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Immortalità

Aperto da daniele75, 17 Agosto 2019, 19:25:20 PM

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daniele75

Citazione di: Ipazia il 19 Agosto 2019, 18:58:55 PM
C'è la cultura, che é parte peculiare della nostra "immortalità". E non si trasmette via DNA se non in tempi molto più lunghi dall'eziologia incerta e opinabile.

Si scusa non l'avevo capito. Nessuna cultura si trasmette, se non pulsioni, istinti e un bagaglio primordiale. Questa è la mia visione di immortalità. La memoria si dissipa come energia nel cosmo. Il software adulto va in off, fine. I bimbi sono immortali, sono uno, hanno il software umano, sopra descritto. È crudele? Non bisogna attaccarsi all'ego, esso è illusione, non vuole di certo morire, è lui che ha creato il paradiso. Non c'è niente per la memoria vissuta, energia in off.

bobmax

Ciao Viator,
ho l'impressione che si sia diffusa un'idea un po' romantica dell'informatica. Che tende ad attribuire al software qualità e poteri che a mio avviso non gli competono.

Ritengo di averne viceversa una concezione sufficientemente realistica, avendoci lavorato sin dai tempi delle memorie a nuclei di ferrite.
Non vi è nessunissima differenza sostanziale tra un meccanismo puramente meccanico e il software più sofisticato.

Se poi vogliamo estendere il concetto di software all'intera realtà, ebbene mi pare del tutto evidente che qualsiasi materia, animata o non animata non importa, si manifesti attraverso del software (e solo attraverso di esso)  così come allo stesso modo qualsiasi funzione software possa comparire solo perché fa riferimento a qualcosa di materiale.

Cioè software e hardware si sostengono l'un l'altro in un gioco senza fine. Materia e funzione abbisognano una dell'altra, perché in se stesse non esistono.

Ritenere invece il software generatore della realtà fisica mi ricorda il mondo delle idee platonico.
Ma Platone lo aveva inventato per sfuggire a Parmenide, un fuga a mio parere vana.

Riguardo poi alla tua ipotesi di un software generatore di trascendenza, non abbiamo qui una trascendenza della trascendenza?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: daniele75 il 19 Agosto 2019, 19:04:54 PM
Citazione di: Ipazia il 19 Agosto 2019, 18:58:55 PM
C'è la cultura, che é parte peculiare della nostra "immortalità". E non si trasmette via DNA se non in tempi molto più lunghi dall'eziologia incerta e opinabile.

Si scusa non l'avevo capito. Nessuna cultura si trasmette, se non pulsioni, istinti e un bagaglio primordiale. Questa è la mia visione di immortalità. La memoria si dissipa come energia nel cosmo. Il software adulto va in off, fine. I bimbi sono immortali, sono uno, hanno il software umano, sopra descritto. È crudele? Non bisogna attaccarsi all'ego, esso è illusione, non vuole di certo morire, è lui che ha creato il paradiso. Non c'è niente per la memoria vissuta, energia in off.

Non ridurrei la trasmissione culturale a nulla. Lascia il bambino in una foresta e vedi cosa se ne fa del suo sw biologico. La metafora elettronica hw-sw e on-off non riesce ad esprimere pienamente la funzione della cultura nell'evoluzione umana, il grado di libertà e specificità che essa aggiunge all'ereditarietà genetica. E' una immortalità più labile, ma anche più determinante la "natura" umana.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Non penso che la nostra personalità in questa metafora sia il software, penso che siano i file prodotti dal software, quelli si, unici in ogni macchina.
Il fatto che se distruggo il mio laptop "windows sopravvive" nei laptop degli altri non è esattamente ciò che si va cercando quando si parla di immortalità, almeno nell'intendere comune occidentale legato all'anima individuale. Non esistono file immortali, esistono software condivisi che permettono le nostre funzioni..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

