Il primo principio della Logica: <<la verità non può essere negata>>.

Aperto da Carlo Pierini, 05 Settembre 2017, 11:24:29 AM

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baylham

Ultimo intervento rivolto a Carlo Pierini sulla questione posta.

Tecnicamente mi risulta che gli assiomi o postulati della logica, come quelli dell'aritmetica o della matematica o della geometria classiche, siano stati elaborati e sistematizzati da tempo e che gli studiosi di queste discipline non ne avvertano il bisogno di ulteriori. Se il tuo intento è invece quello di estendere al campo della scienza e della filosofia il tuo principio per eliminare le teorie che ritieni false o contraddittorie allora sei completamente fuori strada.

Non ho scritto che se ritieni che una cosa sia falsa allora la cosa è vera, ho scritto che se ritieni che una cosa sia falsa allora è vero che la ritieni falsa: come, secondo te, non si può negare la verità allora non si può negare la falsità di una cosa. La condanna del giudice dipende dal fatto che il giudice ritiene che sia vero che è stata fatta una falsa testimonianza.

In generale ritengo che la risposta vero o falso sia un' eccezione, che il sistema della logica classica formale non sia universale e non possa dare alcuna risposta sulla verità o falsità sostanziale, che la risposta alla domanda sulla verità o falsità della maggior parte delle asserzioni sia espressione del dubbio, dell'incertezza e dell'ignoranza. Il so di non sapere di Socrate è per me un cardine dell'esistenza, come della scienza e della filosofia.

davintro

per Green Demetr



non mi pare di tradire la fenomenologia, che resta una delle mie principali fonti di ispirazione, soprattutto a livello epistemologico, ma che cerco sempre di integrare con degli spunti provenienti da altre impostazioni come la metafisica classica, che mi sembrano teoreticamente validi. La logica intesa come complesso di norme del pensiero necessariamente e universalmente valide, e non relative alla particolarità empirica di un certo tipo di mente, l'uomo di cui abbiamo esperienza, è il succo dell'attacco allo psicologismo nella prefazione delle Ricerche Logiche husserliane. Sarebbe azzardato dire che la deduzione PDNC-riconoscimento realista dell'autonomia delle cose oggettive dal pensiero sia effettivamente una strategia argomentativa usata da Husserl in piena consapevolezza, ma ritengo comunque significativo che proprio l'opera esordiente con la rivendicazione del valore aprioristico della verità degli assiomi logici coincidesse con la fase del pensiero in cui centrale era l'anelito al "ritorno alle cose stesse", che tanto aveva attratto pensatori e suggerito ritorni ad un realismo (addirittura una "nuova scolastica") che avrebbe rivendicato l'oggettività del vero in contrapposizione a epoche egemonizzate dall'idealismo o dal neokantismo storicista. Quello che mi pare si possa dire è che la fenomenologia individua una via di riconoscimento dell'autonomia dell'oggetto dal soggetto di tipo sintetico, che non si contrappone alla via analitica-deduttiva che ho provato prima a esporre (la deduzione dal principio di non-contraddizione al modo d'essere delle cose indipendente dalla loro pensabilità), ma la integra e in un certo senso la completa. Questa via sintetica è la sintesi passiva, il formarsi in noi di schemi e associazioni percettive non come arbitraria creazione dell'Io, ma a partire dalle affezioni che l'Io subisce passivamente ad opera di stimoli provenienti dall'esterno, provenienti da cose, che nel momento in cui mostrano di incidere sulla formazione degli schemi che regolano il corso della nostra esperienza, sono riconoscibili come indipendenti dal soggetto nel loro senso. Credo si tratti di due vie complementari: riconoscere che una cosa non può essere in un modo e nel contempo in modo opposto legittima l'indipendenza della causa che determina il senso delimitato delle cose rispetto al pensiero che comprende alternative ideali che però non le realtà non possono convivere, fonda l'autonomia del reale senza però ancora escludere la possibilità per il soggetto di giungere a un sapere assoluto che progressivamente si sviluppa come sapere cumulativo ottenuto di fronte a una realtà oggettiva ma passiva che man mano svela pienamente se stessa ad una coscienza. Invece la sintesi passiva introduce un'intenzionalità "al contrario" dall'oggetto al soggetto, per cui l'oggetto non è mai possesso definitivo di una sapere soggettivo, ma in quanto attivamente interagisce con l'azione conoscitiva del soggetto lascia sempre aperto un margine di provvisorietà, per la quale gli schemi e prospettive del soggetto sono sempre modificabili in relazione alla ricezione passiva di nuovi dati e informazioni, che escludono la presunzione di legittimare razionalmente di essere arrivati da parte della coscienza umana ad una conoscenza dell'oggetto totalizzante e definitiva, scevra da imperfezioni. Dunque, la via analitica giustifica il realismo nel senso dell'autonomia dell'oggetto dal pensiero nel senso della pura esistenza, la via sintetica, più specificatamente fenomenologica, dà a quest'autonomia un senso ancora più forte, anche gnoseologico, autonomia della realtà oggettiva dalla pretesa di un sapere totalizzante ed esaustivo da parte della coscienza umana finita. E proprio dalla rilevanza della costante possibilità di falsificazione dei risultati dell'esperienza del mondo trascendente, la fenomenologia con le sue riduzioni salva uno spazio di indubitabili evidenze nell'ambito della coscienza trascendentale, dei vissuti immanenti ad essa, che restano intatti anche dopo la messa in discussione della pretesa di verità dei giudizi riferiti al mondo dei fatti trascendenti

