Menu principale

L'altruismo

Aperto da baylham, 20 Maggio 2016, 09:45:38 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

baylham

La rilettura del saggio "L'altruismo e la morale" di Francesco Alberoni e Salvatore Veca è stata molto tempo fa lo spunto per una riflessione prolungata sul binomio egoismo/altruismo, sulla morale e sul conflitto.

La tesi dei due autori è che la morale emerga dalla combinazione di due componenti: l'impulso altruistico e la razionalità. Ritengo che questa tesi sia errata. Se, come riconoscono gli stessi autori, le regole giuridiche di uno stato sono allineate, convergenti con le regole morali dominanti, allora non si comprende la genesi e la permanenza di istituti giuridici quali la proprietà privata e il matrimonio monogamico così pervasivi e confliggenti con l'impulso altruistico.

Data l'ampiezza e l'importanza della questione, ho ritenuto opportuno di affrontarla suddividendola in tre parti, iniziando dall'altruismo.

Definisco l'altruismo il prendersi cura dei bisogni, dei voleri dell'altro in modo ordinariamente prevalente rispetto ai bisogni, voleri propri. Un esempio pratico di altruismo è l'atteggiamento di cura affettuosa della madre verso il neonato.

Dopo avere definito il concetto, l'analisi dell'altruismo mi ha posto un imprevisto e sconcertante problema: non sono stato in grado di immaginare una società umana che sia fondata sul principio altruistico. Il fatto che storicamente una società altruistica non sia comparsa, che non ci siano modelli teorici relativi, dimostra che il problema è effettivo, reale. I miei falliti tentativi controfattuali di costruzione ideale di una società altruistica rivelano gli ostacoli che ne impediscono la realizzazione, che riassumo di seguito:

1) l'informazione.  Per soddisfare i bisogni, voleri dell'altro bisogna conoscerli. L'acquisizione dell'informazione non è immediata come nel caso dell'egoismo, bensì mediata attraverso l'espressione del corpo e il linguaggio dell'altro. L'efficacia e l'efficienza dell'altruismo sono inevitabilmente compromesse: la determinazione della natura, dell'intensità e della gerarchia tra i bisogni dell'altro è complicata, difficile da ottenere.

2) Il pluralismo. L'altro non è un singolo, ma l'insieme degli individui, la collettività. Se i bisogni, voleri degli altri sono in concorrenza, conflitto tra di loro, il sentimento altruistico si trova in una condizione di paralisi. Questo problema è irresolubile per l'altruismo e ne mina all'origine la pratica concreta.

3) La disfunzione. Se la pulsione principale e fondamentale è diretta a soddisfare i bisogni dell'altro per tutti gli individui, è evidente che le relazioni, gli scambi sociali tra individui sono contrastanti, divergenti. La possibile soluzione consiste nell'accettare la cura premurosa dell'altro unicamente per soddisfare la sua pulsione, ma ciò comporta una distorsione, una disfunzione nel soddisfacimento dei bisogni: per esemplificare pensiamo a quanto sia riprovevole rifiutare un dono nonostante sia indesiderato.

4) La selezione. Dal punto di vista biologico è ragionevole supporre che le specie viventi originarie abbiano sviluppato il sentimento egoista per un motivo banale: mentre un individuo egoista è autosufficiente, un individuo altruista dipende per definizione dalla relazione con gli altri. Si tratta di un livello di complessità certamente superiore e caratterizzato dai problemi sopra esposti. Dopo che il sentimento egoista ha preso il sopravvento, l'emergere e affermarsi di un sentimento altruista generale diventa un'impresa irrealizzabile, un'utopia, perché l'energia di un individuo altruista sarà totalmente assorbita nel compito di soddisfare i bisogni egoistici altrui trascurando i propri e l'individuo sarà rapidamente destinato all'estinzione, la sua natura altruistica lo porterà a sacrificare la vita per gli altri con soddisfazione.

Concludo questa breve disamina dell'altruismo con due osservazioni.
Un individuo autenticamente altruista non esprime rimostranza o riprovazione verso le manifestazioni egoistiche della società perché gli consentono di realizzare il suo istinto profondo.
Per quanto messo in evidenza, l'altruismo non costituisce una panacea, una soluzione dei mali derivanti dall'egoismo prevalente nella società umana come molti sostengono, anzi potrebbe dare luogo a conseguenze drammatiche e negative se praticato radicalmente.

