In che senso Nietzsche oggi?

Aperto da PhyroSphera, 09 Gennaio 2024, 01:11:06 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

green demetr

Citazione di: niko il 16 Febbraio 2024, 19:54:20 PMTu la fai come al solito troppo complicata...

Io non ho detto che siamo immortali, ho detto che dobbiamo agire in ogni situazione, e valutarla, (e rammemorarla, se passata, e cercare di prevederne per quanto possibile le conseguenze, future) come se dovessimo rivivere tale situazione infinitamente, perche' cosi' sara'...

E' impossibile, non capire che la nostra vita e'
 -solo- la vita della Necessita', e per di piu' solo un frammento, di essa, e che, in quanto tale, non ha niente, di speciale.
Che posizionalmente siamo periferici rispetto ad ogni centro, anche rispetto al "centro" che sarebbe la nostra presunta unicita' e irripetibilita' come esseri viventi, nel grande gioco dell'universo e dell'infinita' del tempo.

Infinita', si', lo dico chiaramente... infinita', che in matematica e' corrispondenza biunivoca tra insieme e un suo sottoinsieme proprio, e in Zaratustra, alla porta carraia, sempre e ancora corrispondenza, tra passato ed "eternita' ".

E insomma, basta una potenza, parziale, antropologica, del tempo, ad esempio quello che noi chiamiamo "passato", il passato del tempo, il passato come parte del tempo, la parte passata del tempo, per "esprimere", come fenomeno, tutto il tempo. O meglio, per numerarlo, per contarlo. Come sono piu' che sufficienti allo scopo di "contare" biunivocamente i numeri, i numeri pari, o i numeri primi. I numeri primi, non sono "di meno", meno capienti, o meno potenti, dei numeri naturali in generale. Gli attimi del passato, non sono di meno, degli attimi del tempo. Capirlo, dopo un po' di tentativi lo capiscono tutti. Poi, dopo averlo capito, si tratta di crederlo. O di continuare a credere ai padreterni antropomorfici che iniziano il mondo, iniziano il tempo, gli danno forma lineare, mettono l'uomo a guardia della creazione, consolano il giusto sofferente invece di imporre la felicita' come legge (e i sofferenti come trasgressori) e tutte quelle robe li'.

Insomma ci siamo decentrati dalla terra dantesca e aristotelica, col sole che gira intorno a nostra maggor gloria, ma non dalla convinzione, biblica, mediocre, cattocomunista, che la "nostra" vita appartenga proprio a noi, o al limite in comproptieta' a noi e ai nostri dei antropomorfici, e non anche, tragicamente, a noi e alla, non per niente antropomorfica, natura.

E cosi', dopo il geocentrismo, con grande sforzo noi bipedi tetrestri abbiamo concepito l'eliocentrismo, ma veramente non abbiamo capito l'essenziale, di tutto quello che veramente c'era da capire, e ci riguardava, e ci strizzava l'occhio, nella metafora di tutto questo gran giramento di "sfere", e di presunte calotte, cristalline, e del suo divenire (gaiamente) scientifico: decisamente, no. Invece, Invece di capire intendo, abbiamo esternalizzato il dato di fatto, o se vogliamo la contemplazione, di come realmente, e disillusivamente rispetto alle bibbie e alle Commedie, precedenti, funzionino il giorno e la notte qui sulla nostra scalcinata terra e (come al solito) ci siamo fermati li'.

Beata ignoranza, nel possibile e mai intrapreso cammino, non cristiano, della scienza, nel messaggio copernicano originale, eravamo noi, che avremmo dovuto, tramontare.

Kant, ci dicono nella filosofia nozionistica che si studia a scuola, che abbia compiuto un "rivoluzione" simile. A quella di Copernico. Dalla centralita' dell'oggetto, a quella del soggetto, di conoscenza. E ne derivava una, per i suoi tempi innovativa, legge morale: agisci in modo che ogni tua massima.... eccetera eccetera.

Non a caso, Deleuze assimilava Nietzsche, a Kant.

I postmoderni francesi, che non ti piacciono.

