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Il sistema umano

Aperto da viator, 24 Marzo 2021, 19:04:16 PM

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viator

Salve Kobayashi. Citandoti : "Il punto non è se nasciamo diversi o tutti uguali, il punto è: perché il privilegio (qualunque ne sia la sua origine) venga sempre (o spesso) utilizzato per sfruttare l'altro piuttosto che per promuoverne lo sviluppo. Capire cioè se questa deriva, ampiamente testimoniata dalla storia di tutte le civiltà, sia superabile dall'umanità che verrà oppure solo contenibile tramite azioni politiche, leggi, morali negative".

Il problema è che gli idealisti aborrono sentir parlare di ciò che regge il funzionamento del mondo, incluso ogni e qualsiasi comportamento e destino umano : Le leggi della termodinamica ed in particolare la "direzione" dell'entropia.

Infatti non esiste nulla di più distante, per la mente umana, tra l'origine del cosmo da una parte e gli ideali umani dall'altra. Eppure il collegamento c'è....ed eccome !.

La diffusione dell'energia da dove ce n'è di più a dove ce n'è di meno sembra realizzi la tendenza al rendere tutto equilibrato, ordinato, uniforme, egualitaristico (quindi a favorire i corrispondenti ideali umani alla giustizia, equità etc., tenendo appunto conto che tutti i comportamenti umani sono basati anch'essi sulla energia, e che quindi dovrebbero rispettare anch'essi la apparente e appena descritta tendenza).

Disgraziatamente per gli idealisti - invece - tale apparente "scopo" della diffusione ed azione dell'energia cela il reale e contradditorio (le contraddizioni esistono solo per le nostre limitate menti) scopo ed effetto del diffondersi dell'energia stessa : proprio spostandosi per uniformare il livello energetico del mondo........l'energia ne perturba lo stato attuale e l'equilibrio momentaneo, creando continuamente quello che noi umani chiamiamo "disordine" e che in realtà si dovrebbe chiamare "diversificazione e progressiva complicazione" di tutti i contenuti del mondo stesso, incluso TUTTO CIO' CHE RIGUARDA L'UMANITA'.

Perciò l'egualitarismo e la giustizia umani sono putroppo contrari all'inesorabile diversificazione voluta dalla direzione dell'entropia, la quale provvede a TENDERE ALL'UNIFORMITA' ATTRAVERSO IL SUO OPPOSTO, APPUNTO LA DIVERSIFICAZIONE, la quale infine altro non è che la VITA DEL MONDO, mentre la uniformità energetica, una volta raggiunta, altro non sarebbe che LA FINE (il raggiungimento irreversibile di UN FINE) del mondo stesso.

Ma naturalmente i miei ragionamenti sono troppo distanti dai desideri umani. Saluti.




Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: viator il 26 Marzo 2021, 18:08:39 PM
Ma naturalmente i miei ragionamenti sono troppo distanti dai desideri umani. Saluti.
Ma pure dalla realtà evolutiva umana che ha saputo circoscrivere entropia ed energia agli impianti di riscaldamento. Già il darwinismo sociale è una forzatura scientista, ma la termodinamica sociale riesce a superarle tutte.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

tiziano gorini

stavo leggendo i vostri post cercando di capirci qualcosa orientandomi nelle vostre osservazioni quando mi sono imbattuto nell'ultimo di Paul11, che mi ha talmente provocato che non posso rinunciare a replicare, pur essendo consapevole di essere fuorviante rispetto alla conversazione (che tuttavia mi pare una interessante replica dell'antinomia tra pessimismo e ottimismo antropologici). Il fatto è che la definizione di metafisica che propone mi pare notevolmente riduttiva ma soprattutto la giudico un tentativo di salvarla dal suo declino filosofico; perché la metafisica non è soltanto un "pensare e dire", l'espressione ontica in forma di giudizio, il fondamento della metafisica è e rimane la trascendenza, la volontà di ricercare dietro e oltre l'esistente l'Essere (rigorosamente con l'iniziale maiuscola). ovvero, per me, un fantasma che inquina il pensiero.
Lo ammetto: fondamentalmente sono un positivista...