Sono curioso di conoscere le vostre obiezioni e/o soluzioni ai problemi che ho sollevato sull'altruismo.

Sariputra

#1
Praticare l'altruismo è pesantissimo. Le soddisfazioni sono poche, a volte nulle, qualche grazie e qualche sorriso. Troppo poco per soddisfare la sete di riconoscimento della propria bontà che l'altruista si aspetta e alla quale anela con tutto il suo essere. L'altruismo richiede tempo da dedicare agli altri, sottraendolo al tempo occupato alla propria soddisfazione ( anche se l'altruista ritiene in parte che si possa provare soddisfazione completa nel donarsi agli altri) e quindi va contro la natura profonda dell'ego che cerca in primis la propria soddisfazione. Praticare l'altruismo significa usare le proprie risorse economiche per donarle agli altri e questo va contro il bisogno di sicurezza che noi cerchiamo nelle proprietà. Praticare l'altruismo significa anche dare agli altri , parliamoci chiaro, quel denaro che preferiremmo istintivamente dare , per es., ai nostri figli. E' vero che, se il mondo fosse fatto di soli altruisti, non ci sarebbe alcun bisogno di accantonare risorse per la nostra vecchiaia o per aiutare i figli. Non ci sarebbe addirittura bisogno del denaro e delle proprietà. Ma questo ideale va contro la natura profonda dell'ego umano, che vuole sopra ogni cosa aggrapparsi alle cose e sentirle proprie, perchè questo è fondante la sua identità. Paradossalmente mi sembra che un mondo di soli altruisti sarebbe un mondo senza identità personali. L'uomo sarebbe un semplice veicolo per il passare di mano in mano tutte le cose. Una sorta di car sharing universale. Un orrore insomma. Non è resistito nemmeno nelle prime comunità cristiane. Si mettevano tutti i beni insieme, nella collettività, ma poi...c'erano quelli che mangiavano il doppio degli altri, poveracci avevano fame; quelli che dormivano più degli altri e lavoravano meno, poveracci erano un pò pigri...Insomma , la natura umana ha preso il sopravvento e...addio comunità cristiane primitive. Anche gli animali difendono il territorio, con senso di possesso, e praticano sì l'altruismo ma solo all'interno del branco o del formicaio...In definitiva mi sembra che sia proprio la nostra natura l'egoismo e l'altruismo...un'elevazione, una disciplina morale che vorrebbe staccare i nostri piedi dal fango in cui sguazzano...inutilmente direi.
Immaginiamoci solo che, al mattino, ci fosse un via vai di gente che entra ed esce da casa "nostra", che apre la dispensa e usa il nostro bagno mentre noi...usciamo per entrare e usare il bagno della casa di fronte e farci il caffè con la moka del vicino...nel frattempo che lui si ingroppa la nostra compagna e noi ci proviamo con la sua... :)
Mi sa che alla fine finiremmo per ammazzarci peggio di adesso...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

paul11

In gioventù ho creduto fortemente nella possibilità che si potesse costruire una società altruistica o comunque socialmente equa e giusta,Ho capito che almeno nel mio tempo di vita non sarebbe stato possibile. Forse in un futuro e forse remoto.
Il problema è riuscire a sublimare l'istinto in una morale e razionalizzarla, vale a dire saper esercitare un impulso egoistico e "spostarlo" in una alternativa altruistica, vale adire provo più felicità ad essere altruista che ad essere egoista.
E'  possibile? Ci sono esempi, ma quunti sono su sette miliardi di persone? ma soprattutto mi sconforta che nella legge di natura vince il più forte ,non il più buono; dove il forte è agente attivo per il suo esercizio egoistico mentre l'altruista difficilmente può esercitare la forza, non è nella sua natura e la sentirebbe lui per primo come contraddittoria.

L'altruista è costretto a far forza su se stesso sui suoi principi morali che sono divenuti sua essenza, non può permettersi la regola del possesso, per cui gelosia e invidia sono fuori dal suo vocabolario.

