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indivisibile.

Aperto da iano, 20 Agosto 2019, 16:43:49 PM

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iano

1.Ciò che non ha parti .
2.Cio' che ha parti inseparabili.
Queste due definizioni non sono equivalenti , e magari ce ne saranno altre che mi sfuggono.
Nel secondo caso ci potremmo chiedere come abbiamo fatto a sperimentare le parti se non siamo riusciti a separarle?
Nel primo caso non possiamo dimostrare che ciò che supponiamo indivisibile sia veramente tale , non avendone rilevato parti.
Ma allora come nasce il concetto di  indivisibilità?
La seconda definizione mi sembra più generale , e la si può utilizzare nella pratica quando una particella contiene parti , che , entro i limiti delle condizioni sperimentali non sono separabili.
Ciò che caratterizza queste parti è che hanno un comportamento coerente. Come fossero un tuttuno.
Un tutt'uno nella nostra esperienza quotidiana ha un confine spaziale in cui si concentra, e da ciò deriviamo il concetto di particella.
Tuttavia al comportamento coerente delle parti non è necessario un confine spaziale.
Nel caso dell'emtemglememt quantistico ad esempio ci troviamo di fronte a un comportamento coerente di parti che non sono racchiuse necessariamente in un confine spaziale, nel senso che possono occupare l'intero universo.
Possiamo quindi definire ancora l'insieme di queste parti come una particella in base al comportamento coerente delle sue parti?
Oppure esiste una migliore definizione di particella?
Perché questo è il vero punto della discussione.
Cosa intendiamo per particella?
Cosa abbiamo inteso finora e cosa sarebbe bene intendere invece alla luce delle nuove esperienze?
Qui si vuole analizzare e mettere in discussione il concetto di particella.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Proprio oggi ho finito di leggere il libro che consigliasti: George Musser. Inquietanti azioni a distanza, dal che non posso che risponderti: "caro iano, ma ci cojoni ?". Fior fiore di fisici si accapigliano per capire cos'è una particella e ancor prima se esiste e tu vorresti la risposta da un forum dopolavoristico di filosofia neppure accademica !

Per me che sono chimica la particella é l'atomo (di Bohr). Con quello ci faccio tutto: la peso, combino, dissocio, analizzo, ecc. Per un fisico la faccenda è assai più complessa e si estende fino alle narrazioni più complicate dalla cosmogonia al microcosmo più impensabile trascinandosi dietro spazio, tempo, spaziotempo, materia, quanti e ogni altra diavoleria che turba le notti insonni dei fisici costellate di matematiche polidimensionali.

Nel libro di Musser risposte al tuo quesito ce ne sono, ma non esaustive come quelle che vanno dalla particella atomica alle sue aggregazioni. Inoltrandosi oltre i confini atomici si incontra un bestiario di onde/particelle quantizzate che comprendono spazio, tempo e campi di forze. Ma la particella zero, o alfa che dir si voglia, non l'ha incontrata ancora nessuno. E forse neppure esiste. Buon lavoro.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Ciao Iano. :)
In fisica la stessa di "particella elementare" è strettamente legata ai metodi di indagine disponibili in una data epoca storica: ed infatti, fino a non moltissimo tempo, la più piccola particella individuabile era considerata , l'"atomo", che, appunto, significa letteralmente "indivisibile" (dal greco ἄτομος nel quale l' "ἀ" steretikon, ovvero "privativo", precede il verbo τέμνω, cioè "tagliare").
Poi si scoprì che non era affatto così!
Più tardi, negli anni '60, venne proposta l'ipotesi che alcune particelle, tra cui il neutrone e il protone, fossero "meno elementari" di altre, ovvero che fossero a loro volta costituite da altre particelle, difficilissime da osservare: i quark!
Ed in futuro non sappiamo.

***
D'altronde Ipazia non ha tutti i torti quando scrive: "Fior fiore di fisici si accapigliano per capire cos'è una particella e ancor prima se esiste e tu vorresti la risposta da un forum dopolavoristico di filosofia neppure accademica!"
Quanto a me, Ipazia  ha sicuramente ragione, perchè io non sono laureato in fisica; e, a dire il vero, neanche in filosofia.

