L'evoluzionismo darwiniano è scientificamente attendibile?

Aperto da Socrate78, 03 Maggio 2018, 14:42:39 PM

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baylham

Citazione di: Donalduck il 13 Maggio 2018, 13:42:06 PM

  • innanzitutto che sia possibile, senza presupporre l'intervento di fattori del tutto sconosciuti alla scienza, che a partire da materia inorganica si possa formare qualcosa di internamente organizzato, funzionalmente autonomo (relativamente) e già in qualche modo finalizzato (alla sopravvivenza dell'individuo e della specie) Questo sarebbe il punto 2, ma in realtà senza questo presupposto, perde senso anche il voler dimostrare l'"automatismo" dell'evoluzione, ossia la non necessità di presupporre fattori sconosciuti
  • In secondo luogo che sia possibile (sempre solo con l'azione di forze cieche), a partire da organismi unicellulari che si formino organismi multicellulari con un grado di complessità e organizzazione di un ordine ancora superiore, ossia "comunità di cellule" che sono ben altro che semplici aggregazioni, ma appunto hanno meccanismi di interazione e coordinazione estremamente complessi e coordinati e finalità ancora più precise e dirette in maniera estremamanete precisa non solo alla sopravvivenza dell'individuo e della specie, ma a tutta una serie di obiettivi specifici legati in maniera più o meno indiretta a tali fini principali.
  • In terzo luogo che, anche ammettendo tali possibilità, variazioni genetiche casuali insieme alla "selezione naturale" possano giustificare il passaggio da una specie all'altra, con caratteristiche notevolmente diverse, come da rettile a uccello
   
La mia tesi è che è del tutto impossibile dimostrare tali possibilità, e che si tratta solo di una fantasia slegata da qualunque dato esperienziale o da qualunque elaborazione razionale di tali dati.

Se la finalità esiste, a giudicare dai fatti, i viventi, come individui e come specie, sono finalizzati alla morte e non alla vita.
Nel caso della specie umana circa un 25% dei feti viene abortito spontaneamente, uno scarto molto elevato.

Donalduck

Citazione di: baylham il 15 Maggio 2018, 09:31:21 AMSe la finalità esiste, a giudicare dai fatti, i viventi, come individui e come specie, sono finalizzati alla morte e non alla vita.
Nel caso della specie umana circa un 25% dei feti viene abortito spontaneamente, uno scarto molto elevato.
Che la finalità negli organismi viventi esista e sia quantomeno la sopravvivenza non lo mette in dubbio nessuno, biologi compresi. Monod ne Il caso e la necessità ne parla diffusamente (la chiama teleonomia).
In base al tuo ragionamento, anche qualunque automobile costruita dall'uomo sarebbe finalizzata alla distruzione e non al trasporto di persone, dato che prima o poi cesserà di funzionare e verrà rottamata.
Certo, se non ci si sforza un attimo di capire il senso delle cose e ci si butta sui sofismi, si riesce a rigirare le cose a piacimento, ma a che scopo?

Donalduck

Citazione di: Jacopus il 13 Maggio 2018, 22:38:22 PMLe prove sulla scientificità della teoria si trovano in una serie sterminata di studi di biologia, di genetica, di paleontologia.
Curioso che io ancora non sia riuscito a trovare nessuno che ne citi soltanto una, ovviamente dimostrandone la fondatezza. Quello che fanno tutti è citarle in massa, confidando nell'effetto di aggettivi come "sterminato" "innumerevole"...