Stiamo sempre li': Nietzsche, e Kant, sembrano contraddirsi:

Kant: "agisci in modo tale che quello che fai, possa valere come legge vincolante per tutti, per tutti gli altri esseri razionali, che si venissero a trovare nella tua medesima situazione, in cui tu, ora, agisci". Cosi' facendo, non avrai altro premio, che quello di aver testimoniato la liberta', cioe' la conduzione razionale, su questa terra, della tua volonta'. La sua morale e' l'universale, soggettivo.

Nietzsche: "Agisci in modo tale che quello che fai possa valere come legge vincolante manco per niente per tutti (Nietzsche se ne fregava, di queste cose) ma per te stesso nel tuo dover rivivere all'infinito..." Anche a prescindere un momento dagli altri, e dal loro inattingibile vissuto, Sei tu stesso, che ti verrai a trovare, molteplicemente, nella medesima situazione, in cui ora, agisci. L'universale, oggettuale e oggettivo.

Ma si riconciliano per il fatto di amare la molteplicita' in noi, la costellazione. La natura, per l'uno, la cultura, la societa', per l'altro. Tutte realta' che non fanno uno. Che non valorizzano l'effimero. Che trascendono l'individuo nei molti.

Cosa altro mai si potrebbe amare? Il tempo puo' passare, solo perche' e' infinito, cioe' autocontenuto, fin dentro le sue parti, sovrabbondantemente. E cosi' pure, e con esso, l'uomo. Che deve passare nel suo considerarsi unico, sottratto, dai suoi soccorritori metafisici, alla stretta della Necessita'.

Questo attimo non potrebbe mai passare, se fosse solo passato (cioe' cristallizzato, teoretico e inattingibile alla volonta') se fosse solo presente (eterno, sensoriale ed arbitrariamente esteso) o se fosse solo futuro (attendistico, inoggettuale e messianico). Il fatto che questo attimo sia gia', triplicemente, passato, e presente, e futuro; il fatto dunque, che esso, questo attimo, non sia solo un punto su una singola circonferenza, potenzialmente passibile di ritorno per chi, distrattamente, la percorresse, ma sia gia' presente, gia' proiettato (a cadenzati intervalli) su piu' circonferenze, di piu' cicli eonici temporali, e' condizione, del suo comporsi in figura discreta con altri attimi, e, quindi, del suo passare.
Questo attimo passa perche' vi confluiscono i tre aspetti del tempo. E' in gioco la "salvezza" del divenire, non quella dell'essere. Non devi temere la morte, ma devi temere quello che e' peggio, della morte. Non devi temere la perdita, ma l'infelicita' e la frustrazione. Proprio come gli animiali, che hanno tento da insegnarci.

Poi, se vuoi farmi dire che ho detto che siamo immortali...

Non c'e' un demone del male. C'e' solo una priorita' del positivo e del differente, per cui, chi davanti ad essa e' solo un oppositore, o solo un imitatore, e' un immeritevole di ritornare, diciamo pure un malvagio. Non ti puoi opporre, all'eterno ritorno, e non puoi nemmeno esaurirlo in un autoscimmiottarti. Gli opposti, fanno uno. I differenti, fanno coppia, o gruppo, in un contesto piu' ampio, nel numero, o nell'almeno tre. Molteplicita' irriducibile. Costellazione. Che vedra' l'uomo divenire. Amabile come mezzo, come tramite. E non "fine", in tutti i sensi, del mondo.



