Il relativismo e il mito del Labirinto

Aperto da Carlo Pierini, 20 Luglio 2018, 21:46:56 PM

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Carlo Pierini

Il Labirinto, come tutti i grandi simboli della tradizione, non ha solo un significato né una sola variante mitica. Sono molti, infatti, i miti e le leggende, anche non europee, in cui si parla di labirinti che l'eroe deve percorrere per raggiungere una meta importante, un tesoro prezioso.
In genere questo simbolo esprime l'idea di difesa di un «centro» e l'ingresso ha un valore iniziatico. Il labirinto può difendere una città, una tomba, o un santuario, cioè uno spazio magico-religioso che si vuole rendere inviolabile dai "non-eletti", dai "non-iniziati". Simbolizza, cioè, ogni sorta di viaggio iniziatico, da quello filosofico il cui centro si identifica con la Verità, a quello psicologico nel quale la meta è la profondità del Sé, a quello religioso che trova la sua conclusione in Dio. Per esempio, nel Medioevo, percorrere il labirinto tracciato sul pavimento di alcune chiese era considerato sostitutivo del pellegrinaggio in Terra Santa. E in questo senso ogni viaggio mitico rappresenta una variante del tema del labirinto: il viaggio di Ulisse, Ercole al centro della Terra, gli Argonauti alla conquista del Vello d'oro, Gilgamesh alla ricerca dell'erba dell'immortalità, ecc.
Il labirinto del mito greco, da questo punto di vista, può sembrare anomalo, visto che alla fine del viaggio non troviamo un tesoro, ma un mostro: il Minotauro. Ma in realtà anch'esso rientra nel grande archetipo dell'impresa eroica che ha come fine la conquista di una meta ambita protetta da ogni sorta di mostri: draghi, cerberi, leoni, serpenti, ecc., che devono essere uccisi; e in questo caso la mèta è la salvezza dei fanciulli che venivano periodicamente immolati al Minotauro.
La cosa singolare, tuttavia, è che il Minotauro si discosta dai mostri classici essendo l'incrocio tra un umano e un animale. E' nello stesso tempo un toro che ha il corpo di un umano, e quindi anche la sua fragilità, e un umano che ha l'intelligenza di un animale. Fa pensare, cioè, che il nemico da vincere non sia una tipica forza bruta della natura, ma una qualche mostruosità di origine umana dovuta alla primitività animale della sua testa, cioè della sua componente superiore. Non può che riferirsi, dunque, all'uomo che è carente o privo dei valori superiori che lo distinguono dalla bestia: la verità, l'eticità, la sacralità, la religiosità. Chi altri, allora, se non il relativista-ateo-materialista radicale, la cui ideologia non ammette né verità, né etica, né religione e che considera l'uomo niente più che una delle specie appartenenti al regno animale?
Ma perché, tra tanti animali proprio il toro? Perché le corna simbolizzano la dualità contraddittoria che caratterizza l'intera ideologia materialista-relativista (negazione della verità/pretesa di dire il vero; negazione dell'etica/pretesa di essere trattati secondo l'etica; negazione della libertà/pretesa di essere liberi, affermazione dell'animalità umana, pretesa di non essere trattati come animali, ecc.).
Conclusione: l'ateismo-relativismo-materialismo è il nemico da sconfiggere, se non vogliamo più che i nostri giovani siano sacrificati al Minotauro, cioè, al disorientamento etico, al disinteresse per la verità, all'ignoranza del sacro.

Jacopus

Dare una interpretazione del genere al mito del labirinto e' estremamente riduttivo. Nel mito entrano a pieno titolo figure mitologiche cariche di significato. Se volessi potrei dare una interpretazione specularmente opposta alla tua. Il minotauro non e' altro che l'effige della cultura minoica primordiale e il suo idolo monoteistico a cui si ribellano le forze politeiste e relativiste di Atene. Infatti al minotauro dovevano essere dati in pasto 20 ateniesi. Il minotauro fu il risultato della volutta' di Pasifae che volle accoppiarsi con il grande toro bianco. E non possiamo scordarci che Zeus spesso si e' trasformato in toro bianco, come nel mito del rapimento di Europa. Anche in questo caso il toro rappresenta l'Asia mentre Europa e' il simbolo del nuovo mondo greco, relativista e aperto al mondo, a differenza del toro, chiuso nel suo labirinto.
Ma il labirinto fu costruito da Dedalo e Icaro. Cioe' dalla tecnica contrapposta alle forze selvagge della natura. E Dedalo per sfuggirvi costrui' delle ali ma mori in questo tentativo. Per non parlare di Teseo che sconfisse il minotauro ma poi tradi' Arianna che si impicco' per questo.
Tralascio la storia della vela nera che provoco' il suicidio di Egeo. Come puoi ben vedere il mito del minotauro non e' altro che un grande inno al relativismo e al polimorfismo dell'animo umano.
Ps. Accostare arbitrariamente relativismo-ateismo-materialismo mi evoca una sorta di mostro a tre teste che vive pero' solo nella tua mente. Speriamo che sopraggiunga un novello Teseo in questo Forum per sconfiggerlo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Carlo Pierini