Jacopus

Ciao Donalduck. Credo che mettere una lista di testi sia inutile di fronte a chi e' convinto della giustezza della sua teoria pro o contro. Faccio l'esempio della falena betullaria che avrebbe modificato il suo colore a causa dell'inquinamento dell'inghilterra industriale. Vi sono testi a favore di questa tesi e contrari. E tu potresti citare quelli avversi. L'autorevolezza della teoria evoluzionistica deriva dal metodo scientifico adottato. Inoltre se condividiamo gran parte del ns codice genetico con tutte le forme di vita mi sembra gia' una prova evidente che ci siamo sviluppati dalle stesse forme di vita. Le scoperte genetiche hanno confermato quello che aveva gia' delineato Darwin. Abbiamo il 98,2 per cento del Dna in comune con lo scimpanze' e poco meno con il gorilla e l'orango. Questo non significa che discendiamo dallo scimpanze'. L'evoluzione procede a cespuglio non per discendenza diretta. Non a caso il dna del homo sapiens conserva una parte del dna dell'uomo di neanderthal. Ovvero tra i 100.000 e i 30.000  anni fa coesistevano due specie molto simili che potevano anche accoppiarsi fra loro. Lo scioglimento dei ghiacci e la conflittualita' extraspecifica determinarono l'estinzione dell'uomo di Neanderthal.
Se vuoi una bibliografia te la posto nei prossimi giorni ma non credo che possa avere un effetto su coloro che si oppongono alla teoria evolutiva.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#79
Citazione di: Donalduck il 17 Maggio 2018, 18:50:42 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Maggio 2018, 22:38:22 PMLe prove sulla scientificità della teoria si trovano in una serie sterminata di studi di biologia, di genetica, di paleontologia.
Curioso che io ancora non sia riuscito a trovare nessuno che ne citi soltanto una, ovviamente dimostrandone la fondatezza. Quello che fanno tutti è citarle in massa, confidando nell'effetto di aggettivi come "sterminato" "innumerevole"...
Ciò è dovuto credo alle conoscenze superficiali della maggioranza di noi.
Comunque fisserei due punti fermi , per quel poco che ne so'.
1.Darwin era uno scienziato.
2. La teoria dal punto di vista scientifico si presta a critiche , in quanto Darwin stesso cerco' di individuarne tutti i suoi punti deboli.Questo significa che le risposte alla maggior parte delle critiche le si dovrebbero trovare negli scritti di Darwin stesso.

Con cio' voglio dire , che se anche si riuscisse ad affossare la teoria , che è lo scopo di chi ha aperto la discussione , non si può affossare Darwin.

Se le cose stanno  così , se la teoria non è scientifica , perché c'è lo suggerisce Darwin stesso , non rimane da chiederci se nonostante cio' si possa dare ad essa un valore , e se in generale teorie non del tutto scientifiche possano avere un qualche valore.
La risposta è sì , a condizione e nella misura in cui altre teorie scientifiche non le smentiscano, e non mi risulta cio' si verifichi nello specifico della teoria dell'evoluzione.
La risposta è sì perché il confine fra scienza e non scienza non è così definito come ci piace credere , ne' tantomeno definitivo.
La risposta è sì perché una teoria scientifica non nasce dall'oggi al domani gia' bella e fatta.
La risposta è sì perché la teoria non è nata  per essere scientifica, ma per suggerire un criterio di catalogazione di piante ed animali più efficace rispetto ai precedenti riuscendovi con successo.
Ovviamente sarebbe stato impossibile , e infatti temuto, che questi criteri restassero confinati dentro allo scopo iniziale , ma non divenissero oggetto di congetture più o meno verificabili sul campo della ricerca scientifica e no , come in effetti è avvenuto.
In conseguenza di ciò ci ritroviamo in presenza non solo di testi di botanica e zoologia più fruibili , ma anche di una storia della vita sulla terra meglio leggibile.
Quindi gli evoluzionisti lavorando con paleotologi ,botanici , zoolologi , storici , tutti insiemi hanno tratto giovamento ognuno per il suo campo di studi.
Certo , si può dire che ad esempio la storia non è una teoria scientifica.E allora?
Potremmo chiudere con un domandone finale.
Un bestiario organizzato in modo più razionale , e quindi più fruibile , è più vero? Ovviamente no.
Una teoria che riesca a organizzare le conoscenze in modo più razionale che sia scientifica o meno , mantiene intatto il suo valore.
Ci si fissa troppo sul valore scientifico di una teoria, rischiando di perdere di vista il suo vero valore , il quale a volte appare evidente anche ai meno ferrati in materia , e in tal senso credo tutti siamo autorizzati a dire la nostra.
Le critiche in se' sono poi sempre le benvenute , anche quando inquinate da interessi che esulano dalla teoria in se' e dalla sua utilità, che sono poi la quasi totalità di quelle rivolte alla teoria dell'evoluzione , compresa questa discussione.
Non ci vuole uno scienziato , come era Darwin , per capire che mettere uomini e scimmie nello stesso capitolo del bestiario avrebbe dato fastidio ai più, e ancora lo da'.
Le cose però nel frattempo sono cambiate , ma non tanto da non far comprendere ad ognuno di noi il perché di quel fastidio , compresi quelli cresciuti nel frattempo in numero , che quel fastidio non lo sentono, godendosi così appieno il piacere delle nuove conoscenze acquisite , come succede a me.
Non sentirsi parte di alcuna parrocchia ha molti svantaggi , ma anche qualche piccolo vantaggio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Donalduck

