L'illusione del libero arbitrio

Aperto da bobmax, 18 Novembre 2018, 20:50:53 PM

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Uzino

Jacopus@

L'uomo non può fare ciò che non vuole. E ciò che vuole non lo decide lui, ma la sua scala di valori, la sua indole, le sue necessità del momento. Tutti elementi acquisiti precedentemente che non ha scelto. Puoi fare ciò che vuoi, tranne decidere ciò che vuoi.

Ipazia

Citazione di: Uzino il 10 Agosto 2019, 17:57:10 PM
Ma a fronte di tutto questo discorso, faccio due domande semplici:
Se la volontà ha una causa, come può essere libera ?

Come un cucciolo che appena sta malamente sulle gambe sfugge al controllo della madre che l'ha generato.

Citazione
Se non ce l'ha, come può essere sotto il nostro controllo e quindi libera?

In tutti i casi la nostra volontà siamo noi. Quindi tanto più libera quanto più noi lo siamo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Il cervello prende inconsciamente una decisione tramite dei calcoli tra coscienza, inconscio pulsionale e sociale prima che noi agiamo con l'io. È stato provato scientificamente.

Ipazia

Citazione di: daniele75 il 18 Agosto 2019, 15:02:57 PM
Il cervello prende inconsciamente una decisione tramite dei calcoli tra coscienza, inconscio pulsionale e sociale prima che noi agiamo con l'io. È stato provato scientificamente.

Che ci sia un simile concistoro prima di agire non falsifica la libertà dell'azione. La rende solo più responsabile e condivisa tra tutte le dramatis personae che fanno capo a noi stessi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

CitazioneIl cervello prende inconsciamente una decisione tramite dei calcoli tra coscienza, inconscio pulsionale e sociale prima che noi agiamo con l'io. È stato provato scientificamente.
E' vero. E' stato provato rispetto alla possibilità di schiacciare un bottone. Il movimento muscolare del pigiare il bottone è stato provato era precedente alla decisione di pigiarlo. E' una dimostrazione piuttosto povera, visto che si trattava di pigiare un bottone. Vorrei dei risultati analoghi se applicati alla scelta di una religione, di un lavoro, di una facoltà universitaria, se uccidere o violentare una persona, se decidere di emigrare, di sposarsi, di diventare un vagabondo. Ovviamente queste scelte ben più complesse non possono essere replicate in un laboratorio, e quindi l'esperimento citato è privo di ogni valore rispetto alla vexata questio del libero arbitrio.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Mariano

Mi ha molto stimolato la tua provocazione, ma non mi sono cimentato a leggere tutte le interessanti considerazioni dei partecipanti e chiedo scusa pertanto se inconsapevolmente ripeto qualcosa di già detto.
Cerco quindi di ragionare sulla tua questione della legge causa/effetto e del caso.

Mi sembra ovvio che ogni effetto derivi da una causa e che quindi lo sviluppo dei fatti sia assimilabile ad un continuo girotondo.
Ma le cause possono essere non note e cioè considerate dovute al caso (o meglio alla nostra ignoranza), oppure derivanti da un altro effetto noto ed a volte dalla scelta di qualcuno.

A mio avviso le nostre scelte, nella maggioranza dei casi, non sono razionalmente consapevoli in quanto condizionate da tantissimi fattori esterni, ma sono sempre l'espressione della nostra libera volontà.

Almeno lo credo fermamente, sennò l'unico scopo della vita sarebbe di attendere la morte.

bobmax

Lo credi fermamente perché in caso contrario una tale constatazione ti annichilirebbe...

Senza però considerare che non vi sarebbe proprio nessuno ad essere annichilito.

Ciò che facciamo fatica a capacitarci è che l'assenza del libero arbitrio è totale!

Persiste in noi la convinzione di essere un "io", di possedere una nostra specifica identità.

Di modo che il solo supporre l'inesistenza del libero arbitrio si traduce inevitabilmente nell'interpretarlo come la schiavitù di noi stessi, del nostro "io".

Soltanto che... è proprio l'io ad essere l'autentica illusione!

Molte sono le strade che portano alla conclusione dell'inesistenza del libero arbitrio.

Secondo me la più efficace è la riflessione sul male, sulla sua assoluta inaccettabilità!
Ma forse ai nostri tempi può essere più facile ragionare su causa/effetto e sul caso.

Seppur paradossalmente, l'inesistenza TOTALE del libero arbitrio coincide con l'autentica libertà.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

Salve Mariano. Citandoti : "Almeno lo credo fermamente, sennò l'unico scopo della vita sarebbe di attendere la morte".
Quindi tu credi nel libero arbitrio per fede, esprimendo però ciò all'interno della sezione "filosofia".
In pratica la tua convinzione non nasce da una valutazione logico-razionale, ma semplicemente dal fatto che una diversa convinzione sarebbe per te sgradevole fino all'inaccettabilità.

Ripeto quanto affermato nella mia precedente replica a te su questo argomento : Il tuo è un approccio psicologico-fideisico alla filosofia e non un approccio filosofico alle tematiche psichiche, spirituali e fideistiche. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

@Viator

Davvero ritieni che sia possibile un pensiero filosofico che non necessiti della fede?

Sono viceversa convinto che ogni pensiero, che abbia un minimo valore, sia necessariamente sostenuto dalla fede.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

acquario69

Citazione di: bobmax il 09 Settembre 2019, 13:18:43 PM

Davvero ritieni che sia possibile un pensiero filosofico che non necessiti della fede?

