Il primo motore immobile di Aristotele

Aperto da Marco, 22 Agosto 2019, 16:11:28 PM

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Marco

Chi sa spiegarmi perché, secondo Aristotele, Dio (il primo motore immobile) deve per necessità essere immateriale? Grazie in anticipo a tutti quelli che mi risponderanno.

viator

Salve Marco e benvenuto. Sei stato sfortunato perchè chi ti risponde è privo sia di studi classici che teologici, oltre a non essere credente (al massimo, per me, "Deus sive natura", ovvero Dio non sarebbe altro che il completo insieme di ciò che è).


Anche per questo mi sembra che - poichè all'interno del cosmo-creato tutto risulta in movimento relativo - ciò-chi contiene ed ha generato il cosmo-creato è giusto risulti quale generatore immobile perchè esterno-estraneo-assoluto rispetto a ciascun relativo che è stato creato e si muove.
Dio quindi sarebbe il motore immobile perchè ha generato il movimento rispetto a sè ma, non esistendo altro che contenga Dio stesso, non può risultare in movimento rispetto ad esso altro.

La supposta immaterialità di Dio dovrebbe risultare necessaria dal punto di vista logico-filosofico per giustificare la sua assolutezza sotto il profilo del suo porsi come eterno, incorruttibile, infinitamente.......(segue appunto l'infinito elenco dei suoi attributi), tutti aspetti necessari per giustificare la sua supremazia concettuale rispetto al mondo materiale (che viceversa è limitato, imperfetto, corruttibile, caduco etc. etc. etc.).

Figuriamoci poi nei confronti dell' Uomo !

Il problema è sempre quello :



  • Dio creò il mondo e quindi l'uomo a propria immagine e somiglianza, oppure.....
  • Il mondo creò la vita e quindi l'uomo il quale, impaurito, ignorante ed infastidito dall'ignoto che lo circondava, dalle tribolazioni, dalla consapevolezza della morte......prese a crearsi un'immagine che potesse soddisfare i propri bisogni psichici?.

Saluti, sperando di non averti annoiato o fatto ridere.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

E' la causa prima, causa di se stesso, o meglio incausato, quindi immobile, in quanto da qui inizia il "movimento universale".
Si aprono alcune problematiche che nei periodi storici, filosofi e teologi hanno svolto in modalità diverse.
Ad es. è causa efficiente (diversa dalla causa contingente)? E' "Bene" l' universo, essendo creato da Dio che è bene?
Dio è "dentro" o "fuori" dall 'universo? Ecc.

In fondo la teoria del big bang cosmologica contemporanea è simile.

viator

Salve Paul11. Ovvio che cosmologia priva di convenzioni e investigazione sul divino possano, anzi - inevitabilmente - finiscano per confluire.
E' solamente il riproporsi dell'Assoluto il quale contiene senza essere  contenuto e consiste nell'insieme di tutti i relativi pur senza essere in relazione con nessuno di essi.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

#4
salve Viator,

eppure sono proprio le relazioni con il "motore primo immobile" che costruiscono tutte le relazioni concatenate a discendere e viceversa ad ascendere, lo stesso moto della logica deduttiva ed induttiva.
Perchè se ciò che è "bene" crea, non potrebbe essere che "buono". Ad un certo punto bisognava dare una "colpa" alla morte, al dolore alla sofferenza che gli umani vivevano. ogni spiritualità  e religione doveva concatenare questa relazione fra Dio e l'umanità: quale era l'ontologia del male? Una colpa?Di chi?
Ma fino ad Aristotele, il Dio come verrà e viene concepito dall'umanità Occidentale e dall'impronta cristiana, essendo vissuto  nel quarto secolo prima di Cristo, non era contemplato, in quanto le domande da risolvere erano, fra cui : eterno e divenire, fra essere ed esistenza, enunciate nelle Categorie aristoteliche,
Le categorie aristoteliche sono di fondamentale importanza quanto la logica predicativa di Aristotele stesso.
La suddivisione categoriale aprirà ad aporie tutt'ora problematizzate dai filosofi e teologi contemporanei .
La scissione dell'Essere (Dio?) apre appunto al famoso aletheia (svelamento/nascondimento) della verità  nella filosofia prima, l'ontologia.

viator

Salve Paul11. Perchè, scusa ? Prima di Cristo nessuno riusciva a sviluppare concetti ed ipotesi circa il divino ?
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

