L'essere è una causa od un effetto ?

Aperto da viator, 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM

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viator

Salve a tutti. I frequentatori del Forum già conoscono la mia indole leggera ed ironica, e solo nuovi o distratti lettori non avranno presente la mia personale definizione dell'essere (significato filosofico del verbo "essere") che mai ho approfondito qui per mia personale pigrizia e che comunque in passato ho espresso e citato in non pochi miei trascorsi e variegati interventi.


Tale mia definizione risulta in "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", ed a qualcuno apparirà criptica od involuta solamente perchè costui sarà abituato alla analisi masturbatoria del pensiero e non alla semplice, banale sintesi fondata sui significati di poche semplicissime parole.

Non ho mai letto di qualcuno che commentasse la mia definizione, oppure mi facesse presente che essa è giusta piuttosto che sbagliata, ovvia perchè già arcinota nel passato della storia della filosofia......piuttosto che originale benchè espressa da un asino incolto.

A questo punto vengo colto da un dubbio : non è che nessuno commenti una simile stoltaggine solamente perchè io l'ho formulata in modo assurdo ?. Ma come si fa logicamente a distinguere tra di loro (ad "incernierare") cause ed effetti ? Anche in ciò io mi sono cimentato in passato :

       
  • causa : lo stato di un qualsiasi ambito relativo PRIMA dello stabilirsi di una relazione;
  • effetto : lo stato di un qualsiasi ambito relativo DOPO lo stabilirsi di una relazione.
A questo punto però, per le menti sottili non credo di avere fatto grandi progressi filosofici.


Perciò adesso voglio provare a porre la questione dell'"essere" in modo diverso, cioè come da titolazione di questo nuovo "topic.

Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Socrate78

L'essere è CAUSA. Infatti ogni effetto, per prodursi, presuppone per forza l'essere di qualcos'altro che c'era prima e lo sottintende, ad esempio se un soggetto viene concepito è perché prima l'essere dei genitori ha prodotto tale effetto, quindi l'effetto (il concepimento) presuppone l'essere (esistenza) dei genitori che lo producono.
Così come il riscaldarsi di un oggetto posto al sole presuppone l'essere del Sole che lo riscalda, di conseguenza non si avrà mai un essere che sia solo effetto, dietro l'effetto c'è sempre un ESSERE che costituisce la causa. Nella mia ipotesi teista L'ESSERE SOMMO (cioè Dio o anche se si preferisce la Coscienza assoluta) è la causa primordiale da cui derivano tutti gli esseri finiti, che a loro volta causano in una catena continua determinati effetti.
In un'ipotesi atea esistono comunque un essere eterno, che è la MATERIA, che evolvendosi si determina nei singoli esseri, ma anche in questo caso l'essere (la materia) è causa e non è effetto dei singoli enti.

daniele22

Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
Salve a tutti. I frequentatori del Forum già conoscono la mia indole leggera ed ironica, e solo nuovi o distratti lettori non avranno presente la mia personale definizione dell'essere (significato filosofico del verbo "essere") che mai ho approfondito qui per mia personale pigrizia e che comunque in passato ho espresso e citato in non pochi miei trascorsi e variegati interventi.


Tale mia definizione risulta in "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", ed a qualcuno apparirà criptica od involuta solamente perchè costui sarà abituato alla analisi masturbatoria del pensiero e non alla semplice, banale sintesi fondata sui significati di poche semplicissime parole.

Non ho mai letto di qualcuno che commentasse la mia definizione, oppure mi facesse presente che essa è giusta piuttosto che sbagliata, ovvia perchè già arcinota nel passato della storia della filosofia......piuttosto che originale benchè espressa da un asino incolto.

A questo punto vengo colto da un dubbio : non è che nessuno commenti una simile stoltaggine solamente perchè io l'ho formulata in modo assurdo ?. Ma come si fa logicamente a distinguere tra di loro (ad "incernierare") cause ed effetti ? Anche in ciò io mi sono cimentato in passato :

       
  • causa : lo stato di un qualsiasi ambito relativo PRIMA dello stabilirsi di una relazione;
  • effetto : lo stato di un qualsiasi ambito relativo DOPO lo stabilirsi di una relazione.
A questo punto però, per le menti sottili non credo di avere fatto grandi progressi filosofici.


