IL PARADOSSO DELLA DOPPIA ELEZIONE

Aperto da Eutidemo, 16 Novembre 2016, 16:38:38 PM

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Eutidemo

Il referendum che si approssima, secondo me, ci sfida ad affrontare non solo problematiche di carattere politico e giuridico...ma, secondo me, almeno una, anche di carattere LOGICO-SEMANTICO (se non, addirittura, filosofico).
Però, prima di arrivare al DILEMMA LOGICO-SEMANTICO, è necessario "contestualizzarlo".
Abbiate pazienza!
Mentre la vigente Costituzione, attualmente, prevede che i cittadini <<eleggono>> i senatori a base regionale, la riforma costituzionale, a modifica dell'art.57, prevede ora che (testualmente) : " I Consigli regionali <<eleggono>> i senatori tra i propri componenti" (più qualche sindaco); vi risparmio le complesse modalità con cui ciò dovrebbe avvenire, perchè la cosa non ha attinenza col "dilemma logico" che intendo sottoporre alla vostra attenzione.
Come sicuramente saprete, la prospettata modifica ha ingenerato dilaganti contestazioni, sia di carattere politico sia di carattere  giuridico, in quanto anche i nuovi senatori potranno votare vari tipi di legge (ordinarie e costituzionali) a livello nazionale; per cui, il fatto che essi siano privi del mandato elettivo popolare, in effetti, porrebbe in contrasto il nuovo art.57, con il vecchio art.1, che resta in vigore, e che sancisce che la sovranità (cioè la delega ad emanare leggi) appartiene esclusivamente al POPOLO.
Per "bypassare" tale ostacolo, di carattere squisitamente giuridico, all'inizio, i sostenitori della riforma hanno contrapposto una argomentazione di tipo logico-matematico, fondata su una "sorta" di proprietà transitiva
- i cittadini eleggono i consiglieri regionali;
- i consiglieri regionali eleggono i senatori;
- quindi i cittadini eleggono i senatori!
Ma, ovviamente, il ragionamento non era logicamente  molto congruente.
Ed infatti, sarebbe come dire:
- Anna ha partorito Maria;
- Maria ha partorito Gesù:
- Quindi Anna ha partorito Gesù.
Il che, oltre che ad essere religiosamente un'eresia, logicamente è  una vera e propria fesseria.
:)

