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Il mondo privo dell'uomo

Aperto da viator, 21 Marzo 2021, 21:10:42 PM

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viator

Salve jacopus. Ringrazio delle tue precisazioni. Non dubito che di certi argomenti si sia già parlato all'interno della storia della filosofia. D'altra parte è proprio il tanto parlare di una cosa che finisce per renderla ovvia. Se poi - come nel mio caso - la cosa risulta ovvia anche per chi (come me) non ne ha mai precedentemente letto in modo organico.......Saluti a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

#61
Buongiorno Ipazia e Viator


E' l'atto percettivo però che concretizza l'idea di aver avuto una nonna. Se percepisco un'immagine (foto o ricordo) che mi suscita una reazione (emozione, ricordi, sentimenti,ecc.) ecco che, anche in assenza della nonna, mi appare la nonna. Tutto quello che posso provare è che ho questa percezione. Nel sogno creiamo un "mondo", che percepiamo come distinto dalla nostra coscienza, come oggettivo. Quindi, alla coscienza, la sensazione che l'oggetto le sia estraneo, che non faccia parte di sé, è naturale. Allo stesso modo potrebbe apparirgli il mondo e, all'obiezione, che dal sogno la coscienza si risveglia, mentre dall'esperienza mondana no, si potrebbe sostenere che, da questa, non si è ancora risvegliata. Questo porta al solipsismo (solo la mia coscienza esiste). Non sostengo questo. Per me c'è una realtà extra-coscienza, ma di questa realtà tutto quello che possiamo conoscere passa attraverso la coscienza, che opera come un setaccio, prendendo o rifiutando. Per questo sostengo che il mondo, di fatto, è una sua creazione e che, per rispondere provocatoriamente alla domanda di Viator, affermavo che NO, il mondo non esiste in mancanza di essa (ovviamente , si spera  ;D  esiste , ma verrebbe a mancare il "setaccio" che lo concretizza, che lo rende un "mondo" con  possibilità di lettura, per quanto relativa, di esso).

Ipazia

Citazione di: Alexander il 26 Marzo 2021, 08:40:14 AM
Buongiorno Ipazia e Viator
E' l'atto percettivo però che concretizza l'idea di aver avuto una nonna. Se percepisco un'immagine (foto o ricordo) che mi suscita una reazione (emozione, ricordi, sentimenti,ecc.) ecco che, anche in assenza della nonna, mi appare la nonna. Tutto quello che posso provare è che ho questa percezione.
Sì, però qui la questione non è di tipo psicosomatico percettivo, ma ontologico. Abbiamo elementi per configurare la bisnonna nella realtà accertata del suo vissuto da noi non direttamente esperito ?  Esiste una (parolona) ermeneutica adeguata alla bisogna ? ...
Citazione...Per me c'è una realtà extra-coscienza, ma di questa realtà tutto quello che possiamo conoscere passa attraverso la coscienza, che opera come un setaccio, prendendo o rifiutando. Per questo sostengo che il mondo, di fatto, è una sua creazione e che, per rispondere provocatoriamente alla domanda di Viator, affermavo che NO, il mondo non esiste in mancanza di essa (ovviamente , si spera  ;D  esiste , ma verrebbe a mancare il "setaccio" che lo concretizza, che lo rende un "mondo" con  possibilità di lettura, per quanto relativa, di esso).
... appunto un setaccio attraverso cui filtrare le più disparate informazioni per riportare in vita, almeno nella mia coscienza, la mia sconosciuta bisnonna. Come funziona tale setaccio ? Come si alimenta ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

Buonasera Ipazia.


