L'illusione del libero arbitrio

Aperto da bobmax, 18 Novembre 2018, 20:50:53 PM

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sgiombo

Citazione di: 0xdeadbeef il 20 Maggio 2019, 20:58:01 PM
Citazione di: sgiombo il 19 Maggio 2019, 20:54:59 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 19 Maggio 2019, 15:49:38 PM
CitazioneDubito lo possa essere il libero arbitrio (== l' agire a casaccio).



Ciao Sgiombo
Però, pur nell'indimostrabilità di entrambe le tesi, ritengo che l'evidenza, come dire, "segni
un punto in più" al libero arbitrio piuttosto che alla necessità deterministica...
E questo semplicemente perchè noto di non aver bisogno che una guardia armata presidi una
tavola imbandita per non mangiare (a differenza del tuo gatto...).
Citazione
E questo perché mai non potrebbe accadere deterministicamente?

La tua natura determina causalmente (é la causa de-) la tua decisione (scelta non liberoarbitraria ma deterministica; libera invece da coercizioni estrinseche) di astenerti dall' abbuffata, esattamente come la sua natura per il mio gatto (e la mia per me). 


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Inoltre, perchè mai il libero arbitrio sarebbe equivalente all'agire a casaccio? Se decido
di dare o di non dare qualche moneta al poveretto che sosta davanti al supermercato non lo
faccio dopo aver fatto testa o croce o sfogliato una margherita.
saluti
Citazione
O lo fai perché la tua natura causa (deterministicamente) la tua scelta, oppure la tua scelta non é causata deterministicamente (== é casuale, proprio esattamente come quella che compiresti in seguito al lancio di una moneta o allo spetalemento di una margherita).

0xdeadbeef

Ciao Sgiombo
In ambedue le risposte pronunci la parola "natura" (è la mia natura che determinerebbe
causalmente i miei comportamenti), ma ciò che io sostengo è esattamente che la mia "natura",
in quanto essere umano, è diversa da quella del mio e del tuo gatto.
Mi sembra infatti che se volessimo parlare di una specifica "natura umana", dovremmo per
forza porre l'accento su di una (almeno presunta) libertà di scegliere ANCHE comportamenti
che vanno nella direzione contraria ai tipici comportamenti istintivi animali.
Dunque (volendo usare una terminologia filosofica ultraclassica...) il libero arbitrio come
"essere"; come "essenza" dell'uomo (come ciò che distingue l'uomo dall'animale)?
Mi sembrerebbe una tesi certamente ardita, ma non del tutto insensata...
saluti

sgiombo

Citazione di: 0xdeadbeef il 21 Maggio 2019, 19:17:44 PM
Ciao Sgiombo
In ambedue le risposte pronunci la parola "natura" (è la mia natura che determinerebbe
causalmente i miei comportamenti), ma ciò che io sostengo è esattamente che la mia "natura",
in quanto essere umano, è diversa da quella del mio e del tuo gatto.
Citazione
E infatti le diversa natura di ognuno determina il diverso agire di ognuno,




Mi sembra infatti che se volessimo parlare di una specifica "natura umana", dovremmo per
forza porre l'accento su di una (almeno presunta) libertà di scegliere ANCHE comportamenti
che vanno nella direzione contraria ai tipici comportamenti istintivi animali.
Citazione
Sia gli uomini che gli animali (almeno molti vertebrati e non solo) hanno istinti comportamentali (desideri, aspirazioni) in larga misura reciprocamente incompatibili: cercare di divorare il succulento contenuto della ciotola e cercare di evitare di finire mangiato dal cagnaccio.

La differenza (quantitativa) é che l' uomo dispone di un ventaglio di scelte -deterministiche- incomparabilmente maggiore e più variegato che qualsiasi altra specie animale (può fare -deterministicamente- molte più cose e molto più creative; e dunque può anche commettere molti più e molto più gravi errori).







