Menu principale

Una bellissima domanda.

Aperto da iano, 10 Gennaio 2020, 01:54:41 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

Facciamo scelte inconsce , per le quali , se ci viene chiesto , non sappiamo dire il motivo , e scelte consce di cui sappiamo dire il motivo.
L'elenco sembra così completo , perché abbiamo esaurito tutte le possibili combinazioni logiche.
Ma non è così.
Facciamo scelte consce di cui non sappiamo dire il motivo , se è vero che , dir che è  bello ciò che piace , non significa dire nulla.
Il senso estetico comunque ha un ruolo decisivo in tutti i campi umani , compreso quello della ricerca scientifica , che dovrebbe esserne però  immune , se quello che conta sono i fatti.
Ma uno dei fatti è proprio che esso sia così pervasivo e questo dovrebbe farci riflettere sul suo ruolo e sulla sua funzione.
Questo senso si esercita nel campo dell'arte , ma non è per niente relegato ad esso , cui comunque dedichiamo tempo e risorse , senza saper dire davvero  il motivo .
Perché lo facciamo?
Questa è una bellissima domanda.😅
"Una bellissima domanda" è il titolo del libro allegato alla rivista "Le Scienze" adesso in edicola.
Autore il premio Nobel per la fisica ,Frank Wilczek.

Una possibile risposta che vi propongo è che non solo il senso estetico interviene , inevitabilmente a quanto pare nella ricostruzione dei fatti (teorie scientifiche ) , ma anche nella loro costruzione.
Cioè, ciò che normalmente riteniamo ricada nel campo del conscio, non vi ricade mai del tutto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Intendo nella "costruzione" dei fatti.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Hlodowig

Buongiorno, amico @Iano,

La risposta più semplice che mi possa venire al momento in testa: curiosità.

Una richiesta, se non guasta i rapporti e non offende nessuno;

che si evitino i dogmi di qualunque genere essi siano, bellissima retorica, ma sempre un giro in cerchio è.

E una caverna in maggior dimensione diviene, poiché se ne esce da una più piccola, ma per entrarne in una più grande e quei riflessi stanno sempre li, dando l' illusione di una luce che rischiara.

E quel cerchio, secondo la mia sempliciotta logica, deve essere spezzato.

Grazie ✋

Lou

Uno scienziato che mi è venuto in mente che si interessò di questo vasto e bell'argomento che introduci iano è Poincarè, di cui cito un estratto:

"Lo scienziato non studia la natura perché sia utile farlo. La studia perché ne ricava piacere; e ne ricava piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena conoscerla, e la vita non sarebbe degna di essere vissuta. Ovviamente, non mi riferisco alla bellezza che colpisce i sensi, alla bellezza delle qualità e delle apparenze. Non la disprezzo affatto, ma non ha niente a che fare con la scienza. Intendo riferirmi a quell'intima bellezza che deriva dall'ordine armonioso delle parti e che può essere colta da un'intelligenza pura. (...) Proprio perché la semplicità e la vastità sono entrambe belle noi cerchiamo di preferenza fatti semplici e fatti vasti; e ne traiamo piacere, ora dal seguire il corso immenso delle stelle, ora dall'osservare con un microscopio quella prodigiosa piccolezza che è anche una vastità, e ora nel ricercare nelle ere geologiche quei segni del passato che ci attraggono per la loro lontananza."
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

viator

Salve Iano. Citandoti : "Cioè, ciò che normalmente riteniamo ricada nel campo del conscio, non vi ricade mai del tutto".
Per la semplice ragione che è il conscio che viene dominato dall'inconscio e non certo viceversa.
Senza lo psichismo non può esservi coscienza, no ?.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#5
Citazione di: viator il 10 Gennaio 2020, 23:26:02 PM
Salve Iano. Citandoti : "Cioè, ciò che normalmente riteniamo ricada nel campo del conscio, non vi ricade mai del tutto".
Per la semplice ragione che è il conscio che viene dominato dall'inconscio e non certo viceversa.
Senza lo psichismo non può esservi coscienza, no ?.
Ciao Viator.
Da un punto di vista operativo conscio e inconscio lavorano insieme e non vedo sinceramente il motivo di stabilire gerarchie sia in senso che nell'altro.
Il problema di come sia nata la coscienza credo sia un falso problema che deriva proprio dal voler stabilire gerarchie che non hanno una vera giustificazione .
Lavorano sempre insieme , e mai veramente da soli , anche quando sembra.
Questo era quel che intendevo dire.
Quando facciamo scelte consce e convinte , senza saper dire perché, come quando interviene il senso estetico , abbiamo la prova che parlare di conscio e inconscio come cose a compartimento stagno sia una semplificazione eccessiva , per quanto utile.
Immagino quindi che chi metta la coscienza al primo posto non veda il senso estetico di buon occhio , e viceversa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#6
Citazione di: Hlodowig il 10 Gennaio 2020, 14:55:36 PM
Buongiorno, amico @Iano,

