L'0pinione di un ignorante.

Aperto da iano, 03 Dicembre 2024, 08:15:15 AM

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iano

Il punto di vista di un ignorante come me  sono convinto che possa essere utile, non perchè l'ignoranza sia un valore in sé, ovviamente, ma semplicemente perchè è diverso dagli altri.
Così mi pare di vedere in ognuno di voi un esperto in qualcosa che a furia di approfondire la materia di suo interesse tenda a vedere la realtà a ''modo suo'', nel che non vi sarebbe nulla di male, se ciò non tendesse ad escludere le alternative, tendendo col tempo a far coincidere la realtà col proprio punto di vista sulla realtà.
In ciò non c'è necessariamente nulla di male, sopratutto se si trova utilità nel proprio personale modo di vedere la realtà.
Inoltre credo che in quanto uomini abbiamo sviluppato un modo condiviso di vedere la realtà, non condiviso nel senso che abbiamo trovato accordo su di esso, perchè questo accordo se pure vi è, è da riferire  alla nostra evoluzione nel tempo.
Tuttavia un modo personale di vedere la realtà, per quanto condiviso, rimane pur sempre personale, anche se riferibile all'umanità intera.
In tal senso credo che ci sia un fraintendimento sulla scienza.
Essa infatti non si contrappone all'opinione, la doxa, per quanto unanime posa essere, ma essa si propone come opinione alternativa diversa, non contrapposta.
Essa propone cioè opinioni condivisibili, più che opinioni che sembrano nascere già condivise, come sembra essere il modo comune in cui la realtà ci appare.
Il diverso modo in cui la scienza ci suggerisce di ''vedere'' la realtà, non è da contrapporre a quello naturale, ma da affiancare ad esso.
Allo stesso tempo essa ci suggerisce in che modo il naturale modo di vedere la realtà sia nato, proponendocene uno alternativo che possiamo considerare dalla sua nascita fino ai giorni nostri, non necessariamente più valido, ma che presenta comunque una sua validità alternativa.
In un certo senso l'umanità, nella sua interezza, è come uno studioso che si è immerso con tale intensità nello studio di una particolare materia, che non riuscirà più a vedere la realtà se non con gli occhiali che ha per sua predilezione inforcato.

Il discorso che la scienza si opponga alla doxa sarebbe da rivedere, perchè la scienza ha il potere che possiede un opinione condivisa.
Cioè, se apprendiamo dai nostri errori, la scienza è un modo di sbagliare tutti insieme, cioè un modo di procedere insieme , nel bene nel male, per cui abbia senso ancora parlare di umanità in continuità col senso che l'evoluzione gli ha dato.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#1
Certo, potrà apparire strano al serpente sentirsi ancora vivo con una nuova pelle, diversa, ma ancora uguale, da quella della quale non pensava di poter fare senza, e ancor più strano gli apparirebbe se si sentisse ancora vivo con una pelle non solo nuova, ma anche diversa, come sta succedendo a noi.
Resta solo da vedere se la nuova pelle è diversa solo nella forma o pure nella sostanza.
L'ipotesi più semplice mi pare sia che sia diversa solo nella forma, essendo ogni diversa pelle fatta della stessa sostanza.
La nuova pelle potrà svolgere pure funzioni diverse in ragione della sua diversa forma, ma tutte le diverse forme nel bene e nel male svolgono la funzione che svolge una qualunque pelle.
Questa analogia però funziona fino a un certo punto, perchè prevede che la pelle possa cambiare, restando comunque unica.
Nel nostro caso meglio si addice una pelle come un abito da indossare.
E' quello che sembrano voler perseguire gli attuali stilisti di moda, che tendono ad inglobare la tecnologia negli abiti, ma essendo ogni tessuto una tecnologia ciò significa solo considerarne la sua possibile evoluzione.
L'abito però non sostituisce la pelle, ma vi si sovrappone, bloccandone allo stesso tempo l'evoluzione.
Ma la stessa pelle naturale è composta da più strati che sembrano testimoniare il suo essere il prodotto di diverse fasi evolutive.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Morpheus

Citazione di: iano il 03 Dicembre 2024, 08:15:15 AMIl punto di vista di un ignorante come me  sono convinto che possa essere utile, non perchè l'ignoranza sia un valore in sé, ovviamente, ma semplicemente perchè è diverso dagli altri.
Così mi pare di vedere in ognuno di voi un esperto in qualcosa che a furia di approfondire la materia di suo interesse tenda a vedere la realtà a ''modo suo'', nel che non vi sarebbe nulla di male, se ciò non tendesse ad escludere le alternative, tendendo col tempo a far coincidere la realtà col proprio punto di vista sulla realtà.

Il punto di vista espresso da qualcuno ignorante in qualcosa ed esperto in un'altra può essere sempre costruttivo, sia per l'interlocutore che per l'ascoltatore. Tutti siamo ignoranti in qualcosa, l'importante è "sapere di non sapere" cercando di non confondere le opinioni e i punti di vista (propri e altrui) con la realtà.
Possiamo vedere infiniti motivi nel fatto che il cielo è azzurro, ma alla fine solo una è la verità: La Scienza.

iano

#3
Citazione di: Morpheus il 03 Dicembre 2024, 15:32:12 PM"sapere di non sapere"
Il mio sospetto è che questo virtuoso proposito di umiltà trovi un limite, non dico invalicabile, ma certo potente , in ''ciò che non so di sapere''.
Cioè in quella conoscenza che possiedo senza sapere di possedere.
Quella conoscenza che fa si che quando apro gli occhi, apparentemente solo per ciò la realtà mi appare pur contro la mia volontà di considerarla una illusione. Cioè anche quando ho coscienza di trovarmi di fronte ad una illusione non perciò essa non mi appare, segno che la sua apparenza non è del tutto dipendente dalla mia volontà.
D'altra parte se questa volontà avesse pieno effetto si realizzerebbe un annichilamento di ciò che pur non essendo realtà determina con essa un utile collegamento, a meno di non poter ristabilire questo collegamento anche in modo diverso.
Se è possibile annichilire la presunta realtà con un atto di volontà, l'annichilamento, in quanto percorso inverso alla sua creazione, mi consente invertendo appunto il processo di ricostruirla anche diversamente da come prima mi appariva.
Cioè non si tratta di ricomporre il giocattolo che ho rotto per capire come è fatto, ma rompendo il giocattolo imparo come si fa a costruirli.
In tal modo io divento ''creatore di mondi'' senza perciò perdere in umiltà, perchè con la consapevolezza acquisita di non poterli più confondere con la realtà, essendo che questa confusione non viene più sostenuta dall'unicità del mondo che mi appare, che solo in quanto unico può stare appunto al posto dell'unica realtà.

Il percorso indicato da Socrate è virtuoso, ma lui ce ne indica solo la prima metà.
Al sapere di non sapere deve seguire il non sapere di sapere.
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