L'illusione del libero arbitrio

Aperto da bobmax, 18 Novembre 2018, 20:50:53 PM

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sgiombo

Citazione di: Ipazia il 13 Dicembre 2018, 09:30:12 AM
Vi sono anche condizioni oggettive della schiavitù. Le donne ne sanno qualcosa  :( Come dice Gaber: La libertà non è star sopra un albero ...

Il relativismo etico lasciamolo ai padroni e ai loro schiavi "felici".


Riconoscere che la felicità (maggiore o minore, o al al limite del tutto assente) é una condizione soggettiva che ciascuno può valutare solo personalmente per quel che lo riguarda e non per gli altri (anche perché ignorandolo si rischia di lastricare di ottime intenzioni le vie dell' inferno) non é relativismo etico.

Relativismo etico é sostenere che non vi sono criteri universalmente diffusi di fatto (per lo meno) del bene e del male; e anche se credo con gli stoici che la virtù sia premio a se stessa (per chI é virtuoso), penso però che anche il vizio lo sia (per chi é vizioso), dal momento che:

felicità, benessere == soddisfazione delle proprie aspirazioni (buone o cattive che siano).

Jacopus

#241
Sgiombo@ hai una visione piuttosto ingenua della felicità. Stephen il maggiordomo del signor Candy in Django unchained era probabilmente felice nel suo ruolo di negrerio pur essendo nero. Ma spesso si tratta di una felicità mista a rancore e a perdita della propria identità, come accade ai sottoproletari di periferia che credono di essere felici se manipolano un telefonino da 1000 euro.
Abbandonare ogni ruolo di guida e di critica sul significato di felicità è un altro tipo di lastrico per le vie dell'inferno. Oltretutto non comprendo davvero come concili questa tua posizione con il marxismo, che è principalmente un movimento per liberare dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci (ho visto un re).
Che poi te lo debba dire io, seguace di un pensiero socialdemocratico, mi sembra paradossale.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Carlo Pierini

Citazione di: Jacopus il 13 Dicembre 2018, 11:44:09 AM
Sgiombo@ hai una visione piuttosto ingenua della felicità. Stephen il maggiordomo del signor Candy in Django unchained era probabilmente felice nel suo ruolo di negrerio pur essendo nero. Ma spesso si tratta di una felicità mista a rancore e a perdita della propria identità, come accade ai sottoproletari di periferia che credono di essere felici se manipolano un telefonino da 1000 euro.
Abbandonare ogni ruolo di guida e di critica sul significato di felicità è un altro tipo di lastrico per le vie dell'inferno. Oltretutto non comprendo davvero come concili questa tua posizione con il marxismo, che è principalmente un movimento per liberare dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci (ho visto un re).
Che poi te lo debba dire io, seguace di un pensiero socialdemocratico, mi sembra paradossale.
CARLO
Ben detto!
Il relativismo è il terreno su cui possono crescere solo l'individualismo e l'egocentrismo. E' la negazione delle idee di "bene comune", di "ideale politico", di "scienza" intesa come processo collettivo.

Lou

#243
Citazione di: Phil il 12 Dicembre 2018, 22:01:55 PM
Citazione di: Lou il 12 Dicembre 2018, 18:16:46 PM
dire "questo concetto non ha senso", dove questo suo non aver senso ricadrà in qualche modo su eventuali affermazioni o negazioni in merito al libero arbitrio. [...] rilevo una insensatezza e lì mi fermo, come se questa insensatezza non decostruisse in qualche modo la sostenibilità del libero arbitrio.
Esatto, la decostruisce, non semplicemente la nega. La ricaduta è infatti che non si è più sul piano del si/no, ma più "a monte" su quello di sensato/insensato.
Sfoderando uno dei miei soliti esempi banalizzanti: «oggi è il 7 dicembre» e «oggi è il 35 dicembre» non sono, a parer mio, due frasi ugualmente false, poiché la seconda è anche insensata; se poi, parlando ancora di date, dicessi «oggi è giallo», direi qualcosa di solo insensato (sempre licenze poetiche a parte) perché mancano persino i criteri per una eventuale verificazione/falsificazione.
Non fa una grinza, tuttavia temo che, il limite sia che, utilizzando queste analogie (la mia - sconsiderata - critica non è rivolta a te e/o al neopositivismo in genere, anzi alla prospettiva neopositivista un po' sì) si presupponga di poter trattare il libero arbitrio alla stregua di uno stato di cose, un evento, un fatto, a cui competono criteri di verificazione e falsificazione che da un lato circoscrivono proprio i limiti dell'(unico?) campo di senso, e da un altro forse, solo analogicamente possono essere applicati a ciò che non rientra in suddetto campo essendo altro rispetto a uno stato di cose.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