Dunque (volendo usare una terminologia filosofica ultraclassica...) il libero arbitrio come
"essere"; come "essenza" dell'uomo (come ciò che distingue l'uomo dall'animale)?
Mi sembrerebbe una tesi certamente ardita, ma non del tutto insensata...
saluti
Citazione
Incompatibile con la chiusura causale del mondo fisico, ergo: con la sua conoscinilità scientifica.

Piuttosto una straordinaria, "creativa" varietà di comportamenti -deterministici- come "essenza" dell'uomo (come ciò che distingue l'uomo dagli altri animali).

0xdeadbeef

Citazione di: sgiombo il 21 Maggio 2019, 21:24:20 PME infatti le diversa natura di ognuno determina il diverso agire di ognuno,
Ciao Sgiombo
Ma per gli animali la "scelta" non è individuale ("la diversa natura di ognuno").
Sia il mio che il tuo gatto, se possono mangiare (se non c'è il cagnaccio), mangiano.
Ora, che ogni agire individuale umano sia deterministicamente necessitato mi pare
francamente un concetto talmente impregnato di metafisica (il "destino") che
al confronto il libero arbitrio fa la figura di un caposaldo del materialismo...
saluti

sgiombo

Citazione di: 0xdeadbeef il 22 Maggio 2019, 13:41:45 PM
Citazione di: sgiombo il 21 Maggio 2019, 21:24:20 PME infatti le diversa natura di ognuno determina il diverso agire di ognuno,
Ciao Sgiombo
Ma per gli animali la "scelta" non è individuale ("la diversa natura di ognuno").
Sia il mio che il tuo gatto, se possono mangiare (se non c'è il cagnaccio), mangiano.
Citazione
Altro che se é individuale!

Ho avuto quattro gatti e ho parlato con possessori di parecchi altri piccoli felini e posso assicurarti (ma credo che la cosa valga anche per molte altre specie, domestiche e selvatiche) che possono avere "caratteri" o "indoli" e conseguentemente comportamenti molto variegati e reciprocamente diversi.

Questo mio ultimo, affettuosissimo, dolcissimo, é una cacasotto che ha una paura "santissima" (termine dialettale della mia nonna paterna semianalfabeta) di tutto  e di tutti, e proprio per questo ha raggiunto la veneranda età di 19 anni vivendo nella mia casa in una via estremamente trafficata; nella quale ha trovato la morte a un anno di età la mia penultima, intelligentissima, coraggiossissima, intraprendentissima, curiosissima (la vedevano anche a un chilometro da casa, e spesso i gatti del vicinato tornavano alle loro abitazioni malconci per averla importunata; era stata sterilizzata).





Ora, che ogni agire individuale umano sia deterministicamente necessitato mi pare
francamente un concetto talmente impregnato di metafisica (il "destino") che
al confronto il libero arbitrio fa la figura di un caposaldo del materialismo...
saluti
Citazione
Ma quale metafisica?!

Si tratta di ragionamenti e inferenze logiche sui dati si esperienza e sulle conditiones sine qua non della conoscenza scientifica (del mondo fenomenico fisico - materiale) e sull' etica.

0xdeadbeef

Ciao Sgiombo
Beh, su una cosa concordiamo senz'altro: l'amore per i gatti (io ne ho attualmente tre, e
tantissimi ne ho avuti in passato).
Hai in un certo qual modo ragione: ognuno ha una propria "personalità" (però mangiano tutti e
sempre da paura, nessuno che pensi ad un minimo di dieta...).
saluti