Perciò adesso voglio provare a porre la questione dell'"essere" in modo diverso, cioè come da titolazione di questo nuovo "topic.

Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.


Ciao viator, eccomi qui col mio candore a stupirti nuovamente. Siccome anch'io sono pigro non sono andato in cerca di dove ho risposto al tuo:

"Tale mia definizione risulta in "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", ed a qualcuno apparirà criptica od involuta solamente perchè costui sarà abituato alla analisi masturbatoria del pensiero e non alla semplice, banale sintesi fondata sui significati di poche semplicissime parole.


Non ho mai letto di qualcuno che commentasse la mia definizione, oppure mi facesse presente che essa è giusta piuttosto che sbagliata, ovvia perchè già arcinota nel passato della storia della filosofia......piuttosto che originale benchè espressa da un asino incolto."


Sarà difficile che tu compia il famoso "mutate le mutande dobbiamo stare attenti a non risporcarle" quando non ricordi quel che dissi non più di un mese orsono. In ogni caso non l'avevo giudicato un cattivo modo per esprimere l'idea, anzi, molto semplice ed efficace.
La risposta che diedi era che la condizione per la quale le cause producono i loro effetti doveva ricercarsi nel principio di attrazione e repulsione che stanno alla fonte del comportamento di tutto ciò che si muove visto dal suo punto di vista. Se vuoi ci mettiamo dentro pure gli stati aggregativi della materia senza vita. Un pezzo di ferro non può essere solido a 2000 gradi celsius. Per quale motivo? Per quale motivo a volte è bivalente e a volte trivalente? Se dopo vuoi sapere se questo principio deriva da altra causa chiedilo ai fisici che speculano sul big bang o sui buchi neri o su che altro non so. Io mi accontento di Eraclito per quel che riguarda il logos, aggiungendo la gestione della legna come fonte della polemica. Ovvero, la gestione della legna rappresenta il luogo dove noi abbiamo distorto la purezza del semplice logos. Era quasi inevitabile, dato anche che l'incertezza sembra dominare nel presente, tanto oggi quanto ieri. E per questo intervento ti addebito 120 eurocentesimi del mio preziosissimo tempo. D'altra parte, devo pur far giungere le sette di sera

viator

Salve ragazzi e grazie. Vedo che si comincia a fare chiarezza. Di fronte al quesito filosofico Socrate 78 tira in ballo Dio (essere=causa prima=Dio) mentre daniele22 tira in ballo la scienza fisica con tanto di ferraglia fusa.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
[size=78%]Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.[/size]
Ma se al posto di "delle due una" ci mettiamo "entrambi" ciò equivale a "l'essere non è "?
Non credo possa sostenersi ciò in quanto l'effetto è a sua volta causa nella catena deterministica.





Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

#5
Citazione di: iano il 11 Giugno 2021, 19:38:22 PM
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
[size=78%]Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.[/size]
Ma se al posto di "delle due una" ci mettiamo "entrambi" ciò equivale a "l'essere non è "?
Non credo possa sostenersi ciò in quanto l'effetto è a sua volta causa nella catena deterministica.

Save iano : provo come dici tu :Ovvero, entrambi : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxNon capisco. Puoi rispiegarmi cosa - secondo te - cosa implicherebbe la sostituzione di "delle due l'una" con "entrambi" ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

daniele22

Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 20:45:29 PM
Citazione di: iano il 11 Giugno 2021, 19:38:22 PM
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
[size=78%]Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.[/size]
Ma se al posto di "delle due una" ci mettiamo "entrambi" ciò equivale a "l'essere non è "?
Non credo possa sostenersi ciò in quanto l'effetto è a sua volta causa nella catena deterministica.

Save iano : provo come dici tu :Ovvero, entrambi : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxNon capisco. Puoi rispiegarmi cosa - secondo te - cosa implicherebbe la sostituzione di "delle due l'una" con "entrambi" ?. Saluti.


Ciao ancora una volta viator. Sicuramente tu non hai letto il mio topic sull'esistenza e la conoscenza, coerentemente con le tue idee che non te ne frega nulla del fondamento della conoscenza. Ma lì ad un certo punto dico che forse sono intervenuti Dio o i Marziani aggiungendo che se ne riparlerà. Or dunque, alla fine di tutti i miei pensieri tengo ancora in piedi tali ipotesi. Evidentemente Socrates opta per Dio (fuori di noi) mentre io opto per dio (dentro di noi). So stato bbravo?