Prove ontologiche? Ma l'ontologia degli oggetti non è anch'essa nella coscienza?
Come funziona il setaccio? Non lo so: sono io stesso nel "setaccio"  ;)

Ipazia

Citazione di: Alexander il 26 Marzo 2021, 20:44:50 PM
Buonasera Ipazia.
Prove ontologiche? Ma l'ontologia degli oggetti non è anch'essa nella coscienza?
Ma non nella tua coscienza, non avendola conosciuta la bisnonna.
CitazioneCome funziona il setaccio? Non lo so: sono io stesso nel "setaccio"  ;)
Sì, ma non da solo. Non basta una coscienza individuale per far funzionare il setaccio che ti permetta di allargare la tua coscienza a quello che non sai della bisnonna.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve.Il setaccio è la psiche. Inizia con una imboccatura dalla quale entrano le percezioni sensoriali, che vengono imprigionate dalle pareti perchè non possano sfuggire e disperdersi, quindi le percezioni precipitano verso la coscienza (è la griglia del setaccio) che le VAGLIA lasciandone passare una parte oltre di sè verso la consapevolezza razionale della sfera mentale.

Il resto viene invece convogliato nei magazzini della memoria inconsapevole (l'inconscio, il quale è situato immediatamente "a monte" della coscienza) perchè non deve riguardare il raziocinio, ma solo la gestione delle emozioni e dell'istintualità, attività nella quale la mente potrebbe essere solo d'ostacolo.

Successivamente, se la psiche giudicherà che i dati mnemonici immagazzinati - confrontati con l'esperienza passata - non sono troppo dolorosi o non interferiscano con l'istinto di soptravvivenza..........potrà anche lasciare affiorare verso la mente ciò che ha trattenuto, lasciandolo transitare attraverso la rete della coscienza, trasformandolo in memoria consapevole e rendendolo quindi razionalmente conscio.
Infine esisteranno anche dati e percezioni sensoriali i quali, transitati attraverso la psiche ed archiviati all'interno della memoria inconsapevole, non verranno mai rilasciati verso la coscienza e la mente poichè essi risultano troppo "grossi" (cioè troppo importanti - ad esempio, le esperienze ed informazioni destinate alla gestione degli istinti e delle reazioni corporali automatiche), oppure troppo dolorosi (ad esempio, le emozioni negative potenzialmente devastanti e troppo perturbanti). Questa ultima categoria di dati e ricordi inconsapevoli sono poi quelli che, pur restando inconsci, avrenno l'eventuale potere di generare tutta una serie di reazioni psicosomatiche dell'organismo. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Perfetto, ma questa psiche come può costruire gli anelli mancanti del mio sapere rispetto ad una bisnonna morta prima che io nascessi ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

Buongiorno a tutti


Io penso alla coscienza come qualcosa di transpersonale. Mi immagino, con una metafora,  che sia come una pianta che produce molti fiori. Ogni fiore è un "campo psichico" della pianta, cioè un punto di visione. Ci sono un'infinità di fiori, continuamente fioriscono e periscono, ma c'è solo UNA pianta. Questi fiori interagiscono fra loro, la loro interazione crea il "mondo" (cioè quello che i fiori de-finiscono come mondo, come oggettività). Il "profumo" è però unico, perché unica è la pianta. E il profumo lo chiamo desiderio.

viator

Citazione di: Ipazia il 27 Marzo 2021, 06:55:07 AM
Perfetto, ma questa psiche come può costruire gli anelli mancanti del mio sapere rispetto ad una bisnonna morta prima che io nascessi ?

Salve Ipazia. per curiosità : stai domandando a qualcuno ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

A chiunque pensi di stare rinchiuso in una psiche-coscienza come in una sfera di cristallo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#70
Citazione di: Alexander il 27 Marzo 2021, 09:02:02 AM
Buongiorno a tutti


