Il senso umano della vita, secondo la logica

Aperto da viator, 22 Novembre 2021, 18:25:22 PM

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Ipazia

historicum, solitamente la necessità di URLARE è sintomo di scarsa convinzione nelle proprie argomentazioni, le quali chiedono un conforto, di scarsa efficacia peraltro, all'ortografia. Tra noi "filosofi" si preferisce un linguaggio più sobrio. Senza arrivare al loden soporifero e venefico di Mario Monti.


pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Forse hai ragione ma - in fondo - che ne sappiamo noi dell'animo che spinge alla parola il nostro amico hystoricum (nickname assai curioso per uno studioso, da non confondersi con historicum, historicus, histericus etc. etc.).

E' possibile che costui sia spinto alla declamazione clamorosa da parte di una qualche profonda istanza veritativa che preme sulla sua sensibilità. Egli certo vive del suo sentire assai più che del suo capire..........almeno così a me sembra di intuire. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

leibnicht1

Abbiamo inteso di considerare la questione del "senso della vita umana" in termini logici.
Già questo potrebbe essere discutibile... In quanto la Logica disciplina una parte e non il Tutto del "dare senso" alle cose (cose come Sachen in tedesco, invece che Dingen).
Fingiamo di accettare questo passaggio.
Altro punto essenziale. Eccolo: la Logica Umana è Assoluta oppure no?
Proprio stasera mi confrontavo con un caro amico riguardo ai concetti di "funzione" e di "equazione" matematica.
L'equazione è statica, la funzione evolve. La determinazione temporale dispone una interrogazione logica che, controintuitivamente, riguarda il dominio della Logica, dei suoi limiti e delle sue possibilità.
La Logica Umana risente del profilo evolutivo che la nostra specie ha conseguito adattandosi al mondo in cui si è collocata?
E, se ne risente, riflette e si specchia nella struttura di Mondo in cui si è rivelata nella specie nuova di una Coscienza?

Il senso della Vita ci abbaglia assai più di quanto non ci interroghi.
In solchen Augen sind verzauberten Seen

Alberto Knox

Citazione di: leibnicht1 il 16 Settembre 2022, 02:28:57 AMLa Logica Umana risente del profilo evolutivo che la nostra specie ha conseguito adattandosi al mondo in cui si è collocata?
E, se ne risente, riflette e si specchia nella struttura di Mondo in cui si è rivelata nella specie nuova di una Coscienza?

Non bisogna dimenticare che il contesto di mondo (società) in cui si è collocato l'uomo è ad opera delle sue attività mentali e se non gli piace , la colpa è da imputare a se stessi. Non di certo alla natura.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Damiano Bergamaschi

Citazione di: viator il 22 Novembre 2021, 18:25:22 PMSalve. Faccio finta di non conoscere l'esistenza di "topics" affini a questo.


Secondo la logica UMANA il dilemma del senso UMANO della VITA UMANA........si presenta sotto due uniche semplici possibilità :


A) Dio esiste. In tal caso esiste un senso divin-umano della vita umana ma purtroppo nessuno lo conoscerà, poichè nessuno conosce veramente la volontà di Dio (non importa che moltissimi affermino di sapere ciò che Dio vorrebbe da noi : non esiste alcuna prova di ciò, ed il credere in Dio o lo sventolare deleghe o proclami non autorizza certo nessun umano a considerare provabile ciò che TUTTI IGNORIAMO).


B) Dio non esiste. In tal caso il senso UMANO della VITA UMANA non può collocarsi all'interno della sfera UMANA, ma dovrà collocarsi fuori di essa. Di conseguenza, sarà impossibile per qualsiasi UMANO trovare in sè il senso della propria od altrui vita. Tale senso infatti, anche se vagasse da qualche parte dell'Universo e noi lo incontrassimo.........dal momento che risulterebbe collocato fuori del nostro cranio, ci sarebbe del tutto INCOMPRENSIBILE. Salutoni ed auguri a chi è convinto di poter trovare il senso umano della vita umana.




