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Il perfetto vivente.

Aperto da iano, 17 Ottobre 2023, 00:10:27 AM

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bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 25 Novembre 2023, 12:58:56 PMho evidenziato in neretto quello che appare come azione della volontà individuale , da qui la domanda; il mondo (inteso come realtà ontologica) è davvero indipendente dalla mia volontà?

Indubbiamente il mondo non è indipendente dalla tua volontà.

Solo che, questa tua volontà individuale non è libera. Cioè non è libera di volere diversamente da ciò che vuole.

Infatti non puoi volere di volere.
Ma vuoi o non vuoi non dipende da te.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alberto Knox

#166
Citazione di: bobmax il 25 Novembre 2023, 13:26:42 PMSolo che, questa tua volontà individuale non è libera. Cioè non è libera di volere diversamente da ciò che vuole.
vediamo, quando alzo il braccio ,l' azione dipende o non dipende dalla mia volontà? ma non posso alzare il braccio se non lo voglio, però posso decidere se alzarlo o non lazarlo, cambiare idea nel mentre lo sto alzando e tornare in posizione di riposo.
Citazione di: bobmax il 25 Novembre 2023, 13:26:42 PMIndubbiamente il mondo non è indipendente dalla tua volontà.
bhè la mia volontà non può cambiare il corso degli eventi per come sono andati, ma solo durante l'accadimento degli stessi e non sempre ovviamente. Non sempre , anzi quasi mai , le cose vanno come la nostra volontà richiede e nemmeno l'azione che deriva da tale volontà
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Alberto Knox il 25 Novembre 2023, 13:39:40 PMma non posso alzare il braccio se non lo voglio
questa mia affermazione vi sembra corretta ? 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 25 Novembre 2023, 13:39:40 PMvediamo, quando alzo il braccio ,l' azione dipende o non dipende dalla mia volontà? ma non posso alzare il braccio se non lo voglio, però posso decidere se alzarlo o non lazarlo, cambiare idea nel mentre lo sto alzando e tornare in posizione di riposo.

Certo, è così.
Ma dietro a questa tua volontà non c'è nessuno.
Non c'è qualcuno che magari potrebbe volere diversamente.

Tu vuoi.
E sembrerebbe che tu sia l'origine di questa volontà...

Ma in realtà è proprio il contrario!, è questa volontà a creare te stesso.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 25 Novembre 2023, 13:39:40 PMbhè la mia volontà non può cambiare il corso degli eventi per come sono andati, ma solo durante l'accadimento degli stessi e non sempre ovviamente. Non sempre , anzi quasi mai , le cose vanno come la nostra volontà richiede e nemmeno l'azione che deriva da tale volontà

Ma è la stessa volontà che, essendoci, fa parte del mondo.
A prescindere se poi si trasforma in azione o meno.

Il libero arbitrio è libertà del volere. Che va oltre a ciò che avviene fisicamente.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 25 Novembre 2023, 13:53:42 PMCerto, è così.
Ma dietro a questa tua volontà non c'è nessuno.
Non c'è qualcuno che magari potrebbe volere diversamente.

Tu vuoi.
E sembrerebbe che tu sia l'origine di questa volontà...

Ma in realtà è proprio il contrario!, è questa volontà a creare te stesso.



Stai suggerendo una soggettività metafisica . A creare me stesso sono una lunga serie di correlazioni , tutte queste correlazioni possono essere sottoinsieme di un unico grande insieme chiamato "volontà" una volontà che richiama quella Schopenhaueriana
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 25 Novembre 2023, 14:13:32 PMStai suggerendo una soggettività metafisica . A creare me stesso sono una lunga serie di correlazioni , tutte queste correlazioni possono essere sottoinsieme di un unico grande insieme chiamato "volontà" una volontà che richiama quella Schopenhaueriana


Può anche essere così.
Ma mi fermerei prima.
Cioè alla mia nullità in quanto "io".

Una nullità che tuttavia si trova di fronte l'orrore del male...
Il male, che non dovrebbe assolutamente esserci!

E qui può avvenire un che di paradossale. Perché in me, in questo nulla che io sono, può nascere la compassione.
È come se mi ritrovassi all'origine del Tutto, e questo male dipendesse solo da me.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Koba II

Se il processo della conoscenza è essenzialmente dialettico significa che in ogni posizione, in ogni visione della realtà c'è della verità e nello stesso tempo c'è il limite che deriva dall'essere una posizione particolare, specifica, finita. Che va quindi superata.
Dunque anche nell'assassino della propria ex fidanzata c'è della verità. Nelle sue fantasie di vendetta, prima di passare all'azione, c'è della verità. E io, se sono onesto, sono costretto a riconoscerlo.
Il male può essere prodotto solo quando ci si convince che tale situazione particolare, in realtà parziale e per questo "ottusa", sia la propria definitiva verità, sia qualcosa che riguarda il proprio destino.
Già dopo pochi minuti la messa in atto del progetto probabilmente l'assassino comprenderà l'inutilità del proprio gesto. Si renderà conto della totale irrilevanza delle proprie azioni. Come se fossero venute fuori da un sogno.