paul11

#18
 A me pare impossibile discutere di metafisica dal momento in cui manca una filologia della  filosofia.
Ad esempio indichi "ontico". E' una definizione heideggeriana diversa dall'essere ontologico, tant'è che dopo Heidegger viene metaforizzata persino nelle scienze fisiche, persino nella meccanica quantistica.
Altro esempio "immanenza". Se nel testo Organon di Aristotele era "inerenza" ad attributi di un oggetto ed era un concetto logico , nella scolastica inizia a prendere altro significato: immanenza, fino a poi diventare contrapposto a trascendenza  come infatti tendi ad argomentarlo.
Ci sono purtroppo dei vizi interpretativi talmente sedimentati da essere consuetudine del parlare che non fanno altro che travisare le interpretazioni e rendono difficile le comunicazioni.
Ecco perché dicevo interpretazione "deviata" della metafisica.
Per filologia si intende lo studio di come in un determinato tempo storico interpretavano ,spoglio da pregiudizi a sua volta interpretativi contemporanei. Diversamente si frappone una barriera  di incomunicabilità.


Per farla breve, non essendo questa la sede della discussione, facessi il verso parmenideo  che  " se un ente è ,non può non essere", significa che le apparenze non sono verità poiché ciò che appare , un ente,  non può venire dal nulla, e quello stesso ente che è apparso dal nulla non può sparire nel nulla, avrei quanto meno posto una base di una discussione metafisica.

Semmai nell'intervento di Ipazia vi trovo contraddizione storico filosofica. Com'è che nel tempo della "morte di "dio", del superamento della metafisica ,in un pensiero  moderno che trova nella natura nelle scienze naturali e fisiche, nella dimostrazione della verità nel sensible, quindi nelle apparenze, si pensi questa cultura attuale che ormai ha sei secoli da Galileo, siamo ancora ad imputare alla metafisica il problema dell'attuale cultura umana così "materialista"? Vi sono più risposte possibili. E penso che vi sarebbero contraddizioni che generano in continuità altre sub contraddizioni.


Che poi si pensi antropologicamente ottimismo e pessimismo, attribuzioni che in filosofia non esistono (se non a voler fare  un miscuglio nella "filosofia antropologica") ,dimostrano l'ego centralismo umano che si esplica nel soggettivismo separato dall'oggettivismo ,che non apparteneva all'origine della filosofia, tutt'altro. La natura descritta dai filosofi presocratici e non specificatamente metafisici ( e quì sorgerebbero a  mio parere ancora diverse interpretazioni su questa classificazione modernista) è appunto tutt'altro.

Kobayashi

No, si può e si deve poter parlare di metafisica, cercando di andare al di là di personali preferenze terminologiche, per arrivare a comprendere il pensiero dell'altro.
Soprattutto sulla questione della metafisica che è trattata (e in modi assai diversificati) così ampiamente dal pensiero contemporaneo.

A me il post di Ipazia sembrava perfettamente chiaro e dal punto di vista storico-filosofico niente affatto contraddittorio. L'ho letto come una critica alla tendenza a considerare il sapere umano come assoluto, come il prodotto di un soggetto conoscitivo che si è dato il posto di Dio, che sembra ignorare nella sua arroganza metafisica ogni critica all'antropocentrismo, fino al punto da immaginarsi autonomo rispetto alla natura.

Ipazia

Non siamo ot, ma piuttosto nel cuore della questione. Il sistema "umano" è metafisico, altrimenti  sarebbe sistema e basta,  con le sue rotelline meccaniche ben lubrificate e programmabili, come vorrebbe la metafisica neopositivista denominata scientismo. Kobayashi ha correttamente interpretato il mio pensiero che mi riservo di sviluppare anche per la parte filologica giustamente richiamata da Paul11.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

Citazione di: viator il 26 Marzo 2021, 18:08:39 PM
Salve Kobayashi. Citandoti : "Il punto non è se nasciamo diversi o tutti uguali, il punto è: perché il privilegio (qualunque ne sia la sua origine) venga sempre (o spesso) utilizzato per sfruttare l'altro piuttosto che per promuoverne lo sviluppo. Capire cioè se questa deriva, ampiamente testimoniata dalla storia di tutte le civiltà, sia superabile dall'umanità che verrà oppure solo contenibile tramite azioni politiche, leggi, morali negative".

Il problema è che gli idealisti aborrono sentir parlare di ciò che regge il funzionamento del mondo, incluso ogni e qualsiasi comportamento e destino umano : Le leggi della termodinamica ed in particolare la "direzione" dell'entropia.

Infatti non esiste nulla di più distante, per la mente umana, tra l'origine del cosmo da una parte e gli ideali umani dall'altra. Eppure il collegamento c'è....ed eccome !.