#80
Risposta ad Angelo Cannata.
Mi sembra che nel discorso che fai si possano notare dei modi di ragionare viziati. Vediamo se è possibile far luce.
CitazioneIl problema sta tutto nell'alternativa proposta.
Niente affatto. Questo è l'ultimo dei problemi. Non è che perché ignoro i motivi di qualcosa debba per forza trovare una spiegazione, per quanto campata per aria, tanto per non ammettere la mia ignoranza. Il problema è dimostrare che la "teoria" sia per lo meno plausibile, e prima ancora, che si possa considerare una teoria e non una semplice fantasia.

CitazioneA questo punto si potrebbe osservare che si tratta di due argomentazioni contrapposte, entrambe criticabili: evoluzionismo e creazionismo.
Sbagliato. La tesi (non la considero una teoria, come più volte chiarito, perché ritengo che l'argomento non rientri nelle possibilità attuali d'indagine della scienza) del "disegno intelligente", almeno come lo concepisco io (ma non sono l'unico), non fa alcuna supposizione, mancando dati su cui basarsi, su quale sia la provenienza e le modalità di attuazione di questo progetto. Vedo negli esseri viventi tutti i segni di un progetto e mi limito a prenderne atto (che altro è, ad esempio, il DNA, se non parte di un progetto di un essere vivente?). Supporre che dietro il progetto ci siano solo forze cieche ha già ben poco di razionale. Poi, preferire quest'ipotesi fantasiosa e ingiustificabile (e addiritturla considerla come l'unica plausibile) a quella ovvia di supporre un agente intelligente (per quanto sconosciuto, almeno a me), mi sembra spiegabile solo con pesanti e radicati pregiudizi che di razionale non hanno davvero nulla.

CitazioneL'evoluzionismo, per quanto criticabile possa essere, conserva comunque lo scopo di mantenersi nell'ambito della falsificabilità, sperimentabilità, osservabilità, insomma nell'ambito della scienza.
Già, ma non ci riesce per nulla, dato che cerca di inglobare all'interno della scienza aspetti della realtà non indagabili con i mezzi scientifici attualmente disponibili, e per far (finta di fare) questo ricorre a fantasie irrazionali.

Citazioneaggiungo una nota riguardo alla tentazione che abbiamo di individuare intelligenze, disegni intelligenti, dove prima ci pare: l'autocritica ci ricorda che questo tipo di sospetto è strettamente dipendente sia dalla nostra intelligenza, sia dalle idee che abbiamo su cosa sia l'intelligenza
E su cos'altro dovremmo basarci? E' chiaro che quando parliamo d'intelligenza parliamo di quello che conosciamo e sperimentiamo direttamente nella nostra coscienza, di che altro dovremmo parlare? Se vedo intorno a me qualcosa che ha tutta l'aria di un prodotto dell'intelligenza, ossia di qualcosa progettato e costruito con un fine, con modalità di funzionamento che ben evidenziano questi fini (primo fra tutti la sopravvivenza), mi sembra naturale e ovvio supporre che esista un qualche agente (ripeto, di natura sconosciuta) che l'abbia concepito e realizzato. Questo perché l'esperienza mi dice che un agente intelligente è in grado di generare entità finalizzate sulla base di progetti e tecniche, mentre non ho il benché minimo indizio che mi induca a pensare che forze cieche possano generare entità finalizzate e ancor meno entità intelligenti.

