Il possibile è indagabile razionalmente?

Aperto da Raffaele Pisani, 09 Agosto 2018, 15:37:42 PM

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Raffaele Pisani

Se per le verità logico-matematiche ci si poniamo già nel campo del necessario; se una struttura resiste ad una determinato carico ci poniamo nel campo del reale e siamo autorizzati nel dire che un'altra con le stesse caratteristiche sarà altrettanto resistente; ragioniamo su di un possibile umanamente (non in senso assoluto) certo.
Quando parliamo delle azioni degli uomini, intesi come singoli o come aggregazioni più o meno vaste, a meno che non si leghi la possibilità ad un  certo umore psicologico, siamo impotenti nel prevedere ciò che può accadere, solo a posteriori, cioè: osservando il reale, veniamo a sapere che era possibile.
Sarà possibile per l'umanità ricreare un equilibrio ecologico sulla terra, servendosi delle tecnologie ecologiche? Penso sia necessario agire ancor prima di rispondere alla domanda.

Eutidemo

Ti si potrebbe rispondere, in un certo senso, con l'antico postulato filosofico: "Ab esse ad posse valet, sed a posse ad esse non valet consequentia!" ;)
Cioè, se una cosa "è", non si pone il problema se sia "possibile" o meno; ma il fatto che una cosa è possibile, non comporta che essa effettivamente "sia" reale!
Riferito al tuo discorso, cioè, siamo impotenti nel prevedere ciò che sarà, solo sulla base di ciò che riteniamo possibile che accada; solo se e quando accade (è), veniamo a sapere che era possibile. :)

bobmax

Citazione di: Eutidemo il 10 Agosto 2018, 07:59:52 AM
siamo impotenti nel prevedere ciò che sarà, solo sulla base di ciò che riteniamo possibile che accada; solo se e quando accade (è), veniamo a sapere che era possibile.

Tuttavia, può esservi un evento che potrebbe effettivamente accadere, ma non accade?
Ossia il passato avrebbe potuto essere diverso?

Secondo me, questa ipotesi necessita del Caso operante effettivamente nel nostro mondo. Saremmo perciò in balìa del Caos.

Non resta pertanto che accettare, se vogliamo credere nel Bene, che tutto ciò che avviene "doveva" avvenire. Anche ciò che è male.

Il possibile coincide con il reale.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Phil

Spesso si possono indagare razionalmente alcune possibilità, ma non tutte: se lancio un dado, so già razionalmente che, quando si fermerà, la faccia superiore sarà un numero da uno a sei (ma in fondo è anche possibile che io perda i sensi prima di vederne l'esito); se gioco una partita a tennis, so già razionalmente che uno dei due vincerà, ma è anche possibile che venga sospesa e annullata... il possibile è quindi indagabile razionalmente in modo parziale, ma nondimeno probabilistico (secondo le informazioni disponibili e la casistica recente, è più probabile che io veda l'esito del lancio di dadi, piuttosto che io svenga ;D ).

Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PMIl possibile coincide con il reale.
Non condivido, direi piuttosto che o il reale è un sottoinsieme del possibile (possono uscire sei risultati dal lancio di dadi, ma solo uno si realizzerà), oppure il possibile è lo scherno del reale, il gioco della fantasia umana nel campo dell'irreale (escludendo che possibile e reale siano concettualmente sinonimi).
Il possibile non è mai reale empiricamente (a differenza del reale), è sempre un "non più" (non è più possibile che il meteo di ieri sia differente, ma sarebbe stato possibile che lo fosse) o un "ancora" (è ancora possibile che domani piova... che è una declinazione di "la realtà è nell'oggi, non siamo ancora, e mai lo saremo, nel domani").
Il possibile è sempre decentrato nell'irreale, nel non presente, nel rimandato a dopo o nell'alternativa (irrealizzata) al prima.

Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PM
Tuttavia, può esservi un evento che potrebbe effettivamente accadere, ma non accade? Ossia il passato avrebbe potuto essere diverso? 
Il determinismo (senza voler dirottare troppo il discorso) che conosce solo causa/effetto, mal si coniuga con bene/male: se ciò che è stato non poteva non essere, e ciò che accade non può non accadere in altro modo, allora ogni "mister x" ha fatto semplicemente ciò che era destinato a fare (sia egli filantropo o criminale), giudicarlo bene o male è solo un questione di contingente etichetta morale, ma se davvero non gli era possibile fare altro, "il Bene non è un bene e il Male non è un male" poiché "tutto è solo come può essere".

Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PM
Non resta pertanto che accettare, se vogliamo credere nel Bene, che tutto ciò che avviene "doveva" avvenire. Anche ciò che è male. 
Che d'inverno le foglie cadano, è un bene o un male? Questione di prospettiva relativa e soggettiva (come il voler credere nel Bene  ;) ), ma Bene e Male con la maiuscola, mi sembrano inconciliabili con una prospettiva deterministica, poiché tutto funziona e scorre nell'unico modo possibile e non c'è ulteriore possibilità (ovvero, non faccio né bene o né male a nessuno, faccio solo ciò che posso fare, e ciò che "posso" essendo deterministicamente e univocamente causato, coincide meccanicisticamente con ciò che "non posso non fare"...). 

Ci si potrebbe persino chiedere, dall'interno: il determinismo stesso è Bene o Male? O semplicemente è come è (se è)?.

bobmax

Citazione di: Phil il 12 Agosto 2018, 21:29:11 PM
Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PMIl possibile coincide con il reale.
Non condivido, direi piuttosto che o il reale è un sottoinsieme del possibile (possono uscire sei risultati dal lancio di dadi, ma solo uno si realizzerà), oppure il possibile è lo scherno del reale, il gioco della fantasia umana nel campo dell'irreale (escludendo che possibile e reale siano concettualmente sinonimi).
Il possibile non è mai reale empiricamente (a differenza del reale), è sempre un "non più" (non è più possibile che il meteo di ieri sia differente, ma sarebbe stato possibile che lo fosse) o un "ancora" (è ancora possibile che domani piova... che è una declinazione di "la realtà è nell'oggi, non siamo ancora, e mai lo saremo, nel domani").
Il possibile è sempre decentrato nell'irreale, nel non presente, nel rimandato a dopo o nell'alternativa (irrealizzata) al prima.

In effetti, avrei dovuto spiegarmi meglio...

Ciò che avviene, capita solo o per Necessità o per Caso.

Tuttavia il Caso (che non ha niente a che fare con la probabilità) è pura manifestazione del Caos. Di modo che siamo chiamati ad una scelta (di fede): credere che tutto sia retto dalla Necessità, oppure no.

E' una questione etica.
Perché se il Caos può irrompere liberamente nel mondo, il Bene è solo illusione.

Da questo atto di fede: la legge della Necessità è assoluta, ne deriva che il possibile coincide con ciò che deve accadere.

Perciò con "possibile che coincide con il reale" intendo ciò che è "davvero" possibile che si avveri. Ho seguito in sostanza cioè ciò che dice Eutidemo (sappiamo che era possibile quando poi accade) rovesciando il concetto: solo ciò che accade era davvero possibile.

Ciò che invece abbiamo "ritenuto" essere possibile, ma non si è avverato, non era in effetti possibile.
Quindi si è trattato di una nostra errata congettura: non era possibile.

Perché non era possibile?
Perché se escludiamo il Caso, come inesistente nel nostro mondo, non vi erano affatto più possibilità, delle quali solo una si è realizzata a scapito delle altre che sono invece abortite. La possibilità era una sola.
Solo se il caso esistesse davvero vi sarebbero in effetti più possibilità.

Quando lanciamo un dado siamo soliti pensare che vi siano 6 possibilità, ma questo solo a causa della nostra ignoranza.
Più possibilità derivano esclusivamente dalla nostra non conoscenza.

Citazione di: Phil il 12 Agosto 2018, 21:29:11 PM
Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PM
Tuttavia, può esservi un evento che potrebbe effettivamente accadere, ma non accade? Ossia il passato avrebbe potuto essere diverso?
Il determinismo (senza voler dirottare troppo il discorso) che conosce solo causa/effetto, mal si coniuga con bene/male: se ciò che è stato non poteva non essere, e ciò che accade non può non accadere in altro modo, allora ogni "mister x" ha fatto semplicemente ciò che era destinato a fare (sia egli filantropo o criminale), giudicarlo bene o male è solo un questione di contingente etichetta morale, ma se davvero non gli era possibile fare altro, "il Bene non è un bene e il Male non è un male" poiché "tutto è solo come può essere".