Ciao viator,
Da neofita in questo forum e non avendo mai intrapreso studi filosofici (se non per aver letto qualche pagina qua e la ogni tanto) voglio comunque cercare di capire il problema e provare a dare una risposta al quesito sul senso della vita.
È vero, possiamo vedere (secondo la logica di base) 2 vie.
Io però le vedo in questo modo:
1) c'è una causa della nostra esistenza
2) non c'è una causa della nostra esistenza.
Il problema è che se ammetto che c'è una causa, mi devo poi chiedere: "che cosa ha generato la causa?" E qui l'unica risposta che posso dare è:"un'altra causa" e si può andare avanti all'infinito. 
Se, invece, ammetto che non c'è una causa allora noi e l'intero universo emergiamo da...nulla. E non posso pormi ulteriormente la domanda:"che cosa ha generato la non-causa?" Perché la non-causa (il nulla) non c'è.
Ma se, tutto viene da nulla, come fa tutto ad esistere? Dal nulla si genera nulla.
Forse, l'unica soluzione del problema è la prima opzione, la quale ammette una serie infinita di cause che producono effetti (come fa il processo causa-effetto). Ma non c'è una causa "prima" chiamiamola così. Ovvero non c'è una causa incausata (senza causa). Però la differenza è che nella prima ipotesi c'è sempre una causa che genera qualcosa. Non ci troveremo mai di fronte a qualcosa che viene generato da nulla.
Se andassimo all'inizio di questa "catena infinita" di causa-effetto troveremmo il nulla. Vero. Ma essendo infinita la catena non avrebbe inizio quindi...aspetta un momento! Essendo infinita troveremmo...nulla all'inizio! Quindi anche ammettendo una serie infinita di cause ed effetti ci troveremmo davanti il nulla!
Ora...abbiamo il nulla come principio ad entrambe le opzioni. 
Cosa significa? 
Che il quesito non ha soluzioni se non entrando nella contraddizione.
Ci sarebbe in realtà anche una terza opzione, ovvero, una via di mezzo tra causa e non-causa. Ma cosa sarebbe? 
Hm...una causa non-causa. Ma mi starei contraddicendo quindi si...credo proprio che la mia risposta definitiva sia questa:
Quesito senza soluzioni.




Ipazia

Dal nulla non si genera nulla, ma dall'ignoranza si genera quasi tutto. La causa prima (causale, non finale, che è la stupidaggine causata dall'ignoranza) è avvolta nell'ignoranza. E con ciò la contraddizione è superata.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Damiano Bergamaschi

Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2024, 16:39:05 PMDal nulla non si genera nulla, ma dall'ignoranza si genera quasi tutto. La causa prima (causale, non finale, che è la stupidaggine causata dall'ignoranza) è avvolta nell'ignoranza. E con ciò la contraddizione è superata.
Cosa vuol dire "causale" e "finale"?

Ipazia

Citazione di: Damiano Bergamaschi il 03 Aprile 2024, 17:25:40 PMCosa vuol dire "causale" e "finale"?