sgiombo

#244
Citazione di: Jacopus il 13 Dicembre 2018, 11:44:09 AM
Sgiombo@ hai una visione piuttosto ingenua della felicità. Stephen il maggiordomo del signor Candy in Django unchained era probabilmente felice nel suo ruolo di negrerio pur essendo nero. Ma spesso si tratta di una felicità mista a rancore e a perdita della propria identità, come accade ai sottoproletari di periferia che credono di essere felici se manipolano un telefonino da 1000 euro.
Abbandonare ogni ruolo di guida e di critica sul significato di felicità è un altro tipo di lastrico per le vie dell'inferno. Oltretutto non comprendo davvero come concili questa tua posizione con il marxismo, che è principalmente un movimento per liberare dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci (ho visto un re).
Che poi te lo debba dire io, seguace di un pensiero socialdemocratico, mi sembra paradossale.


Citazionecitaz. da CARLO (PIERINI)

Ben detto!
Il relativismo è il terreno su cui possono crescere solo l'individualismo e l'egocentrismo. E' la negazione delle idee di "bene comune", di "ideale politico", di "scienza" intesa come processo collettivo.


Infatti spesso la semplicità viene confusa con la correttezza logica (e viceversa quest' ultima con il "semplicismo"):

cosa c' é di più semplice del fatto che ciò che é/accade non può non essere/accadere e ciò che non é/non accade non può essere/accadere?

Non conosco il romanzo, ma penso che se il maggiordomo-schiavo era felice, allora lo era malgrado l' eventuale perdita di identità (se era anche rancoroso, dubito che potesse anche essere felice e viceversa: dipende da cosa si intende per "rancoroso"; ma solitamente si intende una condizione implicante odio represso o frustrato, dunque inappagamento, e in questo caso -in questo senso- non é compatibile con la felicità; o per lo meno nè é una diminutio, una negazione limitante eventuali altre -magari maggiori- aspirazioni appagate apportatrici di felicità).
E un sottoproletario di periferia che crede di essere felice se manipola un telefonino da 1000 euro é autenticamente felice (casomai crederà falsamente di essere realizzato come uomo senza esserlo, come -per fare un esempio banale- il classico cornuto e contento, che crede falsamente alla fedeltà della moglie, alla quale aspira fortemente).
Da medico, all' inizio della mia attività professionale ho conosciuto non pochi pazienti che non volevano sapere di essere affetti da patologie incurabili e a prognosi infausta (ora ciò accade rarissimamente, sempre più raramente) per poter vivere felici il poco tempo che rimaneva loro: e infatti fin che rimanevano nell' illusione della salute erano autenticamente felici (benché falsamente convinti di essere sani; che é con tutta evidenza un' altra cosa).
Ma queste considerazioni non implicano necessariamente l' abbandono di ogni ruolo di guida e di critica sul significato della felicità nei confronti di chi liberamente accetta (o magari esige) di essere aiutato, come sua aspirazione più forte della paura della morte, a comprendere la sua reale condizione, a conoscere la verità.
Il marxismo (in quanto socialismo scientifico) é (per definizione di Engele e Mrarx; ne L' ideologia tedesca) "il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti", e dunque -contrariamente ai socialismi utopistici- sorge e si afferma di pari passo al maturare nel proletariato per lo meno di un embrione di coscienza critica della realtà, di scontentezza per la sua condizione reale, di aspirazione al cambiamento.
Dunque non vi é alcuna contraddizione o paradosso -anzi!- nell' essere marxisti e aiutare i proletari a comprendere al meglio criticamente la realtà del capitalismo, ovvero nel lavorare per aiutare a liberarsi fino in fondo dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci, con altri grandi artisti, (ho visto un re), pur nella consapevolezza che può anche darsi la schiavitù contenta delle proprie catene (non meno contenta per essere da considerarsi, da parte di chi meglio comprende la realtà, la condizione peggiore in cui possa capitare di trovarsi).