Carlo Pierini

#47
Citazione di: baylham il 18 Settembre 2017, 15:44:36 PM
Ultimo intervento rivolto a Carlo Pierini sulla questione posta.
Tecnicamente mi risulta che gli assiomi o postulati della logica, come quelli dell'aritmetica o della matematica o della geometria classiche, siano stati elaborati e sistematizzati da tempo e che gli studiosi di queste discipline non ne avvertano il bisogno di ulteriori. Se il tuo intento è invece quello di estendere al campo della scienza e della filosofia il tuo principio per eliminare le teorie che ritieni false o contraddittorie allora sei completamente fuori strada.

Non ho mai scritto niente del genere. Quali sarebbero le teorie che ritengo false?

BAYLHAM
Non ho scritto che se ritieni che una cosa sia falsa allora la cosa è vera, ho scritto che se ritieni che una cosa sia falsa allora è vero che la ritieni falsa: come, secondo te, non si può negare la verità allora non si può negare la falsità di una cosa. La condanna del giudice dipende dal fatto che il giudice ritiene che sia vero che è stata fatta una falsa testimonianza.

CARLO
Siamo d'accordo, lo davo per scontato.

BAYLHAM
In generale ritengo che la risposta vero o falso sia un' eccezione, che il sistema della logica classica formale non sia universale e non possa dare alcuna risposta sulla verità o falsità sostanziale, che la risposta alla domanda sulla verità o falsità della maggior parte delle asserzioni sia espressione del dubbio, dell'incertezza e dell'ignoranza.

CARLO
...Però pre-supponi che ciò che hai scritto sia VERO! Dico bene?

BAYLHAM
Il "so di non sapere" di Socrate è per me un cardine dell'esistenza, come della scienza e della filosofia.

CARLO
Anche per me. Infatti, se affermo l'esistenza di decine di migliaia di verità innegabili e definitive, sono ben lungi dall'affermare la nostra onniscienza. Così come "sapere di non sapere" non equivale a una dichiarazione di ignoranza totale e assoluta. Insomma, non riesci a concepire una sana via di mezzo tra l'ignoranza assoluta e l'onniscienza assoluta? O sappiamo tutto, oppure non sappiamo nulla??
Non capisco perché si critica continuamente ciò che non scrivo, e nessuno si prende la briga di commentare punto per punto ciò che scrivo! Sarà forse perché scrivo solo cose di una evidenza e di una banalità disarmanti?



L'angolo musicale:
VIVALDI - Linguis favete, op. Gloria RV 642
https://youtu.be/uXObMZab5TY?t=255

Carlo Pierini

Citazione di: baylham il 14 Settembre 2017, 16:01:59 PM
"La falsità non può essere negata" suona altrettanto bene.

Credo che ci sia stato un malinteso su questa tua frase, per cui cercherò di chiarire.

Se io ho raccontato una menzogna, dopo non posso negare ipocritamente di aver raccontato quella menzogna. Ed è solo in questo senso che ha valore la tua affermazione secondo cui <<la falsità non può essere negata>>.
Ma se la intendiamo nel senso del contenuto della menzogna, torniamo alla regola imposta dal p.d.n.c.: la proposizione falsa DEVE essere negata, cioè eliminata, di fronte ad una proposizione vera che la contraddice.
Qualsiasi bambino di prima elementare sa che, tra chi sostiene che io mi chiamo Carlo e chi sostiene che mi chiamo Ettore, è quest'ultimo che deve tacere.  E se lo sa un bambino delle elementari, mi domando perché tu, alla tua età, non lo abbia ancora capito. Saranno i tuoi studi filosofici relativistici ad aver ottenebrato, nel crescere, la tua naturale capacità di comprendere una cosa così semplice?


L'angolo musicale:
VERDI - Infin che un brando vindice, op. Ernani
https://youtu.be/eGFE25nwQvM?t=231

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