Il paradosso dell'asino di Buridano

Aperto da Eutidemo, 08 Gennaio 2022, 13:19:24 PM

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iano

Non ti ho dato ragione Eutidemo, sei tu che te la prendi.😅
Ho solo detto che tu hai potuto fare una scelta perché non sei simmetrico, e perciò la situazione della simmetria del teatro di scelta ne resta inficiata, cioè non è data, ma solo teoricamente supposta astraendo te, osservatore che decide, dalla situazione.
Comunque consolati, perché qui uno del tutto simmetrico non lo trovi .😅
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Quanto all'altro tuo discorso, lo trovo di gran lunga più condivisibile del precedente.

CETERIS PARIBUS
Ed infatti sono convinto anche io che, quando facciamo una scelta in una situazione che "ci sembra" perfettamente simmetrica, non potendosi trovare la causa all'interno della situazione, non è detto, però, che questa non sia dentro a chi sceglie, anche quando non se ne rende conto a livello cosciente.
***
Ad esempio, se io fossi superstizioso, per scaramanzia potrei mangiare per primo l'uovo di destra, essendo convinto che mangiare per primo quello di sinistra potrebbe portarmi jella.
***
Ed invero, è "ovvio" che noi definiamo fittiziamente la situazione come simmetrica solo perché la astraiamo da un contesto che simmetrico non è mai; astraendo in particolare dal contesto di riferimento colui che deve scegliere, al fine di formulare il paradosso.
***
Ma il paradosso di Buridano parte proprio dal presupposto di una teorica "perfetta simmetricità speculare"; altrimenti, oltre ad essere "paralogistico", sarebbe anche un sofisma del tutto "sciocco" ed insipido.
***
Ed infatti, se il somaro vede un altro somaro pisciare nel mucchio di sinistra, è ovvio che si dirige verso quello di destra.
Bella scoperta!
:D
***
Il paradosso vale solo se ipotizzato "ceteris paribus"!-

IL SOMARO ROBOT
Quanto ad immaginare un "asino robot", trovo il tuo spunto di estremo interesse; senz'altro degno di un topic a parte.
Al riguardo, come tu giustamente osservi, si dovrebbe pervenire alla conclusione logica che il robot non possa scegliere in queste condizioni, a meno che non sia stato programmato appositamente per fare una scelta in queste condizioni, notando però che la scelta diverrebbe allora possibile perché programmarlo equivarrebbe introdurre di fatto in esso una asimmetria.
***
Tu, però, dimentichi le tre leggi della robotica:
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza e cercare di sopravvivere in ogni circostanza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.
***
Per cui, ammesso e non concesso che anche un "asino robot", per sopravvivere, si debba nutrire di fieno, è ovvio che, pure lui, si mangerebbe entrambi i mucchi, in un ordine sequenziale del tutto casuale; ed infatti, cambiando l'ordine dei mucchi, il prodotto della "pappata complessiva" non cambierebbe!
***
Non ho disegnato il caso B2 non per un lapsus freudiano, bensì semplicemente:
- perchè lo ritenevo ovvio;
- per non perdere troppo tempo a disegnare una cosa inutile.
***
Ed infatti, se devo disegnare il percorso tra due località situate su una strada a doppio senso, è ovvio che disegno un tratto solo, e non entrambi!
Ad esempio, se ti voglio comunicare il seguente percorso di 7 km.

poi che motivo c'è di ridisegnartelo di nuovo in senso contrario?

***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

Citazione di: iano il 09 Gennaio 2022, 14:36:50 PM
Non ti ho dato ragione Eutidemo, sei tu che te la prendi.😅
Ho solo detto che tu hai potuto fare una scelta perché non sei simmetrico, e perciò la situazione della simmetria del teatro di scelta ne resta inficiata, cioè non è data, ma solo teoricamente supposta astraendo te, osservatore che decide, dalla situazione.
Comunque consolati, perché qui uno del tutto simmetrico non lo trovi .😅
Ed allora perchè hai scritto le frasi in quell'ordine, e non nell'ordine inverso?
Avevi un motivo, o è stato per puro caso?

Eutidemo

Citazione di: niko il 09 Gennaio 2022, 12:22:58 PM

Se i robot non fossero capaci di fare delle scelte causali, non esisterebbe nemmeno il videogioco del tetris che hanno inventato trenta anni fa.