La necessità riguarda la responsabilità: nessuno è davvero responsabile.
Ma il bene e il male prescindono dalla responsabilità. La legge della necessità implica infatti la mancanza di ogni colpa, ma non incide in nulla sulla bontà o meno di un fatto.
Siamo noi, in perfetta solitudine, a stabilire ciò che è bene e ciò che è male.

Il giudizio sul "fatto", e non sulla sua causa, decide infatti chi noi siamo.
Noi siamo quello stesso giudizio di bene o di male.

Il Bene e il Male determinano chi noi siamo. Nel senso che ogni volta la nostra valutazione stabilisce il nostro essere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

#5
CitazioneE' una questione etica.
Perché se il Caos può irrompere liberamente nel mondo, il Bene è solo illusione.
Bobomax, non capisco molto dei tuoi discorsi che mi sembrano piuttosto contraddittori. Ad ogni modo mi soffermo su questa singola affemrazione. Il caos irrompe liberamente nel mondo in ogni momento e questo non significa che pertanto il bene è solo illusione. Il caso (piuttosto che il caos) è necessario alla vita stessa ed è uno dei meccanismi attraverso i quali la vita si riproduce.
Ti faccio un esempio concreto. Il testosterone è l'ormone che mascolinizza i comportamenti dell'uomo, come il progesterone femminilizza i comportamenti della donna. Il testosterone interviene in molti processi come la grandezza della muscolatura, la produzione di seme maschile, l'altezza, ma soprattutto deve incidere sul cervello e per rendere il cervello "maschile" si serve di un ormone ancora più "macho" del testosterone il diidrotestosterone che viene trasformato nel cervello in estradiolo, un ormone femminile.
E allora perchè l'estradiolo non maschilizza le femmine, visto che viene prodotto in abbondanza? Perchè esiste una proteina nei feti femminili, che distrugge l'estradiolo prodotto. Paradossalmente l'estradiolo, ormone femminile maschilizza i cervelli dei feti maschi.
Tutto questo per dire che la biologia si serve di quello che "casualmente" si trova a gestire nell'interesse della riproduzione della specie. Che tutto questo passaggio di ormoni sia dovuto ad un ipotetico stato di necessità mi risulterebbe piuttosto curioso.
Oppure, secondo esempio. La coppia di cromosomi XX segnala la presenza di un homo sapiens femmina, xy homo sapiens maschio. Esistono però altre variazioni che rispetto al concetto di necessità sono difficili da spiegare. Esiste infatti (un caso ogni 650) la sequenza XXY, dove ad un corpo morfologicamente maschio si aggiunge una produzione di ormoni femminili doppia. Esiste anche la sequenza XYY (un caso ogni 1000), dove vi è un aumento della produzione di ormoni maschili, un machismo "aumentato". Vi è infine anche la versione XXYY (uno ogni 20000) che provoca molti effetti negativi. Ed infine vi è anche la versione X (sindrome di Turner). La "necessità" mi sembra davvero necessaria di spiegazioni in questo come in altri innumerevoli casi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

Per Jacopus, quello che descrivi è l'indeterminato. Ossia ciò che non si può o non si riesce a determinare.

Ma non per questo possiamo allora dire che non sottostà alla necessità.

Non vi è infatti alcuna prova di un evento davvero casuale.
Chiamiamo "casuale" ciò che è in realtà solo indeterminato.
La probabilità tratta infatti eventi indeterminabili, non eventi casuali.

Il caso è invece ben altro. Perché il Caos non è semplicemente "disordine". Infatti il disordine è comunque disordine di qualcosa, mentre il Caos è l'annichilimento di ogni qualcosa.
Non per niente il Caos è pensato all'origine del Tutto.

Proprio in quanto negazione della necessità il caso non è mai escludibile del tutto. Ma se davvero si manifestasse, come potrebbe essere confinato dalla necessità?