Phil

Per inquadrare l'essere non mi pare necessario ricorrere alla causalità, per quanto sia la chiave di lettura del mondo solitamente più calzante e scientifica, abitualmente memore della differenza (im)portante fra la categorizzazione umana (causa/effetto) dell'esistenza e l'esistenza come condizione a prescindere dalla sua lettura umana (il solito "non confondere la categoria con il contenuto della categoria").
Il punto di partenza di ogni (onto)logica, come già scritto recentemente e in passato, è l'identità: identificare «x» significa affermare che «x è, esiste», ovvero x ha l'esistenza come sua proprietà, x è nella situazione di essere, x è presenza situata (nella mente, nel mondo esterno o altrove).
Essere (con la maiuscola solo perché siamo ad inizio paragrafo) sarebbe quindi l'atto di avere esistenza, ovvero essere-presenza o, se non si vuole usare «essere», risultare presenza (empirica, mentale, ideale o altro), il far parte dell'insieme di tutto ciò che ha la proprietà dell'esistenza («far parte dell'insieme» non equivale a «essere l'insieme»). L'essere non è forse sempre un risultare-presente (per quanto la presenza sia declinabile in differenti modalità)?
Persino, pensando ad una possibile falsificazione per assurdo, un dio o altro ente incausato e non causante sarebbe, ovvero risulterebbe-presenza (a suo modo, ma non divaghiamo), sarebbe nella situazione di essere, pur non causando nulla, né essendo causato. Meno cervelloticamente: posso guardare un sasso ed affermare che è, senza considerare minimamente da cosa esso sia causato, né cosa esso causi (senza voler qui cavillare gnoseologicamente se esso causi percezione o sia effetto di percezione, se esso esista anche se nessuno lo percepisce, causalmente o meno, etc.).
La «condizione per la quale le cause producono i loro effetti» (cit.) si presta forse meglio come definizione del divenire (o del determinismo), e seppur sappiamo che (ovviamente usando le nostre categorie) tutto l'essere è in divenire, il nostro sasso, muto e immobile, è emblema di come anche qualcosa che non divenisse (non fosse nella condizione di produrre effetti), potrebbe nondimeno essere (se non altro perché, ontologicamente parlando, è l'essere a dare senso alle categorie che se ne occupano, non viceversa; detto altrimenti: è l'esistenza della carta che dà un senso alle varie "categorie" di origami, non viceversa, e affermare che la carta consiste nella condizione per cui le pieghe modificano la forma dell'origami è darne una visione parziale, per quanto non certo scandalosa).
Se l'essere è risultare-presenza (definizione che ha già una sua storia, non invento nulla), cos'è la presenza? La presenza è l'esser-oggetto; l'esser-oggetto è, umanamente parlando, l'essere identificabile (nello spazio e nel tempo) da un soggetto, che può "oggettificare" anche se stesso nell'autocoscienza (risultando "presente a se stesso" ed affermando «io sono»).
Si può dunque rivolgersi all'essere anche fuori dalla dicotomia causa/effetto, trattandolo come "presenza precategoriale", senza che ciò comporti affermare che l'essere non è.

Ipazia

essere è un verbo, nemmeno presente in tutte le lingue. Per chiunque lo voglia approfondire consiglio il libro di Andrea Moro: breve storia del verbo essere. Tutti i problemi sono nati con la sua reificante sostantivazione giunta nella nostra tradizione alla forma compiuta: Essere è il Verbo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Ciao daniele22. citandoti : "Ciao ancora una volta viator. Sicuramente tu non hai letto il mio topic sull'esistenza e la conoscenza, coerentemente con le tue idee che non te ne frega nulla del fondamento della conoscenza. Ma lì ad un certo punto dico che forse sono intervenuti Dio o i Marziani aggiungendo che se ne riparlerà. Or dunque, alla fine di tutti i miei pensieri tengo ancora in piedi tali ipotesi. Evidentemente Socrates opta per Dio (fuori di noi) mentre io opto per dio (dentro di noi). So stato bbravo?".