Il tuo pensiero rapsodico continua a ruotare intorno alle fantasi dei postmodernisti.
Il tempo è storico, in quanto noi lo conosciamo come tale.
Non ha alcuna importanza che essa sia infinito.
Se tu invece come i postmodernisti credi nel fantastico e che il tempo passato possa di nuovo tornare presente, ti faccio notare che è proprio la posizione del paranoico, ossia di colui che non vuol morire.
Le coazioni a ripetere del nostro tempo sono figlie bastarde di un modo di vedere e di pensare il reale completamente fuori dai confini limitati, molto limitati che noi conosciamo, talmente limitati che lo spirito della vendetta, materiale bollente della critica nicciana, inficia gli oggetti nella loro ricerca spirituale (e in quanto tale eminientemente filosofica, in quanto critica del proprio conoscere) e li trasforma in ulteriori castratori, ossia soggetti limitati che invidiano chi immaginano possa NON ESSERE limitato e percià stesso INVENTANO i limiti.
In Nietzche questi concetti sono evidentissimi se solo lo si leggesse.
Passo e chiudo, non sono interessato ai francesini.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#46
Citazione di: green demetr il 17 Febbraio 2024, 22:00:33 PMIl tuo pensiero rapsodico continua a ruotare intorno alle fantasi dei postmodernisti.
Il tempo è storico, in quanto noi lo conosciamo come tale.
Non ha alcuna importanza che essa sia infinito.
Se tu invece come i postmodernisti credi nel fantastico e che il tempo passato possa di nuovo tornare presente, ti faccio notare che è proprio la posizione del paranoico, ossia di colui che non vuol morire.
Le coazioni a ripetere del nostro tempo sono figlie bastarde di un modo di vedere e di pensare il reale completamente fuori dai confini limitati, molto limitati che noi conosciamo, talmente limitati che lo spirito della vendetta, materiale bollente della critica nicciana, inficia gli oggetti nella loro ricerca spirituale (e in quanto tale eminientemente filosofica, in quanto critica del proprio conoscere) e li trasforma in ulteriori castratori, ossia soggetti limitati che invidiano chi immaginano possa NON ESSERE limitato e percià stesso INVENTANO i limiti.
In Nietzche questi concetti sono evidentissimi se solo lo si leggesse.
Passo e chiudo, non sono interessato ai francesini.


E invece non dovresti chiudere, perche' non hai capito proprio niente, di quello che ho scritto.

Non e' il tempo passato a tornare presente, e' che se un singolo "atomo" di tempo (in altre e piu' comuni parole: un singolo "attimo", del tempo) non fosse insieme, e triplicemente:

passato> e presente> e futuro

Se non fosse tutto questo, dico, esso, l'atomo/attimo, del tempo, non potrebbe comporsi, in figura discreta con altri "atomi" di tempo (altri attimi, vicini e lontani) a garanzia del fatto stesso del "passare". Della composizione differenziale, articolata, e certo anche qualitativamente (oltreche' quantitativamente) differenziata della figura del tempo. Ovvero: a garanzia dell'ubiquita' del divenire, e del rapporto molteplice, e non riconducibile ad unita', intercorrente tra tutti gli enti.

Tutto questo perche' :

> il passato non e' piu', (e, in quanto oggetto, ci domina, nel senso che non e' attingibile alla volonta')

> il presente ha un carattere "eterno" ai fini della coscienza e della percezione>

> e il futuro ha un carattere irreale e autocontraddittorio, insomma non e' ancora.

Ovvero, in parole semplicissime, una "roba", una entita', inesistente (il passato, considerato nel suo essere isolato e "puro", e anche il futuro, considerato nel suo essere isolato e "puro"), o, che e' lo stesso, una roba
iper-esistente (il presente, "puro", nel suo essere sovrabbondante e continuo), non puo' comporsi con altro a formare strutture complesse. E la buona filosofia dovrebbe indagare la complessita', e l'alterita', se (tu...) permetti.

Quello di cui parlo da un sacco di post non e' un evento, e' una struttura.

Sant'Agostino, risolveva il problema dell'inconcepibilita', e della non figurabilita', delle dimensioni del tempo se considerate singolarmente, con il concetto di "anima": e' l'anima, in sant'Agostino, a rendere possibile non tanto il tempo, quanto il "passare" del tempo, il passare come carattere del tempo, il valore sintetico e unitario del tempo, tanto per dire; il Nietzsche interpretato da Deleuze, risolve questo stesso problema, il problema dell'inesistenza separata di passato, presente e futuro, con il concetto di: "valore sintetico dell'attimo", e, quindi, in parole piu' semplici, con il concetto di "struttura".

Ora, sei tu, che, da cinque post, affermi che questa "struttura" (che e', una struttura) sia (invece) un "evento", (cioe' sei tu che me la meni, scusa il francesismo, ora con il realismo, un post fa con il concetto psicologico di paranoia, e due post fa con la pretesa di immortalita', tutte cose che con l'argomento di cui stiamo parlando non c'entrano niente) o perche' non hai fatto uno sforzo minimo per comprendermi, o, temo, perche' vuoi a tutti i costi avere ragione.

