lo ha fatto sotto le spoglie
di una scienza travisata ed appunto decaduta nello "scientismo", che altro non è se non la
riproposizione del "finalismo" (non vedete, ad esempio, come l'economia si sia trasformata, da
mero mezzo qual'era, in mezzo E scopo?) e della verità epistemicamente intesa.
E allora ha ragione l'amico Paul, quando parla di un uomo che ha invocato, persino, la morte
di Dio e l'avvento di una scienza fisica e sperimentale ritenuta capace di soddisfare tutti i
problemi e i bisogni dell'uomo come "liberazione" dall'oscurantismo passato e come presagio di
un avvenire radioso.
Ma questa invocazione non aveva fatto i conti con l'attore principale: l'uomo...
La cui "tecnica", come rimedio contro l'angoscia suscitata dal divenire delle cose, ieri
edificava la "metafisica" come fondamento della finalità e della verità epistemica ed oggi
una "scienza" in cui ne ha riproposto le medesime caratteristiche.
Per cui spariscono i "campi"; i contesti interpretativi all'interno dei quali, soltanto, è possibile parlare di
"oggettività"; i fenomeni diventano essenze e il "relativismo" un concetto buono per diatribe sulla
teologia.
E' proprio vero che: "morto un Dio se ne fa un altro"...
saluti

Pensavo lo scientismo fosse una cosa passata, chi se li ricorda più comte e s.simon.
Poi abbiamo la scienza epistemicamente intesa che chissà cosa vuole dire, anzi se qualcuno me lo spiegasse gliene sarei veramente grato.
Scienza epistemicamente intesa....insisto....cosa significa ?

Per quanto riguarda nietcetc..datosi che ho seri dubbi che chi ne scrive ( e non mi riferisco solo a te ovviamente) ne conosca il pensiero facciamo così:
parlerò di niecetc, solo con chi  dimostrerà di averlo capito senza pronunciare enormi bestialità come quelle che ho letto ultimamente.
Ho un breve test che consente in poche frasi di evidenziare il grado di comprensione del nostro..come al solito chiunque è invitato..
In caso contrario trarrò la conseguenza (è retorica, lo so già da adesso) che chi di nieetc straparla in questi termini  ne abbia capito un benemerito zero.
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

tersite

#283
Tra le altre cose,
in genealogia della morale,
viene esaminato il processo attraverso cui i "preti"
facendo uso delle  stesse argomentazioni che stai usando tu
hanno costruito la "morale", basata sull'invidia del coraggio (del pensiero).

Quindi guarda quanto tardi arrivi, di quanto manchi il bersaglio ( restaurazione ordine morale, e se non è questo dimmelo tu qual è...) e quanto tu sia lontano dall'aver compreso nietcetc...

E ancora, almeno bergson se volete fare gli antipositivisti un pochino aggiornati...almeno bergson....
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

green demetr

#284
Citazione di: paul11 il 06 Aprile 2019, 23:58:11 PM
Citazione di: green demetr il 06 Aprile 2019, 00:49:22 AM
Ciao Paul ho fatto un salto in avanti, mi manca la parte intermedia, anche se vedo come al solito che la faccenda (mai che si parli di pensiero) si è di nuovo incancrenita nell'analitica americana, mente corpo verita e cazz'altro. Oltre al senz'anima Sgiombo sè aggiunto pure tersite.....andiamo bene....nuovi robot nel forum, potrebbero benissimo essere dei BOT che partono in automatico, appena leggono le parole chiave della metafisica speciale, mondo anima dio.

Ovviamente quella parte non mi interessa minimamente.

Forse sarà la presenza di davintro, ma perchè a levinas mancherebbe la parte ontologica?

D'altronde qua nel forum si parla di fenomenologia, ma un conto è quella astrusa husserliana, un conto quella vivente heideggeriana.

Ontologia heidegeriana, è fenomenologia heidegeriana, per esempio.

Intendi forse questo?

Comunque Levinas è uno dei pochi che segue Husserl, non a caso anche lui si rivolge alla matematica per creare un sistema che matematico non è (quello gnoseologico che pretende di fondare il soggetto, nel caso di Husserl finalmente trovate un audizione seria fatta non a caso alla normale di Pisa, la miglior università per distacco, proprio su Husserl. E che testimonia ancora una volta, come intuisca subito quale è il punto del filosofo, ossia che non è questione logica, quanto analitica, ma nel senso proprio che l'analitica è vivente. Il che è ridicolissimo, nessun matema è vivente, è l'uomo che lo suppone...buon husserl !!!salvo svegliarsi alla fine della vita con la questione della crisi delle scienze, chiaramente influenzato dall'allievo nel frattempo caduto in disgrazia).
Ma su questo credo che la questione ghematrica della Torah abbia un eco, non leggibile dal filosofo mediocre moderno.
Voglio dire anche qui....mi descrivono un Levinas occidentale, ma Levinas era ebreo.
La questione va letta su ben altre problematiche, per quel che mi riguarda superiori!

