Il paradosso dell'asino di Buridano

Aperto da Eutidemo, 08 Gennaio 2022, 13:19:24 PM

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Eutidemo

Al riguardo, possiamo porci due interrogativi:
- chi lo ha veramente formulato?
- come lo si può risolvere?


CHI HA FORMULATO IL PARADOSSO?
Il celebre paradosso dell"Asino di Buridano", in realtà, non sembra che sia mai stato formulato, almeno sotto la forma del famoso esempio del somaro, dal celebre filosofo Giovanni Buridano.
Ed infatti:
1)
Il primo a concepirlo, facendo però riferimento ad una "tigre", e non ad un "somaro", fu Ovidio, quando scrisse: "Tigris ut auditis diversa valle duorum exstimulata fame mugitibus armentorum nescit, utro potius ruat, et ruere ardet utroque." ("Come una tigre, eccitata dalla fame, sentendo in due valli distinte muggire due armenti, non sa su quale dei due avventarsi e vorrebbe avventarsi su entrambi")  (P.Ovidio Nasone, Metamorfosi 5,164-166)
2)
Seguì Dante, scrivendo: "Intra due cibi, distanti e moventi, d'un modo, prima si morria di fame, che liber uom l'un si recasse ai denti (Dante, Paradiso, IV, 1-3).
3)
L'esempio vero e proprio dell'"asino", però, almeno per come mi sembra di ricordare, lo formulò "ufficialmente" soltanto Karl Popper, laddove scrisse: "Un asino affamato e assetato è accovacciato esattamente tra due mucchi di fieno con, vicino a ognuno, un secchio d'acqua, ma non c'è niente che lo determini ad andare da una parte piuttosto che dall'altra. Perciò, resta fermo e muore."(Karl R. Popper, Il pensiero essenziale, Armando Editore, 1998, p. 265).

COME SI PUO' RISOLVERE IL PARADOSSO?
Secondo me il paradosso è posto in modo ingannevole, in quanto la "scelta" vera e propria, cioè quella di carattere "sostanziale":
- non è affatto tra mangiare il mucchio di fieno di destra o quello di sinistra;
- bensì è tra VIVERE (mangiandoli entrambi) o MORIRE DI FAME (non mangiandone nessuno dei due).
Quella tra il mucchio di destra o quello di sinistra, a mio parere, non è affatto una "scelta" vera e propria, ma attiene soltanto al  "percorso" più breve per sfamarsi con entrambi!
La presunta "scelta", cioè, non riguarda affatto se mangiare un "mucchio" o l'altro, bensì soltanto il "tragitto" che l'asino dovrà fare per mangiarseli tutti e due.
***
Ed infatti:
a)
Nel caso A, trovandosi il somaro innanzi ad entrambi i mucchi di fieno,  i quali si trovano in linea retta tutti e e due davanti a lui, uno a 5 metri di distanza e l'altro a 15 metri di distanza, l'animale:
- compirà i primi 5 metri per mangiarsi il primo mucchio;
- proseguirà poi per gli altri 10  per mangiarsi il secondo mucchio.
b)
Nel caso B, invece, trovandosi il somaro esattamente in mezzo ai due mucchi di fieno,  i quali si trovano in linea retta a 5 metri di distanza da lui uno a sinistra e l'altro a destra,  l'animale:
- compirà i primi 5 metri per mangiarsi un primo mucchio;
- e poi, con una curva ad "U" compirà altri 10 metri per mangiarsi il secondo mucchio.

***
Come si rileva dall'immagine, in realtà l'asino sceglie di mangiare entrambi i mucchi di fieno, seguendo il percorso più breve per raggiungerli entrambi; il quale è sempre di 15 metri.
L'unica differenza è che, in un caso, sono 15 metri senza curve, mentre nell'altro caso sono 15 metri con un'inevitabile curva ad U; ma questo non incide minimamente sull'unica scelta possibile, che è quella di mangiare entrambi i mucchi di fieno per non morire di fame!
***
A voler essere pignoli, si potrebbe eccepire che, nel caso B, il somaro morirebbe di fame non riuscendo a decidere se fare il tragitto curvo a destra ovvero quello a sinistra; ma è evidente che in tal caso non si tratterebbe di una vera e propria "scelta", perchè la lunghezza dei due percorsi è assolutamente identica e speculare (ed entrambi consentono di mangiare tutti e due i mucchi di fieno).
***
Altrimenti,  a morire di fame, non sarebbe soltanto l'asino di Buridano, ma tutti quanti noi nel momento in cui ci sediamo a tavola!
***
Ed infatti, seguendo la pseudologica del falso paradosso, davanti ad una qualsiasi pietanza, saremmo impossibilitati a scegliere da quale parte del piatto cominciare a mangiarla.
Quale delle due uova decidete di mangiare per prima?