Mi farebbe piacere conoscere altri punti dove il mio pensiero sarebbe contraddittorio. Grazie.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

#7
Per Bobomax. Il tuo ragionamento mi sembra sostanzialmente sofistico. Alla base delle scelte naturali che ho descritto e' ovvio che vi sia il caso, così come e  ovvio che una scelta interpretativa di questo genere incrina la tua costruzione filosofica. Nella creazione di nuove forme di vita erompe la piu' pura casualita' che solo in seguito viene determinata attraverso i meccanismi probabilistici e testata nella selezione naturale. Ma una differenzazione tramite cromosoma X unico e' solo casualita', perche' non ha alcun  senso a livello naturale/necessario, far nascere una creatura che ha seri problemi e che non potra' riprodursi. A meno che non si voglia piegare cio' che la scienza ha dimostrato per sorreggere una impalcatura metafisica. Oppure dichiarare che la necessarieta' di quella creatura e' nascosta e misteriosa, riconducibile ad un ordine di idee superiore. Un approccio che sinceramente mi risulta indigesto.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Per bobomax. Una contraddizione la osservo nel tuo concetto di responsabilita' poiche' se dici che non esiste responsabilita' per le azioni che agiamo tutte inscritte nella necessita', alla fine fai una distinzione tra "buoni" ' e "cattivi" che pero' non e' legata alla prassi ma ad un dogma: "chi crede nella fede della necessita' e' salvo." Questo e' il significato essenziale della tua teoria ma lascio a te la parola per una interpretazione autentica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Citazione di: bobmax il 13 Agosto 2018, 22:15:16 PM
Siamo noi, in perfetta solitudine, a stabilire ciò che è bene e ciò che è male.
Tuttavia, nella nostra apparente solitudine, siamo in compagnia delle molteplici "cause" da cui deriva il nostro stabilire (e che ci fanno essere ciò che siamo...).

Citazione di: bobmax il 13 Agosto 2018, 22:15:16 PM
Il Bene e il Male determinano chi noi siamo. Nel senso che ogni volta la nostra valutazione stabilisce il nostro essere.
Rovescerei il rapporto: noi siamo chi determina il bene e il male (con le maiuscole faccio fatica a scriverli  ;) ) e il nostro essere stabilisce la nostra valutazione...

Citazione di: bobmax il 14 Agosto 2018, 03:05:11 AM
Non vi è infatti alcuna prova di un evento davvero casuale.
Chiamiamo "casuale" ciò che è in realtà solo indeterminato.
[...]Proprio in quanto negazione della necessità il caso non è mai escludibile del tutto.
Eppure (parafrasando il titolo del topic) è possibile indagare razionalmente il caso?
Ovvero, come possiamo "certificare" che qualcosa sia davvero casuale, con la certezza che in fondo non sia semplicemente indeterminabile? Ancora più radicalmente: come dimostrare l'esistenza stessa del caso?
Possiamo dimostrare di non essere in grado di spiegare la regolarità o la legge insita in un fenomeno... ma (cavalcando la tua distinzione) come discernere attendibilmente fra "casuale"(caotico) e "indeterminabile"(per ora ancora fuori dalle nostre conoscenze)? E se il casuale fosse solo un beffardo travestimento dell'indeterminabile?

Se il caso "deve" esistere, pur essendo indimostrabile, allora sfioriamo il paradosso e/o il dogma; se il caso può non esistere, rischia di essere solo una congettura per dare un "contrario logico" all'ordine...

bobmax

Grazie Jacopus,
cerco di chiarire.
 
Vorrei per prima cosa rassicurare che "chi crede nella necessità" non è affatto salvo. Anzi, inizia qui un percorso dove il pensiero razionale è costretto al limite del comprensibile.
L'esclusione del Caso è indispensabile affinché questo pensiero possa anche solo sperare di fare qualche passo. Nel suo cercare di giungere al limite.

Considerare infatti il Caso come effettivamente possibile qui, ora, renderebbe vano ogni nostro tentativo di comprendere. Non sarebbe molto dissimile dall'accettare l'esistenza dei miracoli! Che consistono, se reali, nell'irrompere nel mondo della Trascendenza, che sconvolgerebbe ogni nostra possibilità di comprensione. Saremmo perciò in balìa del puro arbitrio.

Questo è ciò che intendeva Einstein con: "Dio è sottile ma non malizioso".
 
Occorre comunque considerare che, essendo la fede eterna lotta contro il dubbio, il Caso non può mai essere davvero escluso del tutto. La sua possibile realtà vive nella mente sincera.
Anche perché, seppur lo escludiamo nel presente, ce lo troviamo all'origine del tutto: non siamo forse qui per caso?

Nella nostra ricerca, che inizialmente vuole (e deve) considerare soltanto la Necessità,  dobbiamo perciò mettere in conto che alla fine dovremo comunque affrontarlo. Nel senso, che probabilmente l'Origine se ne sta oltre ogni casualità e necessità.
 