Per "causale" intendo la causa efficiente, secondo la logica aristotelica che rimane a tutt'oggi uno strumento logico essenziale per rispondere ai molteplici, sommamente ingannatori nella loro ambiguità, "perchè". Essa insegna a non confondere "causalità" (per antonomasia nella modernità: efficiente) con finalità. Confusione che le retoriche di bassa gnoseologia praticano indecentemente a dosi industriali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Damiano Bergamaschi il 03 Aprile 2024, 15:22:20 PMCiao viator,
Da neofita in questo forum e non avendo mai intrapreso studi filosofici (se non per aver letto qualche pagina qua e la ogni tanto) voglio comunque cercare di capire il problema e provare a dare una risposta al quesito sul senso della vita.
È vero, possiamo vedere (secondo la logica di base) 2 vie.
Io però le vedo in questo modo:
1) c'è una causa della nostra esistenza
2) non c'è una causa della nostra esistenza.
Il problema è che se ammetto che c'è una causa, mi devo poi chiedere: "che cosa ha generato la causa?" E qui l'unica risposta che posso dare è:"un'altra causa" e si può andare avanti all'infinito.
Se, invece, ammetto che non c'è una causa allora noi e l'intero universo emergiamo da...nulla. E non posso pormi ulteriormente la domanda:"che cosa ha generato la non-causa?" Perché la non-causa (il nulla) non c'è.
Ma se, tutto viene da nulla, come fa tutto ad esistere? Dal nulla si genera nulla.
Forse, l'unica soluzione del problema è la prima opzione, la quale ammette una serie infinita di cause che producono effetti (come fa il processo causa-effetto). Ma non c'è una causa "prima" chiamiamola così. Ovvero non c'è una causa incausata (senza causa). Però la differenza è che nella prima ipotesi c'è sempre una causa che genera qualcosa. Non ci troveremo mai di fronte a qualcosa che viene generato da nulla.
Se andassimo all'inizio di questa "catena infinita" di causa-effetto troveremmo il nulla. Vero. Ma essendo infinita la catena non avrebbe inizio quindi...aspetta un momento! Essendo infinita troveremmo...nulla all'inizio! Quindi anche ammettendo una serie infinita di cause ed effetti ci troveremmo davanti il nulla!
Ora...abbiamo il nulla come principio ad entrambe le opzioni.
Cosa significa?
Che il quesito non ha soluzioni se non entrando nella contraddizione.
Ci sarebbe in realtà anche una terza opzione, ovvero, una via di mezzo tra causa e non-causa. Ma cosa sarebbe?
Hm...una causa non-causa. Ma mi starei contraddicendo quindi si...credo proprio che la mia risposta definitiva sia questa:
Quesito senza soluzioni.

Invece il quesito ha soluzione.

Soltanto che non sta fuori di te, da qualche parte. La puoi trovare solo in te stesso.
Solo tu, in perfetta solitudine, puoi dire qual è il motivo della esistenza.

Sì, dal nulla si genera nulla.

Quindi...?

Cosa vale davvero per te?

Ora che percepisci la origine di ogni cosa, il Nulla.
E sai che dal nulla si genera nulla...
Cosa allora vale?

Se a questo punto scaturisce in te la compassione, per la sofferenza di questo mondo.
Questo  mondo che non è che puro nulla.
Allora, forse, nascerà in te la soluzione.

D'altronde, Essere è esser Vero.
Essere = Verità

E tu sei Essere, che altro mai saresti?
Tu sei la Verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

niko

#84
In realta', il quesito delle cause che regrediscono all'infinito se non se ne pone una iniziale privilegiata incausata, ha soluzione, nel senso che il tempo e' ciclico, e prima o poi, una causa prodotta, (ovvero: concettualmente futura) produce come sua propria conseguenza la misteriosa e tanto ricercata causa iniziale, (ovvero una causa che noi consideravamo, impropriamente, "passata") e il cerchio si chiude.

La causa iniziale, non e' incausata (il che sarebbe patentemente assurdo, se poniamo come premessa che tutto abbia una causa e non ci beviamo le fole religiose e irrazionaliste sulla realta' dell'incausato), e non e' extracausata, cioe' causata dall'esterno (il che sarebbe anche logicamente possibile ma contraddittorio rispetto alla definizione che noi vogliamo dargli e che gli abbiamo appena dato: quella, appunto, di causa iniziale); e' causata dall'interno, nel riproporsi identico di un numero finito di cause/possibilita', in cui dopo la fine, c'e' sempre e solo l'inizio.

E cosi', il cerchio si chiude con la considerazione che la nostra distinzione tra cause iniziali, finali e intermedienon ha senso, e quindi, forse, la vita stessa non ha senso.

Ogni causa, e' sia iniziale, che intermedia che finale, perche' ogni causa e' sia il punto a cui conduce il cerchio, che il punto da cui inizia il cerchio, e, insieme, anche il punto che il cerchio attraversa.

L' universo, puo' iniziare tanto dall'attimo di una nebbia mistica carica di divina attesa, quanto dall'attimo di me che porto il cane a pisciare. Puo' finire, con una tremenda esplosione di fuoco e di gelo, a cui segue l'oscurita', oppure, indifferentemente, con me che porto il cane a pisciare. Non ci sono attimi privilegiati: ogni "attimo", cioe' ogni causa, strumentalizza tutte le altre per autocausarsi. Ogni cosa, causa l'altra, finche' non viene, dall'altra ri-causata. La storia, dell'universo, inizia e finisce in ogni suo attimo, in ogni suo punto.