L'evento, che secondo te e' un evento, del passato che "ritorna", non e' possibile, quindi, hai ragione tu.

Sai che c'e'?

E' vero, quindi hai ragione tu.
Mi arrendo. Se fossi un po' piu' interessato agli argomenti scientifici, avresti pure potuto citarmi la termodinamica, il secondo principio eccetera, a rafforzare la tua tesi.

Solo che tu, dimostri di non aver capito perche', e' vero.

Cioe', perche', hai ragione.

Cioe': perche' nel mondo c'e' la vita.

Quindi ogni "ripetizione", eonica o psicoanalitica, del passato, proprio per essere completa, proprio per essere includente del fenomeno vita, e non solo dell'inorganico, deve essere voluta. Deve essere un voluto. Un oggetto di volonta'. E quindi, non e' una ripetizione. E nemmeno una opposizione "dialettica" nel senso platonico o hegeliano del termine. E quindi, da cinque post qui non parliamo di un evento (come dici tu), ma di una struttura (come dico io).

E' il vivente che, reagendo volontaristicamente al passato che ritorna, annulla l'eventualita' del ritornare del passato come evento.

Cioe', se (e solo se) tu sai, dell'eterno ritorno come fato e come destino, le tue priorita' etiche, (e pratiche, e eudaimonistiche) dovrebbero cambiare.

Non e' un evento. E' semmai la relazione numerabile equipotente della parte io/corpo, con il tutto, mondo/universo decentrato, che costituisce (la riconoscibilita' di) un'infinito.

Non microcosmico, ma microfisico tu sei. Ospitante non il cosmo, ma la natura.

La tua vita, e' la vita della necessita'.
Non al netto delle illusioni. Ma al lordo, delle illusioni, che la rafforzano, e durano, solo e soltanto finche' la rafforzano.

E quindi, che il tempo storico sia infinito, c'entra.

Molto piu' delle fantasie, che ti fai tu.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Ma che è una partita a scacchi tra sistemi fantastici?  :))

@niko tu continui a dire che Deleuze ha risolto...Deleuze inizia il sue millepiani, con l'affermazione: l'uomo è una macchina....

Punto.Ho buttato i miei vent'anni appresso a questi filosofi ballerini come li chiamava Carmelo Bene.

Certo se esistesse una struttura originaria...etc...non solo Deleuze ma anche Derrida, per non parlare di Focault.

Se esistesse saremmo delle macchine.
Io non sono una macchina.
Punto e a capo, non è questione di avere ragione, anche se ho ragione.

Ma poi dove l'hai letto che ho parlato di evento?

Io ti faccio notare solo che noi siamo quello che sappiamo essere, per via della memoria, che formula materiali astratti predittivi.

L'evento è l'esatto opposto di questo, è infatti l'elemento dell'angoscia che si abbatte su questi elementi predittivi.

La filosofia di Nietzche gloria eterna al pensiero individuale contro lo Stato, ribalta ogni modalità predittiva ( e quindi non potrà mai essere che era per l'eterno ritorno, casomai il contrario...COME E', se lo leggessi...te lo dice Cacciari te lo dice Severino, chi parla è la SCIMMIA....non Nietzche...OH SIGNUR!!!)
In questo senso Nietzche certo rinnega la grande tradizione che il cristianesimo e in particolare Agostino inaugura.
Il tempo non è altro che la nostra anima.
Lo capisci leggendo un buon libro.
Un buon libro è per sempre.
I francesini sono brutti libri scritti da brutte persone.
Mi dispiace che ti FIDI di loro.
Cosa c'entra la filosofia con questi fideismi MAI lo capirò.


Per quanto riguarda la questione che piu ti interessa, ossia il qui e ora.
Per me non è questione di alcuna struttura.
Libero di ragionarci sopra, di pensarla, di porla, ma poi ci devi anche fare i conti.
Io ci faccio i conti con hegel, che si pone, ok qui e ora....ma qui dove? e ora quando?
Non mi paiono domande banali.
Io personalmente anche senza aver letto mai agostino, la pongo come lui.
La mia anima si conosce SOLO nel qui ed ora.
E trova senso nel suo passato ordinato che tende al futuro di una sua (dell'anima) vita immortale.
ma di cosa sia questa immortalità e di cosa sia il futuro IO NIENTE SO.
(sai l'angoscia).
E' proprio questo il SENSO, che pur non sapendo un cavolo, noi tendiamo all'infinito.
Ma tendendo all'infinito noi conosciamo solo il qui e l'ora.
E quello che vediamo è il male.