daniele75

#19
Io intendo che il software iniziale è comune a tutti i corpi, quindi siamo uno, poi ci scindiamo con la divisione duale dell'Io. Quindi siamo immortali nel senso che si nasce sempre con lo stesso software, io, tu ed egli siamo uguali. Poi non voglio entrare in merito alla funzionalità tecnica dell hardware e il software, gli ho usati per guidare il lettore. Non c'è niente di complicato. I file che si vanno formando nella memoria sono mortali, non c'è nessun hard disk del vissuto nella mia teoria, solo il software istintivo pulsionale ed un io vergine. Semplice

viator

#20
Salve bobmax. Ma io non ho nè affermato nè supposto che il software (la sequenza di bits, di +/-, di off/on, di 0 ed 1, le istruzioni, la catena cause-effetti........) generi la realtà fisica, ma solamente fornisca un proprio ordine agli ingredienti che la compongono.

Ovvio poi che il tutto sia riducibile - volendolo - a sequenze meccaniche, cioè ad una qualche tipologia di "macchina analogica".

Il rapporto tra software ed hardware è specchio di quello tra  l'IMMATERIALITA' del primo e la MATERIALITA' del secondo, la cui connessione ed interdipendenza (da te giustamente fatta notare) mostra che il software, una volta scritto, resta in sè IMMORTALMENTE valido pur sostituendo o replicando all'infinito il supporto sul quale è stato registrato, mentre l'hardware è condannato prima o poi a deteriorarsi.

Infine, per quanto riguarda la trascendenza (trascendere = salire oltre), generandosi essa dall'immanenza sarebbe ovvio considerare che essa consista in un processo che innalza sempre di più, composto quindi di "gradini" o "passi" ciascuno dei quali potrà trascendere a sua volta i precedenti ed inferiori livelli. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Ciao Viator,
non resta proprio nulla, né di materiale né di immateriale.

Davvero vogliamo credere che il pensiero, l'immateriale per eccellenza, resti da qualche parte?
Ma se il pensiero è talmente inconsistente che per pensare dobbiamo scinderci in due nel continuo sforzo dialogico di tenerlo vivo!
E basta un attimo che se ne è già andato...

E a nulla vale memorizzarlo in qualsiasi modo. Non
solo e non tanto per l'ineluttabile caducità di ogni supporto, ma soprattutto perché ciò che si memorizza non è mai l'originale.

Questo bisogno di qualcosa che duri, non è anch'esso un rimedio, per evitare l'orrore dell'abisso del Nulla?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: daniele75 il 20 Agosto 2019, 21:31:54 PM
I file che si vanno formando nella memoria sono mortali, non c'è nessun hard disk del vissuto nella mia teoria, solo il software istintivo pulsionale ed un io vergine. Semplice

Mica tanto. I "file che si vanno formando nella memoria" sono mortali solo per chi non dispone di un metodo di registrazione degli stessi. Dai graffiti all'IT la nostra specie ha  trovato il modo (cultura) di permettere la loro sopravvivenza, rispetto alla mente che li ha prodotti, capace di superare nel tempo anche l'estinzione del nostro DNA.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Nessuna memoria scritta durante la vita sopravvive al corpo. Quello che io intuisco è che ogni individuo nasce con un software, questo è identico per ogni individuo nascente.
La cultura ovvio che può essere scritta nelle pietre etc etc, ma non rimane nel supporto mentale. Ogni qualvolta un essere nasce, esso viene dotato di un software primitivo comune a tutti. Questo software è antico quanto l'uomo.

viator

Salve Bobmax. Ancora stiamo confondendo il segno ed il supporto (la scrittura, il dischetto, la cellula) con il contenuto, il significato, la forma, la struttura, la funzione del messaggio, istruzione o pensiero, i quali ultimi restano immodificati ed evocabili o rievocabili attraverso il tempo, le persone, i supporti.

Il fatto che forma, struttura, funzioni di messaggi, istruzioni o pensieri siano enti concettuali cioè non consistano in alcunchè di materiale, rappresenta proprio ciò che li pone al riparo da qualsiasi trasformazione o corruzione (vedere la logica lavoisieriana del "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto (CIO' CHE E' MATERIALE) si trasforma). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Ciao Viator,
davvero vuoi credere che possa esistere la pura astrazione?