Se vogliamo davvero vedere le cose per come stanno, ossia che ciò che avviene può essere solo o necessario o casuale, dobbiamo forzatamente ammettere che non vi è nessuna responsabilità individuale.

Per la semplice ragione che il libero arbitrio è un'illusione. Potrebbe mai sussistere una libera volontà con la necessità? E con il caso poi?
Quindi non è la necessità che nega ogni responsabilità. E' proprio l'universale modo con cui interpretiamo divenire il mondo a non permettere alcun libero arbitrio.
 
Ora però, e qui entro inevitabilmente in contraddizione, esiste il Male.
E a prescindere da qualsiasi ragionamento razionale, che vede l'evidenza della mancanza del libero arbitrio, mi ritrovo di fronte il Male.
E il male, il male che ho commesso, il male che ho seguito, il male che io stesso sono (sì sono pure il male!), mi si para davanti come l'assolutamente inaccettabile! E a nulla vale la considerazione che il libero arbitrio non esiste...

Di modo che l'Etica impedisce l'appiattimento indifferente sulla necessità. Perché questa necessità non mi va assolutamente bene!
In questo modo il mondo mi si para davanti con lo sguardo della Medusa, e non c'è nessun ragionamento razionale che permetta di depotenziarne l'orrore.
 
Perciò non esiste il libero arbitrio, e allo stesso tempo sono responsabile!
Tutto è necessario ma il mondo non va come dovrebbe!
Io non sono ciò che dovrei essere!

Una contraddizione che sprona a trovare una soluzione.
 
Occorre a questo punto considerare che, anche se può sembrare assurdo, tutto si regge sull'Etica.
Anche la logica, anche l'1+1=2, hanno come fondamento l'Etica.
Il valore di qualsiasi cosa è dato dall'Etica, in caso contrario quel valore è nullo.

l'Etica non è altro da me, non è una legge scritta da qualche parte. Sono solo io a dover dire cosa è bene e cosa è male.
E sono chiamato a dirlo perché vi è il Male.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Grazie Phil per questo tuo intervento.

Citazione di: Phil il 14 Agosto 2018, 18:21:46 PM
Citazione di: bobmax il 13 Agosto 2018, 22:15:16 PM
Siamo noi, in perfetta solitudine, a stabilire ciò che è bene e ciò che è male.
Tuttavia, nella nostra apparente solitudine, siamo in compagnia delle molteplici "cause" da cui deriva il nostro stabilire (e che ci fanno essere ciò che siamo...).

Certamente!
E lì intravedo la pace...
Ma devo stare attento a non autoingannarmi...

Citazione di: Phil il 14 Agosto 2018, 18:21:46 PM
Citazione di: bobmax il 13 Agosto 2018, 22:15:16 PM
Il Bene e il Male determinano chi noi siamo. Nel senso che ogni volta la nostra valutazione stabilisce il nostro essere.
Rovescerei il rapporto: noi siamo chi determina il bene e il male (con le maiuscole faccio fatica a scriverli  ;) ) e il nostro essere stabilisce la nostra valutazione...

Sì, il nostro essere. Che tuttavia si rivela man mano, questa valutazione è un raffinamento continuo...

Citazione di: Phil il 14 Agosto 2018, 18:21:46 PM
Citazione di: bobmax il 14 Agosto 2018, 03:05:11 AM
Non vi è infatti alcuna prova di un evento davvero casuale.
Chiamiamo "casuale" ciò che è in realtà solo indeterminato.
[...]Proprio in quanto negazione della necessità il caso non è mai escludibile del tutto.
Eppure (parafrasando il titolo del topic) è possibile indagare razionalmente il caso?
Ovvero, come possiamo "certificare" che qualcosa sia davvero casuale, con la certezza che in fondo non sia semplicemente indeterminabile? Ancora più radicalmente: come dimostrare l'esistenza stessa del caso?
Possiamo dimostrare di non essere in grado di spiegare la regolarità o la legge insita in un fenomeno... ma (cavalcando la tua distinzione) come discernere attendibilmente fra "casuale"(caotico) e "indeterminabile"(per ora ancora fuori dalle nostre conoscenze)? E se il casuale fosse solo un beffardo travestimento dell'indeterminabile?

Se il caso "deve" esistere, pur essendo indimostrabile, allora sfioriamo il paradosso e/o il dogma; se il caso può non esistere, rischia di essere solo una congettura per dare un "contrario logico" all'ordine...