***
Posto in questi termini, secondo me, il problema non si pone affatto!
;)
***

bobmax

A mio avviso il paradosso non è così assurdo come potrebbe sembrare.
Perché mostra come la realtà non sia come la nostra razionalità la intende.

Se l'asino morisse davvero di fame ne saremmo sconcertati!

Ma perché questo stupore?
Per quale motivo sarebbe inconcepibile se l'asino non decidesse dove andare, sino al punto di morirne?

Valutando la cosa razionalmente non dovremmo infatti stupirci.
Perché se le due opzioni sono assolutamente equivalenti, non vi sarebbe nulla a far propendere per una o per l'altra.
Perciò un equilibrio perfetto dove non vi sarebbe alcun motivo capace di far avvenire una scelta.

Razionalmente, l'asino non può che morire.

Ma se davvero succedesse, ne saremmo grandemente stupiti.

Perché?

Secondo me, perché la realtà sta oltre qualsiasi interpretazione razionale. E noi ne siamo coscienti.
Non vi è mai nessun equilibrio, nessuna vera uguaglianza.

Questo paradosso assomiglia ai paradossi di Zenone. Che non volevano certo negare il movimento. Anzi, proprio constatando il movimento mettevano in guardia sulla "verità" del molteplice.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

niko

I filosofi, non possono fare scelte casuali, gli asini sì.

Quindi il paradosso parte dal presupposto che l'asino sia un filosofo per giungere a conseguenze paradossali.

Poi, per come la vedo io e molta fisica moderna, l'asino non può essere perfettamente posizionato tra le due balle di fieno in un dato istante di tempo, quindi, semplicemente, andrà sempre verso quella più vicina per auto incremento di una differenza di spazio infinitesima ma ineliminabile.

Conclusione: l'imperfezione di un mondo non platonico impedisce agli asini di morire di fame.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve niko. Citandoti : "Poi, per come la vedo io e molta fisica moderna, l'asino non può essere perfettamente posizionato tra le due balle di fieno in un dato istante di tempo, quindi, semplicemente, andrà sempre verso quella più vicina per auto incremento di una differenza di spazio infinitesima ma ineliminabile".

Verissimo, peccato però che queta sia la conclusione razionale umana della situazione; Il fatto non è la impercepibile differenza della distanze dei mucchi di fieno (che nè gli asini nè gli umani potranno mai efficacemente PERCEPIRE).......dal momento che la scelta tra i due mucchi andrà fatta appunto sulla PERCEZIONE, non basandosi su differenze quanto si voglia piccole.

Certo, si potrebbe sempre spiegare all'asino cos'è la fisica moderna. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#4
Se l'asino muore di fame, non è perché le due balle siano perfettamente uguali e perfettamente alla stessa distanza, ma perché imperfettamente esso le valuta come tali.
Ci troviamo quindi di fronte a una situazione che non è perfettamente equilibrata nella realtà , ma che l'asino per suoi limiti valuta tale.
Ciò che conta è che egli la percepisca come equilibrata, e in tal senso la situazione non è solo teorica, ma potenzialmente reale.
Occorre però che nel tempo che occorre perché l'asino spiri non intervenga nulla che comprometta la percezione di equilibrio da parte del l'asino, il quale infatti non solo vede le balle come uguali ed equidistanti , ma ne percepisce anche l'odore, per cui occorre che non ci sia alcun vento che porti l'odore di una balla piuttosto che l'altra è si sa' che il vento non manca mai , perché al minimo vi è quello determinato dalla rotazione terrestre, mi pare di 2km l'ora, e che spira sempre in un senso.