La diffusione dell'energia da dove ce n'è di più a dove ce n'è di meno sembra realizzi la tendenza al rendere tutto equilibrato, ordinato, uniforme, egualitaristico (quindi a favorire i corrispondenti ideali umani alla giustizia, equità etc., tenendo appunto conto che tutti i comportamenti umani sono basati anch'essi sulla energia, e che quindi dovrebbero rispettare anch'essi la apparente e appena descritta tendenza).

Disgraziatamente per gli idealisti - invece - tale apparente "scopo" della diffusione ed azione dell'energia cela il reale e contradditorio (le contraddizioni esistono solo per le nostre limitate menti) scopo ed effetto del diffondersi dell'energia stessa : proprio spostandosi per uniformare il livello energetico del mondo........l'energia ne perturba lo stato attuale e l'equilibrio momentaneo, creando continuamente quello che noi umani chiamiamo "disordine" e che in realtà si dovrebbe chiamare "diversificazione e progressiva complicazione" di tutti i contenuti del mondo stesso, incluso TUTTO CIO' CHE RIGUARDA L'UMANITA'.

Perciò l'egualitarismo e la giustizia umani sono putroppo contrari all'inesorabile diversificazione voluta dalla direzione dell'entropia, la quale provvede a TENDERE ALL'UNIFORMITA' ATTRAVERSO IL SUO OPPOSTO, APPUNTO LA DIVERSIFICAZIONE, la quale infine altro non è che la VITA DEL MONDO, mentre la uniformità energetica, una volta raggiunta, altro non sarebbe che LA FINE (il raggiungimento irreversibile di UN FINE) del mondo stesso.

Ma naturalmente i miei ragionamenti sono troppo distanti dai desideri umani. Saluti.

Quindi l'idealista anche se crede di lavorare per un aumento di ordine (nel senso qualitativo di una società più equilibrata e più giusta) in realtà è l'agente inconsapevole dell'entropia. Anziché maggiore ordine la sua azione non farebbe che ottenere più disordine velocizzando il processo di conversione della vita in materia inanimata.
L'idealista dunque non solo si illude sulla vera natura dell'uomo (garantita da tradizioni ormai traballanti), ma anche sulle reali conseguenze del suo sforzo politico-sociale.
Anche se fosse libero da illusioni religiose o ideologie politiche e si decidesse per una consapevole prassi finalizzata a favorire la vita degli svantaggiati, in realtà otterrebbe soltanto di spegnere ulteriormente la vita sulla terra.
Meglio sarebbe che le zone più ricche di vita fossero protette dal dissanguamento energetico verso le zone più povere.
Dunque l'idealista ora illuminato dalla termodinamica, se veramente vuole essere un nobile difensore della vita sulla terra, farebbe bene a convertirsi in un agente dell'aristocrazia... (e in effetti non sono pochi gli ex rivoluzionari di sinistra passati all'estrema destra liberista e razzista...).

Queste le conseguenze non esattamente felici (per me che aristocratico non sono) della tua ipotesi, viator...

viator

Salve Kobayashi. Quella che ti ho comunicato è la mia conclusione spassionata. Ma, indipendentemente dalla "ragione", noi dobbiamo vivere facendo delle scelte, non subendo passivamente la logica del mondo.

Consapevolezza non significa acquiescienza. Soprattutto, ed in nome della variegatezza del mondo che ho poco fa data per inevitabile (e positiva !), siamo liberi di mettere in atto comportamenti apparentemente contradditori.........tanto o così o cosà.......in quel certo modo andrà.

Il mio personale comportamento consiste nell'adottare una sorta di "individualismo cooperante", cioè nel privilegiare un individualismo che cerchi di non danneggiare gli altri e che contribuisca a compensare alcuni altrui bisogni senza vivere particolari complessi di colpa.

