Implosioni, modello standard e cuore intellettuale

Aperto da green demetr, 18 Novembre 2020, 21:23:25 PM

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green demetr

x Bobmax


Un amore che supera l'orrore. La tua particolarissima declinazione della carità (nel suo per me, per ora, confuso significato) rende conto di quanto lavoro personale sei riuscito a mettere nella "prova del Mondo". Un idea luminosa e contemporaneamente tenebrosa, perché mi pare quasi sia sempre sotto attacco, e dunque riservi per se stessa tutte quelle virtù teologali e umane, che rendono la fede autentica.


Io farei attenzione, se mai quello fosse il caso, però a non confondere il terrore del vuoto e della morte, con i tabù.


Massimo rispetto, soprattutto quando è la vita che insegna e non vuote teorie.


A presto.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

A Davintro


Si ma appunto quello dei movimenti delle sintesi, attive e passive, è quello che io chiamo la sintesi a 2 facce dello stesso medaglione, dove il medaglione è il substrato.


Senza dubbio il sostrato è un elemento decisivo nell'analitica kantiana.


Credo che però quello che non si capisce ancora bene di Kant, è che la vera rivoluzione è già dentro alla formazione di un soggetto rispetto al suo io, che in kant si chiama imperativo.


Il dato della scienza serve solo come complemento della costruzione del soggetto, fa quindi parte solo dell'analitica.


Ma la scienza già non intende l'Oggetto, il DAS DING, il sostrato. La scienza si occupa solo di frammenti del soggetto, ossia della formazione del soggetto.


Anche io seguo un metodo fenomenologico, critico nella ricostruzione del soggetto circostanziato, ma anche e soprattutto critico del contesto, storico-sociale-geografico.


Questo ricostruzione del soggetto però deve rendere ancora conto dell'io che permetta la critica.


In questo senso nessun sostrato e quindi, figuriamoci, nessuna scienza possono intendere la costituzione intellettuale dell'essere uomini. che poi sarebbe la riflessione politico-psciologica-storica del desiderio trascendente, che funziona a livello animico, e cioè che ci fa desiderare di essere soggetti individuati, ossia trovati.
L'io d'altronde è il risultato di questa ricerca intuitiva che usa la fenomenologia piuttosto che esserne determinata.


Insomma io rimprovero ad Husserl un impaludamento ulteriore del fare filosofico. Di cui non c'era certo bisogno.


Quando scrive secondo la lezione di Sini la Crisi delle Scienze Europee ormai i buoi erano ampiamente scappati dal recinto.


Io ritengo che l'intellettuale debba ripartire da lì per capire che la strada da seguire è oltre la fenomenologia usando proprio la fenomenologia.


Saluti caro.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

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