Ipotesi regressive e minacciose dell’evoluzionismo

Aperto da hystoricum, 03 Aprile 2022, 07:06:09 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

Riflettevo sul fatto che la nostra pretesa di capire come stanno le cose riposa su una ipotesi non detta, che la materia sottostia a leggi fisiche, ma allo stesso tempo non definiamo la materia come ciò che sottostà a leggi fisiche.
La materia viene prima delle leggi fisiche, attraverso la nostra percezione, ma la nostra percezione non và oltre ad aiutarci.
Io parto come al solito dal pregiudizio che una domanda priva di risposta è una domanda mal posta, perchè nasce sempre da una ipotesi nascosta.
L'ipotesi nascosta potrebbe essere che la materia obbedisce certamente a leggi fisiche, anche quando non le conosciamo ancora.
Potrebbe non essere del tutto vero.
Ciò che accomuna materia organica ed inorganica è che entrano dentro schemi che si ripetono, ed è questa ripetizione che fà emergere alla nostra percezione, sia sensoriale che strumentale, estraendolo dal caos potenziale, un qualcosa che diciamo materia, ma non tutti gli schemi sono descrivibili in forma di leggi, a quanto pare.
Ma alla descrizione dei fenomeni è sufficiente la rilevazione di schemi.
Quando gli schemi si fanno leggi ciò aiuta il governo dei fenomeni  consentendoci di prevederli.
Il rischio è però che noi si attribuisca a questo passaggio, da schema a legge un significato che non c'è.
Noi sappiamo ben descrivere il comportamento della materia organica perchè esso presenta precisi schemi, ma non siamo in grado di prevederlo. Tendiamo ad attribuire questa mancata prevedibilità come ad un libero arbitrio posseduto dalla materia organica.
Se definiamo in modo chiaro la materia come ciò che sottostà a leggi, e non riduttivamente a schemi, allora la materia organica, non è materia.
Il paradosso è che se trovassimo le leggi a cui sottostà la materia organica, quello che otterremmo è di sapere della materia organica quanto ne sappiamo di quella inorganica, cioè nulla.
Ci manca una definizione operativa di materia , in CHIARO.
Dobbiamo dire che la materia, al di là della nostra percezione, e quindi al di là delle apparenze, è quella cosa che si comporta in un certo modo e non in un altro.
Da una definizione del genere si potrebbe ad esempio dedurre che la cosiddetta materia organica non è materia, perchè non si comporta secondo definizione, e quindi, anche quando appare materia, non lo è.
Non possiamo chiederci come fà la vita nascere dalla materia, dando per scontato che sappiamo cosa sia, solo perché tutti pensano di saperlo.
Se vogliamo progredire nella comprensione non possiamo accontentarci di condividere una sensazione, ma dobbiamo condividere una definizione operativa di materia.
La materia è quella cosa che si comporta così e così...
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#106
L'universo possiamo anche immaginarlo deterministico, ma non è da dare per scontato perciò che come deterministico lo   si possa comunque  rilevare.
Quindi se noi lo rileviamo come deterministico, almeno in parte, c'è una causa che sta dentro quella parte. Quale?
Direi la relativa scarsa densità della materia nell'universo.
Provate a rilevare il determinismo in un oggetto denso come quello che ha dato inizio all'universo stesso.
Come potreste isolare le cause significative dall'infinità possibile di cause?
Quell'universo denso potrebbe anche essere deterministico, ma voi non potreste mai rilevarlo come tale.
Nell'universo attuale ci riusciamo, ma dimenticando che le cause potenziali continuano ad essere infinite.
Immaginate adesso la materia organica come soggetta a un qualche tipo di estrema densità, non fisica quindi, ma ad esempio una densità informativa, che nella mia ignoranza, provo a individuare nella complessità della catena informativa del DNA.
Una densità che è andata crescendo mentre scemava quella fisica, ed anzi anche a causa di ciò, perchè è sull'aumento di entropia che si sostiene la vita.
Un Big Bang di materia diventa un big crunch di informazione con una densità che impedisce di isolare le cause significative, perchè tutte lo sono.
MATERIALMENTE impossibile prevederne il comportamento.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#107
Dentro il caos è contenuta ogni possibile sintassi, ma per avere una sintassi precisa occorre trovare il modo di isolare una parte di caos e mantenerlo in isolamento. Ma perchè dalla sintassi si passi alla semantica l'isolamento non deve essere pura teoria, ma realtà, e il passaggio sta nell'azione che può attribuirsi a quella parte in quanto permanente.
Azione volta a restare immune da quella entropia di cui si alimenta. Essa non possiede un ordine intrinseco, perchè il caos da cui è stata isolata non lo possiede, ma si costituisce come ordine nel suo permanere, mentre fuori di essa, nel restante caos, nulla permane.
E' nel suo  ripetersi che una sintassi acquista significato, perchè è il suo ripetersi a definirla realmente.
Non c'è un altro modo di dargli un significato.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#108
Nel linguaggio corrente spieghiamo il significato di una parola con altre parole, e quelle parole ancora con altre, in un circolo che sembra vizioso.
Una serie di operazioni potenzialmente del tutto arbitrarie.
Diciamo che qualcosa di potenzialmente arbitrario equivale ad altro di potenzialmente arbitrario.
Ciò può avere un senso solo se togliamo arbitrarietà, se non alle parole, alla loro equivalenza. Ciò equivale infatti a dare significato alle parole quando le spieghiamo con altre parole.