Potremmo metterci allora, per tagliare la testa al toro, in una situazione teorica, in cui non spiri alcun vento, e dove non intervenga comunque il caso, se non fosse che gli asini, e non per loro limiti, decidono solo in pratica e non in teoria.
Dobbiamo quindi necessariamente restare in una situazione reale nella quale , noi ben lo sappiamo , nessun asino è mai morto, magari proprio perché nel tempo che impiegherebbe a spirare interviene a salvarlo il caso che alza un alito di vento il quale porta l'odore di una delle due balle, se non proprio una folata che la sposti tutta intera.
Possiamo dunque star certi che di fronte a due uova fritte non potremmo morire che per le complicanze a seguito dell'averle mangiate.😅
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Phil

Per capire quale sia la paradossalità della storiella, non bisogna guardarla con occhi geometrici né etologici, ma basta pensare ad ogni volta che siamo indecisi fra due situazioni che ci sembrano equivalenti (la morale della favola non è che l'asino muore di fame...).
Per una lettura in chiave più contemporanea e meno metaforica si può dare un'occhiata qui e qui.

P.s.
Per gli anglofoni, suggerisco questo.

iano

#6
Citazione di: Phil il 09 Gennaio 2022, 00:17:45 AM
Per capire quale sia la paradossalità della storiella, non bisogna guardarla con occhi geometrici né etologici, ma basta pensare ad ogni volta che siamo indecisi fra due situazioni che ci sembrano equivalenti (la morale della favola non è che l'asino muore di fame...).
Per una lettura in chiave più contemporanea e meno metaforica si può dare un'occhiata qui e qui.

P.s.
Per gli anglofoni, suggerisco questo.
Esiste un esito diverso dal fare una scelta o non farla?
Uno è quello di fare subito una scelta per poi ritrattarla entrando in un loop senza fine.
Si potrebbe dire che quest'ultimo caso equivalga ad una non scelta, ma si tratta comunque di un caso che tiene conto del fatto che l'equilibrio fra le due opzioni non viene percepito in modo istantaneo, perché avendo la percezione una durata si valuta inevitabilmente prima una situazione  e poi l'altra.
Io insisto nel dire che ci troviamo in una situazione ibrida , mezzo teorica e mezzo reale.
C'è però' un esperimento percettivo che riesce a riprodurre questa ibridazione.
In questo esperimento si disegna una semisfera concava immaginando che la luce venga da sinistra, tratteggiando quindi una ombreggiatura sulla destra.
Quello che si vedrà sarà' dunque ciò che si è disegnato.
Ma se disegnamo una semisfera cava con la luce che viene da destra, faremo lo stesso identico disegno, percependola però questa volta come cava. Come è possibile?
È evidente allora che un pregiudizio decide la nostra percezione, cioè il sapere cosa abbiamo disegnato.
Ma cosa succede se ci troviamo di fronte al disegno senza averlo fatto noi?
Questo esperimento è stato fatto è il risultato è sempre lo stesso.
Percepiamo alternativamente una cosa e poi l'altra..
Quindi facciamo una scelta, ma allo stesso tempo non la facciamo.
In un problema di scelta reale non si può escludere l'intervento del caso, magari sotto forma di un pregiudizio.
Si può escludere il caso solo in una situazione puramente teorica, ma non possiamo poi metterci dentro un ente teorico che faccia una scelta libera.
Il libero arbitrio è in parte una astrazione. Esso infatti sarebbe veramente tale in assenza di pregiudizi , se facessimo cioè una scelta in prima assoluta, senza averne fatta mai una prima che ci abbia potuto porre un pregiudizio.
Prima di porre le due balle davanti l'asino, dove si era posta la sua singola balla il giorno prima?
E se magari prima gliela si è posta sempre allo stesso posto, non è che l'asino muore invece perché va' dritto li e non vi trova alcuna balla, senza neanche vedere quelle che gli hanno posto davanti, perché si sa' bene che gli asini per pregiudizio fanno sempre la stessa strada.