Angelo Cannata

Citazione di: Donalduck il 19 Maggio 2018, 16:18:15 PMVedo negli esseri viventi tutti i segni di un progetto e mi limito a prenderne atto
Qual è la differenza tra il tuo prendere atto che negli esseri viventi ci sono tutti i segni di un progetto e il mio prendere atto che nella conformazione delle mucche ci sono tutti i segni di una loro chiarissima finalizzazione alla mungitura da parte dell'uomo?

Jacopus

Sottolineo due aspetti. La discussione si intitola "l'evoluzionismo darwiniano è scientificamente attendibile?". Di questo si tratta. A proposito di un disegno intelligente oppure no, direi che la questione esula dalla discussione qui avviata. Ad ogni buon conto ripeto che la teoria evoluzionista nulla dice e nulla può dire a proposito di un Ente superiore che ha progettato tutto. Teorizza soltanto come si sono sviluppati gli esseri viventi nel corso del tempo. Resta però abbastanza insoluta una domanda fondamentale: come ha fatto la materia inorganica a diventare organica, ma Darwin non si è mai sognato di rispondere a questa domanda.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

#83
Salve. Per Jacopus: Beh,Darwin non lo sapeva e tuttora nessuno lo sa. Darwin credo non si sia posto proprio il problema poiché non riguardava l'ottica in cui si era posto.
Neppure il più grande genio eclettico, una volta che decida di ragionare su qualcosa, può risultare costretto ad esaminare tutto ciò che potrebbe giustificare la cosa di cui sta occupandosi. Troppo facile porre a posteriori un tal genere di domande !!

Chiedersi in che modo il mondo sia passato dall'inorganico all'organico fa parte dei vizi e dei vezzi tipicamente umani. La limitatezza delle nostre menti ci costringe a ragionare per categorie separate e dotate di confini (che sono solamente semantici) poiché non possiamo capacitarci e valutare "in continuo" l'andamento reale di certe trasformazioni, le quali avvengono invece senza cambiamenti di "categoria" di ciò che le anima. A livello sufficientemente elementare non esiste un confine tra viventi e non viventi. Anzi non esistono proprio confini di alcun genere.

Mi si dirà che i viventi consistono in sistemi biochimici che possiedono un metabolismo e si riproducono, e che questo è il "confine".

Ma io potrei replicare : forse che nelle grotte stalattiti e stalagmiti non possiedono un mezzo metabolismo (il catabolismo (nutrizione) od assimilazione...l'l'altro mezzo è l'anabolismo (deiezione) o disassimilazione) ? Esse si nutrono di gocce d'acqua estraendo da queste (grazie alla gravità ed alla propria forma) il calcare che permette loro di accrescersi !

Per quanto riguarda la riproduzione invece, che ne dite di un ciottolo trascinato a mare che le onde poi frantumino sino a ridurlo in sabbia, la quale giace sul fondo finchè la tettonica solleverà il tutto (Dolomiti?) e la sabbia verrà compressa sino a formare strati e blocchi monolitici, ed una volta esposta all'atmosfera comincerà a frantumarsi in ciottoli.....??

Certo è difficile che gli atomi del ciottolo originario si ritrovino poi singolarmente riassemblati nel ciottolo che precipita dalla Marmolada. Ma forse che molecole ed atomi dei figli sono gli stessi dei padri ??.