Ciao !. Sei stato bbbbbbravissimo come spesso ti succede. Sono io che ho testa assai diversa dalla tua. Ti leggo e quasi mai ti capisco. Della conoscenza ti ho già detto che non conosco modo di conoscerla se non per aver sperimentato percezioni sensoriali esaminate dalla mia psiche, trovate da questa come psichicamente non destabilizzanti, quindi poi autorizzate dalla mia psiche stessa a venir convogliate dala nastro trasportatore della mia coscienza fino alla mia mente (reparto "magazzini della memoria cosapevole"), restando poi a disposizione di altri future percezioni che la mente confronterà con quelle nuove e quelle vecchie già giacenti in memoria onde poter stabilire la loro eventuale reciproca similitudine o congruità......allo scopo di creare eventuali accostamenti mentali che permettano di generare la cosiddetta "esperienza fattuale" che tu chiami "conoscenza" e che mi servirà (in collaborazione con i contenuti psichici, irrazionali, inconsapevoli ed istintuali) per prendere di volta in volta le "migliori" decisioni possibili.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#10
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 20:45:29 PM
Citazione di: iano il 11 Giugno 2021, 19:38:22 PM
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
[size=78%]Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.[/size]
Ma se al posto di "delle due una" ci mettiamo "entrambi" ciò equivale a "l'essere non è "?
Non credo possa sostenersi ciò in quanto l'effetto è a sua volta causa nella catena deterministica.



Save iano : provo come dici tu :Ovvero, entrambi : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxNon capisco. Puoi rispiegarmi cosa - secondo te - cosa implicherebbe la sostituzione di "delle due l'una" con "entrambi" ?. Saluti.
Spiegami invece tu, sempre ammesso che qualcuno ti risponda come tu intimi, che l'essere sia solo causa o, in alternativa solo effetto, una volta stilata questa improbabile statistica poi che conclusioni ne traiamo?
Saresti così gentile da anticiparcelo?
Io ho detto entrambi e mi hai fulminato.
Phil ha detto , anche nessuno dei due, e l'ha passata liscia.
Ipazia parimenti ha risposto contravvenendo al tuo diktat, e anche lei una tiratina d'orecchi se la meriterebbe, o no?
Daniele non saprei perché , proprio come succede a te , non lo capisco.
Aspettiamo dunque una risposta fra quelle ammesse, se mai arrivasse.
Non credi che a noi interessi conoscere il tuo pensiero invece di apprendere una sterile statistica?
Oppure tu credi che con questa tua nuova formulazione della questione, tentata perché lamenti che le precedenti non hanno avuto audience, la avrai con certezza, come sembri mostrare.
Da dove trai questa certezza che tutti l'abbiano compresa questa volta da pretendere una risposta secca?
Non avremmo il diritto di criticare questa formulazione come pure le precedenti ?
Non avresti dovuto meglio sollecitare una risposta al perché non hai avuto finora risposte per le tue precedenti formulazioni, invece di proporcene una che, chissà perché, questa volta tu sei certo essere quella giusta.
Per me è sbagliata esattamente come le precedenti .
Sono sicuro, vista la tua insistenza sulla questione, che hai una precisa idea in testa.
Si, ma quale?


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#11
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM


Tale mia definizione risulta in "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", ed a qualcuno apparirà criptica od involuta solamente perchè costui sarà abituato alla analisi masturbatoria del pensiero e non alla semplice, banale sintesi fondata sui significati di poche semplicissime parole.

Non ho mai letto di qualcuno che commentasse la mia definizione, oppure mi facesse presente che essa è giusta piuttosto che sbagliata, ovvia perchè già arcinota nel passato della storia della filosofia......piuttosto che originale benchè espressa da un asino incolto.

Già che predichi sintesi, non vorresti meglio dire " A causa B ".
Perché dobbiamo aggiungere prodotti e condizioni?
Vedi bene che da questa sintetica formulazione non può nascere alcuna questione se l'essere è causa oppure effetto.
Abbiamo due cose che esistono nel tempo e sono legati da una relazione. Punto.
Cosa altro dobbiamo dire?
A me sembra che cadi nello stesso errore che agli altri imputi come  un vizio mentale masturbatorio..
La differenza è che tu riesci a masturbarti sinteticamente.
Magari poi arriveremo a capire che abbiamo perfetta identità di vedute, se capissi cosa vuoi dire.
Perché non è che la sintesi in se' sia sinonimo di comprensibilità.
Hai usato infatti poche parole di chiaro significato, ma che sembrano assemblate a caso.
Non ci trovo un senso.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#12
Cos'è  "essere" l'ha spiegato bene phil. Nè causa, nè effetto, ma condizione di esistenza. Concordo pure sulla correlazione tra causalità e divenire. Le cose sono cose. È solo il divenire (i "fatti" di Wittgenstain) a permettere di postulare relazioni causali.