Seppure si possa ipotizzare una situazione perfettamente equilibrata fra due possibili scelte , chi sceglie però non rientra dentro a questa perfetta simmetria e anche solo ciò può ipotizzarsi come causa della sua scelta.
Questo è un classico esempio in cui si fanno i conti senza l'oste.
Come se l'osservatore potesse astrarsi dal teatro dell'estrazione.
La meccanica quantistica ci conferma che ciò non è possibile.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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iano

#7
Se volessimo costruire un robot che chiameremo asino di Buridano che istruzioni gli daremmo nel caso?
La prima risposta che viene in mente è che lo programmeremmo per fare una scelta a caso quando si trova di fronte a una situazione indecidibile diversamente.
Risposta sbagliata. Ciò che è programmato non può dirsi casuale.
Ma a pensarci bene, in nessun caso noi siamo in grado di provocare il caso, però lo sappiamo simulare.
Così potremmo programmare il nostro asino con precise istruzioni.
Quando ti trovi di fronte a una situazione indecidibile prendi il tuo  dato in memoria di ieri a quest'ora.
Se è uno scegli la balla alla tua destra.
Se è zero ore di quella a sinistra.
Essendo l'ultimo dato di ieri a quest'ora del tutto indipendente dal nostro caso, può dirsi agli effetti di nostro interesse casuale.
Eppure esso può configurarsi come l'esperienza pregressa fatta dal robot che vale come un pregiudizio che diventa causa di una scelta.
Ora, noi siamo più di un robot, ma siamo anche quello, e quindi vale la pena considerare che seppure esista il libero arbitrio, non è tutto completamente tale anche quando per ignoranza dei nostri pregiudizi a noi tale appare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ripeto che, secondo me il paradosso è posto in modo ingannevole, in quanto la "scelta" vera e propria:
- non è affatto tra mangiare il mucchio di fieno di destra o quello di sinistra;
- bensì è tra VIVERE (mangiandoli entrambi) o MORIRE DI FAME (non mangiandone nessuno dei due).
***
Pertanto è "fallace" sostenere che il somaro possa morire di fame, poichè non è in grado di scegliere tra il mangiare il mucchio di fieno di destra o quello di sinistra; ed infatti, potendoli mangiare benissimo tutti e due uno dopo l'altro (chi glielo impedisce?), non ha nessuna necessità di dover scegliere!
***
Altrimenti, seguendo la "pseudologica" del falso "paradosso", davanti ad una qualsiasi pietanza, saremmo "sempre" impossibilitati a scegliere da quale parte del piatto cominciare a mangiarla; il che non è "paradossale", bensì è semplicemente "ridicolo".
Ad esempio, sarebbe come porsi il problema di quale delle due uova servite nel piatto mangiare per prima; e, non sapendo quale scegliere, restare a digiuno!

***
Non solo!
Dopo aver molto intelligentemente rinunciato a mangiare le due uova, sentendo lo stimolo ad orinare, vorremmo recarci nel bagno; però, poichè non riusciamo a scegliere da quale lato della sedia alzarci (destro o sinistro), alla fine restiamo seduti e decidiamo di farcela sotto!

***
Secondo me è evidente che si tratta di un "paralogismo", in quanto, così come nel caso dei due mucchi di fieno e delle due uova, la scelta non è se alzarsi dal lato destro o dal lato sinistro della sedia per recarsi al bagno, bensì consiste nel farsela addosso o no.
***
Il caso dell'"Asino di Buridano" è sostanzialmente identico: il "trucco" consiste nel postulare una "ingannevole isostenia" logica (e psicologica).
***
Ed infatti, nel caso in cui il somaro  si trovasse innanzi ad entrambi i mucchi di fieno,  i quali si trovassero in linea retta tutti e due davanti a lui, uno a 5 metri di distanza e l'altro a 15 metri di distanza, a nessuno verrebbe in mente di porre in dubbio che "logicamente", l'animale (ed anche Einstein):
- compirebbe i primi 5 metri per mangiarsi il primo mucchio;
- proseguirebbe poi per gli altri 10  per mangiarsi il secondo mucchio.
***
Allo stesso identico modo, a ben vedere, se il somaro si trovasse esattamente in mezzo ai due mucchi di fieno,  i quali si trovano in linea retta a 5 metri di distanza da lui uno a sinistra e l'altro a destra, anche in tal caso l'animale non si troverebbe in nessuna "reale" situazione di dubbio paralizzante o di effettiva "isostenia", in quanto, in barba a Buridano:
- compirebbe i primi 5 metri per mangiarsi un primo mucchio;
- e poi, con una curva ad "U" compirebbe altri 10 metri per mangiarsi il secondo mucchio.