Ecco che con il tema del male torniamo a nietzche, che salta la parte metafisica, che lui ODIA con tutto se stesso.
E che io invece AMO con tutto me stesso.

ha ragione lui o io?

sono domande senza senso caro niko-
basta con la psicologia spiccia, se qualcuno ha qualcosa da dire parli se no taccia!

e se ti interessano i francesini, lascia perdere nietzche!!! te lo consiglio.

Vatti a leggere meillesaux, che vedrai ti piacerà tanto.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

Il passato non puo' essere la verita' del passare, perche', quando non e' oblio, e' il luogo dell'immodificabile, e solo una memoria umana immodificabile lo coglie e lo attinge: il passato rappresenta il teoretico come la vittoria della conoscenza sulla volonta'.

Ma neanche il futuro, puo' essere la verita' del passare, perche' esso, il futuro, non e' nulla se non, (come in parte dici anche tu) la promessa o la predizione umana, promessa o predizione, formulata inevitabilmente nel presente o nel passato. 

Ma neanche il presente puo' essere la verita' del passare, perche' il presentd e' solo un lungo attimo eterno, un attimo dilatato per l'eternita'.

Dunque solo l'identita' di passato presente e futuro, e dunque l'annullamento della differenza temporale, sono la verita' del passare, la verita' del divenire. Che dischiude la differenza intrinseca delle cose e nelle cose, al prezzo, sopportabile, di perdere la (presunta) differenza del e nel tempo.

Da cui il fatto che ogni attimo, e' sia passato, che presente, che futuro.

La struttura, e' fatta delle differenze (reali) intercorrenti tra gli attimi, e non dalle differenze (illusorie, e frutto di pura proiezione umana) tra le qualita' del tempo.

Il Nietzsche filosofo del divenire, deve dire l'eterno ritorno, per dire la differenza delle cose (e tra le cose), contro tutti i luoghi della metafisica e dell'anima, cioe' contro tutti i luoghi e gli stereotipi della differenza del tempo (e nel tempo).

Secondo il metafisico, la "differenza del tempo", (cioe' il senso della vita e la verita' della coscienza come soggetto, il fatto stesso che il tempo abbia un senso) si rivela nelle cose, secondo l'uomo tragico, recuperato in parte nel superuomo, la differenza delle cose, si rivela nel tempo.

Per questo, dall'eterno ritiorno non si puo' prescindere.

E si deve fare una scelta.

Che prevede di accettare il divenire nella sua tragicita', e non mitigarla.

Il terrore del passare (eternalismo filosofico classico, che inventa l'idea) e del non passare (spirito rivoluzionario moderno, principalmente: cristologico, scientifico e socialista), sono gia' mitigazioni, psicologiche, del rerrore originario del divenire.

Che deve essere affrontato.

Per questo, le mitigazioni, non sono la verita'.

Non c'e' una parte migliore del tempo.

E nemmeno una parte del tempo assolutamente differente dalle altre.

Per questo l'uomo e' una macchina.

Non nel senso che abbia cartesianamente un corpo macchinico, un corpo macchina, ma nel senso che l'uomo non e' in assoluto differente dall'inorganico e dalle sze leggi, con l'inorganico e con le sue leggi confina, e si mischia.

Scusa se insisto eh, ma provo a restituirti la dignita' di un pensiero che mi pare tu non capisca, preso come sei dalla metafisica e dalle sue presunte, e non genealogiche, e non utilitaristiche, verita'.









Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

"1.Il terrore del passare (eternalismo filosofico classico, che inventa l'idea) e del non passare (spirito rivoluzionario moderno, principalmente: cristologico, scientifico e socialista), sono gia' mitigazioni, psicologiche, del terrore originario del divenire."
2.Che deve essere affrontato.
3.Per questo, le mitigazioni, non sono la verita'.
4.Non c'e' una parte migliore del tempo." cit niko, numeri di green

Finalmente qualcuno sta parlando.
Il punto 4 è l'effetto diretto del punto 1.
Il punto 3 è un corollario.
Il punto 2 è di nuovo quella mitigazione che pretende di dimenticare il terrore.
Il terrore non si affronta, si vive.
L'intero occidente non sa niente.