***
Sotto tale ultimo aspetto, però, secondo me occorre capire bene cosa si intende per "parti".
1) Ciò che non ha parti .
2) Cio' che ha parti inseparabili.
Quanto a 1), qualunque oggetto, piccolo o grande, può essere "concettualmente" diviso almeno i due parti: sinistra e destra, sopra e sotto, anche se il corpo è microscopico,  perfettamente tondo, e costituito da materia omogenea.
Quanto a 2), come ho detto, ciò dipende dallo sviluppo della fisica e della tecnologia.
Più di tanto, non ti saprei dire! ;)

Un saluto! :)

bobmax

L'indivisibile nasce da una necessità logica.
La quale deriva a sua volta dalla nostra interpretazione della realtà composta da spazio vuoto e da spazio pieno. È pieno se occupato da materia, mentre è vuoto se non v'è n'è.

Da questa interpretazione della realtà fisica, deriva che la sua divisione materiale può avvenire solo perché si agisce allargando un vuoto preesistente.
Se questo vuoto non fosse già presente nessuna divisione sarebbe possibile.

Il concetto di atomo (l'indivisibile) nasce proprio dalla considerazione che se non esistesse l'indivisibile, potendo dividere all'infinito ci troveremmo con la materia fatta di vuoto!

Insomma, nasce dall'esigenza che che il mondo sia composto davvero da qualcosa...

Tuttavia non ci si è resi conto che l'indivisibile sarebbe allora un assoluto. Che con la sua assolutezza renderebbe impossibile il divenire.
E ciò vale pure per un assoluto vuoto...

La materia e il vuoto sono due fantasmi, che donano senso uno all'altro in un gioco senza fine. Sono due scogli dove non è possibile approdare, perché non esistono. Ma tra cui dobbiamo navigare per andare oltre.

Difatti le cosiddette particelle elementari sono ormai considerate delle pure formule matematiche. Che cercano di prescindere dalla nostra interpretazione dello spazio.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

L'indivisibile per la fisica attuale è riferito alla costante di Planck applicata alle grandezze canoniche della fisica: spazio, tempo, massa, energia. Carlo Rovelli ne dà un'estesa esposizione divulgativa nel suo La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose (2016)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#5
Citazione di: Ipazia il 20 Agosto 2019, 22:21:24 PM


Per me che sono chimica la particella é l'atomo (di Bohr). Con quello ci faccio tutto: la peso, combino, dissocio, analizzo, ecc. Per un fisico la faccenda è assai più complessa ......
Ciao , sono onorato che hai seguito il mio consiglio di lettura.
Questa tua risposta mi piace.
Entro le condizioni in cui operiamo ci sarà sempre qualcosa da considerare agli effetti relativi ,atomico , che non sarà mai dimostrabile essere tale in assoluto.
Quindi il mio invito è di analizzare cosa ci fa' apparire l'atomo di turno come tale , ad esempio nella tua esperienza di chimica , e se il concetto si possa generalizzare, una volta accettateme i limiti.
Una volta che si è rinunciato a cercare l'indivisibile assoluto.
Io che non posso vantare alcuna esperienza operativa suggerivo una coerenza comportamentale che non si limiti a un confine spaziale , cioè a una coerenza spaziale.
Non voglio ovviamente cojona' nessuno.
È solo per il dono della mia ignoranza che non mi pongo limiti.
Al bar del dopolavoro filosofico tutti possono dire tutto.
Ne sappiamo più noi di Capello e Trapattoni , di Newton ed Einstein.😅
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#6
Citazione di: bobmax il 21 Agosto 2019, 07:07:59 AM
L'indivisibile nasce da una necessità logica.
La quale deriva a sua volta dalla nostra interpretazione della realtà composta da spazio vuoto e da spazio pieno. È pieno se occupato da materia, mentre è vuoto se non v'è n'è.

Da questa interpretazione della realtà fisica, deriva che la sua divisione materiale può avvenire solo perché si agisce allargando un vuoto preesistente.
Se questo vuoto non fosse già presente nessuna divisione sarebbe possibile.