Tuttavia può la necessità sussistere da sola?
Non si regge anch'essa proprio sulla negazione della sua controparte: il caso?

Forse la Verità si situa oltre questa dicotomia (caso/necessità)
Allo stesso modo dovrebbe essere superata ogni contrapposizione. Come finito/infinito, essere/divenire, materia/vuoto, ... Tutti poli che permetto il nostro esserci, ma di per se stessi sono davvero?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Raffaele Pisani

Avevo posto la questione sull'indagabilità  del possibile ed ho potuto leggere una serie di risvolti che francamente non avevo pensato, d'altra parte è questa il l'opportunità che si può cogliere in un forum di riflessione. 
bobmax scrive: "Se vogliamo davvero vedere le cose per come stanno, ossia che ciò che avviene può essere o solo o necessario o casuale, dobbiamo forzatamente ammettere che non vi è nessuna responsabilità individuale". Su questo mi sento abbastanza d'accordo. Che il libero arbitrio sia un'illusione, come dice poco dopo, mi pare invece alquanto discutibile, o meglio, ci sono scuole di pensiero che lo sostengono. 
Tornando al discorso sul possibile e sulla sua indagabilità, io pensavo alla considerazione del suo contrario: il non possibile, altrimenti detto, impossibile. Sappiamo con certezza che certe cose sono impossibili, con gradi diversi di impossibilità: una montagna d'oro è meno impossibile di una senza avvallamenti laterali, la prima è ancora immaginabile, ciò che non vale per la seconda. 
Ma è un'affermazione necessaria quella che dice: "E' impossibile che tutto sia impossibile" o anche"L'impossibile è impossibile". Ne segue che è necessario che qualcosa sia possibile ed è pure necessario che qualcosa di possibile si realizzi.
Possibilità, realtà e necessità non coincidono ma si trovano in un rapporto di inclusione.
La realtà non è tutta casualità né tutta necessità, quanto poi all'esistenza umana, è difficile negare la libertà, certamente non una libertà assoluta ma pur sempre una libertà, che in un certo senso (è chiaramente quello sartriano) ci condanna comunque  ad agire.

sgiombo

Citazione di: Phil il 12 Agosto 2018, 21:29:11 PM

Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PM
Tuttavia, può esservi un evento che potrebbe effettivamente accadere, ma non accade? Ossia il passato avrebbe potuto essere diverso?
Il determinismo (senza voler dirottare troppo il discorso) che conosce solo causa/effetto, mal si coniuga con bene/male: se ciò che è stato non poteva non essere, e ciò che accade non può non accadere in altro modo, allora ogni "mister x" ha fatto semplicemente ciò che era destinato a fare (sia egli filantropo o criminale), giudicarlo bene o male è solo un questione di contingente etichetta morale, ma se davvero non gli era possibile fare altro, "il Bene non è un bene e il Male non è un male" poiché "tutto è solo come può essere".
CitazioneObiezione di Sgiombo:

Dissento.
Il fatto che "se ciò che è stato non poteva non essere, e ciò che accade non può non accadere in altro modo, allora ogni "mister x" ha fatto semplicemente ciò che era destinato a fare (sia egli filantropo o criminale)" non implica affatto che "il Bene non è un bene e il Male non è un male" poiché "tutto è solo come può essere".
Anzi, é proprio perché l' agente (ogni "mister-x", sia egli filantropo o criminale) ha agito come ha agito deterministicamente per il fatto di essere buono oppure cattivo a seconda dei casi (e non a casaccio, non del tutto fortuitamente) che egli può essere ritenuto buono oppure cattivo, filantropo oppure criminale.





Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PM
Non resta pertanto che accettare, se vogliamo credere nel Bene, che tutto ciò che avviene "doveva" avvenire. Anche ciò che è male.
Che d'inverno le foglie cadano, è un bene o un male? Questione di prospettiva relativa e soggettiva (come il voler credere nel Bene  ;) ), ma Bene e Male con la maiuscola, mi sembrano inconciliabili con una prospettiva deterministica, poiché tutto funziona e scorre nell'unico modo possibile e non c'è ulteriore possibilità (ovvero, non faccio né bene o né male a nessuno, faccio solo ciò che posso fare, e ciò che "posso" essendo deterministicamente e univocamente causato, coincide meccanicisticamente con ciò che "non posso non fare"...).
CitazioneObiezione di Sgiombo: 