HollyFabius

Secondo me non si possono analizzare separatamente l'altruismo e l'egoismo. Altruismo ed egoismo rappresentano due prospettive diverse dello stesso meccanismo di conservazione di una specie/gruppo a discapito di altre specie/gruppi.
L'egoismo di una specie, la sua efficienza nel preservarsi, la sua volontà di conservazione e di accrescere di potenza ai danni delle altre specie è tradotta in pratica attraverso l'altruismo dei suoi componenti che migliora le possibilità della specie nel suo complesso.
L'egoismo di un popolo, di una classe sociale, di un gruppo locale, ecc. ecc. vengono sempre realizzati unitamente a forme di altruismo intra-gruppo.
Anche se spostiamo l'analisi del dominio dell'egoismo a entità diverse, possiamo sempre trovare la corrispondente forma di altruismo che permette di accrescere la potenza complessiva del dominio sottoposto ad analisi.

memento

#4
Citazione di: HollyFabius il 22 Maggio 2016, 12:02:38 PM
Secondo me non si possono analizzare separatamente l'altruismo e l'egoismo. Altruismo ed egoismo rappresentano due prospettive diverse dello stesso meccanismo di conservazione di una specie/gruppo a discapito di altre specie/gruppi.
L'egoismo di una specie, la sua efficienza nel preservarsi, la sua volontà di conservazione e di accrescere di potenza ai danni delle altre specie è tradotta in pratica attraverso l'altruismo dei suoi componenti che migliora le possibilità della specie nel suo complesso.
L'egoismo di un popolo, di una classe sociale, di un gruppo locale, ecc. ecc. vengono sempre realizzati unitamente a forme di altruismo intra-gruppo.
Anche se spostiamo l'analisi del dominio dell'egoismo a entità diverse, possiamo sempre trovare la corrispondente forma di altruismo che permette di accrescere la potenza complessiva del dominio sottoposto ad analisi.

Si,ma non è un altruismo incondizionato.
Se un individuo diventa un peso per la comunità, verrà inevitabilmente allontanato e isolato dal resto del gruppo. Non c'è spazio per la compassione. Inoltre non dobbiamo dimenticare che all'interno di ogni branco vige un'organizzazione gerarchica. Il più forte,che tiene le redini del comando, avrà diritto ad accoppiarsi con più femmine e a sfamarsi prima e in misura maggiore. Attraverso la conservazione e la riproduzione dei tipi più forti la specie potrà garantirsi un futuro più ricco. Solo a questo scopo l'altruismo del branco ha un senso,e così anche la sopravvivenza dei tipi più deboli. Ricordiamo che nelle società umane la divisione fra nobili,plebei e schiavi è resistita fino a due secoli fa in Occidente,mentre in alcune parti del mondo è ancora presente. Vista da questa prospettiva,anche lo schiavismo è una forma di altruismo,ma non credo soddisfi le aspettative.

Sariputra

L'altruismo eleva moralmente l'individuo, se disinteressato ma...è un atto che si può definire "spirituale"? O è anch'eso un meccanismo biologico utile al mantenimento della specie? L'essre umano , se non avesse praticato "anche" l'altruismo, sarebbe stato in grado di prevalere e trasformare il pianeta in un gigantesco formicaio di esseri affamati di ogni cosa e di ogni soddisfazione?
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

paul11

In fondo penso che ognuno dal suo punto di vista stia dicendo delle verità.
E' vero che nella legge del branco esiste una sua identità e quindi un bene comune, ma nello stesso tempo l'ordine gerarchico vine combattuto egoisticamente.Quando cacciano  e si si difendono l'altruismo sta nel gioco di squadra del branco perchè è più efficace ed efficiente , quando si tratta di regole del branco allora si lotta per prevalere.
Nel dominio culturale è avvenuto che le leggi di natura da una parte si siano formalizzate nel diritto, il possesso e la proprietà vengono garantiti come lo era l'atavica territorialità nella natura.Quello che mi ha dato e mi da tuttora un poco di fiducia sono le conquiste civili e sociali dentro l'ordinamento giuridico del diritto.Il debole, il povero, il malato, hanno comunque una sussistenza
pur prevalendo la forza che quì diventa la posizione sociale dentro i poteri giuridici ed economici.
La forza bruta è sublimata con il potere politico ed economico, la nazione di un popolo  sostituisce il branco, e  quelli che sono pietà, compassione, diventano una base di diritto sociale nell'assistenza istituzionalizzata nel diritto
L'altruismo in effetti può essere un gesto ipocrita, a mio parere, ad esempio  tutta la gestione degli africani ed asiatici che stanno migrando in Europa è ipocrisia  vestita di altruismo,E' portare gli schiavi senza prelevarli con navi, sono loro che si pagano il viaggio.
L'altruismo è il valore della fratellanza e penso che possa ai giorni nostri avere forza solo con il riconoscimento di un diritto. e la premessa di un diritto è una questione morale che a sua volta è sublimare un istinto,
Detto in termini "crudi" significa  che i dislivelli delle disuguaglianze sociali sono egoistici per cui l'altruismo è praticato laddove esiste l'egoismo, se tutti si sentissero fratelli e uguali e fosse formalizzato nella legalità organizzativa  non ci sarebbe bisogno di altruismo inteso come una forma di carità .Ancora più crudamente e realisticamente significa che se un diritto è una conquista è dentro la dialettica della forza, l'egoista non cederà mai il privilegio.

