L'inconoscibilità del noumeno non implica la sua inesistenza

Aperto da cvc, 02 Maggio 2016, 16:31:00 PM

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sgiombo

Citazione di: and1972rea il 18 Settembre 2016, 16:58:58 PM

Quando affermo che la mia immagine riflessa nello specchio smette di essere pura apparenza e alterità per diventare emanazione dell"io sono" , intendo che quel fenomeno dismette i panni formali del fenomeno conoscibile razionalmente( ma più  avanti dirò che nemmeno l'alterita' può considerarsi fuori DALL' "IO SONO") per diventare ente ,per così dire ,"sapibile" in un tutt'uno con la nostra consapevole coscienza di essere. Ammetto che è facile scorgere delle ambiguità nel mio intervento senza aver prima capito il mio modo di intendere il "soggettivo"; l'opinione che mi sono formato , per certi versi influenzata da parecchie suggestioni hegeliane, è che non si può logicamente considerare nulla di soggettivo se non in maniera e da un punto di vista oggettivo;nello stesso momento in cui noi distinguiamo il soggetto dall' oggetto, infatti, noi poniamo il soggetto sullo stesso piano dell'oggetto, e facciamo sussistere l'idea di soggetto solo in funzione di un piano oggettivo, parliamo di soggetto e di oggetto,dunque, ma finiamo inevitabilmente per discutere soltanto di due oggetti. In questo senso, quando considero ció che appare , considero la sensazione pura soltanto come una diversa declinazione dell "IO SONO", e tutto ciò che posso logicamente considerare oggettivo non può andare oltre , non può astrarsi,  non può razionalmente considerarsi altro da ciò che " IO SONO". l'immagine che mi rimanda lo specchio è,  dunque, parte di me, perchè nell'istante in cui cambia la più piccola proprietà di quell'immagine,  e , ancor più,  di quel fenomeno, io cambio insieme ad essa, ma non per semplice analogia o corrispondenza biunivoca, ma per intima e coesistente sincronicità; l'entità che appare , dunque, non puó che consistere "NELL'IO SONO", ma non si può affermare che l'IO SONO consista tutto in quel fenomeno, prova logica ne è il fatto che una ulteriore identica immagine riflessa in quello stesso specchio non consisterebbe nelle stesse sensazioni "sapute", "sentite" ( non , cioé,  semplicemente, "conosciute") nella coscienza del mio essere Io; fenomeni identici, dunque, consistono diversamente fra loro nella autocoscienza del nostro essere, e mentre alcuni fenomeni li sentiamo più intimamente connessi alla nostra autocoscienza(per esempio, se agiamo chirurgicamente o chimicamente in alcune precise zone del nostro cervello FENOMENICO: memoria,funzioni emozionali etc...), altri ci appaiono più distanti (per esempio, se agiamo chirurgicamente o con farmaci in precise zone di un cervello che ci appare non essere il nostro), a tal punto da considerare quelle sensazioni in cui quelle apparenze consistono ,quasi altre da noi , quasi altre dall'"IO SONO". Esistono , dunque, fenomeni di cui evidentemente conosciamo in modo "sapiente", cioè profondo, assoluto, il nocciolo essenziale, perché quei fenomeni sono il Noi, cioè  l'io in sé e per sé,  altri fenomeni , a volte gli stessi identici, sono in apparenza distanti da noi, ma comunque non scindibili dalla coscienza del nostro "IO sono". Per le stesse ragioni è chiaro che non è possibile ridurre L'IO SONO ad un dato fenomenico, poiché sembrano proprio i fenomeni una proprietà dell "io sono" e non viceversa.


CitazioneNon riesco a seguirti.

Mi sembrerebbe che l' "io sono" di cui parli si identifichi con l' esperienza fenomenica cosciente (tutto ciò che si sente).

Ma tutto ciò potrebbe anche accadere senza che esistano realmente (inoltre) un soggetto e un oggetto (cose in sé e non apparenze fenomeniche) delle apparenze fenomeniche stesse.
La realtà in toto, per quel che se ne sa, potrebbe limitarsi alle sensazioni fenomeniche costituenti nel loro accadere l' esperienza cosciente e nient' altro.

Il mio cervello, visto indirettamente nello specchio o con la RM, non é la mia esperienza cosciente (la quale può includere la visione del mio cervello, ma non si limita certamente ad essa).

la mia esperienza cosciente e il mio cervello (nell' ambito della mia o più correntemente di altre esperienze fenomeniche coscienti), se, come credo, é vero quanto ci dicono le neuroscienze, necessariamente si corrispondono biunivocamente.
E questo può spiegarsi ammettendo (indimostrabilmente) che lo stesso ente (o insieme di eventi) in sè o "noumenico" (costituente il soggetto della mia esperienza cosciente, e un oggetto di altre: "io") corrisponde biunivocamente al mio cervello se percepito fenomenicamente da altri -o al limite da se stesso ma "indirettamente" o "esteriormente", e ai miei pensieri, ragionamenti, immaginazioni, ricordi, sentimenti, ecc. (la "mia res cogitans")
se percepito fenomenicamente -e "direttamente" o "interiormente"- da se stesso.

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