Uzino

Il topic è un po' vecchio. ma vorrei comunque esprimere la mia opinione in merito perché l'argomento è interessante.
Il libero arbitrio, inteso come facoltà di scelta non determinata da cause estrinseche e/o intrinseche non può essere concepibile né da un punto di vista logico, né da uno scientifico. Se esistesse, si auto vanificherebbe, per il semplice fatto che non essendoci tendenze (cause) che indirizzano con maggiore o minore forza verso una data possibilità, ogni possibilità avrebbe esattamente il medesimo peso rendendo di fatto impossibile la scelta. Il libero arbitrio è quindi una contraddizione in termini, in quanto se esistesse dovrebbe essere libero in termini assoluti (libero da, e libero di), perdendo però di fatto qualunque facoltà di arbitrio. Tra l'altro, ricollegando il discorso al determinismo in termini generali, quando in meccanica quantistica si parla di sistema indeterminato, mi chiedo se si possa davvero definire tale un sistema che segue comunque un principio a mio avviso causale. Se, cioè, a livello sub-atomico tutte le possibilità coesistono in una sorta di stato di sovrapposizione possibilista e necessitano dell'osservazione dell'uomo per potersi manifestare in una delle possibili varianti, tutto ciò non risponde comunque a una catena di causa-effetto, dove la causa necessaria affinchè si produca l'effetto è, appunto, l'osservazione dell'uomo? Altro dubbio riguarda la possibilità di creare dal "nulla", caratteristica che sembrerebbe appartenere alle particelle sub-atomiche per quanto riguarda l'energia. Prendendo per buona questa teoria (per quanto risulti del tutto inconcepibile anche a chi la sostiene, tanto è vero che il nulla in questione è sempre virgolettato), e applicando la catena causale con un punto di vista più ampio (non all'energia in se stessa, ma a cosa inneschi la sua crazione dal "nulla") anche in questo caso ci sarebbe una causa, ovvero la particella/sistema che "decide" di creare suddetta energia. Ma, comunque, la meccanica quantistica parla di indeterminazione in termini di sistema casuale e del tutto imprevedibile, e quindi nulla che abbia a che vedere con il libero arbitrio.

Ho letto poi di esempi che paragonano la nostra facoltà di scelta a quella degli animali, e credo che la differenza sia solo a livello quantitativo e non qualitativo. Riportando l'esempio dei gatti che di fronte al cibo possono solo seguire il loro istinto e mangiare, a differenza nostra che abbiamo la facoltà di imporre la nostra volontà e non mangiare nonostante la fame, anche qui la differenza è solo ed esclusivamente di carattere quantitativo. Se imponiamo la nostra volontà è perché riteniamo che non mangiare sia più giusto, e cioè, prefigurandoci la possibilità di non mangiare, essa risponde maggiormente alle nostre necessità (qualunque esse siano, foss'anche la sola necessità di dimostrare a noi stessi di essere liberi di scegliere di non mangiare). Alla base, quindi, sia in noi sia negli altri animali, la scelta è determinata dalle necessità. Nell'animale, le necessità sono quasi sempre univoche (ho fame mangio, ho paura scappo, ho sonno dormo, etc), nell'uomo invece, grazie alla sua capacità di proiettare mentalmente (immaginazione/razionalità), subentrano necessità secondarie che entrano in contrasto con le prime (ho fame, ma sono a dieta; ho paura, ma se scappo non risolvo niente; ho sonno, ma è già tardi e tra due ore ho un appuntamento, etc). Se le seconde hanno in quel momento maggiore peso delle prime, userò la forza di volontà per reprimere fame, paura e sonno e farle prevalere. Non c'è quindi differenza tra noi e gli altri animali, perché le necessità rispondono comunque agli istinti caratteristici delle rispettive specie. Nell'animale la necessità è sempre azionata direttamente dall'istinto biologico a essa associata (e quindi non è necessario applicare alcuno sforzo di volontà), mentre nell'uomo è azionata anche dall'immaginazione/ragione, quindi anch'essa immaginata e quindi necessitante di uno sforzo di volontà per contrapporsi all'istinto primario che preme con maggiore forza in quanto percepito fisicamente. Sappiamo che reprimere quell'istinto primario ci porterà a stare meglio rispetto alla sceltà di seguirlo e lo reprimiamo, seguendo comunque il nostro istinto di benessere, in questo caso proiezione di esso, esattamente come una qualsialsi altra specie vivente.

viator

#322
Salve Uzino e benvenuto. Impeccabile ma soprattutto comprensibile e coerente trattazione.