Il concetto di atomo (l'indivisibile) nasce proprio dalla considerazione che se non esistesse l'indivisibile, potendo dividere all'infinito ci troveremmo con la materia fatta di vuoto!

Insomma, nasce dall'esigenza che che il mondo sia composto davvero da qualcosa...

Tuttavia non ci si è resi conto che l'indivisibile sarebbe allora un assoluto. Che con la sua assolutezza renderebbe impossibile il divenire.
E ciò vale pure per un assoluto vuoto...

La materia e il vuoto sono due fantasmi, che donano senso uno all'altro in un gioco senza fine. Sono due scogli dove non è possibile approdare, perché non esistono. Ma tra cui dobbiamo navigare per andare oltre.

Difatti le cosiddette particelle elementari sono ormai considerate delle pure formule matematiche. Che cercano di prescindere dalla nostra interpretazione dello spazio.
Sono d'accordo.
Tutto ciò che ci appare esiste solo nella nostra testa.
E tutto ciò che ci appare acquista peso e importanza in se' , una volta che si rinunci ad una conoscenza della realtà in se' , che non si sa' neanche bene cosa voglia dire.
Così capiamo che possiamo ridefinire e manipolare liberamente tutto ciò che ci appare o anche solo provare a vederlo sotto altra luce al fine di ottimizzare sempre meglio la nostra interazione con la realtà, per
la quale spazio tempo atomi sono solo mediatori, che definiscono meglio noi della realtà,perché sono i nostri strumenti che ci permettono di vivere nella realtà.
Siamo ovviamente liberi di continuare a rincorrere una conoscenza della realtà in se'.
Se però vi si rinuncia a malincuore non bisognerebbe trascurare i vantaggi che ciò comporta , e questa discussione invita a manipolare il concetto di particella indivisibile per allargarne l'utilita' , cercando di generalizzare il concetto.
In effetti non sto dicendo nulla di nuovo.
Questo noi abbiamo sempre fatto senza saperlo.
La novità è nel farlo sapendo di farlo.
Un plus di uso di coscienza con tutti i pro e i contro che ciò comporta.
Questa in breve la mia filosofia.
Noi abbiamo perfettamente chiaro cosa sia l'indivisibile nella nostra testa , perché solo lì esiste , e se non è la realtà al di fuori della nostra testa , non perciò la sua esistenza è gratuita , e nasce dall'interazione con la realtà.
Se il concetto di indivisibile sparisse dalla nostra testa ,o anche solo si evolvesse, la realtà resterebbe tale e quale ,ma solo nella misura in cui non ce ne consideriamo parte essenziale.
Noi non siamo parte essenziale della natura oppure lo siamo.
La scelta è libera , ma una volta fatta non si può non trarne le conseguenze, nel bene e nel male.
Spesso però sembra che questa scelta non venga fatta in modo netto.
Si cincischia.😊
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 21 Agosto 2019, 09:58:42 AM
Entro le condizioni in cui operiamo ci sarà sempre qualcosa da considerare agli effetti relativi ,atomico , che non sarà mai dimostrabile essere tale in assoluto.
Quindi il mio invito è di analizzare cosa ci fa' apparire l'atomo di turno come tale , ad esempio nella tua esperienza di chimica, e se il concetto si possa generalizzare, una volta accettateme i limiti.

La risposta è la stessa che ho dato per l'immortalità: una particella, di dimensioni infinitesime o galattiche, deve dare un segno di sè ritenuto valido da un sodalizio di esperti (peer review) che ne certificano l'esistenza (ontologia) ritenuta valida fino alla sua falsificazione. Il segno è di tipo sensoriale immediato o mediato da complesse procedure tecnoscientifiche. Il riconoscimento del suo segno specifico ci permette di distinguere un minerale di ferro dal bosone di Higgs o da un buco nero.

Citazione
Una volta che si è rinunciato a cercare l'indivisibile assoluto.

I fisici, come i filosofi, all'assoluto sono abbonati e affidano alla costante di Planck l'indivisibilità ulteriore della "materia".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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