La matematica ci fornisce un esempio di ciò.
A  ipotesi arbitrarie si applicano regole logiche arbitrarie, e ciò che ne risulta sono equivalenze non più arbitrarie.
Creiamo in tal modo modelli che con diversa fortuna applichiamo alla realtà.
In teoria si tratterebbe di un processo per tentativi ed errori, e quindi non dovremmo sorprenderci del potere della matematica di descrivere la realtà, se non sottolineando  i successi, nascondendo sotto il tappeto gli errori.
Se la matematica è una invenzione arbitraria ciò spiega bene la sua capacità di descrivere la realtà, capacità che si attua nel dispiegare un gran numero di modelli da mettere in competizione.
Ogni creatore di un modello può ben credere che quello sia il modello giusto, e che la sua derivazione non sia arbitraria, perchè in fondo il suo compito è quello di difenderlo dagli altri con quello in competizione.
Non basta avere tanti modelli, ma bisogna crederci per metterli alla prova, e ci vogliono quindi tanti creatori di modelli, perchè un singolo individuo non può assumersi il compito di credere allo stesso tempo a tanti modelli fra loro in contraddizione.
Occorre che al modello sia legata la dignità di chi lo sostiene.
Questo ovviamente ha anche dei risvolti non poco negativi a voi tutti noti, perchè facciamo esperienza quotidiana di essi su questo forum.
E' una perfetta simulazione di lotta per la sopravvivenza, dove però chi perde, ammettendo la sconfitta, e accodandosi al vincitore, non viene eliminato.
E' in effetti una vittoria su se stessi, una trasmutazione delle nostre profonde convinzioni, che sembrano parte di noi, impossibili da cambiare restando noi stessi, come indelebilmente codificate.
Eppure questi solchi scavati profondamente dentro noi fino a darci forma, possono essere colmati e ridefiniti.
Ma è fondamentale comunque che essi abbiano un relativo carattere di permanenza. Che possiedano inerzia al cambiamento.
Una ipotesi và mantenuta il tempo sufficiente per essere messa alla prova della realtà.
E' solo una ipotesi di realtà parallela, ma per essere messa alla prova và vissuta come fosse realtà. Bisogna cioè crederci.
Cosa c'è di più arbitrario, quanto di più radicato di una fede?
In questa capacità di immedesimazione, nel credersi parte reale di un racconto inventato, almeno nel tempo che il racconto abbia modo di srotolarsi, c'è una capacità umana, che pur con tutti i risvolti negativi che ben conosciamo, compresi quelli tragici, ha del miracoloso.

Quale compito speciale dentro questo quadro deve ritagliarsi il filosofo?
Quello di non credere a nessuna storia, senza al contempo rendere inefficace il mettere alla prova della realtà le storie, facendosi portatore di storie.
Non è un compito facile. Non è un compito per tutti.
E' un compito speciale.
Ma è allo stesso tempo un compito come un altro, perchè ogni compito a suo modo è speciale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Il filosofo dovrebbe essere quel modello agognato di uomo che riesca a mettere in modo efficace alla prova della realtà le sue invenzioni evitandone i possibili risvolti tragici.
Su questa fede dovrebbe basarsi la fede filosofica, diversamente da quanto finora fatto, che non esiste alcuna verità, ma che ogni cosa può assumersi come tale.
Arrivarci sarebbe una bella prova di maturità per l'umanità.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Citazione di: Alberto Knox il 12 Aprile 2022, 23:22:58 PMla vita  supera la morte grazie alla conservazione della specie. La vita non usa la morte, usa la riproduzione di se stessa a ciclo infinito.
Salve Alberto. Non sono d'accordo. La vita non riuscirebbe a riprodursi senza gli effetti della morte. Se i corpi, gli organismi, cessata la loro funzione vitale, svanissero nel nulla e senza che i loro resti restassero "a disposizione"..........la riproduzione dovrebbe ogni volta consistere nella reiterazione di un processo che per moltissimi di noi (non da me) viene dato per impossibile : ogni nuova vita dovrebbe sorgere, ogni volta, dalla materia inorganica. A questo punto...............come minimo.........sai che fatica !!. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alberto Knox