Il problema del "libero arbitrio" e della meccanica quantistica consiste comunque nell'impreciso discernimento tra i concetti di "casualità"  e "pseudocasualità".

Il primo è astratto, il secondo concreto e rappresenta il limite oltre il quale (o prima del quale) siamo autorizzati dalle nostre convenzioni logico-matematiche a considerare casuale ciò che non lo è.

Infatti il presupporre la generazione dal nulla è giochino di prestigio quantistico consentito del chiudere gli occhi (=eliminare l'esistenza dell'osservatore) un momento prima che un certo qualcosa "emerga dal nulla".

Infine volendo trattare il "versante" fideistico dell'argomento, ti riporto qui sotto alcune mie recenti considerazioni :

"........Ugualmente, per quanto riguarda il libero arbitrio......se esso esiste significa che l'uomo è Dio o è alla pari con Dio (ed eventualmente con Satana) (il possesso umano del libero arbitrio priverebbe Dio e Satana dell'assolutezza, completezza del LORO loro arbitrio rendendoli quanto meno "concorrenti" dell'uomo nella gestione del mondo).

Se invece all'uomo è lasciata solo l'ILLUSIONE di possedere un libero arbitrio (tesi della completa determinabilità di tutte le cause ed effetti che hanno agito ed agiscono nel mondo), potrà esistere solo un EVENTUALE arbitrio divino (dato Dio come realtà suprema in cui credere).

Tale arbitrio divino, risultando quindi unico, totalizzante e quindi assoluto, non sarebbe  però in alcun modo raziocinabile o razionalizzabile (termini questi di significato umano e quindi inferiore e relativo) e ricadrebbe - come in effetti accade nella realtà fideistica - negli argomenti di cieca e più o meno fiduciosa credenza del fedele". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

@Uzino
Aggiungerei che il libero arbitrio è inconcepibile pure, e soprattutto, da un punto di vista etico.
Se il libero arbitrio esistesse, il male sarebbe assoluto.

Una volta accettata la non esistenza del libero arbitrio, occorre però trarne le debite conclusioni: pure l'io è un'illusione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

paul11

#324
Ciao Uzino, bene arrivato

Uzino)Il libero arbitrio, inteso come facoltà di scelta non determinata da cause estrinseche e/o intrinseche non può essere concepibile né da un punto di vista logico, né da uno scientifico.
Questo non è libero arbitrio. Non è neppure teoria dei giochi e teoria della scelta studiati in ambito economico. Ci sono sempre cause estrinseche ed intrinseche che determinano i nostri comportamenti. Un evento esterno, o le nostre credenze sono la fonte di come e cosa scegliamo.

Liberi da = libertà negativa; liberi per = libertà positiva.

La storia umana è anche un affrancamento attraverso il diritto della propria libertà fisica e di agire.
La libertà per conseguire dei diritti civili e sociali è una scelta veicolata da valori etici.

Ogni volta che si discute di libero arbitrio lo si collega o alla causa o alla causalità, come se la libertà appartenesse alla fisica. Come se il corpo fisico umano potesse rispondere in termini di valori etici a lotte per l'indipendenza, per i diritti, per l'uguaglianza.
Questa modo d'interpretare la libertà è subordinato al pensiero moderno costruito sulla osservazione sensitiva e sulla matematizzazione per descrivere i fenomeni. E' lo stesso errore che fa l'economia che ci azzecca poco, se non aggregando la probabilità singola nella "legge dei grandi numeri". Noi possiamo osservare un comportamento ,ma non la sua causa, quello che nella scienza forense è definito movente.
Cosa muove l'uomo a comportarsi in un determinato modo? Sono i suoi composti biochmici, quindi diversi da persona a persona, i suoi atomi, molecole?