#2
Citazione di: Jacopus il 20 Luglio 2018, 22:35:19 PM
Dare una interpretazione del genere al mito del labirinto e' estremamente riduttivo. Nel mito entrano a pieno titolo figure mitologiche cariche di significato. Se volessi potrei dare una interpretazione specularmente opposta alla tua. Il minotauro non e' altro che l'effige della cultura minoica primordiale e il suo idolo monoteistico a cui si ribellano le forze politeiste e relativiste di Atene. Infatti al minotauro dovevano essere dati in pasto 20 ateniesi. Il minotauro fu il risultato della volutta' di Pasifae che volle accoppiarsi con il grande toro bianco. E non possiamo scordarci che Zeus spesso si e' trasformato in toro bianco, come nel mito del rapimento di Europa. Anche in questo caso il toro rappresenta l'Asia mentre Europa e' il simbolo del nuovo mondo greco, relativista e aperto al mondo, a differenza del toro, chiuso nel suo labirinto.
Ma il labirinto fu costruito da Dedalo e Icaro. Cioe' dalla tecnica contrapposta alle forze selvagge della natura. E Dedalo per sfuggirvi costrui' delle ali ma mori in questo tentativo. Per non parlare di Teseo che sconfisse il minotauro ma poi tradi' Arianna che si impicco' per questo.
Tralascio la storia della vela nera che provoco' il suicidio di Egeo. Come puoi ben vedere il mito del minotauro non e' altro che un grande inno al relativismo e al polimorfismo dell'animo umano.
Ps. Accostare arbitrariamente relativismo-ateismo-materialismo mi evoca una sorta di mostro a tre teste che vive pero' solo nella tua mente. Speriamo che sopraggiunga un novello Teseo in questo Forum per sconfiggerlo.

CARLO
Come ho accennato nella breve introduzione, i simboli sono come dei palinsesti, cioè celano (o rivelano) una molteplicità di significati compiuti e relativamente indipendenti tra loro. Io ne ho colto solo UNO, ma non il solo.
E, comunque, al Minotauro (figlio di Pasifae e di un toro bianco donato a Minosse dal dio Poseidone) venivano immolati periodicamente sette fanciulli e sette fanciulle. Poi, com'è noto, certe figure simboliche davano spesso origine a una molteplicità di miti, saghe e leggende di contorno.

P.S.
Riguardo al suicidio di Teseo, non lo starai confondendo con ...Giuda? :)

Ercole

Pongo io una domanda: e se il significato di questo mito non avesse nessuna interpretazione? Perchè il simbolo deve richiamare ad altro e non deve essere qualcosa di assurdo, gratuito e in un certo senso minaccioso rispetto alla sua intraducibilità?

Phil

Scenario profondamente interessante... d'altronde è persino sperimentabile: se ci si inventa una storia "assurda e gratuita" (non di cronaca) con elementi simbolici, probabilmente la gran parte delle persone tenderà a interpretarla ed a individuare un significato metaforico... quando invece volutamente è stata concepita vuota di senso, autoreferenziale e piatta. 

Che ci sia una sorta di "complesso della parabola", paranoia della "morale della favola"?
Spesso tendiamo a vedere profondità in tutto, tutto a tre dimensioni... per questo funzionano i trompe l'oeil  ;D

Carlo Pierini

Citazione di: Ercole il 22 Luglio 2018, 10:19:17 AM
Pongo io una domanda: e se il significato di questo mito non avesse nessuna interpretazione? Perchè il simbolo deve richiamare ad altro e non deve essere qualcosa di assurdo, gratuito e in un certo senso minaccioso rispetto alla sua intraducibilità?

CARLO
Per la stessa ragione per la quale l'interpretazione dei fenomeni della natura ha portato alla scoperta di alcune leggi della fisica. Per la Storia comparata dei simboli e delle idee religiose, gli archetipi sono le "costanti" dei "fenomeni simbolici" così come le leggi fisiche sono le "costanti" dei fenomeni naturali.