Citazione di: iano il 13 Aprile 2022, 00:23:36 AMRiflettevo sul fatto che la nostra pretesa di capire come stanno le cose riposa su una ipotesi non detta, che la materia sottostia a leggi fisiche, ma allo stesso tempo non definiamo la materia come ciò che sottostà a leggi fisiche.
Esattamente Iano . E aggiungo col dire che  le leggi fisiche  sono enunciati relativi a classi di fenomeni , si dice che esiste un certo teorema di pitagora, ma non è che lo possiamo prendere a calci .
In che modo si può stabilire l'esistenza separata trascendente delle leggi? Se le leggi si manifestano soltanto attraverso i sistemi fisici (nel modo cioè, in cui tali sistemi si comportano) tutti possono vedere una mela che cade , noi osserviamo gli oggetti, non le leggi. Noi scopriamo regolarità e collegamenti reali nella natura, gli scienziati, sulla base di tale esperienze usano il ragionamento induttivo per sostenere che queste regolarità hanno forma di legge . è importante rendersi conto che le leggi da sole non descrivono completamente il mondo. Per esempio sappiamo che una palla sparata da un cannone seguirà una traiettoria parabolica ma ci sono molte parabole diverse , alcune sono alte, altre basse , lunghe o corte e diverse traiettorie. La parabola particolare seguita da una palla particolare dipenderà dalla velocità e dall angolo di proiezione. A queste grandezze si fa riferimento come alle "condizioni inziali" . Le leggi della parabola più le condizioni inziali determinano la traiettoria della palla.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: viator il 13 Aprile 2022, 11:21:43 AMLa vita non riuscirebbe a riprodursi senza gli effetti della morte. Se i corpi, gli organismi, cessata la loro funzione vitale, svanissero nel nulla e senza che i loro resti restassero "a disposizione"........
Certo questo è vero, gli atomi del mio corpo sono passati da entità diverse nel corso della loro storia, un tempo gli atomi che mi costituiscono potevano far parte di ua albero, alcuni di una montagna, altri dei capelli di Gesù o della punta del suo naso. E quando il mio tempo sarà finito si libereranno andando a formare altri corpi, altre piante, altri animali, altri esseri viventi che continueranno a scandire il ritmo della vita, ciascuno, con la propia sinfonia e a suo modo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

#113
Citazione di: iano il 13 Aprile 2022, 09:11:18 AMlL filosofo dovrebbe essere quel modello agognato di uomo che riesca a mettere in modo efficace alla prova della realtà le sue invenzioni evitandone i possibili risvolti tragici.
Su questa fede dovrebbe basarsi la fede filosofica, diversamente da quanto finora fatto, che non esiste alcuna verità, ma che ogni cosa può assumersi come tale.
Arrivarci sarebbe una bella prova di maturità per l'umanità.
Bhè la mia posizione filosofica la conoscete, è quella della Relazione. Mi limito a copiare ciò che ho ripetuto più volte nel topic "cosa vuol dire Logos?":
" Tutto quello che vediamo e che tocchiamo o che pensiamo è il risultato di un aggregazione di elementi primordiali . è tutto un salire , e quello che è curioso che il termine che dicevo "logos" signfica parola, significa frase, significa discorso e significa ragione , intendondo la ragione come il sistema logico che fa si che una parola possa costituire una frase e una frase possa costituire un discorso e un discorso possa costituire qualcosa di ragionevole. Tutto ha questo tipo di logica, il DNA, le triplette di nucleotidi, che si chimano codoni, che codificano gli aminoacidi , i quali poi codificano le proteine che sono la base della vita ecc ecc tutto è così. L'aria che resperiamo è un isieme di gas, un sistema. Siamo fatti di sistemi e anche la comunicazione mediata dalle parole è un sistema e anche le parole sono esse stesse un sistema . Questi sistemi entrano in una relazione armoniosa fra noi e il mondo esterno , fra il mondo delle idee e il mondo della materia , la relazione armoniosa che si crea fra mondo delle idee platonico e mondo sensibile dell esperienza è ciò che esattamente io defenisco con logos. E questa logica relazionale è all origine delle parole all origine delle relazioni fra atomi a formare sistemi di atomi e delle relazioni fra le leggi fisiche e i fenomeni naturali.  Tutto questo è sostenuto da una logica armoniosa di aggregazione relazionale . En archè en o logos, il principio è la relazione. l archè non è da ritenersi come principio inteso come l'inizio. Nel Logos vi troviamo un principio che non è solo l'inizio ma è  il principio costitutivo dell essere . in principio era il logos dovrebbe essere letto come "il principio è nel logos" l'inizio è paragonato al suono di una campanella che indica l'inizio dell orario di lezione, essa però non ha più nulla a che vedere con la lezione se non averne avvisato l'inizio. con principio si intende causa e principio di tutte le cose, un principio che è in essere all evoluzione, che permane come fondamento  e verso il quale l'uomo  ripone la sua fede. Dicendo Logos si nomina così la sorgente e il porto dell'esistenza , nonchè la sorgente dell infomazione che consente all'energia di strutturarsi in materia organizzata così da diventare vita, vita intelligente , vita come spirito creativo .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Discussioni simili (2)