Nella filosfia greca gli dei abitavano con l'uomo.
Era la natura, il cosmos, il vero sfondo immutabile per la filosfia greca, in cui gli dei avevano gli stessi difetti umani :potere, invidia, gelosia, ecc.
Gli dei e prima i titani (Zeus era  un dio e il padre Kronos= Tempo era un titano).I miti, nel tempo in cui prevaleva l'oralità sulla scrittura (Platone stesso diffidava della scrittura, in quanto riteneva opportuno che l'insegnamento fosse "faccia a faccia) descrivevano le situazioni in cui gli stessi umani potevano trovarsi e quindi la morale intrinseca nella narrazione del mito(lo sarà anche nelle parabole di Gesù) insegnava a come districarsi e a capire ciò che è bene o male.

Per questo da Anassimandro, Eraclito, Parmenide, le dispute non erano sugli dei, ma sulla natura del "cosmos".
L'interrogarssi sull'eterno divenire, in un tempo ciclico e non lineare,
Le relazioni erano fra uomo-comunità- natura/cosmos

Eutidemo

Non ho mai approfondito il tema del "motore immobile"; però, secondo me, salvo a voler intendere la cosa in modo metaforico, il concetto è in sè un po' "autocontraddittorio"...almeno nella usuale traduzione italiana.

***
Ed infatti, la desinenza "ORE" , così come quella "ER" inglese e tedesca, indica un soggetto nel momento in cui compie una azione, e che, quindi, "non può" essere immobile, bensì deve per forza essere in movimento: ad esempio, aggressore, agitatore, annaffiatore ecc., per dare un senso alla loro radice, devono implicare una azione.
Un "motore", quindi, nel mettere in movimento il "mosso", deve per forza muoversi anche lui; se resta immobile non può muovere niente, allo stesso modo che un "innaffiatore" che non compia l'atto di innaffiare, non potrà mai ottenere un orto "innaffiato" !

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In realtà, Aristotile parla di un "πρῶτον κινοῦν ἀκίνητον", che, se non sbaglio la traduzione, significa "primo movente che non può essere mosso", non che "non si muove"(cioè immobile); ed infatti, essere "immobile" e "non poter essere mosso", secondo me sono due concetti diversi, se si considera che il "moto" può essere sia di natura endogena quanto esogena.

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Ma forse, non avendo approfondito la questione, sto solo dicendo delle stupidaggini! :)

Marco


davintro

se ho abbastanza ben inteso l'impostazione aristotelica...

La materia costituisce quella componente degli enti che li caratterizza come enti passivi, dotati di potenzialità non attuali, mentre la forma costituisce la componente attiva, in quanto la forma, che coincide con l'essenza della cosa a cui la forma è riferita, rappresenta il senso intrinseco della cosa, e dunque, nella misura in cui un ente ha una forma, esprime tale natura interna, indipendente da ciò che è altro da esso, l'ente è attivo, esprime la propria essenza peculiare. Ogni sostanza, come sinolo, unità di materia e forma, è anche unità di attività e passività. La materia (per questo aspetto mi pare che Aristotele resti nell'alveo della visione platonica) è la componente passiva perché corruttibile, divisibile, (la materia occupa uno spazio) è dunque ciò che rende l'ente potenzialmente deviante rispetto alla propria essenza originaria, data dalla forma, deviazione dovuta a una causalità esterna. Il Motore Immobile, cioè la Causa prima di ogni mutamento, senza che questa dipenda a sua volta da una causa pregressa, non può a questo punto essere che una pura forma, cioè una pura realtà immateriale. Se fosse composta di materia, non sarebbe "Prima", causa originaria, ma dovrebbe far dipendere la sua attività da una causa esterna e precedente rispetto ad essa, che agirebbe sulla sua componente materiale, potenziale. L'essere Causa Prima vuol dire attribuire a questa causa una attualità necessaria ed eterna, dunque non può esserci in essa alcuna traccia di passività e potenzialità, cioè di materia

Ipazia

Ovvero le "forme platoniche" archetipi ideali di tutte le imperfette forme del mondo sensibile. Su cui svetta il Noûs forma suprema, immateriale, da cui tutto ha origine. Compresa la teologia cristiana che pescherà abbondantemente a questo modello teologico per configurare il suo Ente Supremo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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