Le scelte casuali derivano da un incrocio tra gli scopi del programma "principale" e circostanze esterne che stanno avvenendo indipendentemente dal programma principale e dai suoi scopi, ma i cui esiti mutuamente escludentisi il programma principale può conoscere in un dato attimo, e abbinare ognuno a uno e uno solo dei risultati possibili di un sorteggio, appunto i famosi algoritmi di randomizzazione.


E' come dire, invece di scegliere se mettermi una camicia blu o un'altra rossa "a caso", cosa che un computer non può fare perché "a caso" per lui non esiste, guardo dalla finestra e metto camicia rossa se fuori passa prima macchina rossa e camicia blu se passa prima macchina blu, cosa che un computer può benissimo fare, e più, e meglio, e con più imparzialità, e con più finezza di dettagli, di noi umani, e l'effetto sarà per tutti gli osservatori esterni uguale, e assolutamente casuale, tranne che per lui che conosce il "segreto",  una cosa un po' da autistici, infatti i computer sono un po' autistici, ma funzionano benissimo per quello per cui devono funzionare, compreso, a certi livelli di complessità, simulare gli uomini. 


Per dare una risposta seria al problema dell'asino, l'asino non sceglie tra A (balla destra) o B (balla sinistra), e basta, ma tra A (balla destra), B (balla sinistra) o C (morire di fame). Non è una coppia di opzioni, ma un trio, perché ovviamente anche non agire è un'opzione.


La sua scelta "casuale" è perfettamente comprensibile se ci si mette dal suo punto di vista (interno), perché la "razionalità" etologica e veteroliberista che entro certi limiti si pretende da lui che eserciti, l'ha già esercitata a monte prima di "scegliere", scremando le alternative e portandole da tre, che erano, a due, che sono diventate secondo il setaccio del suo lume asinino, escludendo sempre quella che non è conveniente per lui (la morte), e accorpando nell'unità di un agire indifferente le due che gli sono risultate equivalentemente preferibili (balla A e balla B), per la gioia, appunto, degli etologi e degli economisti (i filosofi l'asino li lascia perdere, perché tanto lo sa, che sono incontentabili).


Nella prospettiva dei viventi, spesso ci sono cause con due o più effetti, ed effetti figli di due o più cause, questo è il modo base con cui possiamo accorpare e scorporare le alternative quando ragioniamo situazionalmente, e ci fermiamo nell'incorporazione o scorporazione quando siamo soddisfatti del risultato raggiunto, è ovvio che il processo di decisione in sé è continuabile indefinitamente (e se cammina verso la balla A, perché muove prima la zampa sinistra e non la zampa destra? e se muove prima la zampa destra, perché nel frattempo sbatte gli occhi o non sbatte gli occhi? eccetera...).


Insomma se a una sola causa seguisse sempre uno e un solo effetto, non solo l'asino morirebbe di fame, ma penso proprio che tutta la vita di questo mondo non esisterebbe.
Hai ragione: l'asino non sceglie tra A (balla destra) o B (balla sinistra), e basta, ma tra A (balla destra), B (balla sinistra) o C (morire di fame). Non è una coppia di opzioni, ma un trio, perché ovviamente anche non agire è un'opzione.
Ma la vera scelta, ovviamente, è solo tra C e (A B).

iano

#19
Che dire Eutidemo, non si finisce mai di imparare, e io non sapevo che Torrino stesse così vicina a Romma.🙏
Però in quanto esperto avvocato, quale mi pare sei, la sai lunga su cosa conviene porre sotto ai riflettori, e su cosa dare per scontato, vedendo io in ciò, forse malignamente, una scelta pregiudiziale che però ritengo significativa in quanto do' per scontato essere non coscientemente voluta.
È appunto questa mancata coscienza delle cause che rende a volte impossibile spiegare il perché di una scelta, se non fosse che la pretesa stessa di spiegare nasce dal pregiudizio che tutte le cause possiamo controllare, per quanto sia vero che questa pretesa nella sperimentazione fisica si dimostri sostenibile.
Che le leggi fisiche siano una efficace mappa che ci guida nella realtà è incontestabile, ma che quelli leggi dicano la verità, che le mappe coincidano con la realtà,,essendone invece solo una funzionale parte, è un altra storia.
Io non credo che esistano ne' il caso né' il determinismo, se non dentro le nostre teorie, attraverso le quali utilmente ci interfacciamo con la realtà. Dentro a queste utilissime finzioni è da inquadrare il problema della scelta.
Parlando di paradossi io mi limito a notare che la libertà sta alla vita come il caso sta alla materia, nel senso che in campi diversi svolgono la stessa funzione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Phil