La risposta più semplice che mi possa venire al momento in testa: curiosità.

Una richiesta, se non guasta i rapporti e non offende nessuno;

che si evitino i dogmi di qualunque genere essi siano, bellissima retorica, ma sempre un giro in cerchio è.

E una caverna in maggior dimensione diviene, poiché se ne esce da una più piccola, ma per entrarne in una più grande e quei riflessi stanno sempre li, dando l' illusione di una luce che rischiara.

E quel cerchio, secondo la mia sempliciotta logica, deve essere spezzato.

Grazie ✋
Ciao amico 😊
Se non interpreto male , secondo me quel cerchio si piega  , ma non si spezza.
E forse la natura di quelle ombre che scorrono sulle pareti della caverna ti sarebbe più chiara se fossero fissate come arte rupestre.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Hlodowig

Ciao :)

Conosco bene l' allegoria o quantomeno, ne ho percepito l' essenza.

Spero però, di non fare la brutta fine del tizio (metaforicamente parlando), che viene linciato dai suoi fratelli.

E per il cerchio, beh.. ci proviamo lo stesso, non sia mai che ce ne si possa costruirne un altro più bello e più figo. :D

La naturale curiosità e connaturata alla meraviglia scaturita dallo scoprire, dal conoscere ed è quella che spinge ogni essere vivente (non solo l' uomo, per quanto mi riguarda e penso) a far ciò che fa.

Io credo che il bene più prezioso stia nell' aproccio che abbiamo (o che dovremmo avere) di noi stessi e che ci porta (o ci porterebbe) con consapevole equilibrio, al rapportarci con il resto del mondo e con la vita stessa.

Qualunque cosa essa sia.

È questa mia semplice considerazione, che rende l' uomo veramente libero e capace di sognare, di creare, di realizzare.

Ogni suono, ogni numero, ogni lettera, parola, frase, testo, disegno, colore, forma, sono sempre in fluido perenne stato, in attesa che un pensiero nuovo, una riflessione nuova, che un' idea nuova portino qualcosa che possa esser utile, che possa esser compresa, che possa guidare, che possa spingere la specie homo a proiettarsi nelle stelle e viver come stelle.

Solo allora non esisteranno più caverne e montagne, ma solo l' immenso sconfinato firmamento, la cui luce vedrà riflessa in uno specchio d' acqua.

Tutto, è Filosofia.

Ed è Bellissimo.

Chiedo venia per il parolaio e per la precedente entrata scenografica in questo thread.

Grazie ✋

iano

#8
Ciao Hlodwig.
Il cerchio si allarga  perché ha flessibilità infinita , capace di portarsi a dimensioni stellari , senza spezzarsi .
Abbiamo già  disegnato le stelle sulle pareti della caverna, e noi stessi , e questo , come sappiamo da sempre , ne propizia la cattura.
Buona caccia.😁
Per allargare la caverna in economia e in modo sostenibile bisogna però prima accettarla come nostro limite.
Solo sentendola come nostra ne potremo avere cura.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#9
Come diceva Jessica Rabbit , io non sono cattiva , ma è così che mi disegnano.
Sta a noi fare buoni disegni , senza deresponsabilizzarci , credendoci come un disegno fatto e proiettato da altri.
Dire che la realtà si proietta in noi è una semplificazione fuorviante , che ci induce a concentrarci sulla imperfezione del risultato.
Si tratta invece di un processo molto più complesso del quale andare fieri , senza doverci ridurre ad essere l'ombra di nessuno.
Il nostro cerchio si allarga grazie ai nostri tentativi ed errori , ma solo
se li accettiamo come tali.
In natura non esiste una carta dei diritti per cui nulla ci è dovuto.
Tutto si ottiene con fatica , ma non è una condanna , è un piacere.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Hlodowig

Buongiorno amico @Iano,

Grazie per il prezioso suggerimento.