Jacopus

Sull'altruismo c'è la famosa parabola dei porcospini di Schopenhauer. Credo che sia imbattibile per descrivere brevemente la condizione umana nei suoi aspetti, per così dire, sociali.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

baylham

Aprendo questa discussione sull'altruismo ho riservato ad un successivo intervento il tema della morale e quindi anche del giudizio morale sull'altruismo e sull'opposto egoismo.

La sopravvivenza dei mammiferi senza la cura parentale è impensabile, quindi l'uomo non può sussistere senza l'altruismo. Inoltre, sebbene le ordinarie relazioni sociali siano prevalentemente egoistiche, ritengo che l'altruismo sia molto più rilevante nella specie umana che nelle altre specie. Altruismo che è rivolto soprattutto ai parenti più prossimi, al compagno, agli amici, oppure in forme limitate ad un gruppo o una collettività più vasta oppure straordinariamente all'estraneo, al nemico, fino a giungere al sacrificio della propria vita.

Tuttavia mi interessa capire perché la società umana non sia fondata sull'altruismo come pratica individuale ordinaria e prevalente nelle relazioni con gli altri, che cosa ha impedito e impedisce tuttora l'affermarsi dell'altruismo, partendo da una ipotesi che elimina alla radice il problema se l'istinto, il sentimento umano sia fondamentalmente altruistico oppure no, dando questo fatto per scontato. Ho immaginato una società in cui l'altruismo sia la condizione dominante dell'azione individuale, l'impulso fondamentale.  Ebbene il risultato mi appare inconcepibile, senza senso. Vorrei capire se ho sbagliato qualcosa, se manca qualche elemento che potrebbe rovesciare questo risultato e rimettere in piedi la possibilità di una società fondata sull'altruismo.

Altrimenti diventa scontata la conclusione che l'egoismo sia una necessità ineludibile per la stessa esistenza dell'altruismo.

L'esempio dei porcospini di Schopenhauer riguarda la reciprocità, il mutuo vantaggio, una combinazione di egoismo e altruismo, non è puro altruismo.

Duc in altum!

**  scritto da baylham:
CitazioneIl fatto che storicamente una società altruistica non sia comparsa, che non ci siano modelli teorici relativi, dimostra che il problema è effettivo, reale.
Come non ci sono modelli teorici relativi?!?!  ???


CitazioneUn esempio pratico di altruismo è l'atteggiamento di cura affettuosa della madre verso il neonato.
E che difficoltà incontra una mamma ad essere affettuosa col proprio figlio? L'altruismo deve comportare una rinuncia, e non del superfluo, ma del necessario. Altrimenti siamo nella dimensione del perbenismo, della simulazione opportunista della bontà (es. gli 80 euro), del cattolicesimo da salotto. Altruismo è quando quella donna/madre cura affettuosamente il figlio di colei che le sta antipatica, o che non frequenta per mero pregiudizio.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