Anche nella mitologia ebraica il significato di "essere" è pura esistenza. Il nume, interrogato sulla sua identità, risponde a Mosè: "Io sono colui che è". Assolutamente incausato.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 22:50:25 PM
Ciao daniele22. citandoti : "Ciao ancora una volta viator. Sicuramente tu non hai letto il mio topic sull'esistenza e la conoscenza, coerentemente con le tue idee che non te ne frega nulla del fondamento della conoscenza. Ma lì ad un certo punto dico che forse sono intervenuti Dio o i Marziani aggiungendo che se ne riparlerà. Or dunque, alla fine di tutti i miei pensieri tengo ancora in piedi tali ipotesi. Evidentemente Socrates opta per Dio (fuori di noi) mentre io opto per dio (dentro di noi). So stato bbravo?".



Ciao !. Sei stato bbbbbbravissimo come spesso ti succede. Sono io che ho testa assai diversa dalla tua. Ti leggo e quasi mai ti capisco. Della conoscenza ti ho già detto che non conosco modo di conoscerla se non per aver sperimentato percezioni sensoriali esaminate dalla mia psiche, trovate da questa come psichicamente non destabilizzanti, quindi poi autorizzate dalla mia psiche stessa a venir convogliate dala nastro trasportatore della mia coscienza fino alla mia mente (reparto "magazzini della memoria cosapevole"), restando poi a disposizione di altri future percezioni che la mente confronterà con quelle nuove e quelle vecchie già giacenti in memoria onde poter stabilire la loro eventuale reciproca similitudine o congruità......allo scopo di creare eventuali accostamenti mentali che permettano di generare la cosiddetta "esperienza fattuale" che tu chiami "conoscenza" e che mi servirà (in collaborazione con i contenuti psichici, irrazionali, inconsapevoli ed istintuali) per prendere di volta in volta le "migliori" decisioni possibili.


Ciao a tutti, specialmente a viator. Mi è toccato riguardarla almeno quattro o cinque volte quella esposizione del professor Bancalari su Essere e tempo (data pure la mia osticità a comprendere il linguaggio filosofico) per convincermi che il suo pensiero (quello di Heidegger) non coincideva col mio. Alla fine compresi che era il perfetto opposto del mio, che è tra l'altro l'esatto opposto del tuo modo di pensare. Quindi per me tu sei Heidegger e non viator.
Tu parti proprio col piede sbagliato ... Le cose per mio conto dovrebbero svolgersi così: Il tuo corpo percepisce una sensazione. A quel punto tu hai due vie. O te ne freghi e non indaghi oltre, oppure cerchi il segno della tua sensazione e lì da qualche parte forse lo trovi. Nel primo caso tu saprai che ci sono delle cose che generano una sensazione. Nel secondo caso realizzerai l'esistenza di qualcosa che ha generato la sensazione e ne avrai al tempo stesso la conoscenza primeva. Ergo, le cose esistono solo se tu le fai esistere.
Il pensiero heideggeriano è perfettamente coerente se lo si riferisce all'esserci dello Stato nei confronti degli altri Stati, non dell'individuo. Per l'individuo è necessaria una grammatica quantistica. Come mai, tra le altre cose esistono o esistevano delle particelle sub atomiche che erano associate allo "charme"?
Ci sarebbe veramente da ridere se saltassero fuori i Marziani

viator

Salve phil. Citandoti: La «condizione per la quale le cause producono i loro effetti» (cit.) si presta forse meglio come definizione del divenire".

Secondo me non è che si presti meglio come definizione del divenire. Si presta ugualmente bene in quanto l'essere è l'intero, le cause (lo stare) e gli effetti (il divenire) sono le due metà dell'intero.

Perciò la definizione che riguardi l'intero varrà (risulterà sinonima) per l'insieme delle parti che lo compongano. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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