Le scelte dell'asino non sono tutte sullo stesso piano, né logico né cronologico; può aiutare gerarchizzarle: se nella scelta-bivio "muoversi/non-muoversi", si decide di non-muoversi, la storiella finisce lì; se si decide per il "muoversi", solo allora si passa al bivio successivo, in cui dovrà scegliere "verso-prima-balla/verso-seconda-balla", ed è qui che si innesta la storiella, che diventa paradosso nel momento in cui si muore restando a due passi dal salvifico cibo, ossia l'asino sceglie di muoversi ma non sa decidersi sul dove farlo.
Se lo scopo dell'asino fosse mangiare entrambe le balle, non vi sarebbe alcun paradosso, perché sarebbe indifferente quale mangiare per prima. Lo stallo paradossale, che fa restare l'asino fermo fino a morire quando invece vorrebbe mangiare e salvarsi (non essendo un asino suicida) è quello del criterio con cui compiere la scelta di quale balla mangiare per prima (se poi sia l'unica o ne seguano altre, è indifferente: mangiata la prima, l'asino non muore più di fame e viene meno il paradosso del morire di fame vicino al cibo).
Riprendendo l'esempio di Eutidemo: se devo alzarmi dalla sedia per andare in bagno, non posso alzarmi prima da un lato e poi dall'altro, né posso alzarmi senza aver deciso da quale lato alzarmi; «da un lato qualsiasi» è una banalizzazione che non rimuove la fattuale necessità di scegliere: finché sono padrone delle mie azioni, devo decidere se alzarmi a destra o a sinistra (o in avanti arretrando la sedia, etc.) e se anche il bagno è dietro di me, quindi non ho convenienza di percorso fra alzarmi a destra o sinistra, devo comunque scegliere; magari mi verrà spontaneo alzarmi a destra perché è la gamba più forte o perché quando arriva lo stimolo sono già leggermente inclinato a destra. La scelta di alzarsi da un lato, e non dall'altro, non è comunque mai priva di motivo, ragionato o istintivo che sia; non è mai realmente "un lato qualsiasi", almeno finché siamo in grado di intendere e di volere (sebbene ciò non comporti avere pieno controllo di ogni singolo gesto, come quelli nati da motivi inconsci, reazione nervosa, etc. che hanno pur sempre i rispettivi motivi, seppur non padroneggiati dal soggetto).

Questo aspetto crono-logico di scelta escludente (aut-aut), in cui un'opzione sembra valere l'altra ma è tuttavia possibile scegliere solo una fra le due, è più evidente nella narrazione di Ovidio (la tigre che si avventura in una valle rinuncia così facendo a mangiare il bestiame nell'altra valle, che nel frattempo potrebbe andare altrove), o di Al-Ghazali (l'uomo indeciso su quale donna corteggiare, fra due parimenti meritevoli; se potesse sposarle entrambe non ci sarebbe dilemma), o anche di Aristotele (un uomo, estremamente tanto assetato quanto affamato, non sa se dirigersi prima verso il cibo, rischiando di morire nel frattempo di sete, o verso l'acqua, rischiando di morire nel frattempo di fame).

Eutidemo

#21
Vedo che stiamo un po' confondendo:
- l'aspetto "neurologico" del paradosso dell"asino di buridano".
- con l'aspetto "logico" del paradosso dell"asino di buridano";
Il che, è come confondere le pere con le mele!
:)