Temo che l'errore, se di errore vogliamo parlare sia quello di aver ribadito il patriarcato come necessità per la comunità-

Io sinceramente non vedo comunità reale, relazionale, al massimo comunità politca in quei termini. (principio di responsabilità etc....)
Ma in quel caso siamo dentro l'ideologia, e non fuori come si addice alla filosofia!!!

comunque mi rimane il dubbio sul tuo intervento, Ciao!
L'Essere entra nella grande tematica della corrente fenomenologica quando Hidegger, essendo pro Aristotele e contro Platone( e per me è un luogo comune della grande battaglia culturale esistente contemporanea colpire Platone nell'antichità e spesso Hegel fra modern, perchè sono "pericolosi") attacca Platone sul concetto di Essere. Heidegger ritiene che fosse una fissità senza contenuto e per dagli un "senso" lo pone nell'esistenza, creando il dasein, l'esser-ci.
Il problema rimane ontologico filosoficamente .Solo un parametro eterno e non in divenire , può orientare il senso di un'esistenza, questo è il punto.
Diversamente cadiamo ,come ha compiuto il disepolo di Heidegger, Gadamer , nell'ermeneutica: interpretiamo.Ma vien fuori il free jazz, non una orchestazione sinfonica. Quale interpretazione è giusta?Ha più ragione Heidegger o Levinas quando discutono dell'Eseere, dell'esistenza e di argomenti importanti ad esempio del rapporto con l'etica? Heidegger è caduto nell'errore di diventare nazista, anche se per poco tempo.
Intendo dire che una filosfia non esenta da errori pratici, anzi bolla la teoretica, in questo caso di Heidegger, quanto meno di "ambigua".


Alla "polemos" Mauro(Oxdeadbeef) Sgiombo,
pacifichiamo chiarendo:
Sgiombo non è un materialista, direi un naturalista -empirista- comunita engelsiano che stima molto Timpanaro.
(Ho inquadrato almeno sufficentmente Sgiombo?) Apassionato fra l'altro di filosfia della mente ha sempre sostenuto che il cervello materiale non corrisponde affatto alla Mente (infatti ritiene che quest'ultima  esista) e' un dualista (cervello da una parte, mente da un'altra parte).

Il problema è che la scienza sperimentale moderna è diversa dall'empirismo, la fenomenologia, è diversa da entrambe è nessuno a tutt'oggi è capace di dire ontologicamente(,una cosa, ente filosficamente, che"è"), prima ancora della  procedura gnoseologica(conoscenza.
Che cosa è la mente, che cosa è la coscienza,(ma anche psiche, anima ,spirito) quali sono i loro contenuti chiari e distinti, perchè esistono intuizioni, intenzioni, una logica a priori, magari rudimentale (è innata?) come nasce la necessità lingusitica di relazionare con il mondo(prima ancora con i nostri simili umani, prima ancora di relazionare con noi stessi e quindi la "nascita" di una consapevolezza).Tutta questa zona fondamentale che è ontologica fra il dominio fisico materiale(cervello) e quello mentale(metafiscio?) è una zona grigia..
Si ì spesso con disnvoltura passati all'apprire della mente direi.Anche quì come tutta la nostra conoscenza nasce da una tautologia, da un'evidenza, verso cui ci "fidiamo".Se non conosco la mente allora studio le sue relazioni(gli effetti), quindi studio la linguistica, i segni i simboli, le signifcazioni: ma perchè?Nessuno conosce la mente, ma si conosce meglio oggi come condizionarla.

Il nobile tenttivo di Kant, e cerchiamo anche di capire il suo tempo storico privo di molte scoperte neuroscientifiche o sul cognitivismo, ecc.
è collegare l'uomo alla realtà con una scientificcizzazione filosfica, vale  dire procederre con gli argomenti filosfici ma con una procedura scientifca. ora che sia giusto o sbagliato, o in parte giusto e in parte sbagliato è al vaglio da più di due secoli

Quindi facciamo un pò di chiarezza.

Ripartiamo dalla metafisica speciale di cui parla Kant nella sua dialettica.

DIO, ANIMA, MONDO.

per te queste tre idee, sono correlabili a livello ontologico.

Partiamo dalla nozione che ci accomuna certamente, ossia che DIO, è l'esistente (visibile e non). Direi che è l'ontologia fondamentale. Ma per essere logia dell'ontos, ossia discorso sull'essere, abbiamo bisogno di introdurre termini medi.
Ossia le idee come evincibile da Platone (o almeno quella tradizione sotto cui lo pseudonimo Platone converge, perchè sennò si impazzisce se si pensa che era una sola persona). E da Hegel (? non saprei con sicurezza, ma direi che dovrebbe essere così).
Che diventano così i nemici, che hanno dato il "mezzo! con cui parlare dell'Essere.