Noto infine che noi due sembramo gli unici a trarre conseguenze esistenziali dalla termodinamica ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: paul11 il 27 Marzo 2021, 00:05:22 AM
Semmai nell'intervento di Ipazia vi trovo contraddizione storico filosofica. Com'è che nel tempo della "morte di "dio", del superamento della metafisica ,in un pensiero  moderno che trova nella natura nelle scienze naturali e fisiche, nella dimostrazione della verità nel sensible, quindi nelle apparenze, si pensi questa cultura attuale che ormai ha sei secoli da Galileo, siamo ancora ad imputare alla metafisica il problema dell'attuale cultura umana così "materialista"? Vi sono più risposte possibili. E penso che vi sarebbero contraddizioni che generano in continuità altre sub contraddizioni.
Povero Galileo, cristianissimo Galileo, avesse saputo che dai suoi innocenti studi di meccanica sarebbe derivata l'oscenità dell'attuale cultura umana così "materialista" avrebbe abiurato due volte: la prima per salvare la pelle, la seconda, ancora più convintamente, per evitare tale oscena deriva.
Siamo sicuri che la metafisica sia al riparo da tale evoluzione e che la responsabilità sia tutta del "materialismo" rispetto al quale vale pure:
CitazionePer filologia si intende lo studio di come in un determinato tempo storico interpretavano ,spoglio da pregiudizi a sua volta interpretativi contemporanei. Diversamente si frappone una barriera  di incomunicabilità.
così come per "metafisica", la quale filologicamente evolvendosi, dopo la morte del suo soggetto originario divino, ci ha messo meno che niente a colmare il vuoto con metafisiche "materialistiche", consumistiche e feticistiche, rispetto alle quali il materialismo marxista è critica, non fine. Materialistico è il motore della preistoria umana, imbellettata di idealismo religioso e politico, ma sostanzialmente radicata nella materia con uno spessore etico di rapina. Da tale mercato di valori il giovane Marx si libera fin dalle tesi su Feuerbach del '40 tracciando il cammino verso la fine della preistoria, così come il Nietzsche, critico dell'"ultimo uomo" inchinato di fronte al feticcio della merce e del suo paradiso mercantile. Andando a ritroso potremmo anche citare la cacciata dei mercanti dal tempio di evangelica memoria.

Posto che, come affermato da Kobayashi, tutto ciò che attiene all'universo antropologico è metafisica, chiamare la metafisica fuori dall'oscenità è una posizione di principio insostenibile e se alla fine del lungo percorso metafisico "solo un dio ci può salvare" quel dio non può più essere il Dio di Abramo sepolto per sempre, e neppure il dio delle sorti magnifiche e progressive da centro commerciale o commercio elettronico. E infine neppure la bestia bionda ridotta a Stalingrado come l'ecce homo nicciano alle soglie della pazzia (mi spiace viator) la cui volontà di potenza ha mostrato la velleitaria inconsistenza anche di fronte ad un microscopico virus, ma un trascendentale umano immanente che riscriva la misura di tutte le cose in modo umanistico senza illusorie autocelebrazioni. Altri approdi non vedo. Nè sul piano fisico della materialità della condizione umana, nè su quello metafisico dei valori.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

tiziano gorini

Sono d'accordo con la replica della replica di Paul11, che giustamente m'avverte: sarebbe necessaria una filologia della filosofia prima di pensare e dialogare, cioè la condivisione di un lessico filosofico, ma per studio e per esperienza personale so che o si finisce per azzuffarci sulle parole o si rinuncia (ricordo una conversazione con un docente di religione - o meglio: docente di Insegnamento della Religione Cattolica; la precisazione è polemica - che interrompemmo di comune accordo perché eravamo invece in disaccordo sul concetto di "volontà", necessario per proseguirla). Purtroppo - suppongo - è proprio della filosofia di essere soprattutto l'espressione di una baruffa tra glossatori.
Comunque io volo sempre a bassa quota, sinché è possibile; perciò mi accontento della distinzione fatta da Ryle: delle due una: o "C'è dell'Altro" o "Nient'Altro c'è"; per me vale la seconda.
Sono d'accordo anche sul fatto che l'ottimismo e il pessimismo antropologici non sono categorie filosofiche, tuttavia sono usate dai filosofi (alcuni) per indicare diversi modi di intendere il comportamento umano; ad esempio al pessimismo antropologico vengono riferiti Machiavelli ed Hobbes, poiché vedono nell'essere umano egoismo e crudeltà. Mi pareva che all'origine di questa conversazione di ciò appunto si trattasse: di comportamenti umani. Di questioni etiche, insomma, non metafisiche; e perciò mi scusavo di deviare il discorso

viator

Salve Ipazia. Citandoti : "E infine neppure la bestia bionda ridotta a Stalingrado come l'ecce homo nicciano alle soglie della pazzia (mi spiace viator) la cui volontà di potenza ha mostrato la velleitaria inconsistenza anche di fronte ad un microscopico virus...............".