Dunque: mal detto!

E proprio perché e vero che

Il relativismo è il terreno su cui possono crescere solo l'individualismo e l'egocentrismo. E' la negazione delle idee di "bene comune", di "ideale politico", di "scienza" intesa come processo collettivo.

E' singolare come questa confusione fra concetti diversissimi come quelli di appagamento (gioia, felicità, ecc.) e di qualità etiche negative o immoralità (malvagità, grettezza, meschinità, ecc.) sia propria tanto dei nichilisti-relativisti quanto dei moralisti:

Felicità (benessere interiore, appagamento, ecc.) =/= egoismo (malvagità, grettezza, meschinità);

e infelicità (malessere interiore, frustrazione, dolore, ecc.) =/= altruismo (generosità, magnanimità, ecc.).

Tanto il generoso e magnanimo quanto il malvagio ed egoista possono essere sia contenti, felici ecc. (se appagati nelle rispettive ben diverse e contrarie aspirazioni), sia infelici, sofferenti ecc. (se frustrati nelle rispettive ben diverse e contrarie aspirazioni).

Ovvero si può essere felici (appagati nelle proprie aspirazioni) tanto essendo generosi e magnanimi quanto essendo egoisti e gretti; e così pure si può essere infelici (frustrati nelle proprie aspirazioni) tanto essendo generosi e magnanimi quanto essendo egoisti e malvagi.

E così pure tanto se si é fieri, magnanimi, d' animo elevato (o "nobile"), quanto se si é servili e pusillanimi.
E nessuno schiavo, nessun servo della gleba, nessun proletario e men che meno alcun sottoproletario, in quanto tale, solo per il fatto di esserlo, é necessariamente magnanimo (e nemmeno dotato di coscienza di classe, ovviamente).

sgiombo

Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 16:18:03 PM
Citazione di: Phil il 12 Dicembre 2018, 22:01:55 PM
Citazione di: Lou il 12 Dicembre 2018, 18:16:46 PM
dire "questo concetto non ha senso", dove questo suo non aver senso ricadrà in qualche modo su eventuali affermazioni o negazioni in merito al libero arbitrio. [...] rilevo una insensatezza e lì mi fermo, come se questa insensatezza non decostruisse in qualche modo la sostenibilità del libero arbitrio.
Esatto, la decostruisce, non semplicemente la nega. La ricaduta è infatti che non si è più sul piano del si/no, ma più "a monte" su quello di sensato/insensato.
Sfoderando uno dei miei soliti esempi banalizzanti: «oggi è il 7 dicembre» e «oggi è il 35 dicembre» non sono, a parer mio, due frasi ugualmente false, poiché la seconda è anche insensata; se poi, parlando ancora di date, dicessi «oggi è giallo», direi qualcosa di solo insensato (sempre licenze poetiche a parte) perché mancano persino i criteri per una eventuale verificazione/falsificazione.
Non fa una grinza, tuttavia temo che, il limite sia che, utilizzando queste analogie (la mia - sconsiderata - critica non è rivolta a te e/o al neopositivismo in genere, anzi alla prospettiva neopositivista un po' sì) si presupponga di poter trattare il libero arbitrio alla stregua di uno stato di cose, un evento, un fatto, a cui competono criteri di verificazione e falsificazione che da un lato circoscrivono proprio i limiti dell'(unico?) campo di senso, e da un altro forse, solo analogicamente possono essere applicati a ciò che non rientra in suddetto campo essendo altro rispetto a uno stato di cose.

Ma se non può essere considerato come un ' ipotetico stato di cose, che può darsi nella realtà o meno, che cosa si intende (che cosa si può mai intendere) per "libero arbitrio"?