Jacopus

Per ercole: anche la minaccia della sua intraducibilita' rimanda a qualcosa d'altro. Viviamo in una cultura di segni e siamo abituati culturalmente ad interpretare. Inoltre il mito del labirinto e' una parte importante della mitologia greca, ovvero la ns infanzia culturale. Il suo significato simbolico anche per la ns vita quotidiana e' immenso. Paragonabile a quello della Bibbia che continua simbolicamente, volenti o nolenti, a condizionare la vita di tutti gli occidentali.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Carlo Pierini

#7
Citazione di: Phil il 22 Luglio 2018, 10:56:36 AM
Che ci sia una sorta di "complesso della parabola", paranoia della "morale della favola"?
Spesso tendiamo a vedere profondità in tutto, tutto a tre dimensioni... per questo funzionano i trompe l'oeil  ;D

CARLO
Errore. Ci sono delle ragioni precise non-paranoiche per le quali anche i trompe l'oeil  funzionano.

Phil

La domanda sulla paranoia della "morale della favola" era riferita a quanto scritto in precedenza, non al trompe l'oeil, che ho usato semplicemente come battuta (con tanto di smile), gioco di parole estemporaneo basato sul concetto di "profondità": ecco che qualcosa di diretto, giocosamente fine a se stesso, scritto senza velleità di valore simbolico o metaforico, è stato invece interpretato come simbolo e metafora di altro, confermando la tesi di cui parlavo... 
come volevasi dimostrare  :)

Carlo Pierini

Citazione di: Phil il 22 Luglio 2018, 13:02:18 PM
La domanda sulla paranoia della "morale della favola" era riferita a quanto scritto in precedenza, non al trompe l'oeil, che ho usato semplicemente come battuta (con tanto di smile), gioco di parole estemporaneo basato sul concetto di "profondità": ecco che qualcosa di diretto, giocosamente fine a se stesso, scritto senza velleità di valore simbolico o metaforico, è stato invece interpretato come simbolo e metafora di altro, confermando la tesi di cui parlavo...
come volevasi dimostrare  :)

CARLO
La cultura del 99% degli uomini vissuti e viventi nel nostro pianeta si è costruita sulla ricerca di una morale contenuta in certe favole che per millenni hanno rappresentato il nucleo centrale di civiltà millenarie: l'ellenismo, l'induismo, il buddhismo, l'islamismo, il vedismo, il cristianesimo, il taoismo, il mazdeismo, ...e potrei continuare l'elenco riempiendo l'intera pagina di centinaia di altri -ismi.
Ecco, tu fai parte di quell'1% dell'umanità che ha la presunzione di giudicare quelle favole prive di significato e "paranoici" tutti coloro che invece le hanno ritenute profondamente significative. Su quali nuove e salde "grandi verità" si fonda un giudizio così sfrontato?