Ed infatti, se i condomini dei vari edifici di Roma eleggono ciascuno il proprio amministratore di condominio, non è mica che, poi , se si riuniscono tutti insieme gli amministratori di Roma ed eleggono il Sindaco della città...si può seriamente sostenere che esso sia stato eletto dai Romani.
;D
Poichè anche molti componenti del partito che aveva promulgato la riforma erano in dubbio al riguardo, sembra che, qualche giorno fa, si sia addivenuto ad un compromesso, in base al quale, modificando la legge elettorale (ITALICUM), si stabilirà che i cittadini italiani potranno comunque continuare ad <<eleggere>> i propri senatori; a parte i residenti all'estero, però, che tale diritto lo perderanno comunque.
Ma di loro, in fondo, che cosa ci importa, no?
:-\
Riguardo ai cittadini italiani residenti, però, è ovvio che una legge ordinaria non può modificare la legge costituzionale, per cui (se vincerà il SI? al referendum), non c'è dubbio alcuno che, ai sensi dell'art.57 saranno comunque i Consigli regionali  a continuare <<eleggere>> i senatori tra i propri componenti. 
Carta canta: NON CI PIOVE!
Ma allora, se è vera la "promessa di modifica" in base alla quale i cittadini italiani potranno comunque continuare ad <<eleggere>> i propri senatori, come si concilia, questo, col fatto che la riforma costituzionale dice, invece, che sono i Consigli regionali  a provvedere a tale <<elezione>>?
Il testo preciso della bozza di modifica della legge elettorale, non sono riuscito a trovarlo, se non in versioni molto diverse tra loro; ma, in buona misura, sembra che si voglia quadrare il cerchio sancendo che:
- saranno, sì, i consiglieri regionali ad <<eleggere>> i senatori (perchè così è scritto nella nuova costituzione, e non si può modificare più il termine con legge ordinaria);
- ma, con la legge elettorale, si troverà un qualche sistema per mezzo del quale i cittadini, oltre ad eleggere i propri consiglieri regionali e i propri sindaci, contestualmente, potranno esprimere anche  le loro indicazioni circa quelli di loro che vorrebbero eleggere anche nel ruolo di senatore.
Più o meno, almeno, questo è quello che ho capito; anche se le modalità per perseguire tale scopo, risultano alquanto oscure.
                                            ***
ED ORA VENIAMO AL PARADOSSO LOGICO.
Come è possibile che, attribuendo al termine <<eleggere>> lo stesso significato semantico, tale azione possa essere svolta da due soggetti diversi, in relazione allo stesso oggetto?
Sarebbe come dire che Tizio e Caio possono entrambi bere per intero lo stesso caffè!
Per il principio del terzo escluso:
a) se è vera l'affermazione che sono i consiglieri regionali ad <<eleggere>> i senatori, allora è falsa l'affermazione che sono i cittadini ad <<eleggere>> i senatori;
b) se, invece, è vera l'affermazione che sono i cittadini ad <<eleggere>> i senatori, allora è falsa l'affermazione che sono i consiglieri regionali ad <<eleggere>> i senatori;
"Tertium non datur"!
Ma, se passa il nuovo art.57, deve per forza essere vera la prima (a); per cui, per quanto ci si possa stare a girare intorno, a me sembra che i cittadini perderanno COMUNQUE il diritto di voto.
Anche ammesso che si trovino contorsioni dialettiche, come, appunto, quella che circola, e che, cioè, si troverà un qualche sistema per mezzo del quale i cittadini, oltre ad eleggere i propri consiglieri regionali e i propri sindaci, contestualmente, potranno esprimere anche  le loro indicazioni circa quelli di loro che vorrebbero eleggere anche nel ruolo di senatore, anche qui i casi sono due:
a) o tali preferenze saranno meramente INDICATIVE per i consiglieri regionali, i quali, poi, <<eleggeranno>> i senatori come meglio credono in base alla loro discrezione (sia pure con i criteri fissati dalla legge);
b) oppure tali preferenze saranno COGENTI per i consiglieri regionali, i quali, poi, saranno tenuti ad <<eleggere>> i senatori secondo le preferenze espresse dai cittadini (sia pure con i criteri fissati dalla legge).
Ma anche messe così le cose, se passa il nuovo art.57, deve per forza essere vera la prima (a), in quanto se sono "costretto" ad eleggere i senatori in base alle direttive di terzi (i cittadini), in realtà non sto <<eleggendo>> nessuno, ma, come un notaio, sto meramente <<ratificando>> delle scelte altrui; ma questo non è possibile, perchè la norma costituzionale citata usa il verbo "eleggere" solo in relazione ai consiglieri e non ai cittadini... e tale verbo, sematicamente, ha un significato univoco (almeno a quanto mi risulta)
Per cui, per quanto ci si possa stare a girare intorno, secondo me i cittadini perderanno COMUNQUE il diritto di votare i senatori; PER SEMPRE!
A meno che, qualcuno non trovi il modo di "includere" il "terzo escluso".
Io non ci riesco.
Voi?
:)

sgiombo

Per non scandalizzare nessun benpensante più o meno "buonista" non scrivo esplicitamente quel che farei io agli estensori della legge elettorale e della riforma costituzionale (dico solo che per lo strumento che impiegherei e l' azione che compirei il modo in cui risolverei la questione, se potessi, assomiglierebbe molto a quello nel quale si tramanda che Alessandro Magno abbia "sciolto" il nodo gordiano).
(Quanto alla sede dell' evento, beh, Piazzale Loreto a Milano mi sembrerebbe decisamente la più idonea).

Eutidemo

Citazione di: sgiombo il 16 Novembre 2016, 20:35:39 PM
Per non scandalizzare nessun benpensante più o meno "buonista" non scrivo esplicitamente quel che farei io agli estensori della legge elettorale e della riforma costituzionale (dico solo che per lo strumento che impiegherei e l' azione che compirei il modo in cui risolverei la questione, se potessi, assomiglierebbe molto a quello nel quale si tramanda che Alessandro Magno abbia "sciolto" il nodo gordiano).
(Quanto alla sede dell' evento, beh, Piazzale Loreto a Milano mi sembrerebbe decisamente la più idonea).

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Sottoscrivo!!!

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