***
Non c'è nessuna differenza "reale" tra i due casi!
***
Come si rileva dall'immagine, in realtà l'asino sceglierebbe di mangiare entrambi i mucchi di fieno, seguendo il percorso più breve per raggiungerli entrambi; il quale, in tutti e due i casi, è sempre di 15 metri.
L'unica differenza è che, in un caso, il tragitto è di 15 metri senza curve, mentre nell'altro caso è di 15 metri con un'inevitabile curva ad U; ma non credo che questo farebbe desistere il somaro dll'unica scelta "logica" possibile, che è quella di mangiare entrambi i mucchi di fieno per non morire di fame!
***
Un saluto a tutti! :)
***

iano

#9
Che una scelta là si faccia lo hai dimostrato tu, Eutidemo, che nel disegnare il caso B hai scelto di andare prima a sinistra e poi tornare a destra, quando avresti potuto scegliere di fare l'esatto simmetrico contrario, per cui in effetti avresti dovuto illustrarci due casi, B1 e B2.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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iano

#10
Affermo in sostanza che quando facciamo una scelta in una situazione perfettamente simmetrica, non potendosi trovare la causa all'interno della situazione, non è detto che questa non sia dentro a chi sceglie, anche quando non la conosciamo.
Possiamo quindi definire fitttiziamente la situazione come simmetrica solo perché la astraiamo da un contesto che simmetrico non è mai, astraendo in particolare dal contesto di riferimento colui che deve scegliere.
La situazione è dunque simmetrica solo in teoria, ma non nella realtà, e noi un scelta là facciamo nei fatti, per questo scrivevo di una situazione di fatto ibrida, mezzo teorica e mezzo reale, perché non si può ridurre a una perfettamente teorica o perfettamente reale.
Quindi per cercare di assecondare/indovinare  le vere intenzioni di chi questa storia dell'asino di Buridano ha immaginato, ho proposto di immaginare un asino robot, di modo che anche ammettendo colui che sceglie come parte dello scenario in cui la scelta avviene non se ne alteri così la simmetria , ma sono arrivato così alla conclusione logica che il robot non può scegliere in queste condizioni, a meno che non sia stato programmato appositamente per fare una scelta in queste condizioni, notando però che la scelta diverrebbe allora possibile perché programmarlo equivarrebbe introdurre di fatto in esso una asimmetria.
In analogia a ciò possiamo  parlar di pregiudizi di scelta presenti dentro gli esseri viventi che rendono possibile la scelta.
Non hai disegnato il caso B2 per un lapsus freudiano, cioè per una tua asimmetria pregiudiziale?
Se così è ciò è equivalso al fare la tua scelta di quale caso disegnare, senza che tu abbia avuto neanche coscienza di aver fatto  una scelta, perché diversamente, preciso come sei, c'è l'avresti illustrata disegnando l'alternativa B2.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

#11

Se i robot non fossero capaci di fare delle scelte causali, non esisterebbe nemmeno il videogioco del tetris che hanno inventato trenta anni fa.


Le scelte casuali derivano da un incrocio tra gli scopi del programma "principale" e circostanze esterne che stanno avvenendo indipendentemente dal programma principale e dai suoi scopi, ma i cui esiti mutuamente escludentisi il programma principale può conoscere in un dato attimo, e abbinare ognuno a uno e uno solo dei risultati possibili di un sorteggio, appunto i famosi algoritmi di randomizzazione.