Il male non è un'illusione, ma è dall'illusione dell'assolutezza, della "robustezza" della propria posizione che può essere prodotto.
Cosa rimane? Il fatto che tutte le posizioni sono parzialmente unite, collegate. Hanno qualcosa in comune.
La tentazione è sempre quella di oscurare questo sfondo comune nobilitando la propria particolare crociata.

Come si fa a vedere questo sfondo comune?
Come si fa a rimanere in questo sfondo comune? (È corretto dire: rimanere nell'essere?)

Pio

Nell'atto c'è sempre qualcosa di assoluto, però. Dall'atto non si torna indietro, infatti. Questo gli conferisce il carattere di assolutezza. Un pensiero lo possiamo cambiare, lo possiamo rimuovere, stravolgere. L'atto no. L'atto sta lì e puoi elaborare qualsiasi idea su di esso, ma sta lì, non lo puoi più cambiare.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Koba II

No, infatti. Però all'atto, e quindi alla creazione del male, si arriva solo a causa del pensiero illusorio che quella visione, da cui seguirà l'atto, sia definitiva, sia necessaria, sia vera in modo assoluto.

iano

#175
Citazione di: Koba II il 26 Novembre 2023, 11:19:33 AMNo, infatti. Però all'atto, e quindi alla creazione del male, si arriva solo a causa del pensiero illusorio che quella visione, da cui seguirà l'atto, sia definitiva, sia necessaria, sia vera in modo assoluto.
Se noi impariamo dai nostri errori,  il male è la ripetizione di un azione che abbiamo giudicato cattiva, e non quindi l'azione in sè, che prima del giudizio ha valore neutro.
Non tutte le azioni però si prestano ugualmente ad essere giudicate,  e in tal senso hanno maggior valore le azioni convinte, che sono quelle sorrette da un credo, come un intelligenza artificiale è sorretta da un programma senza il quale non potrebbe agire.
Se consideriamo che ogni azione possa essere malvagia ci blocchiamo come un computer senza un programma.
Per un automa il programma è un assoluto, finché non glielo cambiano, e lo stesso succede con le nostre azioni, guidate da una verità finché la crediamo tale.
Accanto all'assoluto inteso come fuori dal tempo, bisognerebbe considerare ''l'assoluto'' che che ha un limite temporale che al minimo è il tempo di un azione, assoluto quindi in quanto in quel tempo pur limitato non viene messo in discussione, ciò che in un tempo limitato possiede un credito continuo, senza buchi.
 Perchè l'azione si compia non occorre una verità eterna, ma la convinzione di un assoluto eterno che agisca per un tempo ''quanto basta''.

La nostra capacità di credere proiettata poi all'esterno diventa un assoluto che sta fuori di noi.
Quando agiamo ci comportiamo da perfetti viventi, ma solo per il tempo di un azione, perchè all'azione successiva il programma è già cambiato.
Nel tempo dell'azione quel programma però è verità, nel senso che non ammette dubbi ne bug.
Perchè l'azione possa essere valutata deve esserci prima l'azione.
Si possono valutare i risultati di un esperimento scientifico se l'esperimento non cambia in corso d'opera.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pio

Non ci sono solo atti dettati da convinzioni che, in quel momento, si giudicano come assolute. Abbiamo infatti atti mossi da impulsi, istinti, sentimenti o emozioni che irretiscono l'essere e lo trascinano verso il male, a volte nonostante la resistenza opposta dalla ragione che invita a pensare, a pensarci PRIMA. Arrivi a fare del male quasi senza volerlo. Perché non non siamo solo in conflitto con gli altri, siamo prima di tutto in conflitto con noi stessi, IN NOI STESSI. Il male che procuriamo  agli altri spesso è quello che vorremmo infliggere a noi stessi.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

bobmax

Citazione di: Koba II il 26 Novembre 2023, 08:55:43 AMSe il processo della conoscenza è essenzialmente dialettico significa che in ogni posizione, in ogni visione della realtà c'è della verità e nello stesso tempo c'è il limite che deriva dall'essere una posizione particolare, specifica, finita. Che va quindi superata.
Dunque anche nell'assassino della propria ex fidanzata c'è della verità. Nelle sue fantasie di vendetta, prima di passare all'azione, c'è della verità. E io, se sono onesto, sono costretto a riconoscerlo.
Il male può essere prodotto solo quando ci si convince che tale situazione particolare, in realtà parziale e per questo "ottusa", sia la propria definitiva verità, sia qualcosa che riguarda il proprio destino.
Già dopo pochi minuti la messa in atto del progetto probabilmente l'assassino comprenderà l'inutilità del proprio gesto. Si renderà conto della totale irrilevanza delle proprie azioni. Come se fossero venute fuori da un sogno.