Quindi che sia un iperuranio, o la filosofia (il sapere) alla fine della Storia (cristiana), sempre di un idea si sta parlando. anche se ovviamente dell'Idea con la lettera maiuscola.
E che io chiamo l'originario.

Il problema è ora qui di coniugare ciò che incontrovertibilmente è (e quindi a mio parere oltre platone, e con hegel, l'idea è un mezzo, non la verità, come la manualistica riporta) con le idee di mondo e anima.

Se l'Idea è ciò che è ontologico, capisco il problema, e come mai interagisci con chi snobba lo spirito.

Anima e Mondo, ossia Mente e Cervello.

Che l'Anima sia animata da Dio e non dal Mondo è questa la grande questione.

Ovviamente in un Mondo dove Dio è morto, capisco benissini che i cani dell'impero come li chiamava anche Preve, ossia i cinici, i prezzolati; facciano a cazzotti per dimostrare che la mente è il cervello, ossia il monismo riduzionista della filosofia analitica.
In realtà come la italia theory ha ampiamente esposto (R.Esposito,G.Agamben) si tratta di mordere l'osso e non più l'anima, essendo l'anima già fagocitata dall'ideologia (Levinas arriva con un giro di ritardo, ovviamente se letto in maniera occidentale, con le cazzate sulla responsabilità).
E' proprio tramite il principio di responsabilità che si uccide la gente....sveglia!
Ossia si tratta di trattare DIRETTAMENTE i corpi.

DEVE esistere una teoria che la appoggi.

I filosofi che io chiamo robot, non sanno fare di quest conti, perchè troppo complicati per loro.
I conti è meglio farli in tasca agli altri.
Da qui allo smantellamento del wellfare, e alle prossime torture il passo è breve (fratelli d'italia purtroppo tra buone intenzioni e buone leggi, ci ha già messo un bomba, fortunatamente non votata...ma quanto durerà? visto che anche il 5stelle dice che la scienza...ossia il monismo riduzionista, dice la verità????

Ora fatta la solita nojosa sparata politica, rimane il problema che se il mondo è tale come è tale, allora come mai questo stato di cose, che non possiamo non dire ONTOLOGICO, ossia le cose stanno come stanno, si votano cose come stanno. Si rende legge, ossia ESISTENTE, Mondo direbbe il buon Sini, nella sua accezione più ampia, di costumi dovute ai gesti.
Norma.

Possiamo dire che le norme non sono ontologia?

E allora come potresti uscire da questo impasse?

O forse questo delirio di desiderio di morte, che chiamiamo per comodità, capitalismo è ciò che è vero e dunque Giusto?

No perchè non mi pare che queste idee ti abitino, io vedo un grosso problema a vedere il Mondo come cervello.

Il mondo è la rappresentazione, ma la rappresentazione di un anima, ossia di un soggetto che si determina certamente tramite il suo oggetto, i suoi oggetti, ma necessariamente anche tramite il fatto, che DIO esiste, che vi è un esistente che non è visto.

Non il ribaltamento della questione ossia che il soggetto, è un oggetto, sebbene di carattere aleatorio, vedi le teorie di sfondo, e di progressiva determinazione, intenzionale, come se un DIO ci formi.
Quindi intenzione non dell'uomo ma del suo Burattinaio.

La fenomenologia di Husserl è sbagliata.

Quella di Heidegger si rende conto che invece non esiste alcun intenzionale, l'intenzionale è forse lo scontro tra la radura dell'esisitente e l'esistente stesso, che medianamente è l'uomo, ossia l'unico oggetto che la PENSA.

Ossia è il soggetto che pensa, non Dio.

Dio si da negativamente, la sua Legge è solo tramite la negazione in atto, delle ideologie delle comunutà.
Ossia si dà come negazione dell'ideologia, come Abramo ha capito PRIMA DI TUTTI, e per PRIMO. (ossia il popolo eletto).

La legge è rispettare da SOGGETTO, il DIO eveniente, che viene, non che si DA' prima.
E' vivente il DIO, proprio ontologicamente, come è vivente la sua datità come essente, ovvero vivente.
Quindi ovviamente DIO è l'UOMO, ma era così anche nella tradizione giudaica.

Non è che Nietzche non l'avesse capito! DIO è morto, si intende che è morta la sua ideologia, ossia che ora abbiamo a che fare con il vero DIO, che annichilisce, e a cui rispondiano tramite la comunità.
La comunità è però dei viventi soggetti. Dei soggetti che scelgono.
Non della SCIENZA; ossia di cose che non esistono, e che sono il cammuffamento dell'arrivo del nichilismo.
Il monismo è il nichilismo.


Che l'ente sia è uno degli errori alla base.
DIo è, l'uomo è, il MONDO NON è. Il mondo sembra, è sembiante. E' il NOUMENO.

Questa è la mia posizione.

E le domande che mi vengono pensando ad un possibile intreccio con le tue soluzioni, che dubito siano saltate fuori parlando con gli altri (i robot dell'ontologia).
Vai avanti tu che mi vien da ridere