Nelle tue parole, ricordo quelle di mio padre, che è venuto a mancare poco tempo fa e con il quale si faceva discorsi abbastanza sostenuti (a volte anche focosi) tra il vecchio, il nuovo e la necessità di approdare a nuovi punti di vista.

Quindi, ti stimo.

Grazie ✋

Ipazia

La citazione che Lou trae da Poincarè pone una questione conscia e pure inconscia: la regolarità dei fenomeni è fonte di piacere, strumento canonico di bellezza. Essa ci rassicura con la sua prevedibilità e ci stimola alla ricerca di connessioni che portino alla scoperta di altre regolarità tali da rendere coerente e coeso il mondo in cui abbiamo l'avventura di vivere. O essere gettati, secondo i punti di vista.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Sono molto in accordo con Ipazia, il senso estetico è connaturato ed  è sviluppato al e dal mondo animale in generale, "facoltá"  agente senza la quale, in misura inconscia e conscia, difficilmente le grandi opere artistiche e gli eleganti modelli scientifici avrebbero potuto essere ideati, per ciò che concerne l'animale uomo, in particolare. Trovo che il senso estetico giochi un ruolo fondamentale nella modellizzazione dell'universo, che l'eleganza è costantemente ricercata, in certa misura scoperta, in altra creata, o una simbiosi tra le due componenti, sia in una formula che in un battere di scalpello dello sculture, in una parola poetica e, sussurro, nel filosofare. Anche nella mia citazione che in firma, in fondo, non si fa che affermare un giudizio estetico sulla verità, sebbene nella sua rottura con la bellezza - il senso estetico gioca in ogni caso il suo ruolo.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

davintro

il senso estetico è reso possibile dal fatto che il soggetto a cui è presente si caratterizza come coscienza razionale. Cioè, non è un soggetto totalmente in balia degli istinti biologici inconsci, che spingerebbero il suo agire verso delle mete di cui non si ha una vera e propria consapevolezza. Al contrario, la componente di razionalità, anche se non esaustiva del suo essere, riflette la facoltà di valutare gli istinti e soppesarne la necessità di seguirli in relazione ad una sensibilità assiologica, gerarchicamente strutturata (anche se l'ordine delle preferenze esprime l'individualità del singolo soggetto, e ciascuno segue la propria gerarchia) per la quale una certa tendenza istintiva può essere repressa o quantomeno subordinata rispetto ad altre, invece rivolte verso la realizzazione di valori che la coscienza riconosce come superiori e più importanti rispetto ai fini a cui tendono gli istinti per così dire "sacrificati". E la coscienza dei valori, cioè dei fini ultimi, non rimandanti ad altro oltre se stessi, è ciò che consente di percepire le cose dal punto di vista della bellezza, cioè della prerogativa di avere in se stesso il loro valore positivo, anziché in funzione, utilitaristicamente, di altro. Da qui il nesso tra etica ed estetica, la percezione della bellezza riflette sempre un, più o meno latente, giudizio etico sulla bontà di ciò che reputiamo bello. Il che non vuol dire, nel caso della bellezza sensibile, che ad ogni persona che percepiamo di bell'aspetto si associ, razionalmente e in piena consapevolezza un giudizio di bontà morale, che sarebbe stupido e superficiale, ma che in qualche modo, le caratteristiche fisiche suscitano quel sentimento estetico, perché le si collega simbolicamente a determinati valori spirituali componenti un ideale moralmente positivo di persona che ciascuno soggettivamente elabora nella sua mente (es. i capelli lunghi associati simbolicamente alla morbidezza, alla dolcezza di una donna, fermo restando, ripeto, l'azione della razionalità, che può contrastare tale associazione immediata e simbolica, ricordando la non necessità che tutte le donne che portano i capelli in quel modo abbiano effettivamente quel tratto caratteriale)

Lou

Il punto, davintro, rispetto a quel che scrivi:la rottura tra etica ed d'estica, detta in parole povere - bello e buono - non annichilisce gli ambiti,  in trovi lì rimodelli nella loro relazione. Relazione che non viene meno, bello/ buono/ vero non è rivatubile in termini di relazione? Per rivalutarla io ritengo abbia da essere aprioristicamente posta.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Discussioni simili (1)