Phil

Faccio felicemente un salto nella parentesi della felicità (solo tangente di sfuggita al tema principale del libero arbitrio).
La felicità è semplicemente un'emozione primaria, se viene provata da qualcuno (senza voler scendere nella verifica fisiologica), non credo bisogni farne una questione di geopolitica, di eroismo, di valori, di realizzazione personale.
Per come la vedo, non trovo molto senso nel dire a chi è felice "Non sei veramente felice, fidati di me! La vera Felicità (maiuscola d'obbligo) è quella della Libertà, quella della Virtù, etc.".
Se ne facciamo una questione poetico-metafisica, è normale poi concludere che la felicità è irraggiungibile o rara o solo frutto di strenue fatiche.
Ironico che talvolta proprio chi critica e/o addita il nichilismo e il relativismo, sia poi così masochista da scagliare la felicità lontano da se stesso, relegandola nell'orizzonte lontano e aulico dell'epico valoriale o in quello arduo e periglioso delle vette quasi "superomistiche".
Forse gioverebbe un po', anche in questo caso, valutare la differenza fra l'"assolutismo" proposto dalle narrazioni che ci hanno svezzato e l'umile contingenza contestuale in cui muoviamo i nostri passi; rischieremmo quasi di poterci scoprire, a volte, davvero felici...
Tuttavia, de gustibus  :)

Lou

Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 16:39:09 PM
Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 16:18:03 PM
Citazione di: Phil il 12 Dicembre 2018, 22:01:55 PM
Citazione di: Lou il 12 Dicembre 2018, 18:16:46 PM
dire "questo concetto non ha senso", dove questo suo non aver senso ricadrà in qualche modo su eventuali affermazioni o negazioni in merito al libero arbitrio. [...] rilevo una insensatezza e lì mi fermo, come se questa insensatezza non decostruisse in qualche modo la sostenibilità del libero arbitrio.
Esatto, la decostruisce, non semplicemente la nega. La ricaduta è infatti che non si è più sul piano del si/no, ma più "a monte" su quello di sensato/insensato.
Sfoderando uno dei miei soliti esempi banalizzanti: «oggi è il 7 dicembre» e «oggi è il 35 dicembre» non sono, a parer mio, due frasi ugualmente false, poiché la seconda è anche insensata; se poi, parlando ancora di date, dicessi «oggi è giallo», direi qualcosa di solo insensato (sempre licenze poetiche a parte) perché mancano persino i criteri per una eventuale verificazione/falsificazione.
Non fa una grinza, tuttavia temo che, il limite sia che, utilizzando queste analogie (la mia - sconsiderata - critica non è rivolta a te e/o al neopositivismo in genere, anzi alla prospettiva neopositivista un po' sì) si presupponga di poter trattare il libero arbitrio alla stregua di uno stato di cose, un evento, un fatto, a cui competono criteri di verificazione e falsificazione che da un lato circoscrivono proprio i limiti dell'(unico?) campo di senso, e da un altro forse, solo analogicamente possono essere applicati a ciò che non rientra in suddetto campo essendo altro rispetto a uno stato di cose.

Ma se non può essere considerato come un ' ipotetico stato di cose, che può darsi nella realtà o meno, che cosa si intende (che cosa si può mai intendere) per "libero arbitrio"?
Converrai che non è che vai dal salumiere e chiedi un etto di libero arbitrio incartato e pesato.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

sgiombo

Citazione di: Phil il 13 Dicembre 2018, 17:04:50 PM
Faccio felicemente un salto nella parentesi della felicità (solo tangente di sfuggita al tema principale del libero arbitrio).
La felicità è semplicemente un'emozione primaria, se viene provata da qualcuno (senza voler scendere nella verifica fisiologica), non credo bisogni farne una questione di geopolitica, di eroismo, di valori, di realizzazione personale.
Per come la vedo, non trovo molto senso nel dire a chi è felice "Non sei veramente felice, fidati di me! La vera Felicità (maiuscola d'obbligo) è quella della Libertà, quella della Virtù, etc.".
Se ne facciamo una questione poetico-metafisica, è normale poi concludere che la felicità è irraggiungibile o rara o solo frutto di strenue fatiche.
Ironico che talvolta proprio chi critica e/o addita il nichilismo e il relativismo, sia poi così masochista da scagliare la felicità lontano da se stesso, relegandola nell'orizzonte lontano e aulico dell'epico valoriale o in quello arduo e periglioso delle vette quasi "superomistiche".
Forse gioverebbe un po', anche in questo caso, valutare la differenza fra l'"assolutismo" proposto dalle narrazioni che ci hanno svezzato e l'umile contingenza contestuale in cui muoviamo i nostri passi; rischieremmo quasi di poterci scoprire, a volte, davvero felici...
Tuttavia, de gustibus  :)

Vero.