E' come dire, invece di scegliere se mettermi una camicia blu o un'altra rossa "a caso", cosa che un computer non può fare perché "a caso" per lui non esiste, guardo dalla finestra e metto camicia rossa se fuori passa prima macchina rossa e camicia blu se passa prima macchina blu, cosa che un computer può benissimo fare, e più, e meglio, e con più imparzialità, e con più finezza di dettagli, di noi umani, e l'effetto sarà per tutti gli osservatori esterni uguale, e assolutamente casuale, tranne che per lui che conosce il "segreto",  una cosa un po' da autistici, infatti i computer sono un po' autistici, ma funzionano benissimo per quello per cui devono funzionare, compreso, a certi livelli di complessità, simulare gli uomini. 


Per dare una risposta seria al problema dell'asino, l'asino non sceglie tra A (balla destra) o B (balla sinistra), e basta, ma tra A (balla destra), B (balla sinistra) o C (morire di fame). Non è una coppia di opzioni, ma un trio, perché ovviamente anche non agire è un'opzione.


La sua scelta "casuale" è perfettamente comprensibile se ci si mette dal suo punto di vista (interno), perché la "razionalità" etologica e veteroliberista che entro certi limiti si pretende da lui che eserciti, l'ha già esercitata a monte prima di "scegliere", scremando le alternative e portandole da tre, che erano, a due, che sono diventate secondo il setaccio del suo lume asinino, escludendo sempre quella che non è conveniente per lui (la morte), e accorpando nell'unità di un agire indifferente le due che gli sono risultate equivalentemente preferibili (balla A e balla B), per la gioia, appunto, degli etologi e degli economisti (i filosofi l'asino li lascia perdere, perché tanto lo sa, che sono incontentabili).


Nella prospettiva dei viventi, spesso ci sono cause con due o più effetti, ed effetti figli di due o più cause, questo è il modo base con cui possiamo accorpare e scorporare le alternative quando ragioniamo situazionalmente, e ci fermiamo nell'incorporazione o scorporazione quando siamo soddisfatti del risultato raggiunto, è ovvio che il processo di decisione in sé è continuabile indefinitamente (e se cammina verso la balla A, perché muove prima la zampa sinistra e non la zampa destra? e se muove prima la zampa destra, perché nel frattempo sbatte gli occhi o non sbatte gli occhi? eccetera...).


Insomma se a una sola causa seguisse sempre uno e un solo effetto, non solo l'asino morirebbe di fame, ma penso proprio che tutta la vita di questo mondo non esisterebbe.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve niko. Bravissimo !! Dimostrazione che la realtà include anche la limitazione (quella degli speculatori filosofici) ma non si fa certo arrestare da essa !!. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#13
Citazione di: niko il 09 Gennaio 2022, 12:22:58 PM

Se i robot non fossero capaci di fare delle scelte causali, non esisterebbe nemmeno il videogioco del tetris che hanno inventato trenta anni fa.


Le scelte casuali derivano da un incrocio tra gli scopi del programma "principale" e circostanze esterne che stanno avvenendo indipendentemente dal programma principale e dai suoi scopi, ma i cui esiti mutuamente escludentisi il programma principale può conoscere in un dato attimo, e abbinare ognuno a uno e uno solo dei risultati possibili di un sorteggio, appunto i famosi algoritmi di randomizzazione.


E' come dire, invece di scegliere se mettermi una camicia blu o un'altra rossa "a caso", cosa che un computer non può fare perché "a caso" per lui non esiste, guardo dalla finestra e metto camicia rossa se fuori passa prima macchina rossa e camicia blu se passa prima macchina blu, cosa che un computer può benissimo fare, e più, e meglio, e con più imparzialità, e con più finezza di dettagli, di noi umani, e l'effetto sarà per tutti gli osservatori esterni uguale, e assolutamente casuale, tranne che per lui che conosce il "segreto",  una cosa un po' da autistici, infatti i computer sono un po' autistici, ma funzionano benissimo per quello per cui devono funzionare, compreso, a certi livelli di complessità, simulare gli uomini. 


Per dare una risposta seria al problema dell'asino, l'asino non sceglie tra A (balla destra) o B (balla sinistra), e basta, ma tra A (balla destra), B (balla sinistra) o C (morire di fame). Non è una coppia di opzioni, ma un trio, perché ovviamente anche non agire è un'opzione.