Se lo dici tu, Viator è pronto ad accasciasi ripiegandosi sul proprio colpevole dolore. Basta solo che gli spieghi cosa CACCHIO intendi raccontarci (a noi, maggioranza di utenti umani) con il tuo modo di (!!) "esprimerti" (!!).......il quale, a mio umile parere, contribuisce solamente ad avvicinare la non lontana estinzione del presente Forum. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

#26
Salve viator,

FN condivideva con te l'idea di una aristocrazia (variabile dal culturale al fisico al predestinato al genetico) denominata in un suo passaggio "Bestia bionda" autorizzata a sottomettere il restante armento umano. I nazisti presero la cosa molto sul serio, ma l'avventura finì a Stalingrado, di fronte ad un orso, decisamente plebeo, che non conosceva il rispetto della gerarchia sociale e non brillava neppure tanto per volontà di potenza ma si trovò la tana invasa dalle invasate bestie bionde teutoniche e si arrangiò come potè. Da allora, prima di fondare utopie, distopie o topie sulla volontà di potenza bisogna andarci cauti. Sarà pure un appiattimento, ma si vive più sereni. Del resto, anche di fronte ad un virus privo di qualsiasi volontà e predestinazione, ci ritroviamo tutti chiusi nella nostra tana come gli ominidi di centomila anni fa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Citazione di: Ipazia il 27 Marzo 2021, 19:58:19 PM
Salve viator,

FN condivideva con te l'idea di una aristocrazia (variabile dal culturale al fisico al predestinato al genetico) denominata in un suo passaggio "Bestia bionda" autorizzata a sottomettere il restante armento umano. I nazisti presero la cosa molto sul serio, ma l'avventura finì a Stalingrado, di fronte ad un orso, decisamente plebeo, che non conosceva il rispetto della gerarchia sociale e non brillava neppure tanto per volontà di potenza ma si trovò la tana invasa dalle invasate bestie bionde teutoniche e si arrangiò come potè. Da allora, prima di fondare utopie, distopie o topie sulla volontà di potenza bisogna andarci cauti. Sarà pure un appiattimento, ma si vive più sereni. Del resto, anche di fronte ad un virus privo di qualsiasi volontà e predestinazione, ci ritroviamo tutti chiusi nella nostra tana come gli ominidi di centomila anni fa.

Grazie Ipazia. tutto chiaro adesso. FN nutriva l'idea da te descritta, ma nutrire (e poi pure l'eventualmente condividere culturalmente) una idea significa risultare mentalmente, razionalmente, intellettualmente convinti che le cose possano essere come l'idea descrive. Mica significa approvare o scegliere eticamente che la situazione configurata dall'idea sia bella, giusta, sana, utile e che vada a tutti i costi perseguita !.


L'avere l'idea che dopo la morte ci sia il nulla mica significa l'essere contenti di trovarsi destinati a scomparire nel nulla ! Può darsi che l'idea piaccia, ma può anche darsi che dispiaccia.Le idee sono una cosa, le speranze od i gusti possono coincidere o meno con le idee culturalmente coltivate.


Resta il fatto che secondo me tu spesso utilizzi modi espressivi troppo aristocratici sia per il proletariato culturale che per la borghesia culturale. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

#28
 Cerco di rispondere a considerazioni sollevate.
Citaz. Kobayashi
L'ho letto come una critica alla tendenza a considerare il sapere umano come assoluto, come il prodotto di un soggetto conoscitivo che si è dato il posto di Dio, che sembra ignorare nella sua arroganza metafisica ogni critica all'antropocentrismo, fino al punto da immaginarsi autonomo rispetto alla natura.

       
  •   Quel "l'ho letto" significa che lo hai interpretato . Ci sono parecchie considerazioni da fare su questo tuo breve scritto.
    Giustamente dici, "soggetto conoscitivo", questo concetto nasce nella modernità, dove viene posto in risalto il "come" l'uomo conosce, il punto di vista soggettivo umano . Ciò non avvenne nell'antichità, non vi fu la separazione soggetto-oggetto, uomo-conoscenza- realtà .
    Come ,quando e perché l'uomo ad un certo punto della storia "si è dato il posto di Dio"?
    A te risulta che nella filosofia antica qualche filosofo si sia arrogato metafisicamente il posto di Dio? A me pare proprio il contrario. Questo evento è tipicamente moderno.
    Così come l'antropocentrismo è una posizione culturale tipicamente moderna.
    E' proprio con le scienze naturali moderne che l'uomo sostiene la tesi , evidente o meno, che l'uomo si batte contro la natura , proprio perché con la "morte di Dio", la scienza diventa salvifica con la potenza della tecnica e della tecnologia.
    In conclusione , il tuo discorso è da "ribaltare".