E' incredibile come quasi tutti noi ci ostiniamo in una visione del mondo che dovrebbe giustificarne l'esistenza secondo NOSTRI CRITERI mentre invece è la nostra esistenza che va giustificata sulla base di CRITERI NATURALI.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#84
Citazione di: Jacopus il 19 Maggio 2018, 18:10:44 PM
Sottolineo due aspetti. La discussione si intitola "l'evoluzionismo darwiniano è scientificamente attendibile?". Di questo si tratta. A proposito di un disegno intelligente oppure no, direi che la questione esula dalla discussione qui avviata. Ad ogni buon conto ripeto che la teoria evoluzionista nulla dice e nulla può dire a proposito di un Ente superiore che ha progettato tutto. Teorizza soltanto come si sono sviluppati gli esseri viventi nel corso del tempo. Resta però abbastanza insoluta una domanda fondamentale: come ha fatto la materia inorganica a diventare organica, ma Darwin non si è mai sognato di rispondere a questa domanda.
Concordo sostanzialmente, ma provo a dire in altro modo quel che con più poesia ha già detto Viator nel risponderti.
In fondo la teoria nella sua essenza è un modo utile di classificare e quindi di trattare una materia che potenzialmente è di estrema complessità.
Se facciamo il percorso mentale inverso rispetto a quello cui ci invita la teoria , dovremo dire che chiamare due esseri diversi con lo stesso nome , ad esempio uomo , è una forzatura.
Ogni classificazione è solo un utile espediente e solo in tal senso esiste la mucca , ad esempio.
Da cio' deriva che la domanda "perché esiste la mucca?" è quantomeno mal posta.
Una domanda corretta sarebbe "perché esistono tanti esseri ognuno diverso dall'altro?" e potrei aggiungere per fare buon peso , viventi e non viventi.
Perché se la teoria è sostanzialmente una classificazione non è però l'unica.
Classifichiamo le cose con pari utilita' in viventi e non viventi.
Solo perché facciamo questa classificazione utile , sembra poi avere un senso chiedersi come faccia il vivente a derivare dal non vivente , ma forse questa domanda vale quanto vale chiedersi perché esiste la mucca.
La domanda giusta è perché esistono le cose, ma anche qui la risposta non c'e'.
Insomma prima ci inventiamo le cose , poi ci crediamo , e poi ci facciamo domande sopra.
Ma più che di un inventare qui si tratta di un inventario.
Una lezione che sembra insegnarci il nostro tempo è che le teorie funzionano indipendentemente dalle domande che ci cuciamo sopra , scientifiche o meno che siano , e se funzionano non significa che sono vere , ma solo che funzionano e a seconda di come funzionano ci sembra utile classificarle in scientifiche , non scientifiche , e quanto altro possa venirci bene, per dominare la complessità delle cose.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Donalduck

Citazione di: Angelo Cannata il 19 Maggio 2018, 17:11:11 PMQual è la differenza tra il tuo prendere atto che negli esseri viventi ci sono tutti i segni di un progetto e il mio prendere atto che nella conformazione delle mucche ci sono tutti i segni di una loro chiarissima finalizzazione alla mungitura da parte dell'uomo?
Ci sarebbe casomai da chiedersi cosa mai abbiano in comune questi due "prendere atto".

Il primo è appunto una constatazione: vedo degli esseri dotati di finalità, dotati di organi e di strutture che hanno una finalità e coordinati tra loro in maniera da convergere verso precisi obiettivi. Come ho gia rilevato in un altro intervento:  "Che la finalità negli organismi viventi esista e sia quantomeno la sopravvivenza non lo mette in dubbio nessuno, biologi compresi. Monod ne Il caso e la necessità ne parla diffusamente (la chiama teleonomia)." Il problema dei biologi è spiegare come la finalità possa nascere dalla non-finalità (in Monod è posto in maniera molto chiara), ossia da quello che fumosamente chiamano "caso", e in questo falliscono miseramente, senza peraltro che la loro fede che "un bel giorno" si arrivi a qualche spiegazione convincente ne risulti scalfita. L'evoluzionismo non è altro che un tentativo di dare una parvenza di plusibilità a questa tesi, ma, come rilevato, fa acqua da tutte le parti.

Il secondo "prendere atto" non è affatto un prendere atto, ma un'illazione priva di fondamento razionale. Può far supporre che si tratti di un pensiero scaturito da una mente infantile che, ancora ignara della complessità del mondo e della vita, creda che tutta l'esistenza ruoti intorno al proprio essere, esista in funzione di esso.