Proprio per l' appunto "perché tutto funziona e scorre nell'unico modo possibile e non c'è ulteriore possibilità" faccio il bene se sono buono e perché sono buono, oppure il male se sono malvagio e perché sono malvagio: altrimenti farei ciò che faccio per puro caso e non per le mie qualità morali più o meno buone e malvagie, che non esisterebbero, esistendo casomai solo la mia maggiore o minore fortuna o sfortuna.



sgiombo

Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PM
Citazione di: Eutidemo il 10 Agosto 2018, 07:59:52 AM
siamo impotenti nel prevedere ciò che sarà, solo sulla base di ciò che riteniamo possibile che accada; solo se e quando accade (è), veniamo a sapere che era possibile.

Tuttavia, può esservi un evento che potrebbe effettivamente accadere, ma non accade?
Ossia il passato avrebbe potuto essere diverso?

Secondo me, questa ipotesi necessita del Caso operante effettivamente nel nostro mondo. Saremmo perciò in balìa del Caos.

Non resta pertanto che accettare, se vogliamo credere nel Bene, che tutto ciò che avviene "doveva" avvenire. Anche ciò che è male.

Il possibile coincide con il reale.
 
Citazione
Citazione di: bobmax il 10 Agosto 2018, 13:26:46 PMRisposta di Sgiombo:

Credo al contrario che il reale coincida col necessario.

Per il principio di non contraddizione (per le definizioni di essere, non essere, realtà, negazione, ecc.) ciò che é/accade non può non essere/non accadere (ovvero é/ accade necessariamente, é necessario nella sua realtà) e ciò che non é/non accade non può essere/accadere (ovvero non é/non accade necessariamente, é necessario nella sua irrealtà).

"Possibile" significa semplicemente "pensabile" correttamente, logicamente, non autocontraddittoriamente, non insensatamente: é pensabile correttamente che dei due tennisti vinca il primo, che vinca il secondo (in alternativa), che la partita sia sospesa o annullata (in ulteriori alternative); ma  nella realtà o realmente vince il primo e allora non é possibile che realmente vinca il secondo o che sia annullata (che il primo tennista perda comunque), oppure il primo non vince (per vittoria del secondo oppure sospensione oppure annullamento della partita) e allora 
non é possibile che egli realmente vinca; e lo stesso dicasi degli altri casi considerati.

Corollario: é per questo che non ha senso porsi domande "leibniziane" sul "perché", il "senso" o la "ragione" di ciò che esiste/accade: che ciò che esiste/accade non esista/non accada ma invece esista accada qualcos' altro (compreso il nulla) é bensì pensabile (correttamente, logicamente, non autocontraddittoriamente, sensatamente), ma non é affatto realmente possibile, ed é semplicemente per questo motivo che esiste/accade ciò che esiste/accade e non altro, senza (sensato bisogno di) alcun altra spiegazione o ragione che i significati (stabiliti convenzionalmente per definizione) di "essere", "accadere", negazione".
E' solo nell' ambito del pensiero (del "pensabile", e non del reale, non nella realtà) che ci si può porre la questione del "perché", dalla "ragione" di ciò che é/accade (= é pensato-pensabile correttamente essere/accadere, e non: realmente é/accade) e di ciò che non é/non accade (= é pensato-pensabile correttamente non essere/non accadere, e non: realmente non é/non accade).

In caso di determinismo: nell' ignoranza almeno parziale (nella non sufficientemente completa precisa conoscenza) delle regole o leggi universali e costanti -astratte- del divenire e delle circostanze  in un istante dato (spesso dette "iniziali") si possono pensare correttamente (ma non: possono realmente accadere!) più diverse alternative ("possibili" = pensabili correttamente, sensatamente), anche se necessariamente ne accade una sola; invece nella (in coesistenza con la) conoscenza sufficientemente completa e precisa delle regole o leggi universali e costanti -astratte- del divenire e delle circostanze  in un istante dato nemmeno si possono pensare correttamente più diverse alternative  ("possibili" = pensabili correttamente, sensatamente), ma se ne deve necessariamente (anche solo) pensare una sola.

Ancora una volta:

La questione filosofica (ontologica) "fondamentalissima" é quella della distinzione fra (dell la necessità di non confondere) ciò che realmente é/accade o meno (che sia pure pensato essere/accadere o meno) e ciò che é pensato essere/accadere o meno (che pure realmente sia/accada o meno).

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