ASPETTO NEUROLOGICO
Ed infatti, sotto l'aspetto "neurologico", secondo una nuova ricerca finanziata dall'UE, l'attività legata alle decisioni semplici non avviene nella parte del cervello responsabile degli aspetti più avanzati della cognizione, quali l'autocoscienza, come si pensava in precedenza; essi invece avvengono nelle regioni del cervello che ricevono i relativi stimoli e ne controllano la risposta del corpo.
Il lavoro, pubblicato online dalla rivista Nature Neuroscience, è stato in parte finanziato attraverso il progetto finanziato dall'UE "Investigations in Brain Sciences Education Network", sostenuto attraverso lo schema Marie Curie nell'ambito del Sesto programma quadro (6° PQ).
***
In sintesi, il punto topico di tale studio, è il seguente:
"Ci piace pensare alle nostre decisioni come se si trattasse di atti volontari, ma ciò potrebbe rivelarsi un'illusione; ed infatti molte decisioni potrebbero essere prese automaticamente dal nostro cervello inconscio."
***
Un tempo si pensava che gli uomini avessero una specie di modulo delle decisioni nel cervello che coinvolgesse il lobo frontale; cioè, la parte del cervello responsabile di processi cognitivi più avanzati.
La ricerca ha però recentemente rivelato che nelle scimmie le attività elementari (come scegliere verso quale mucchio di banane dirigersi, sono mediate da meccanismi relativamente semplici contenuti nelle regioni del cervello sensoriali-motorie.
***
In quest'ultimo studio, gli scienziati  si sono impegnati per verificare se lo stesso valeva per gli uomini.
Per cui, hanno insegnato ad alcuni volontari volontari a svolgere un compito che prevedeva la distinzione tra una fotografia di un viso e quella di un edificio:
- se vedevano un viso, i volontari dovevano muovere gli occhi in una determinata direzione;
- se vedevano un edificio, dovevano tendere la mano verso la stessa direzione.
Variazioni nel livello di rumore confondevano le figure per il poco tempo in cui erano visibili.
***
Mentre i volontari svolgevano il compito, il loro cervello veniva esaminato con una risonanza magnetica funzionale per immagini (MRI), dalla quale è risultato che l'attività nella parte del cervello responsabile della progettazione di attività come il movimento degli occhi o delle mani aumentava a seconda del tipo di figura che veniva mostrata (un viso o un edificio) e il tipo di reazione che il cervello stava progettando (movimento degli occhi o della mano).
Quando la figura era associata a meno rumore, rendendo la decisione più facile, l'attività cerebrale nella relativa area del cervello aumentava in proporzione.
***
"Questo suggerisce che tali regioni del lobo parietale elaboravano tutti i segnali sensoriali, decisionali e motori necessari per prendere e mettere in atto la decisione," ha commentato l'autrice principale dello studio Annalisa Tosoni, specializzanda presso l'Università di Chieti, in Italia. "Al contrario, nessuna area del lobo frontale, che si pensava fosse coinvolta nella decisionalità, ha aumentato significativamente la propria attività al momento della decisione."
Soprattutto per decisioni visive arbitrarie ed equivalenti (come  i due mucchi di fieno), il tutto sembra che sia una questione di quantità di informazioni "subliminali" che spinge inconsciamente e casualmente il cervello verso una scelta piuttosto che verso un'altra, ha aggiunto il professor Corbetta; precisando che resta in ogni caso escluso che il sistema limbico non scelga affatto, lasciando morire il somaro di fame.
Ma non serviva certo il professor Corbetta per farci capire una cosa così "ovvia"!

ASPETTO LOGICO
Sotto l'aspetto "logico", pur non avendo convinto nessuno, resto pienamente convinto delle mie precedenti argomentazioni; che, però, non ripeterò certo da capo qui.
Semmai potrei aggiungerne soltanto un'altra, molto più breve.
***
E, cioè, posto che partiamo dal presupposto che, davanti ai due mucchi di fieno, il somaro debba necessariamente effettuare una amletica "scelta":
- perchè mai gli consentiamo soltanto di "scegliere" di mangiare, in un determinato ordine, o il mucchio di destra o quello di sinistra?
-  ma non gli consentiamo di "scegliere", invece, di poterseli mangiare entrambi senza dover rispettare alcun ordine, e, cioè, casualmente?
Anche quest'ultima, infatti, è una "alternativa" perfettamente logica e legittima, quella, cioè, di poter scegliere:
- tra seguire un determinato ordine di pappatatoria;
- o, invece, non seguirlo affatto, procedendo a caso (magari lanciando i dadi).
Anzi, secondo me, lo è molto più della prima, perchè non c'è nulla di illogico nel compiere determinate azioni in modo del tutto casuale (neurologia a parte)!


iano

#22
Ciao Eutidemo.
Noi intendiamo che le cose che avvengano per caso non abbiano una causa.
Si potrebbe parimenti, con un gioco di prestigio verbale, dire che ogni cosa che avvenga abbia una causa in assoluto non conoscibile , o, in alternativa, potenzialmente conoscibile, e nel primo caso diremo che interviene il caso, e nel secondo no.
Abbiamo dato due definizioni di caso diverse, ma equivalenti.
La seconda ci permette da un lato di generalizzare, permettendoci di affermare che nulla avviene per nessun motivo, e in più ci suggerisce che noi , se non possiamo provocare il caso, possiamo però simularlo, essendo sufficiente ignorare volutamente le cause, o mettendoci volutamente in condizioni che ci rendono di fatto impossibile risalirvi.