In ogni caso sottolineo che, come già fatto osservare da Jacopus, qui l'argomento è l'attendibilità scientifica (e filosofica, o semplicemente razionale, aggiungerei) dell'evoluzionismo darwiniano, che non dipende dall'attendibilità o meno di altre tesi. Io ho citato quella del progetto intelligente solo per controbattere un'altra fola messa in giro dagli evoluzionisti: ossia che il problema sia scegliere tra evoluzionismo e creazionismo, e non ci siano altre posizioni (compresa quella agnostica, che si limita a registrare che di certe cose non sappiamo un bel nulla). Gli evoluzionisti, sempre per distogliere l'attenzione dalle enormi contraddizioni della "teoria", cercano sempre di spostare la discussione sui dogmi religiosi e la loro evidente inattendibilità, quindi cercano di far passare la teoria del "disegno intelligente" come un tentativo mascherato di reintrodurre il creazionismo dogmatico, mostrando ancora una volta la loro malafede. Ribadisco comunque che non aderisco alla "teoria del disegno intelligente" perché questa vorrebbe passare per teoria scientifica, mentre io nego che possa esserlo (almeno ora come ora).

Angelo Cannata

Tu chiami la finalità una constatazione, ma non è che perché una cosa tu la consideri constatazione, oppure ne parla Monod, allora diventa esistente. Non è che se tu constati che ci sono i fantasmi, oppure Monod dice che ci sono i fantasmi, allora i fantasmi diventano esistenti. Ciò che tu chiami constatazione io posso ritenerlo ciò che tu invece hai riferito alla mungitura delle mucche: un'illazione priva di fondamento razionale, ignara della complessità del mondo e della vita.

Provo a spiegare meglio il grande fraintendimento del pensare di aver constatato una finalità.

Mi sembra convinzione diffusa, accettata, condivisa, ammessa, l'idea che nel mondo animale esista la sopravvivenza come finalità. Mi pare che tutti gli scienziati la pensino in questo modo. In tutte le specie di ogni ordine, grado, tipo, è possibile verificare comportamenti, meccanismi, reazioni, che è possibile "constatare" come segni di una finalizzazione alla sopravvivenza. Per esempio, gli esseri viventi si nutrono con il fine di sopravvivere. Lottano con il fine di sopravvivere. Possiedono anticorpi e meccanismi vari che è facile considerare come finalizzati alla loro sopravvivenza.

Questo è un grossissimo fraintendimento, derivato da uno schema mentale di comodo, quello appunto della finalizzazione alla sopravvivenza.

Vediamo di analizzare un po' in dettaglio cosa succede di fatto.

Immaginiamo che nascono due gatti. Uno è dotato di appetito, aggressività, forza, reattività, l'altro è svogliato, debole, non ne vuol sapere di nutrirsi. È chiaro che nell'ambiente naturale il secondo gatto morirà. Viene lo scienziato, guarda il gatto sopravvissuto e dice: "Vedete? È dotato di tante doti finalizzate alla sua sopravvivenza: appetito, aggressività, forza". Se guardiamo bene come sono andate le cose, il nostro scienziato ha preso un gran cantonata. Nei fatti è successo semplicemente che è sopravvissuto il gatto che possedeva doti che favorivano la sua sopravvivenza; è morto quello che possedeva doti che favorivano la sua morte. Il fatto che le doti che favoriscono la sopravvivenza favoriscano la sopravvivenza non dimostra una finalità, ma semplicemente un meccanismo: in natura si fanno strada i meccanismi che favoriscono quel certo tipo di strada.
Secondo la mentalità che pensa di individuare finalizzazioni, bisognerebbe concludere che anche i computer dimostrano di possedere in sé una finalizzazione alla sopravvivenza, tant'è vero che sulle scrivanie si vedono soltanto computers dotati di quelle qualità che ne favoriscono lo stare in scrivania. Si dovrebbe concludere che certi messaggi che circolano su internet, le cosiddette "Catene di sant'Antonio" (del tipo: manda questo messaggio a tutti i tuoi amici e sarai baciato dalla fortuna), possiedono in sé una finalità a riprodursi e diffondersi, visto che di fatto possiedono in sé quelle qualità che ne favoriscono la riproduzione e la diffusione.