Possibilità e necessità sono due termini molto importanti in filosofia, anche nell'analitica anglosassone sul linguaggio soprattutto nella logica modale e definiti come modalità aletiche come
"mondi possibili" e "mondi necessari" costruiti sui valori etici.
Quante volte in un evento ci siamo chiesti se fosse necessario( dovere morale) dire o fare qualcosa, oppure se fosse solo una possibilità. La necessità è una spinta superiore al dover fare rispetto alla possibilità, in cui generalmente in quest'ultima ,vi si trovano condizioni "bloccanti" al poter e dover agire. La libertà assoluta sarebbe priva di ogni condizione esterna ed interna al poter fare.
Ma nella realtà ci sono sempre condizioni esterne che veicolano le nostre scelte più in un modo ,piuttosto che in un altro. Ci sono "blocchi" morali nel nostro comportamento che veicolano verso un modo di comportarci piuttosto che un altro, costruiti con le convenzioni sociali, l'educazione, e infine la legge con la sanzione.

Paolo 1Corinzi 11,19
È necessario infatti che vi siano anche delle fazioni tra voi, affinché siano manifestati tra voi quelli che sono approvati.

Il cosiddetto "merito" divide gli uomini in funzione anche, e non solo, di comportamenti e questo è riconosciuto sia da atei che credenti.

Ciò che davvero accomuna gli animali all'uomo è il dolore (Nozik che è un libertario)

Se si presuppone la volontà alla possibilità e necessità ,come ad esempio smettere di fumare, la sfera della volontà gioca un ruolo fondamentale.
Un istinto è legato al piacere o meno di fare una data cosa, e il piacere fisico è dato dai sensi, ma anche quello psichico gioca un ruolo altrettanto importante.

Ipazia

L'aporia dei ragionamenti fisicalisti sul l.a. risiede nella riduzione della causalità alla causa efficiente della tetralogia aristotelica. La quale a sua volta è solidamente agganciata alla causa materiale. Nel campo della volontà senziente agiscono anche la causa formale e quella finale, non riducibili fisicalisticamente, che si manifestano in una fenomenologia della libertà umana capace di districarsi tra i paletti della necessità in termini di scelta. Della cui (ir)razionalità si può discutere, ma non dei suoi esiti capaci di modificare la realtà, denominati storia. Collettiva e individuale. Della quale nessuna teoria meccanicistica è mai riuscita venire a capo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Uzino

Ipazia@
E per quale motivo causa formale e causa finale non risponderebbero al meccanicismo? Cucino un piatto di pasta: il piatto di pasta sarà la causa formale, risultato della mia necessità di mangiare per soddisfare la mia fame e sopravvivere, quindi causa finale, messa in atto dal mio istinto di sopravvivenza e ricerca del benessere. Poco importa se le motivazioni sono di carattere fisiologico oppure psicologico/umanistico/etico/morale, perché rispondono tutte alla nostra ricerca di benessere, che è istinto comune a tutte le specie. Se costruiamo una statua per venerare una divinità, lo faremo per avere dalla divinità benevolenza, o per cercare conforto dalla sofferenza, o per illuderci di poter concretizzare la nostra speranza che ci sia vita dopo la morte. Le cause formali e le cause finali sono quindi legate, in ultima istanza, ai nostri istinti di fuga dalla sofferenza/ricerca del benessere e paura della morte, e alla stessa stregua di qualsiasi altro animale, rispondono a processi meccanicistici. Nel caso dell'essere umano, questi processi meccanicisti passano anche attraverso la psiche e alle sue raffigurazioni concettuali (anch'essi legati alla catena di causa-effetto in quanto lavorano per associazione), che prefigurano scenari che vogliamo evitare o concretizzare. Un gatto per fuggire davanti a un cane ha bisogno che quel cane ci sia materialmente, l'essere umano immagina la possibilità che ci sia e fugge prima. Non c'è differenza qualitativa, solo quantitativa. La volontà, o per meglio dire lo sforzo di volontà, è un sottoprodotto della suddetta capacità di prefigurare/immaginare/razionalizzare e scatta quando le nostre proiezioni entrano in contrasto con le necessità più immediate e concrete. La volontà si attiva solo ed esclusivamente in favore del "miglior bene", ed è dunque meccanica.
Mi pare ovvio, quindi, che il meccanicismo può eccome modificare la realtà, anzi è l'unica cosa in grado di farlo seguendo una direzione che non sia casuale.