Il male non è un'illusione, ma è dall'illusione dell'assolutezza, della "robustezza" della propria posizione che può essere prodotto.
Cosa rimane? Il fatto che tutte le posizioni sono parzialmente unite, collegate. Hanno qualcosa in comune.
La tentazione è sempre quella di oscurare questo sfondo comune nobilitando la propria particolare crociata.

Come si fa a vedere questo sfondo comune?
Come si fa a rimanere in questo sfondo comune? (È corretto dire: rimanere nell'essere?)

Ma il male non è forse sempre e solo: amore negato?
Che altro è il male se non negazione dell'amore?
Avrei potuto amare, ma non l'ho fatto!
Ho negato quell'amore che avrei dovuto dare.

Allora non vi è una differenza sostanziale tra atto e pensiero. Perché il male è presente in entrambi, se privati dell'amore.

Il male, qualunque male, se ne sta incastonato in quell'istante che fu e non si può più tornare indietro a cancellarlo.

Il male è vero!

È la verità che io, ora, vorrei con tutta l'anima che fosse non vera.
Rifiuto il male che io sono.

Ma che senso ha tutto questo?
E perché lo rifiuto?
Perché rinnego, odio, ciò che tuttavia io sono?

Quale è la motivazione di questo odio per me stesso?
Quale il fondamento che mi spinge a rifiutare ciò che sono stato?

Non sarà che è proprio il mio autentico essere che sta cercando di strapparsi di dosso il non essere?

Non è forse l'Essere la stessa Verità?
Essere = Esser Vero

E non è forse la Verità: Negazione della negazione?

Difatti qui, nella esistenza, la verità è sempre e soltanto negazione.
A = A
A non è B, C, D...

E pure il male è vero, proprio in quanto negazione dell'amore.

Ma l'Essere, ciò a cui aspiro, ciò che vale sopra ogni cosa .. che altro è se non negazione della negazione?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: Koba II il 26 Novembre 2023, 08:55:43 AMSe il processo della conoscenza è essenzialmente dialettico significa che in ogni posizione, in ogni visione della realtà c'è della verità e nello stesso tempo c'è il limite che deriva dall'essere una posizione particolare, specifica, finita. Che va quindi superata.
Dunque anche nell'assassino della propria ex fidanzata c'è della verità. Nelle sue fantasie di vendetta, prima di passare all'azione, c'è della verità. E io, se sono onesto, sono costretto a riconoscerlo.

La dialettica non è un disco rotto che ripete sempre la stessa solfa. Non lo è quella idealistica di Hegel e neppure qualla materialistica di Marx. Uno può restare legato alla sua tesi paleolitica secondo la "dialettica" borghese: "mi faccio i cazzi miei", ma questo appartiene alla patologia non alla sintesi dialettica condotta correttamente.

CitazioneIl male può essere prodotto solo quando ci si convince che tale situazione particolare, in realtà parziale e per questo "ottusa", sia la propria definitiva verità, sia qualcosa che riguarda il proprio destino.
Già dopo pochi minuti la messa in atto del progetto probabilmente l'assassino comprenderà l'inutilità del proprio gesto. Si renderà conto della totale irrilevanza delle proprie azioni. Come se fossero venute fuori da un sogno.

Appunto: patologia, non dialettica

CitazioneIl male non è un'illusione, ma è dall'illusione dell'assolutezza, della "robustezza" della propria posizione che può essere prodotto.
Cosa rimane? Il fatto che tutte le posizioni sono parzialmente unite, collegate. Hanno qualcosa in comune.
La tentazione è sempre quella di oscurare questo sfondo comune nobilitando la propria particolare crociata.

Appunto: patologia (infantile).

CitazioneCome si fa a vedere questo sfondo comune?

Spostando la trave.

CitazioneCome si fa a rimanere in questo sfondo comune? (È corretto dire: rimanere nell'essere?)

Ci si resta obtorto collo. La soluzione è esserne consapevoli.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#179
Citazione di: Pio il 26 Novembre 2023, 13:50:36 PMNon ci sono solo atti dettati da convinzioni che, in quel momento, si giudicano come assolute. Abbiamo infatti atti mossi da impulsi, istinti, sentimenti o emozioni che irretiscono l'essere e lo trascinano verso il male, a volte nonostante la resistenza opposta dalla ragione che invita a pensare, a pensarci prima. Arrivi a fare del male quasi senza volerlo. Perché non non siamo solo in conflitto con gli altri, siamo prima di tutto in conflitto con noi stessi, IN NOI STESSI. Il male che procuriamo  agli altri spesso è quello che vorremmo infliggere a noi stessi.
L'istinto ti permette di agire senza pensare.
Per contro il pensiero rende impacciata l'azione, fino a renderla inefficace.
Puoi considerare l'istinto un male, ma difficilmente saresti ancora vivo se dovessi pensare ad ogni cosa che fai.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''