paul11

#10
Citazione di: baylham il 24 Maggio 2016, 09:39:33 AMAprendo questa discussione sull'altruismo ho riservato ad un successivo intervento il tema della morale e quindi anche del giudizio morale sull'altruismo e sull'opposto egoismo. La sopravvivenza dei mammiferi senza la cura parentale è impensabile, quindi l'uomo non può sussistere senza l'altruismo. Inoltre, sebbene le ordinarie relazioni sociali siano prevalentemente egoistiche, ritengo che l'altruismo sia molto più rilevante nella specie umana che nelle altre specie. Altruismo che è rivolto soprattutto ai parenti più prossimi, al compagno, agli amici, oppure in forme limitate ad un gruppo o una collettività più vasta oppure straordinariamente all'estraneo, al nemico, fino a giungere al sacrificio della propria vita. Tuttavia mi interessa capire perché la società umana non sia fondata sull'altruismo come pratica individuale ordinaria e prevalente nelle relazioni con gli altri, che cosa ha impedito e impedisce tuttora l'affermarsi dell'altruismo, partendo da una ipotesi che elimina alla radice il problema se l'istinto, il sentimento umano sia fondamentalmente altruistico oppure no, dando questo fatto per scontato. Ho immaginato una società in cui l'altruismo sia la condizione dominante dell'azione individuale, l'impulso fondamentale. Ebbene il risultato mi appare inconcepibile, senza senso. Vorrei capire se ho sbagliato qualcosa, se manca qualche elemento che potrebbe rovesciare questo risultato e rimettere in piedi la possibilità di una società fondata sull'altruismo. Altrimenti diventa scontata la conclusione che l'egoismo sia una necessità ineludibile per la stessa esistenza dell'altruismo. L'esempio dei porcospini di Schopenhauer riguarda la reciprocità, il mutuo vantaggio, una combinazione di egoismo e altruismo, non è puro altruismo.

No, il bambino umano è egoista e anche cattivo perchè è ancora istinto e non ha ancora morale  e condizioni educative .
Il mio parere è che l'evoluzione del bambino fino alla maturità  è la metafora della  storia dei diritti civili e sociali che sono recente storia del secolo scorso.
Non credo alla bontà di natura, semmai li temperamento o di carattere, come ci sono razze di cani più mansueti e altri più aggressivi.
Arrivo a dire che lo stereotipo religioso è il demone istinto e carnale e l'astrazione morale e culturale divina: noi viviamo già dentro di noi questa dialettica che appare nella formazione umana dal bambino alla maturità.
L'istinto animale egoistico singolo e sociale del branco, non è una costruzione culturale, perchè l'altruismo è il gesto, l'atto della gratuità che non costruisce obblighi di nessun genere in chi riceve e va al di là dei vincoli di parentele, amicizie, relazioni economiche, ecc.
Quindi l'altruismo può essere concepito come un iniziale istinto della gregarietà sociale animale, che costruisce con la cultura l'altruismo, per cui il termine non è appropriato nel mondo animale.

Lo spiego forse meglio così.
Gli istinti sono "basali" appaiono immediatamente nella prole umana che è completamente natura nel moneto in cui nasce.
Quella coscienza che costituirà la base dell'uomo-cultura entra dialetticamente nello scontro con la natura già in ciascuno di noi.
Nella natura non c'è il buono, il cattivo, il bello o il brutto, sono tutte costruzioni culturali .L'apparire dell'altruismo è una condizione formulativa dentro una cultura di una modalità di motivazioni e atteggiamenti che sono legati comunque a quel primario istinto gregario , lo ha "spostato""traslato" dalla natura nella cultura. La  stessa cosa è avvenuta con l'egoismo , è dentro la cultura nelle orgainzzazioni socio-economiche L'egoismo è più potente dell'altruismo, ma non in assoluto.Non è detto che sarà per sempre vincente se storicamente muteranno le culture come è mutato il concetto di diritto nell'ultimo secolo.Non è che l'uno sopprimerà l'altro, così come non è potuto mai avvenire nel passato , il problema è armonizzarli dentro il diritto.

baylham

A Duc in altum!

Quali sono i modelli teorici di una società fondata sull'altruismo?

La madre che cura il proprio bambino è altruista. Infatti si applicano almeno due dei problemi rilevati: l'informazione e la pluralità. Il principale problema di un genitore verso il neonato è proprio quello di capire i suoi bisogni, interpretare il linguaggio del suo corpo, per soddisfarli correttamente: perché l'infante piange è uno degli interrogativi più angosciosi per un genitore affettuoso. Il secondo problema è quello che poni tu, a quale bambino rivolgere le cure. Anche se rivolto alla propria prole non sottovaluterei comunque l'importanza del sentimento altruistico dei genitori, il bambino è comunque un altro da sé. Essere genitore è faticoso, impegnativo, comporta innumerevoli rinunce e sacrifici.

A paul11

Il neonato, bambino non è né egoista né cattivo, come gli istinti non sono cattivi, anzi costituiscono la radice profonda della moralità. Rinvio questa discussione al tema della relazione tra egoismo/altruismo e moralità.

L'altruismo per vincere deve affrontare e risolvere i problemi che ho sollevato, ai quali finora nessuno ha dato risposta.