Nel caso deterministico, quello che abbiamo convenuto in premessa prevede cause potenzialmente conoscibili, per poter prevedere un esito, occorre conoscerne prima le cause, o in alternative , riscontrato un effetto, a posteriori proviamo a cercarne le cause, perché sappiamo che possiamo trovarle.
Se l'esito è ad esempio che l'asino di Buridano va' a destra, a posteriori ne cercheremo le cause, perché sappiamo che che esso non agisce a caso. Se pensassimo che esso abbia agito a caso ci asterremmo dal cercare la causa, perché sappiamo che sono impossibili da trovare.
Noi però pensiamo che esso non agisca a caso.
Potremmo trovare , ad esempio,, come tu suggerisci, che la causa sia che egli abbia simulato il caso, tirando dei dadi.
Saremmo ancora quindi dentro al caso deterministico, l'unico dentro il quale può vivere un asino reale.

Io avevo proposto in modo equivalente un robot programmato per simulare il caso, allo stesso modo che è possibile far partire una simulazione del caso in un lettore CD premendo il tasto randoom.

Se constatiamo che l'asino va' a destra la causa non è perché ha fame, ma perché ha tirato il dado.
La fame è la causa che gli ha fatto tirare il dado.
Siccome però gli asini non tirano dadi allora io ho proposto un robot nel quale si introduca un programma che equivalga al lancio di un dado.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#23
Non bisogna confondere il puro caso che noi non abbiamo il potere di provocare (perché il caso non ha una causa e tantomeno noi possiamo essere quella causa) col caso impuro che noi possiamo produrre, impuro  perché simulato.
La storiella dell'asino di Buridano ci dice che l'asino potrebbe morire se per recarsi a uno o a entrambi i mucchi di fieno aspetta di prendere un bus che si chiama caso, perché non si sa' mai quando questo per sua natura possa passare.


Però io credo che la scelta dell'asino come protagonista della storia non sia "casuale", perché è inteso , per quello che ne sapeva Buridano, sbagliando, come animale non intelligente, quindi  incapace di simulare il caso, e perciò destinato a morire nella situazione di simmetria perfetta in cui si viene a trovare.
In un certo senso egli è simmetrico allo stesso modo della situazione in cui si viene a trovare.
Manca dell'asimmetrica intelligenza che contrapponendosi alla simmetria della situazione lo possa salvare.


Poi noi lo sappiamo che l'asino, al pari di noi è intelligente almeno per quel minimo che gli serve a campare, se al pari di noi possiede un cervello fatto di due parti che sarebbero simmetriche se non svolgessero una diversa funzione, e quindi operativamente  che è cio' che conta, e al di la' delle apparenze, possiede una perfetta asimmetria.
Anche l'asino, a suo modo, è bravo a simulare, riuscendo a rendere diverse due situazioni uguali.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

#24
Ciao Iano.
Non riesco proprio a capire come tu possa insistere su un assunto così "palesemente" fallace.
***
Ed infatti io posso benissimo:
a)
O scegliere, più o meno "(in)consciamente"  di disegnare il caso il caso B1, ovvero scegliere, più o meno "(in)consciamente"  di disegnare il caso il caso B2 (o anche entrambi).
b)
Però posso anche "scegliere" di lanciare i dadi, tirando a sorte; nel qual caso, il mio disegno B1 o B2 (ovvero anche entrambi) risulterà determinato dal puro caso.
***
Ti dò atto che, essendo munito di zoccoli, l'asino di Buridano potrebbe avere qualche difficoltà a tirare i dadi o a lanciare in aria una moneta;  però, se proprio non riesce a scegliere tra il mucchio A e il mucchio B, potrebbe comunque scegliere anche lui di affidarsi al puro caso.
E, cioè:
- se in cielo passa uno stormo di corvi da destra a sinistra, va verso il mucchio di sinistra;
- se, invece, in cielo passa uno stormo di corvi da sinistra a destra , va verso il mucchio di destra.
Non sapendo come scegliere, Romolo e Remo fecero una cosa del genere!
***
In questo modo il somaro non morirà sicuramente di fame, perchè lascerà da parte  la stupida "alternativa isostenica" di Buridano, optando per una molto più saggia "alternativa allostenica".
Non serve un genio, ci arriva pure un somaro!
***
Adesso tiro in aria una moneta:
- se viene testa scriverò "Zuzzurro";
- se viene croce scriverò "Zazzera".
***
Fatto!
***
Zazzera!
***
E adesso trovami il "lapsus freudiano" che mi ha inconsciamente indotto a scrivere"Zazzera" invece di scrivere  "Zuzzurro".
Non puoi, perchè io ho scelto di non scegliere, ma di far scegliere al caso!
***
Un saluto! :)