Ma a proposito delle mitigazioni che poi sono solo fantasie, spesso, per non dire sempre, hanno bisogno di un apparato giuridico-militare per imporle(ed è tutto il problema del sottosuolo del mondo che abita sia l'occidente che l'oriente);all'altro(ed è tutto il problema platonico-nicciano-freudiano).


"5.E nemmeno una parte del tempo assolutamente differente dalle altre."cit niko, numeri di green
Questo è un falso corollario, perchè ammetterebbe che esiste un tempo migliore, che invece a monte abbiamo negato esistere, se non nella testa del tiranno, aggiungeri in nota io.

"6.Per questo l'uomo e' una macchina."cit niko, numeri di green
Che c'è hai finito di parlare? Bravo taci e taci a lungo.
Non saprei nemmeno da dove cominciare, forse dicendo di primo acchito: ma cosa diamine c'entra?
Le frasi coi punti, come dice il mio maestro, non portano da nessuna parte, se non nella direzione della fantasia manipolatoria dell'intellettuale contemporaneo.
Ma qui c'è proprio un problema di nesso causa-effetto, che richiederebbe di tornare alle elementari.
Hai una torta tagliata in 6 parti, siamo in tre a quante fette spettano ciascuno?
Ecco prova a rispondere a questa, e poi torniamo a dire ***** sul forum.
Grazie.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#50
Citazione di: green demetr il 28 Febbraio 2024, 02:57:38 AM"1.Il terrore del passare (eternalismo filosofico classico, che inventa l'idea) e del non passare (spirito rivoluzionario moderno, principalmente: cristologico, scientifico e socialista), sono gia' mitigazioni, psicologiche, del terrore originario del divenire."
2.Che deve essere affrontato.
3.Per questo, le mitigazioni, non sono la verita'.
4.Non c'e' una parte migliore del tempo." cit niko, numeri di green

Finalmente qualcuno sta parlando.
Il punto 4 è l'effetto diretto del punto 1.
Il punto 3 è un corollario.
Il punto 2 è di nuovo quella mitigazione che pretende di dimenticare il terrore.
Il terrore non si affronta, si vive.
L'intero occidente non sa niente.

Ma a proposito delle mitigazioni che poi sono solo fantasie, spesso, per non dire sempre, hanno bisogno di un apparato giuridico-militare per imporle(ed è tutto il problema del sottosuolo del mondo che abita sia l'occidente che l'oriente);all'altro(ed è tutto il problema platonico-nicciano-freudiano).


"5.E nemmeno una parte del tempo assolutamente differente dalle altre."cit niko, numeri di green
Questo è un falso corollario, perchè ammetterebbe che esiste un tempo migliore, che invece a monte abbiamo negato esistere, se non nella testa del tiranno, aggiungeri in nota io.

"6.Per questo l'uomo e' una macchina."cit niko, numeri di green
Che c'è hai finito di parlare? Bravo taci e taci a lungo.
Non saprei nemmeno da dove cominciare, forse dicendo di primo acchito: ma cosa diamine c'entra?
Le frasi coi punti, come dice il mio maestro, non portano da nessuna parte, se non nella direzione della fantasia manipolatoria dell'intellettuale contemporaneo.
Ma qui c'è proprio un problema di nesso causa-effetto, che richiederebbe di tornare alle elementari.
Hai una torta tagliata in 6 parti, siamo in tre a quante fette spettano ciascuno?
Ecco prova a rispondere a questa, e poi torniamo a dire ***** sul forum.
Grazie.


Nulla puo' essere solo-passato, perche' sarebbe consegnato al suo non passare, al suo essere inattingibile alla volonta'.

Nulla puo' essere solo-futuro, perche' sarebbe l'oggetto di una attesa eterna, e di nuovo, sarebbe consegnato al suo non passare.

L'eterno ritorno e' l'unico tempo che "passa", in quanto ogni passato e' anche futuro, e ogni futuro, anche passato.