La sua scelta "casuale" è perfettamente comprensibile se ci si mette dal suo punto di vista (interno), perché la "razionalità" etologica e veteroliberista che entro certi limiti si pretende da lui che eserciti, l'ha già esercitata a monte prima di "scegliere", scremando le alternative e portandole da tre, che erano, a due, che sono diventate secondo il setaccio del suo lume asinino, escludendo sempre quella che non è conveniente per lui (la morte), e accorpando nell'unità di un agire indifferente le due che gli sono risultate equivalentemente preferibili (balla A e balla B), per la gioia, appunto, degli etologi e degli economisti (i filosofi l'asino li lascia perdere, perché tanto lo sa, che sono incontentabili).


Nella prospettiva dei viventi, spesso ci sono cause con due o più effetti, ed effetti figli di due o più cause, questo è il modo base con cui possiamo accorpare e scorporare le alternative quando ragioniamo situazionalmente, e ci fermiamo nell'incorporazione o scorporazione quando siamo soddisfatti del risultato raggiunto, è ovvio che il processo di decisione in sé è continuabile indefinitamente (e se cammina verso la balla A, perché muove prima la zampa sinistra e non la zampa destra? e se muove prima la zampa destra, perché nel frattempo sbatte gli occhi o non sbatte gli occhi? eccetera...).


Insomma se a una sola causa seguisse sempre uno e un solo effetto, non solo l'asino morirebbe di fame, ma penso proprio che tutta la vita di questo mondo non esisterebbe.
Sarei d'accordo , ma forse è meglio precisare che se bisogna programmare un computer per rendergli possibile fare una scelta, essendo un programma determinato, la scelta allora non sarà' casuale.
Nel pigiare il tasto randoom di un lettore CD ciò che conta non è che la scelta dei brani sia realmente casuale, cosa impossibile a realizzarsi, ma che chi ascolta non la possa prevedere, ciò che parimenti avverrebbe se fosse davvero casuale.
Non sono invece d'accordo nel considerare i casi in numero di tre come proposto da Eutidemo.
Il caso dell'asino di Buridano mi pare riguardi la possibilità del libero arbitrio, alla cui esistenza io mi limito a porre fede, perché non lo si può dimostrare.
Io addirittura estenderei la mia fede anche al determinismo, perché come tu stesso mi pare scriva , lo si dimostra artificiosamente limitando le possibili cause.
Il determinismo ha infatti una natura locale, ma le cause sono sempre globali.
Esso quindi non si presta a descrivere la realtà come erroneamente crediamo, se non isolandola artificiosamente un pezzo per volta .
Il determinismo quindi vale come un manuale d'uso, volendo anche universale, ma a patto di non rifarsi all'universo intero, ma una sua parte per volta, dalle quali parti si astrae sistematicamente ogni volta l'osservatore, che perciò In teoria non inficia l'eventuale simmetria locale, ma in pratica lo fa'.
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Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Come ho cercato vanamente di spiegare, i casi B1 e B2 non comportano alcun tipo di vera e propria"scelta" , in quanto non implicano niente di sostanzialmente "diverso" l'una dall'altra; ed infatti, in ogni caso, il somaro cammina per quindici metri, e poi si mangia tutti e due i mucchi per non morire di fame!
La scelta è tra vivere e morire di fame, non tra quale dei due mucchi mangiare prima dell'altro!
***
D'altronde, allo stesso modo, tu mangi indifferentemente le due uova che ti trovi nel piatto senza minimamente porti il problema della "precedenza" tra le due; e ti alzi da un lato qualsiasi della sedia per andare ad orinare in bagno, per evitare di fartela addosso.
:D
***
D'altronde, sei tu che hai dimostrato che ho ragione io, quando hai scritto:
- "Che una scelta la   si faccia, lo hai dimostrato tu!".
Ed infatti avresti potuto benissimo scrivere, con lo stesso identico significato:
- "Lo hai dimostrato tu, che una scelta la si faccia!".
***
Però non mi pare affatto che tu sia rimasto bloccato, non sapendo se scrivere prima una cosa o prima l'altra; ed infatti, cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia!
***
Un saluto! :)
***

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