Eutidemo

In effetti, quando come l'asino di Buridano, non so davvero che pesci prendere, faccio proprio così!
Lancio in aria una monetina!
Il che mi salva dalla "paralisi decisoria",e mi consente di agire!
;)

Phil

Eccoci giunti alla "morale della favola" (come esplicitata nei video che avevo postato): l'importante è uscire dallo stallo (ossia non morire di fame) trovando espedienti per rompere la simmetria. Perché invece l'asino della storiella muore? Perché è un asino, non sa trovare escamotage per infrangere lo stallo decisionale. Tutto qui (poi si può certamente parlare di neurologia, libero arbitrio, etc. ma prima bisognava capire quale fosse il senso del paradosso e perché alcune menti del passato avessero scelto di dedicargli del tempo; non certo perché fosse una storia verosimile o perché non sapessero calcolare l'equivalenza di due coppie di segmenti...).
Sul rapporto fra lancio della moneta e caso, rimando a questo vecchio post.

atomista non pentito

L'unico essere che e' in grado di morire di fame , pur essendo nella possibilita' di non farlo , e' l'essere umano. Questo mi fa pensare che forse non sarebbe il caso di lambiccarsi tanto il cervello nel tentativo di forzare l'esistente per finalita' del tutto inconcludenti. O probabilmente solo sono io troppo indietro per capire.

iano

#28
Citazione di: Eutidemo il 11 Gennaio 2022, 06:51:48 AM
Ciao Iano.
Non riesco proprio a capire come tu possa insistere su un assunto così "palesemente" fallace.
***
Ed infatti io posso benissimo:
a)
O scegliere, più o meno "(in)consciamente"  di disegnare il caso il caso B1, ovvero scegliere, più o meno "(in)consciamente"  di disegnare il caso il caso B2 (o anche entrambi).
b)
Però posso anche "scegliere" di lanciare i dadi, tirando a sorte; nel qual caso, il mio disegno B1 o B2 (ovvero anche entrambi) risulterà determinato dal puro caso.
***
Ti dò atto che, essendo munito di zoccoli, l'asino di Buridano potrebbe avere qualche difficoltà a tirare i dadi o a lanciare in aria una moneta;  però, se proprio non riesce a scegliere tra il mucchio A e il mucchio B, potrebbe comunque scegliere anche lui di affidarsi al puro caso.
E, cioè:
- se in cielo passa uno stormo di corvi da destra a sinistra, va verso il mucchio di sinistra;
- se, invece, in cielo passa uno stormo di corvi da sinistra a destra , va verso il mucchio di destra.
Non sapendo come scegliere, Romolo e Remo fecero una cosa del genere!
***
In questo modo il somaro non morirà sicuramente di fame, perchè lascerà da parte  la stupida "alternativa isostenica" di Buridano, optando per una molto più saggia "alternativa allostenica".
Non serve un genio, ci arriva pure un somaro!
***
Adesso tiro in aria una moneta:
- se viene testa scriverò "Zuzzurro";
- se viene croce scriverò "Zazzera".
***
Fatto!
***
Zazzera!
***
E adesso trovami il "lapsus freudiano" che mi ha inconsciamente indotto a scrivere"Zazzera" invece di scrivere  "Zuzzurro".
Non puoi, perchè io ho scelto di non scegliere, ma di far scegliere al caso!
***
Un saluto! :)
La storia non ci chiede come faccia l'asino a mangiare i due mucchi, ma come faccia a sceglierne uno, e tu illustri nel disegno un percorso per mangiare le due balle spacciandola per la soluzione.
Il problema non è se l'asino vive o muore, ma come fa' a scegliere supponendo che la causa della sua scelta debba stare nell'asimmetria della situazione.
La storia però ci presenta una situazione perfettamente simmetrica.
Se quella è l'unica causa possibile della scelta allora l'asino non può scegliere.
Ma che quella possa essere l'unica causa è riduttivo, perché non è possibile isolare una singola causa in modo esclusivo.
La storia ci presenta una idea ingenua del determinismo, perché non vi è mai una sola causa , ma tante, seppure possa esservene una preponderante, di modo che le altre con accettabile margine di errore si possano trascurare.
L'asino fa' una scelta cui convenzionalmente assoceremo una cause, fra le tante possibili quella preponderante, e questa non è certamente da ricercare nella simmetria della situazione.