Poi, per me l'uomo e' una macchina perche' non e' una differenza assoluta dall'inorganico, e perche' trasforma energia. Non e' il corpo, ed essere la macchina, della mente, e proprio tutto l'uomo, che e' macchina, che deve fare i conti con la necessita', con il suo essere previsto, dalla necessita', come possibilita'.

Davanti all'eternita', della nostra vita in quanto vita della necessita', il dolore per la frustrazione, e' piu' grande, del dolore per la perdita. La struttura, in un certo senso ti restituisce quello che hai perso, ma non ti da, quello che non hai avuto mai. E cosi', ogni vita si trova costretta a espandersi, a prendere quello che non ha, perche' la motivazione del conservarsi, del mantenere quello che si ha, non e' motivazione sufficiente, a vivere. Davanti al concetto cristiano di vita come prova, di vita come preparazione alla morte, di vita per la morte, la modernita' non ha fatto altro che costruire un'altro culto dell'effimero, un'altro Dio. La vita, terrena, puo' essere offerta a Dio perche' e' effimera. Ugualmente, puo' essere offerta ad un io astratto e divinizzato, perche' e' effimera.

Ma non e' effimera manco per niente. Perche' risponde a necessita', cioe' non c'e' bisogno che si ripeta, per dimostrare che sia ripetibile. Basta considerare che ci muovono le stesse feree leggi che muovono gli oggetti, o le macchine. Quello che resta, in assenza dell'evento e' la legge, come possibilita' dell'evento. E la legge non conosce casi singoli.
Tutto quello che facciamo e che sopportiamo in quanto casi singoli, tutto quello che facciamo in quanto, (avendo vome motivazione) "si vive una volta sola" e "tutto passa, basta sopportarlo una, o comunque un numero finito di volte" e' falso, e probabilmente non dovremmo ne' farlo, e ne' sopportarlo.

Tutto passa, anche la fine. Il cui passare, impone sempre un nuovo inizio. 



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 02 Marzo 2024, 22:40:58 PMpunto 1 Nulla puo' essere solo-passato, perche' sarebbe consegnato al suo non passare, al suo essere inattingibile alla volonta'.


punto 2 Poi, per me l'uomo e' una macchina perche' non e' una differenza assoluta dall'inorganico, e perche' trasforma energia. Non e' il corpo, ed essere la macchina, della mente, e proprio tutto l'uomo, che e' macchina...

punto 3 Davanti all'eternita', della nostra vita...


Come ti dicevo il pensare di essere immortale punto 1 e 3, fa parte di un delirio paranoide.
Non so se c'è un problema medico o è mera fuffa filosofica, perciò mi astengo dal proseguire.

Sul punto 2, credo che negli ultimi 15 anni, o quello che è stato, mi sono già espresso più volte.
E ritengo anche che sia il problema TRAVE NELL'OCCHIO dell'occidente intendo a trovare evasioni sempre più pericolose e bigotte.
Questo prima del 2020.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

Citazione di: green demetr il 03 Marzo 2024, 04:00:50 AMCome ti dicevo il pensare di essere immortale punto 1 e 3, fa parte di un delirio paranoide.
Non so se c'è un problema medico o è mera fuffa filosofica, perciò mi astengo dal proseguire.

Sul punto 2, credo che negli ultimi 15 anni, o quello che è stato, mi sono già espresso più volte.
E ritengo anche che sia il problema TRAVE NELL'OCCHIO dell'occidente intendo a trovare evasioni sempre più pericolose e bigotte.
Questo prima del 2020.



Ma vatti a curare le tue, di paranoie, e' incredibile, su un forum di filosofia, che la gente non abbia la capacita' di astrazione necessaria per distinguere:

eternita' della vita>>>  da immortalita'...

io piu' che dirti che l'immortalita' non c'entra un fico secco, con nessuna delle cose che ho finora detto, non posso fare.

Non so se consideri paranoici tutti quelli che credono nell'aldila' o nella reincarnazione, e tutti quelli che fanno considerazioni etiche o pratiche rispetto alla presunta eternita' della loro vita, ma a questo punto, per il tuo stesso silloggismo, dovresti...

Abbiamo l'ottanta per cento di cristiani qui in Italia, che dici? Abbiamo il 80% di paranoici?