Paul@
[Questo non è libero arbitrio. Non è neppure teoria dei giochi e teoria della scelta studiati in ambito economico. Ci sono sempre cause estrinseche ed intrinseche che determinano i nostri comportamenti. Un evento esterno, o le nostre credenze sono la fonte di come e cosa scegliamo].
Ovviamente, ma quello da me descritto è il libero arbitrio secondo chi ne sostiene l'esistenza: una capacità di sceltà che trascende la catena causa-effetto. Una volontà che si autodetermina/autogenera indipendetemente dalle contingenze. Inconcepibile, scientificamente inaccettabile e, soprattutto, contraddittorio, perché quegli stessi che credono che il libero arbitrio sia libero da processi meccanicistici, allo stesso tempo sostengono che c'è un motivo alla base di ogni scelta. O l'una o l'altra, non si può salvare capra e cavoli: se le scelte sono libere dal meccanicismo, allora non rispondono ad alcuna causa/motivo. Se alla base delle scelta ci sono motivi/cause, allora le scelte rispondono al meccanicismo.

Ipazia

Citazione di: Uzino il 10 Agosto 2019, 14:14:19 PM
Ipazia@
E per quale motivo causa formale e causa finale non risponderebbero al meccanicismo? Cucino un piatto di pasta: il piatto di pasta sarà la causa formale, risultato della mia necessità di mangiare per soddisfare la mia fame e sopravvivere, quindi causa finale, messa in atto dal mio istinto di sopravvivenza e ricerca del benessere.

Ma potrebbe anche essere una pizza (libera scelta nella causa formale), messa in atto per soddisfare la mia golosità del momento (il cibo oltre che una necessità è un piacere) altrimenti andrebbe bene anche una pillola da astronauti scientificamente analoga in termini nutrizionistici.

Nel tuo ragionamento demolisci le cause "libere": formale e finale, ricorrendo sempre alle cause "meccanicistiche" efficiente e materiale (sopravvivenza della struttura biologica).

CitazionePoco importa se le motivazioni sono di carattere fisiologico oppure psicologico/umanistico/etico/morale, perché rispondono tutte alla nostra ricerca di benessere, che è istinto comune a tutte le specie. Se costruiamo una statua per venerare una divinità, lo faremo per avere dalla divinità benevolenza, o per cercare conforto dalla sofferenza, o per illuderci di poter concretizzare la nostra speranza che ci sia vita dopo la morte. Le cause formali e le cause finali sono quindi legate, in ultima istanza, ai nostri istinti di fuga dalla sofferenza/ricerca del benessere e paura della morte, e alla stessa stregua di qualsiasi altro animale, rispondono a processi meccanicistici.


Postulare le "tue" cause finali non le rende con ciò più efficienti

CitazioneNel caso dell'essere umano, questi processi meccanicisti passano anche attraverso la psiche e alle sue raffigurazioni concettuali (anch'essi legati alla catena di causa-effetto in quanto lavorano per associazione), che prefigurano scenari che vogliamo evitare o concretizzare.

Passano attraverso la psiche ma la forma e il fine dello scenario lo decidiamo noi tra le miriadi di possibilità che ci vengono offerte.

CitazioneLa volontà si attiva solo ed esclusivamente in favore del "miglior bene", ed è dunque meccanica.

ma anche del "miglior male" ed è dunque etica.

CitazioneMi pare ovvio, quindi, che il meccanicismo può eccome modificare la realtà, anzi è l'unica cosa in grado di farlo seguendo una direzione che non sia casuale.