Duc in altum!

**  scritto da baylham:
CitazioneQuali sono i modelli teorici di una società fondata sull'altruismo?
Uno, teoricamente più che valido, è il modello evangelico.
Ben definito, non più solo in teoria, nel libro degli Atti degli Apostoli.


CitazioneLa madre che cura il proprio bambino è altruista.

Certo, questo è vero, ma solo se lo deduco dall'eventualità che la madre potrebbe anche decidere/scegliere di non curarlo. In quel caso sì, hai ragione, è altruista, però non per dovere, ma per volere. L'essere altruista per dovere, invece, è accudire, soprattutto contro la propria volontà, il figlio della madre bisognosa.

Ieri sera, e non per caso, visto che io credo nelle Dio-incidenze, ho visto in DVD, a casa, il film "La bella gente". Vale la pena osservare, in quella meravigliosa, per me, sceneggiatura, la linea sottile tra l'essere altruista per davvero (il dovere), e l'essere altruista per apparenza (il volere).
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

paul11

Citazione di: baylham il 25 Maggio 2016, 11:57:38 AMA Duc in altum! Quali sono i modelli teorici di una società fondata sull'altruismo? La madre che cura il proprio bambino è altruista. Infatti si applicano almeno due dei problemi rilevati: l'informazione e la pluralità. Il principale problema di un genitore verso il neonato è proprio quello di capire i suoi bisogni, interpretare il linguaggio del suo corpo, per soddisfarli correttamente: perché l'infante piange è uno degli interrogativi più angosciosi per un genitore affettuoso. Il secondo problema è quello che poni tu, a quale bambino rivolgere le cure. Anche se rivolto alla propria prole non sottovaluterei comunque l'importanza del sentimento altruistico dei genitori, il bambino è comunque un altro da sé. Essere genitore è faticoso, impegnativo, comporta innumerevoli rinunce e sacrifici. A paul11 Il neonato, bambino non è né egoista né cattivo, come gli istinti non sono cattivi, anzi costituiscono la radice profonda della moralità. Rinvio questa discussione al tema della relazione tra egoismo/altruismo e moralità. L'altruismo per vincere deve affrontare e risolvere i problemi che ho sollevato, ai quali finora nessuno ha dato risposta.

L'unico sistema per vincere l'egoismo individuale è codificarlo in una collettività, vale a dire limitarlo.Questo è il pensiero socialista e comunista, di conseguenza si perde nella libertà individuale ,ma si amplifica i valori di uguaglianza e giustizia sociale.
Società altruiste le vedi in diverse etnie tribali, dove si caccia e si mangia insieme, dove ad esempio il pozzo dell'acqua o il forno per cuocere è collettivo,ecc.

L'altruismo serve a poco o niente nella nostra società capitalistica, se non come atto pietistico caritatevole,  e quind iha la parvenza di un'ipocrisia, perchè ben sapendo che il diritto non ha formalizzato uno stato di uguaglianza, ha creato divisioni socio economiche non solo nei redditi ,ma nei bisogni e necessità.
Il capitalista che sfrutta tutta la vita con bassi salari o crea disoccupati , e fa il magnanimo e mugnifico creando fondazioni caritatevoli o fa vedere che da beneficienza , è un ipocrita non un altruista.

Questo non significa però, come avevo scritto nel post precedente che l'atto totalmente gratuito e con una coerenza comportamentale possa essere altruistico anche in questa società fondata sul possesso e la proprietà.

baylham

A Duc in altum!

Un altruismo per piacere mi sembra più genuino, autentico di un altruismo per dovere.
Non ritengo che il cristianesimo sia fondamentalmente altruista, bensì egoista, come ho già motivato nel precedente forum.

Non considero, rispondendo anche a paul11, il comunismo primitivo cristiano o il comunismo in generale fondati sull'altruismo. Infatti giustamente gli autori comunisti non evidenziano il movente altruistico come sentimento, valore fondante dei loro modelli sociali, bensì la reciprocità, il mutualismo, la solidarietà, l'eguaglianza, e comunque la prevalenza della collettività sull'individuo.

Per comprendere la radicale alterità dell'altruismo rispetto alla logica ordinaria egoista, faccio questo esempio: un altruista autentico ad un ricco egoista non gli chiederebbe di distribuire la sua ricchezza, gli chiederebbe di che cosa ha bisogno, che cosa potrebbe fare per lui.