Lo trovo elegante, senza regressi all'infinito (semmai solo con regressi all'inesauribile, alla riproposizione infinita del possibile e del reale) e senza cause cosi' particolari e speciali da essete incausate.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

Citazione di: Ipazia il 03 Aprile 2024, 17:43:15 PMPer "causale" intendo la causa efficiente, secondo la logica aristotelica che rimane a tutt'oggi uno strumento logico essenziale per rispondere ai molteplici, sommamente ingannatori nella loro ambiguità, "perchè". Essa insegna a non confondere "causalità" (per antonomasia nella modernità: efficiente) con finalità. Confusione che le retoriche di bassa gnoseologia praticano indecentemente a dosi industriali.
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Traggo dal tuo link: - Aristotele scrisse che "non abbiamo conoscenza di una cosa finché non abbiamo colto il suo perché, cioè la sua causa"-
Io intendo ciò come  che, la causa di una cosa è necessaria alla nostra conoscenza di essa, ma non alla sua esistenza, e per la nostra conoscenza la prima causa immediata è sufficiente.
Di fatto fatto tentiamo una regressione di cause per giustificare la conoscenza di ciò che conosciamo fin dalla prima causa.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La regressione infinita serve solo a chi non vuole prendere atto della causalità più prossima, che nella stragrande maggioranza dei casi basta e avanza per fare vita quotidiana e scienza. 

Ha senso regredire nella causalità fin dove si riesce a gestire un fenomeno con la tecnologia disponibile.

La causa finale riguarda solo la metafisica, non la fisica e neppure l'evoluzione naturale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Damiano Bergamaschi

Citazione di: bobmax il 03 Aprile 2024, 18:25:51 PMInvece il quesito ha soluzione.

Soltanto che non sta fuori di te, da qualche parte. La puoi trovare solo in te stesso.
Solo tu, in perfetta solitudine, puoi dire qual è il motivo della esistenza.

Sì, dal nulla si genera nulla.

Quindi...?

Cosa vale davvero per te?

Ora che percepisci la origine di ogni cosa, il Nulla.
E sai che dal nulla si genera nulla...
Cosa allora vale?

Se a questo punto scaturisce in te la compassione, per la sofferenza di questo mondo.
Questo  mondo che non è che puro nulla.
Allora, forse, nascerà in te la soluzione.

D'altronde, Essere è esser Vero.
Essere = Verità

E tu sei Essere, che altro mai saresti?
Tu sei la Verità.
È vero...ma io sono nel mondo. "Io" e "mondo" non sono 2 cose distinte quindi io sono nulla.

Pio

Citazione di: Damiano Bergamaschi il 10 Aprile 2024, 11:44:07 AMÈ vero...ma io sono nel mondo. "Io" e "mondo" non sono 2 cose distinte quindi io sono nulla.
Eppure esisto.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

bobmax

Citazione di: Damiano Bergamaschi il 10 Aprile 2024, 11:44:07 AMÈ vero...ma io sono nel mondo. "Io" e "mondo" non sono 2 cose distinte quindi io sono nulla.

Sì, in quanto "io" tu esisti.

Occorre però considerare che "essere" non coincide con "esistere".
Esiste il qualcosa.
Ciò che non è qualcosa non esiste.
E ciò che non esiste... è nulla.

Viceversa, l'essere permette l'esistere ma, non essendo qualcosa, a sua volta non esiste.

L'essere non esiste, l'essere è.

E poiché l'essere non esiste... l'essere è nulla.

Essere = Nulla

Attenzione, "nulla" significa soltanto non esistenza.
Ciò che non esiste, perché non è qualcosa, è nulla.
Non vi è niente di arcano o minaccioso nel nulla. Perché non esiste.

Abbiamo così il paradosso, solo apparente però, che Essere = Nulla.
Questo dal punto di vista della esistenza.

Perché, come ben osservi, è in realtà il tuo esistere a non avere consistenza.
Come esistenza sei un non essere.

Chi sei allora?

Se ti coglie la Compassione per questo mondo dolente, se infine provi compassione pure per te stesso, allora il figlio, che tu sei, potrà iniziare a tornare ad essere il Padre.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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