Infatti mi ritengo complessivamente felice.

Almeno finora (se fossi superstizioso mi toccherei dovunque e farei corna e scongiuri; ma non lo sono).
E malgrado inevitabili (almeno in qualche misura) frustrazioni, e anche ingiustizie subite; contro le quali però sono fiero di aver lottato, e lo sarei stato anche se fossi stato sconfitto.
Fra l' altro ho avuto un primario nemicissimo del popolo, e dunque anche dei medici proletari come me (infatti era un miserabile piddino) che mi ha letteralmente perseguitato o come si dice "mobbato", con l' appoggio e la claque di tanti colleghi leccaculi e schiavi-contenti, e la pavida "neutralità" di qualche altro (che ho comunque apprezzato: meglio di niente, posto che il coraggio uno non se lo può dare - Manzoni); ma mai sono stato domato o convinto a desistere dal lottare per i miei diritti )in molti casi coincidenti coi diritti dei pazienti; ma non sempre: i pazienti prepotenti e con pretese ingiuste di schiavizzazione  nei confronti dei medici proletari piacciono molto al piddume "primariale", "direttorsanitariale" e in generale "dirigenzial-manageriale")!


sgiombo

#249
Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 17:21:14 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 16:39:09 PM

Ma se non può essere considerato come un ' ipotetico stato di cose, che può darsi nella realtà o meno, che cosa si intende (che cosa si può mai intendere) per "libero arbitrio"?
Converrai che non è che vai dal salumiere e chiedi un etto di libero arbitrio incartato e pesato.


Ma tu converrai che l' amore, la felicità, la nostalgia, la serenità d' animo, la speranza e tante altre cose che non si pesano, non si incartano e non si comprano dal salumiere sono ben reali.


...Anche se poche cose (materiali o ideali; comunque reali) possono darci la felicità che ci offre -complice il salumiere-  il culatello di Zibello (PR), o la coppa di Carpaneto (PC), lo zampone di Modena, i ciccioli di Cremona-Mantova, ecc.

Lou

#250
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 17:25:35 PM
Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 17:21:14 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 16:39:09 PM

Ma se non può essere considerato come un ' ipotetico stato di cose, che può darsi nella realtà o meno, che cosa si intende (che cosa si può mai intendere) per "libero arbitrio"?
Converrai che non è che vai dal salumiere e chiedi un etto di libero arbitrio incartato e pesato.


Ma tu converrai che l' amore, la felicità, la nostalgia, la serenità d' animo, la speranza e tante altre cose che non si pesano, non si incartano e non si comprano dal salumiere sono ben reali.


...Anche se poche cose (materiali o ideali; comunque reali) possono darci la felicità che ci offre -complice il salumiere-  il culatello di Zibello (PR), o la coppa di Carpaneto (PC), lo zampone di Modena, i ciccioli di Cremona-Mantova, ecc.
Non ho mica detto che sono irreali, ma non sono stati di cose, e men che meno cose, sono stati mentali e vissuti correlati di uno stato di cose, ma non sono lo stesso, a meno di non essere riduzionisti.
Tant'è che l'esempio che fai lo dimostra, quello stato di cose che descrivi per te è correlato a uno stato, un vissuto, una esperienza di felicità, per altri, chi lo sa.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Phil

Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 16:18:03 PM
trattare il libero arbitrio alla stregua di uno stato di cose, un evento, un fatto, a cui competono criteri di verificazione e falsificazione
Credo che il libero arbitrio venga solitamente supposto come «stato di cose» (libertà da) o «fatto» (libertà di) o condizione reale (appesa a stagionare sopra le aporie a cui accennavo in precedenza). Per metterlo al riparo dal campo minato della logica e della verifica semantica (se non empirica), possiamo definirlo come trascendente; tuttavia poi si porrebbe il classico problema di come tale trascendenza condizioni (causalisticamente o "liberamente"?) la nostra volontà, la nostra materia, etc.
Quel «libero» prima di «arbitrio», mi sembra in fin dei conti comportare solo una spuria (non pertinente) complicazione "controfattuale" (ma resta pur sempre solo la mia opinione).

sgiombo

Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 18:02:40 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 17:25:35 PM
Citazione di: Lou il 13 Dicembre 2018, 17:21:14 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 16:39:09 PM

Ma se non può essere considerato come un ' ipotetico stato di cose, che può darsi nella realtà o meno, che cosa si intende (che cosa si può mai intendere) per "libero arbitrio"?
Converrai che non è che vai dal salumiere e chiedi un etto di libero arbitrio incartato e pesato.


Ma tu converrai che l' amore, la felicità, la nostalgia, la serenità d' animo, la speranza e tante altre cose che non si pesano, non si incartano e non si comprano dal salumiere sono ben reali.


...Anche se poche cose (materiali o ideali; comunque reali) possono darci la felicità che ci offre -complice il salumiere-  il culatello di Zibello (PR), o la coppa di Carpaneto (PC), lo zampone di Modena, i ciccioli di Cremona-Mantova, ecc.
Non ho mica detto che sono irreali, ma non sono stati di cose, e men che meno cose, sono stati mentali e vissuti correlati di uno stato di cose, ma non sono lo stesso, a meno di non essere riduzionisti.
Tant'è che l'esempio che fai lo dimostra, quello stato di cose che descrivi per te è correlato a uno stato, un vissuto, una esperienza di felicità, per altri, chi lo sa.

Ma cos' é, se non uno stato di cose, il libero arbitrio?

Mi sembra evidente che se é reale (e non un vissuto illusorio), allora é uno stato di cose reale (lo stato per il quale si può scegliere indeterministicamente), altrimenti é reale l' alternativo stato di cose deterministico.

Ipazia

La felicità di cui si parla é quella della grotta platonica. Difficilmente chi ne esce potrá ritornarvi dentro da felice. Tu non devi dire nulla a nessuno; devi solo portarlo fuori dalla grotta. Poi deciderá lui. Nulla vieta il masochismo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 16:36:49 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Dicembre 2018, 11:44:09 AM
Sgiombo@ hai una visione piuttosto ingenua della felicità. Stephen il maggiordomo del signor Candy in Django unchained era probabilmente felice nel suo ruolo di negrerio pur essendo nero. Ma spesso si tratta di una felicità mista a rancore e a perdita della propria identità, come accade ai sottoproletari di periferia che credono di essere felici se manipolano un telefonino da 1000 euro.
Abbandonare ogni ruolo di guida e di critica sul significato di felicità è un altro tipo di lastrico per le vie dell'inferno. Oltretutto non comprendo davvero come concili questa tua posizione con il marxismo, che è principalmente un movimento per liberare dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci (ho visto un re).
Che poi te lo debba dire io, seguace di un pensiero socialdemocratico, mi sembra paradossale.


Citazionecitaz. da CARLO (PIERINI)

Ben detto!
Il relativismo è il terreno su cui possono crescere solo l'individualismo e l'egocentrismo. E' la negazione delle idee di "bene comune", di "ideale politico", di "scienza" intesa come processo collettivo.

SGIOMBO
Tanto il generoso e magnanimo quanto il malvagio ed egoista possono essere sia contenti, felici ecc. (se appagati nelle rispettive ben diverse e contrarie aspirazioni), sia infelici, sofferenti ecc. (se frustrati nelle rispettive ben diverse e contrarie aspirazioni).

CARLO
Vuoi dire che la felicità di un sadico serial killer subito dopo un agognato assassinio, e la felicità di un appassionato ricercatore che scopre la agognata cura di una malattia straziante, stanno sullo stesso piano? La felicità del primo è (soggettivamente) piena e profonda quanto lo è quella del secondo? 

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