Ipazia
Non hai ancora capito dopo abusi e usi del  termine metafisico che l'ontologia metafisica è più "reale" della realtà interpretata nella  modernità. Se l'ontologia statuisce che un ente qualsiasi "è" ,significa che è, indipendentemente dalla conoscenza e presenza umana , quindi la realtà non è costruzione del pensiero umano .
Il peso ontologico antico ,sul procedimento gnoseologico moderno , è evidente.
Ritenere e confondere le istanze metafisiche con quelle dominanti moderne che sono anti metafisiche, è un "bel dire".



Tiziano Gorini
è da circa un decennio che sono qui, fra vecchio e nuovo forum, e un po' di esperienza me la sono fatta. In verità ,come temevo, il rischio è che la discussione tenda al "processo della metafisica", che è anacronistico se vogliamo capire la storia della cultura dei nostri tempi , come imputato e capro espiatorio di una cultura che è tutt'altro che metafisica.  Questo è  anche il motivo , oltre a quello di rischiare di fare una discussione solo o soprattutto di metafisica,  per cui ho "tentennato" con te.


La mia impressione nel forum è che piccole argomentazioni, e spesso solo "spara sentenze",
lasciano il tempo che trova  e quindi lasciano adito a fraintendimenti che spesso non sono solo di natura argomentativa, ma la definizione personale che si danno ai termini. Sarà l'abitudine alle chat che ha assuefatto il cervello?
Va bene  anche la tua interpretazione sulla discussione ,ma nel senso che ottimismo e pessimismo in filosofia, non sono tanto i giudizi conclusivi, ma nascono dai paradigmi. Ad esempio la differenza fra il pensiero di Hobbes e Rousseau sta nel fatto che l' "uomo lupo" del primo   è il contrario del "buon selvaggio" del secondo, ma perché Hobbes ritiene che la natura umana non porta spontaneamente al bene come in Rousseau , così che l'ordinamento e la politica sono per i due pensatori contrastanti. E' l'interpretazione sulla natura umana che fa sì che appaiano ottimisti o pessimisti  i due pensatori . E' da notare come più tardi storicamente, accada il contrario fra il pensiero liberista e quello socialista. Lo spontaneismo diventa liberista con meno presenza dello Stato, viceversa il pensiero socialista.

Ipazia

Citazione di: paul11 il 27 Marzo 2021, 22:58:21 PM
Ipazia
Non hai ancora capito dopo abusi e usi del  termine metafisico che l'ontologia metafisica è più "reale" della realtà interpretata nella  modernità. Se l'ontologia statuisce che un ente qualsiasi "è" ,significa che è, indipendentemente dalla conoscenza e presenza umana , quindi la realtà non è costruzione del pensiero umano .
Il peso ontologico antico ,sul procedimento gnoseologico moderno , è evidente.
Ritenere e confondere le istanze metafisiche con quelle dominanti moderne che sono anti metafisiche, è un "bel dire".
Prima di tutto dovresti metterti d'accordo con te stesso:
Citazione di: paul11 il 26 Marzo 2021, 10:27:09 AM
Hai un'idea piuttosto deviata della metafisica. Si potrebbe dire che la meta-fisica, oltre la fisica, sia la percezione sensibile elaborata in termine cognitivo-linguistici, si direbbe forse oggi.
Per cui anche quello che pensi contro la meta-fisica  è ancora metafisica. E' il pensiero.
Io concordo con questo post, e con il tuo precedente invito a trattare la metafisica filologicamente, ovvero evolutivamente. Se vogliamo legare la metafisica alla storia dei numi essa è spacciata. Rimane un reperto museale privo di sviluppi posto che da Platone a Kierkegaard si è detto di tutto e di più ed è realmente difficile essere innovativi, vista anche la decadenza di Dio, e dell'Essere e del Bene ad esso correlati.

Ontologia: se l'è presa la filosofia naturale, detta pure scienza, metafisicizzandosi sopra a modo suo fino a produrre una metafisica, lo scientismo, illuso di non essere metafisica. Ma io e te questa illusione gliela lasciamo compresa l'idea che l'etica non c'entri nulla con la metafisica.  Una scienza più accorta, legata per materia alle cosidette scienze umane, si rende perfettamente conto che physis da sola non basta per dare ragione del sapere umano, meta-physis per sua natura, animale metafisico.
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