Dire, come di solito diciamo, che se c'è un effetto allora ci sarà una causa, è un approssimativo modo di dire.
Le cause sono sempre multiple, fra quelle note che consideriamo o che trascuriamo, e quelle che non conosciamo.


Ora , io non so' se Buridano possedesse tale idea ingenua di determinismo , o se ci ha raccontato la teoria per illustrare la nostra idea ingenua di determinismo. Penserei la seconda.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Lo so benissimo che la storiella attribuita a Buridano non ci chiede affatto come faccia l'asino a mangiare i due mucchi, bensì  come faccia a sceglierne uno; ed è per questo che la ritengo una questione "ingannevole", in quanto è una scelta che in realtà non si pone.
Ed infatti la vera scelta è tra mangiare o non mangiare, e non quale dei due mucchi dover mangiare per primo; così come nel mio esempio di quale delle due uova nello stesso piatto mangiare per prima, ovvero da quale lato della sedia alzarsi per andare a pisciare in bagno.
;D
***
D'altronde anche tu, proprio come me, la consideri una questione "ingannevole", in quanto il presunto paradosso, come giustamente scrivi: "ci presenta una idea ingenua del determinismo, perché non vi è mai una sola causa, ma tante, seppure possa esservene una preponderante, di modo che le altre con accettabile margine di errore si possano trascurare".
E, nella fattispecie, la "causa preponderante" che spinge l'asino a dirigersi a caso verso uno dei due mucchi ad uguale distanza, è l'impellente esigenza di doversi nutrire, per non dover morire di fame; tale causa, in effetti, si manifesta sicuramente preponderante, rispetto a quella di una scelta non casuale del percorso da scegliere.
La quale, in confronto, è di rilevanza assolutamente trascurabile.
***
Ma non lo vedi che stiamo dicendo la stessa cosa?
;)
***
In ogni caso, se proprio vogliamo seguire la logica perversa del paralogismo, e, cioè, che l'animale, più che un "asino" sia un vero e proprio cocciuto "mulo", il quale:
- si intestardisca a trascurare la la "causa preponderante" che lo dovrebbe indurre a dirigersi a caso verso uno dei due mucchi ad uguale distanza per non morire di fame;
- e, invece, si incaponisca stupidamente a rodersi nel dubbio  verso quale dei due mucchi debba dirigersi per primo, visto che sono ad uguale distanza;
ebbene, anche in tale assurda ipotesi non si può affatto logicamente escludere che il mulo possa benissimo "scegliere di non scegliere" personalmente -se proprio non ci riesce-, bensì di "lasciar scegliere al caso", in qualunque modo voglia rimettersi ad esso (volo degli uccelli o altro).
***
Ed infatti, nello specifico caso attribuito a Buridano, ammesso e non concesso che il soggetto decidente si possa davvero trovare in una situazione di "perfetta simmetria isostenica" (cosa che noi due non crediamo possibile), nulla, però, gli impedirebbe di sostituirla con una "situazione asimmetrica" che sblocchi la prima; come il lancio di una moneta!
***
Il 5 giugno del 1968 si giocò, allo Stadio San Paolo di Napoli, la semifinale dell'Europeo tra l'Italia di Ferruccio Valcareggi e l'Unione Sovietica di Mikhail Yakushin; però, visto  che le due squadre non riuscirono a sbloccare il punteggio, anche in quel caso si ricorse al  "lancio della monetina" per decretare il vincitore della partita.
Alla domanda dell'arbitro "testa o croce?" Facchetti rispose scegliendo testa, e fu proprio testa ad uscire dal lancio di quella monetina da 100 lire;  e così la vittoria fu attribuita a noi, sebbene la partita si fosse chiusa in perfetta e "simmetrica" parità isostenica.
L'asino di Buridano dovrebbe imparare da Facchetti!
;)
***
Un saluto! :)
***

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