Magari fosse così. Sai quante sciocchezze ci saremmo (e saremo) risparmiate  :D

Per superare l'impasse, sia fisica che metafisica, consiglierei di cominciare a ragionare con la categoria dei "gradi di libertà"; su ciò che rimane rimosse le costrizioni: un gatto in gabbia e fuori dalla gabbia non sono la stessa cosa, anche se entrambi si devono nutrire, muoiono e hanno lo stesso dna.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

#328
Come ho già detto altre volte il discorso etico non può che presupporre il libero arbitrio, altrimenti non potremmo che rassegnarci a vivere quella famosa notte delle vacche tutte nere.
Potrei aggiungere, per epater le bourgeois, che la libera volontà é stata deterministicamente acquisita in virtù di un SNC altamente complesso, che si autocorregge, si autosuggestiona, e può imparare ed imparare ad imparare in virtù dei 100 miliardi di neuroni di cui è dotato.
Onde evitare obiezioni di tipo borderline dai nuovi arrivati, aggiungo che ovviamente la libera volontà non é del tutto libera ma precondizionata da molti fattori (ad esempio l'uomo non é libero di diventare invisibile o di mangiare un albero, o di diventare un leader se é stato abusato da bambino.)
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Uzino

[Ma potrebbe anche essere una pizza (libera scelta nella causa formale), messa in atto per soddisfare la mia golosità del momento (il cibo oltre che una necessità è un piacere) altrimenti andrebbe bene anche una pillola da astronauti scientificamente analoga in termini nutrizionistici. Nel tuo ragionamento demolisci le cause "libere": formale e finale, ricorrendo sempre alle cause "meccanicistiche" efficiente e materiale (sopravvivenza della struttura biologica).]

Le demolisco perché non sono libere, ma meccanicistiche esattamente come quelle efficienti e materiali. Meccanicistiche a livello intrinseco dell'agente che le origina, non dell'oggetto originato. 

[Postulare le "tue" cause finali non le rende con ciò più efficienti]

Cerco solo di spiegare al meglio il mio ragionamento, non voglio rendere nulla più "efficiente" di quanto già non lo sia di per se. 

[Passano attraverso la psiche ma la forma e il fine dello scenario lo decidiamo noi tra le miriadi di possibilità che ci vengono offerte.]

Lo decidiamo noi, ma non liberamente. Siamo liberi di fare solo ciò che la nostra indole/le nostre necessità/il nostro stato d'animo/la nostra scala di valori di quel momento ci suggeriscono. Liberi da cause estrinseche, non da quelle intrinseche che operano a livello psicologico/emotivo secondo catene causali. E la volontà, essendo un loro sottoprodotto, si attiverà anch'essa causalmente in accordo con esse.  

[ma anche del "miglior male" ed è dunque etica]

Nessuno agisce per il male. Si può discutere sull'etica, su quanto essa sia più o meno oggettiva, ma non è l'etica a muovere la volontà, quanto la percezione che si ha di essa e il valore che le si attribuisce. Se le attribuisco valore positivo, se ne riconosco ovvero l'importanza, agirò in accordo a essa, altrimenti no. Attribuirò valore positivo ad altre cose, che così come nell'etica, in quanto percepite positivamente, attiveranno la mia volontà. Un assassino non agirà in senso etico, ma il suo agire sarà comunque guidato da una percezione positiva di ciò che fa.

[Magari fosse così. Sai quante sciocchezze ci saremmo (e saremo) risparmiate :D Per superare l'impasse, sia fisica che metafisica, consiglierei di cominciare a ragionare con la categoria dei "gradi di libertà"; su ciò che rimane rimosse le costrizioni: un gatto in gabbia e fuori dalla gabbia non sono la stessa cosa, anche se entrambi si devono nutrire, muoiono e hanno lo stesso dna.]

Il fatto che abbiamo fatto e faremo sciocchezze non dipende certo dalla libertà dal meccanicismo, ma dalla nostra natura, dalla quale non possiamo sfuggire proprio perché è meccanica. Un gatto in gabbia è prigioniero della gabbia e di se stesso, fuori dalla gabbia è prigioniero solo di se stesso.

Ma a fronte di tutto questo discorso, faccio due domande semplici: 
Se la volontà ha una causa, come può essere libera?
Se non ce l'ha, come può essere sotto il nostro controllo e quindi libera?

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