Se ci riflettiamo criticamente, l'idea stessa di fine, in qualunque modo venga usata, è solo una finta di comodo che sembra funzionare per interpretare certi meccanismi; in realtà ciò che possiamo individuare sono solo meccanismi e ancora meccanismi; nessuna finalizzazione è dimostrabile, ma solo meccanismi.

Donalduck

Jacopus:
CitazioneCredo che mettere una lista di testi sia inutile di fronte a chi e' convinto della giustezza della sua teoria pro o contro. Faccio l'esempio della falena betullaria che avrebbe modificato il suo colore a causa dell'inquinamento dell'inghilterra industriale. Vi sono testi a favore di questa tesi e contrari. E tu potresti citare quelli avversi.
Non vorrei proprio imbarcarmi in una discussione del genere. A me interessa solo discutere tramite argomentazioni, non citazioni (salvo che si inseriscano come parte dell'argomentazione), tantomeno indicazioni bibliografiche. Queste non sono vere discussioni, ma scambi di informazioni bibliografiche che possono essere utili in via accessoria, ma non possono e non devono, a mio parere, mai sostituire le argomentazioni dirette. In una discussione a cui per me valga la pena di partecipare, ognuno si prende in prima persona la responsabilità delle sue affermazioni e l'onere di dimostrarle direttamente, senza rimandi o deleghe.

CitazioneL'autorevolezza della teoria evoluzionistica deriva dal metodo scientifico adottato.
Come già detto, nego sia l'autorevolezza (da non confondere con la reputazione di autorevolezza) che la scientificità, che vanno dimostrate e non mi risultano.

CitazioneInoltre se condividiamo gran parte del ns codice genetico con tutte le forme di vita mi sembra gia' una prova evidente che ci siamo sviluppati dalle stesse forme di vita.
Non direi proprio. Considera ad esempio i diversi modelli di automobili di una stessa marca, o le varianti di uno stesso modello. Condividono un gran numero di caratteristiche e molti pezzi possono essere uguali, ma non significa affatto che una "si sia sviluppata" da un'altra. Questa è un'ipotesi valida solo se si presuppone (o si postula) che le auto si siano "fatte da sole", ossia siano venute fuori "spontaneamente" (sempre per usare gli iperproblematici termini usati dai biologi riduzionisti), come gli evoluzionisti pensano degli esseri viventi.
Se invece ci si basa unicamente sui fatti e non sulle supposizioni, l'unica cosa evidente è che i progetti hanno molto in comune e che quindi è facile che siano riconducibili a un'unica "fonte" (qui, dato che non ne sappiamo nulla, ogni termine è puramente allusivo) o a fonti affini, non che i risultati dei progetti e i progetti stessi siano nati l'uno dall'altro.
Nel caso degli esseri viventi non abbiamo motivo di escludere che i passaggi da una specie a un'altra (macroevoluzione) e a gradi di complessità sempre maggiori, siano avvenuti per mutazioni, ma anche in questo caso permane la necessità di postulare l'esistenza di un fattore sconosciuto che è intervenuto nel guidare le mutazioni in modo che gli esseri restassero adatti alla vita e usassero nelle maniere più sofisticate, diversificate e ingegnose l'interazione con l'ambiente a loro vantaggio (ossia per garantire meglio la sopravvivenza dell'individuo e della specie), dal momento che le forze cieche (il "caso" più la selezione naturale) sono del tutto insufficienti a formulare qualunque spiegazione plausibile (per i motivi da me più volte estesamente esposti).