O (forse) bisogna distinguere eternita' della vita da immortalita'?

Dovresti anche auto considerarti paranoico, se sei teista al punto di credere nell'aldila' o nella bibblica sopravvivenza dei giusti.

Per il tuo stesso silloggismo.

Che equipara:

Tutti quelli che credono nell'eternita' della propria vita>>> a: tutti quelli che credono nell'immortalita'.
E, siccome tutti quelli che credono nell'immortalita' sono paranoici; anche tutti quelli che credono nell'eternita' della propria vita, lo sono.

Io, se davvero fossi paranoico, ti farei il piacere di pensare che qui, su questo punto mi hai voluto prendere in giro apposta.

Mi hai fatto un brutto tiro, perche' ti sto antipatico.

Invece, vedi, non sono paranoico, e non te lo faccio.

Astrai come puoi. Ragioni, come puoi. Discerni le parole, come puoi.

Che dire...

Spero che tu abbia un intendimento un po' piu' letterale, almeno con i colori dei semafori.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 03 Marzo 2024, 23:29:10 PMMa vatti a curare le tue, di paranoie, e' incredibile, su un forum di filosofia, che la gente non abbia la capacita' di astrazione necessaria per distinguere:

eternita' della vita>>>  da immortalita'...

io piu' che dirti che l'immortalita' non c'entra un fico secco, con nessuna delle cose che ho finora detto, non posso fare.

Non so se consideri paranoici tutti quelli che credono nell'aldila' o nella reincarnazione, e tutti quelli che fanno considerazioni etiche o pratiche rispetto alla presunta eternita' della loro vita, ma a questo punto, per il tuo stesso silloggismo, dovresti...

Abbiamo l'ottanta per cento di cristiani qui in Italia, che dici? Abbiamo il 80% di paranoici?

O (forse) bisogna distinguere eternita' della vita da immortalita'?

Dovresti anche auto considerarti paranoico, se sei teista al punto di credere nell'aldila' o nella bibblica sopravvivenza dei giusti.

Per il tuo stesso silloggismo.

Che equipara:

Tutti quelli che credono nell'eternita' della propria vita>>> a: tutti quelli che credono nell'immortalita'.
E, siccome tutti quelli che credono nell'immortalita' sono paranoici; anche tutti quelli che credono nell'eternita' della propria vita, lo sono.

Io, se davvero fossi paranoico, ti farei il piacere di pensare che qui, su questo punto mi hai voluto prendere in giro apposta.

Mi hai fatto un brutto tiro, perche' ti sto antipatico.

Invece, vedi, non sono paranoico, e non te lo faccio.

Astrai come puoi. Ragioni, come puoi. Discerni le parole, come puoi.

Che dire...

Spero che tu abbia un intendimento un po' piu' letterale, almeno con i colori dei semafori.



Niko ti avevo risposto più in profondità.
Ma il pc si è disconnesso a caso.
Riassumo.
1. Mai pensavo ti saresti offeso, volevo fare semplicemente una caricatura, per dire, ovviamente che per me quella di Deridda che tu difendi tanto, è una filosofia fuffa.
2. Ti chiedo anche se non ci conosciamo personalmente scusa. Sono stato indelicato in un momento storico che è delicato.
Penso che tu abbia una razionalità e una astrazione molto interessanti, i medici lasciamoli stare fuori (che è meglio in generale 8) ).
3. Va bene lasciamo stare da parte la nostra discordanza proprio sul merito della frase.
4. Rilancio: ok, ma anche se la tua interpretazione coincide con quella di Derrida, ossia che ogni momento va vissuto al suo massimo, cioè che dobbiamo accettare ogni cosa che accade perchè noi possiamo dire: HO VISSUTO!
Non trovi che questa idea in fin dei conti nasconda il suo esatto contrario: ossia che la storia sia PRE-DETERMINATA, e perciò stessa immutabile.
Non era forse questo l'obiezione di Nietzche ai socialisti, ai progressisti (anche nelle loro forme anarchiche?).
E' Nietzche il sommo pensatore della genealogia della morale, proprio in chiave storica.
Dove ogni momento non è MAI indentico a se stesso, ma frutto della volontà creatrice.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Discussioni simili (5)