Cioè un pensiero determinato che non derivi, direttamente o indirettamente, da qualcosa di fisico?
(Il pensiero o è determinato o non è)

Che le forbici nascano da una pura idea che non deriva a sua volta dall'esperienza?

E che queste benedette idee siano eterne, incorruttibili? Mentre ogni pensiero, mi pare evidente, è invece un continuo divenire altro da sé...

Se questo credi, benvenuto nell'iperuranio.

Viceversa sono convinto  che nulla permanga. 
E questo per la semplice ragione, che sì, nulla si crea e nulla si distrugge, per la semplice ragione che nulla esiste davvero.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

daniele75

I pensieri sono connessioni, pura energia, che decade alla morte fisica. Senza hardware, il software non funziona. Siamo un insieme di insegnamenti, consigli, credenze, morali, non sappiamo neanche se il nostro io abbia raggiunto l'originalità, la non dipendenza dalle credenze altrui. Il pacchetto software iniziale muore solo se non ci sono più corpi disponibili. La mente ha degli schemi programmati, poi la memoria e l'io costruiscono altre realtà, tutte illusorie. Un semplice rapporto sessuale forma un altro corpo, esso avrà sempre lo stesso software, la memoria ripeto, è mortale.

Ipazia

Citazione di: daniele75 il 21 Agosto 2019, 11:35:25 AM
I pensieri sono connessioni, pura energia, che decade alla morte fisica. Senza hardware, il software non funziona. Siamo un insieme di insegnamenti, consigli, credenze, morali, non sappiamo neanche se il nostro io abbia raggiunto l'originalità, la non dipendenza dalle credenze altrui. Il pacchetto software iniziale muore solo se non ci sono più corpi disponibili. La mente ha degli schemi programmati, poi la memoria e l'io costruiscono altre realtà, tutte illusorie. Un semplice rapporto sessuale forma un altro corpo, esso avrà sempre lo stesso software, la memoria ripeto, è mortale.

Se fosse così ogni generazione dovrebbe reinventare la ruota, l'agricoltura, il motore elettrico, la bussola, un romanzo,... Ciascuno di questi "pensieri" è sopravvissuto alla mente del suo inventore e se un giorno ci estingueremo e una specie intelligente troverà questi manufatti o i loro progetti sarà in grado di riprodurli. Quindi la trasmissione culturale ha un grado di immortalità molto maggiore del DNA.

Per la gioia di U.Eco e dei semiologi, ciò che rimane è il segno (anche i suoi dopo la sua dipartita). Il segno è la memoria che sfida le ere geologiche al pari del fossile di una trilobite, specie estinta da centinaia di milioni di anni, che ci racconta della sua esitenza trascorsa.

L'immortalità assoluta, come tutti gli assoluti, è una sterile chimera.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Non mi hai capito. Ovvio che la conoscenza è scritta e si tramanda. Ma un bambino nasce vergine, ha solo il software di cui parlo. Poi ovvio che apprenderà la conoscenza precedente a lui. Mi pare ovvio. Ma quella memoria muore, rimarrà nei libri, sempre se è un personaggio famoso. Tutti i corpi alla nascita hanno il software di cui parlo, la conoscenza la apprenderà dopo.

Ipazia

Il titolo della discussione è immortalità e di quello sto parlando, non di genesi. Tanto il DNA che la cultura hanno un carattere costitutivo nella fase evolutiva di un umano, ma la cultura dura quanto e probabilmente più del DNA. Ed entrambi oltrepassano il tempo di vita dell'individuo che li ha "vissuti". Quindi entrambi hanno una vita più lunga, tendenzialmente immortale, pur restando nei limiti finiti dell'evoluzione naturale.

PS anche la cultura si trasmette con le cure parentali analogamente al DNA con la copula.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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