Angelo Cannata

Citazione di: Donalduck il 20 Maggio 2018, 12:27:09 PM... permane la necessità di postulare l'esistenza di un fattore sconosciuto che è intervenuto nel guidare le mutazioni...
Perché fare appello a fattori sconosciuti quando quelli conosciuti risultano già più che sufficienti, come ho mostrato nel mio precedente messaggio a proposito del fraintendimento sulla finalizzazione?

baylham

Citazione di: Donalduck il 20 Maggio 2018, 09:52:02 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 19 Maggio 2018, 17:11:11 PMQual è la differenza tra il tuo prendere atto che negli esseri viventi ci sono tutti i segni di un progetto e il mio prendere atto che nella conformazione delle mucche ci sono tutti i segni di una loro chiarissima finalizzazione alla mungitura da parte dell'uomo?
Ci sarebbe casomai da chiedersi cosa mai abbiano in comune questi due "prendere atto".

Il primo è appunto una constatazione: vedo degli esseri dotati di finalità, dotati di organi e di strutture che hanno una finalità e coordinati tra loro in maniera da convergere verso precisi obiettivi. Come ho gia rilevato in un altro intervento:  "Che la finalità negli organismi viventi esista e sia quantomeno la sopravvivenza non lo mette in dubbio nessuno, biologi compresi. Monod ne Il caso e la necessità ne parla diffusamente (la chiama teleonomia)." Il problema dei biologi è spiegare come la finalità possa nascere dalla non-finalità (in Monod è posto in maniera molto chiara), ossia da quello che fumosamente chiamano "caso", e in questo falliscono miseramente, senza peraltro che la loro fede che "un bel giorno" si arrivi a qualche spiegazione convincente ne risulti scalfita. L'evoluzionismo non è altro che un tentativo di dare una parvenza di plusibilità a questa tesi, ma, come rilevato, fa acqua da tutte le parti.

Comprendo che si respinga l'evoluzionismo darwiniano, che non si accettino le spiegazioni date, ma le contestazioni poste in questo forum rivelano una scarsa conoscenza della teoria che si respinge. Almeno un testo divulgativo, come "L'orologio cieco" di Dawkins, andrebbe letto per capire il significato e il ruolo del caso in biologia e per evitare di riproporre in continuazione la deformante rappresentazione dell'evoluzione darwiniana basata sul puro caso, una sciocchezza madornale. 
Il libro di Monod tratta del caso e della necessità, dell'invarianza del codice genetico e della sua varianza, come Darwin tratta del caso e della selezione naturale. In breve non c'è il solo caso, c'è anche la selezione. Selezione significa che il sistema non vivente e vivente nel suo complesso, l'ambiente, sceglie, ha delle preferenze, prende delle direzioni, si determina. 

Il caso, nella sintesi neodarwiniana, perché Darwin non conosceva la genetica, che ha ulteriormente corroborato, rafforzato la sua teoria, significa che le mutazioni del codice genetico alla base dello sviluppo delle variazioni dell'organismo vivente non sono preordinate ad un determinato sviluppo biologico dell'organismo: in parole povere e banali il gene non conosce il risultato della sua mutazione e ciò vale anche per un eventuale progettista. Inoltre le mutazioni del codice genetico non funzionano certamente come il gioco della lotteria, non sono disposizioni con ripetizione aleatorie di elementi, disposizioni che hanno uguale probabilità e non avvengono per caso, ci sono specifici mutageni come le radiazioni solari o altre sostanze chimiche. Inoltre applicare schemi probabilistici all'innovazione, all'incertezza, all'evoluzione quindi, non ha senso, è un esercizio fuorviante, contraddittorio, perché essa, l'innovazione, l'incertezza, l'evoluzione rompe proprio lo schema probabilistico, non c'è uno schema. 

Gli organismi più semplici, virus o batteri, e i vegetali non hanno alcuna finalità di sopravvivenza, dato che non hanno alcuna  coscienza. La volontà dell'uomo che aspira all'immortalità contrasta con la sua morte. Perché gli organismi  viventi si rompono come le cose? 
L'occhio ha la finalità di vedere, ma la miopia, la cataratta o la daltonia, in generale le malattie, quale finalità di sopravvivenza hanno? L'aborto  spontaneo della donna, il 20-25% dei casi, quale finalità di sopravvivenza ha per il feto o per la donna?

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