Sono viceversa convinto che ogni pensiero, che abbia un minimo valore, sia necessariamente sostenuto dalla fede.

Del resto lo conferma il fatto che qualsiasi affermazione....sia pure una negazione...come ad esempio "io non credo" ...indica per forza di cose ad una stessa affermazione e perciò di fede implicita
Dire io non credo equivale comunque a credere di "non credere"

Mariano

Citazione di: viator il 09 Settembre 2019, 12:47:21 PM
Salve Mariano. Citandoti : "Almeno lo credo fermamente, sennò l'unico scopo della vita sarebbe di attendere la morte".
Quindi tu credi nel libero arbitrio per fede, esprimendo però ciò all'interno della sezione "filosofia".
In pratica la tua convinzione non nasce da una valutazione logico-razionale, ma semplicemente dal fatto che una diversa convinzione sarebbe per te sgradevole fino all'inaccettabilità.

Ripeto quanto affermato nella mia precedente replica a te su questo argomento : Il tuo è un approccio psicologico-fideisico alla filosofia e non un approccio filosofico alle tematiche psichiche, spirituali e fideistiche. Saluti.
Caro viator, penso che tu abbia ragione: il fatto è che io ritengo che tra filosofia e religione non ci sia una sostanziale differenza.

Sia l'una che l'altra a mio parere sono  da intendere come ricerca di conoscere il significato del mondo che ci circonda in relazione alla nostra esistenza con lo scopo di individuare il senso della vita e sentirsi appagati della propria esistenza.
La filosofia si basa essenzialmente sulle scienze e su argomentazioni razionali che  a volte travalicano le scienze empiriche nel tentativo di realizzare lo scopo prefissato ed è costantemente alla ricerca di verità.
La religione si può considerare una filosofia che si arrende di fronte all'incapacità di comprendere e la supera immaginando delle verità non dimostrabili.
Sempre a mio parere (da laico credente) la religione è un nobile tentativo di ingabbiare la fede in un contesto razionale ricorrendo anche a mistificazioni storiche, ma così facendo tende a far identificare la fede con la credenza alle regole ed ai dogmi definiti dai teologi che non sono un fine, ma solo un punto di partenza per comprenderne il significato profondo non altrimenti descrivibile.
A questo punto non so se io mio pensiero possa essere considerato filosofico o religioso, ma spero non addirittura insensato.
 

viator

#341
Salve Mariano. Vedo con piacere che sei una persona ragionevole ed equilibrata. E che hai capito benissimo che la filosofia è la sistematica del dubitare mentre la religione è la sistematica del credere.
Perciò entrambi gli approcci - come tu hai notato - si equivalgono dal momento che la verità assoluta ci resterà sempre estranea, in qualsiasi cosa noi si creda o di qualsiasi cosa noi si dubiti.

Ma perchè alcuni preferiscono il dubitare al credere ?

Te lo spiego dal mio punto di vista : il credere è preferito da chi si attende un "al di là". Ovvia fiducia nel raggiungimento di un premio futuro.

Il dubitare, invece, è più utile nell' "al di qua" poichè è l'atteggiamento mentale che ti permette di non cadere nelle fregature onnipresenti che popolano il mondo dei vivi. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Ottima riflessione viator. Peccato (per te) che sia un'apologia del libero arbitrio  :P
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

#343
Salve Ipazia. Non ne sono nè sorpreso nè turbato. Infatti si tratta di apologia dell'ILLUSIONE di possedere il libero arbitrio.  E tu saprai benissimo che le illusioni, finchè non vengono smentite (per venir prontamente rimpiazzate da altre) sono perfettamente efficienti nonchè perfettamente indistinguibili rispetto a una qualsiasi "realtà". Salutissimi.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Mariano

Citazione di: viator il 09 Settembre 2019, 16:18:13 PM
Salve Mariano. Vedo con piacere che sei una persona ragionevole ed equilibrata. E che hai capito benissimo che la filosofia è la sistematica del dubitare mentre la religione è la sistematica del credere.
Perciò entrambi gli approcci - come tu hai notato - si equivalgono dal momento che la verità assoluta ci resterà sempre estranea, in qualsiasi cosa noi si creda o di qualsiasi cosa noi si dubiti.

Ma perchè alcuni preferiscono il dubitare al credere ?

Te lo spiego dal mio punto di vista : il credere è preferito da chi si attende un "al di là". Ovvia fiducia nel raggiungimento di un premio futuro.

Il dubitare, invece, è più utile nell' "al di qua" poichè è l'atteggiamento mentale che ti permette di non cadere nelle fregature onnipresenti che popolano il mondo dei vivi. Saluti.
Caro viator, ti ringrazio per il lusinghiero giudizio nei miei confronti, ma non condivido il tuo punto di vista relativo alla preferenza del dubitare rispetto al credere.
Tu ritieni che credere sia preferito da chi si attende nell' "al di là" un premio futuro; ma che idea opportunistica hai del credere!
Io preferisco pensare che non esistano premi nell'"al di là", ma che esista la soddisfazione nell'"al di qua" quando si è consapevoli di agire conformemente alla propria morale.
Per quanto riguarda l'"al di là" non ci è dato sapere cosa sarà; io ho l'immagine speranzosa che saremo tutti come gocce d'acqua in un oceano rappresentato dal Bene assoluto, purificati dalla nostra egoistica individualità.

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