SamuelSilver

Perdonate la risposta tarda ma sono entrato da poco nel Forum e non ho potuto scrivere prima. Non credo di aver ben compreso lo scopo dell'argomentazione: vuole essere un attacco all' "ateismo-relativismo-materialismo" che usa il mito del Minotauro come argomento a favore (dell'attacco) o vuole solo essere un'esposizione della tua interpretazione del mito totalmente distaccata dalle tue idee personali sull' "ateismo-relativismo-materialismo"? Se si trattasse di quest'ultimo caso non avrei niente da dire in quanto si sta parlando di una visione soggettiva, ma se lo scopo è il primo sarei in disaccordo su diversi punti. Innanzitutto, usare  l'interpretazione di un mito per supportare un'idea non mi sembra il modo migliore per costruire un'argomentazione: il mito è, a sua volta, una manifestazione metaforica delle idee di coloro che hanno prodotto il suddetto mito, usarlo come prova a favore sarebbe come dire "Il motivo per cui secondo me le cose stanno così è che anche secondo loro le cose stanno così". Tra l'altro, in questo caso specifico, la situazione è ancora peggiore perchè essendo la tua un'interpretazione non possiamo essere sicuri che anche loro la pensassero così. Il problema tuttavia rimane anche se si volesse mettere da parte quest'ultima questione, considerando quindi la tua una visione legittima: anche così, non ci sarebbero validi motivi per sostenere la conclusione che "l'ateismo-relativismo-materialismo è il nemico da sconfiggere, se non vogliamo più che i nostri giovani siano sacrificati al Minotauro, cioè, al disorientamento etico, al disinteresse per la verità, all'ignoranza del sacro" in quanto non ho visto nessuna argomentazione che dimostri come l'ateismo-relativismo-materialismo porti al disorientamento etico, al disinteresse per la verità e all'ignoranza del sacro. Non si può neanche affermare che queste tre siano ovvie e palesi conseguenze dell' ateismo-relativismo-materialismo: dal mio punto di vista è proprio l'eccessiva sacralità che porta al disorientamento etico e il disinteresse per la verità non vuol certo dire disinteresse per la ricerca e per lo sviluppo di nuove conoscenze e tecnologie dato l'attuale livello di progresso. L'ultima parte su cui non sono d'accordo è l'elenco della "dualità contraddittoria che caratterizza l'intera ideologia materialista-relativista". Escludendo la voce riguardante la verità, su cui potrei anche essere d'accordo, non vedo le altre come contraddizioni. Non so cosa intendi con negazione dell'etica, ma se stai affermando che quasi tutti gli atei-relativisti-materialisti credono che l'etica sia inutile e che se ne possa fare a meno, sarei curioso di sapere da dove hai ricavato quest'informazione perchè  a me pare del tutto infondata. Il punto riguardante la libertà è una contraddizione solo se non ci si rende conto che si sta parlando di due libertà diverse: negare l'esistenza del libero arbitrio, che riguarda la libertà di un singolo individuo di fare scelte non deterministiche, non ha nulla a che fare con la libertà di vivere senza essere eccessivamente vincolati o asserviti da altri individui al di fuori di noi, che è la libertà che presumo anche i materialisti giustamente vogliano. Per finire, dire che gli esseri umani sono animali non significa affatto negare qualsiasi tipo di differenza esistente tra noi e gli altri animali, così come nessuno nega le differenze tra le varie specie di animali presenti nel mondo. Per cui, se si accetta il fatto che gli esseri umani sono animali che si trattano a vicenda in modo cooperativo, socievole e etico, non vedo perchè qualcuno dovrebbe decidere di trattare gli altri individui nello stesso modo in cui tratta animali di altre specie.

viator

Salve SamuelSilver. Benvenuto. Trovo il tuo intervento centrato e chiaro. Purtroppo non conosci la foga dottrinal-dialettica di chi fra poco - credo - ti risponderà con le proprie obiezioni. Auguri e salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

SamuelSilver

Citazione di: viator il 19 Agosto 2018, 17:59:17 PM
Salve SamuelSilver. Benvenuto. Trovo il tuo intervento centrato e chiaro. Purtroppo non conosci la foga dottrinal-dialettica di chi fra poco - credo - ti risponderà con le proprie obiezioni. Auguri e salutoni.
Salve Viator, grazie dell'accoglienza. Spero di essere in grado di sostenere l'eventuale discussione!

Lou

#13
Citazione di: Ercole il 22 Luglio 2018, 10:19:17 AM
Pongo io una domanda: e se il significato di questo mito non avesse nessuna interpretazione? Perchè il simbolo deve richiamare ad altro e non deve essere qualcosa di assurdo, gratuito e in un certo senso minaccioso rispetto alla sua intraducibilità?
Il simbolo è autosignificante, il mito il tentativo stesso di dispiegarne, promuovendone molteplici possibili interpretazioni ( già che si parla di labirinto), il significato in narrazioni - la mitologia sfigura l'intraducibilità del simbolo e dei miti connessi nelle maglie del logos.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Carlo Pierini

Citazione di: SamuelSilver il 19 Agosto 2018, 17:33:40 PM
Perdonate la risposta tarda ma sono entrato da poco nel Forum e non ho potuto scrivere prima. Non credo di aver ben compreso lo scopo dell'argomentazione: vuole essere un attacco all' "ateismo-relativismo-materialismo" che usa il mito del Minotauro come argomento a favore (dell'attacco) o vuole solo essere un'esposizione della tua interpretazione del mito totalmente distaccata dalle tue idee personali sull' "ateismo-relativismo-materialismo"? Se si trattasse di quest'ultimo caso non avrei niente da dire in quanto si sta parlando di una visione soggettiva, ma se lo scopo è il primo sarei in disaccordo su diversi punti. Innanzitutto, usare  l'interpretazione di un mito per supportare un'idea non mi sembra il modo migliore per costruire un'argomentazione: il mito è, a sua volta, una manifestazione metaforica delle idee di coloro che hanno prodotto il suddetto mito, usarlo come prova a favore sarebbe come dire "Il motivo per cui secondo me le cose stanno così è che anche secondo loro le cose stanno così". 

CARLO
Una prima risposta (indiretta) alle tue obiezioni la trovi in questo mio thread:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un'altra-'visione'-archetipica/

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