Io penso alla coscienza come qualcosa di transpersonale. Mi immagino, con una metafora,  che sia come una pianta che produce molti fiori. Ogni fiore è un "campo psichico" della pianta, cioè un punto di visione. Ci sono un'infinità di fiori, continuamente fioriscono e periscono, ma c'è solo UNA pianta. Questi fiori interagiscono fra loro, la loro interazione crea il "mondo" (cioè quello che i fiori de-finiscono come mondo, come oggettività). Il "profumo" è però unico, perché unica è la pianta. E il profumo lo chiamo desiderio.
Ciao Alexander .
La metafora della pianta si addice più alla vita che alla coscienza, e forse ,senza volere , tu confondi appunto le due cose.
La coscienza più che cosa condivisa è un mezzo di condivisione.
Questa condivisione è facile quindi da confondere con una coscienza comune.
Ma non è una condivisione che si cala dall'alto, dividendosi  ma nasce dal basso, moltiplicandosi.
La tua idea di coscienza assomiglia allo spirito santo.
Non è che consideri balzana la tua ipotesi. Proprio per nulla.
Ma non mi pare che ci aiuti a capire meglio.
Mi sembra la tua una delle tante scappatoie per cercare di superare l'individualita'.
Come fosse un peccato.
Apparentemente l'individualita' c'è, ma in effetti non c'è, in quanto unica e' la coscienza, e la coscienza è ciò che conta, quindi l'individuo è una illusione, in effetti.
La mia impressione è che la diversamente ingiustificata importanza che si da' alla coscienza ( non là si considera come mero strumento) miri a trascendere l'uomo.
Magari lo spirito santo non ci pare argomento forte da portare in discussioni ragionevoli, e allora ci inventiamo in alternativa una super coscienza.
Fatti una domanda e datti una risposta.😊
Perché diamo tanta importanza alla coscienza?
Cui prodest?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#71
Non ci sono due fiori con lo stesso identico profumo, anche se , per limiti del nostro naso, parliamo di profumo della rosa.
Ma il profumo della rosa non esiste. Esistono i profumi delle rose, di cui il nostro naso fa' media.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alexander

Buona domenica delle palme a tutti


Non vedo analogia con la trascendenza dello SS, che secondo tradizione teologica non è immanente al mondo.Naturalmente, come ho specificato,l'albero è solo una metafora, con i suoi ovvi limiti. In questa ipotesi mi sembra difficile applicare i concetti di trascendenza o immanenza ad una coscienza che entra nel processo costruttivo della realtà, come ad essa appare.Ci sono scuole che hanno approfondito questa concezione, per i lettori che fossero interessati. Naturalmente una ipotesi non è necessario porti beneficio a qualcuno. Sono un pò allergico all'equazione utilità=verità (cui prodest). Non trovo gradevole sottomettere il pensiero ad un'eventuale necessaria estensione pratica. Che è un pò il mantra di questo tempo. Ipotesi vale per sè , indipendentemente dall'uso possibile. Perché diamo molta importanza alla coscienza? Chiede Iano. Mi verrebbe da dire che, senza di essa,  forse  un termine come "importanza" perde di significato. Essendo il mio ultimo post sul quesito posto da Viator, con umiltà non di comodo, devo anche dire che , nel caso fossi rinchiuso a mia insaputa in una sfera di cristallo, cosa possibile intendiamoci, il cristallo è molto sporco.

iano

#73
Citazione di: Alexander il 28 Marzo 2021, 09:35:03 AM
Buona domenica delle palme a tutti


Non vedo analogia con la trascendenza dello SS, che secondo tradizione teologica non è immanente al mondo.Naturalmente, come ho specificato,l'albero è solo una metafora, con i suoi ovvi limiti. In questa ipotesi mi sembra difficile applicare i concetti di trascendenza o immanenza ad una coscienza che entra nel processo costruttivo della realtà, come ad essa appare.Ci sono scuole che hanno approfondito questa concezione, per i lettori che fossero interessati. Naturalmente una ipotesi non è necessario porti beneficio a qualcuno. Sono un pò allergico all'equazione utilità=verità (cui prodest). Non trovo gradevole sottomettere il pensiero ad un'eventuale necessaria estensione pratica. Che è un pò il mantra di questo tempo. Ipotesi vale per sè , indipendentemente dall'uso possibile. Perché diamo molta importanza alla coscienza? Chiede Iano. Mi verrebbe da dire che, senza di essa,  forse  un termine come "importanza" perde di significato. Essendo il mio ultimo post sul quesito posto da Viator, con umiltà non di comodo, devo anche dire che , nel caso fossi rinchiuso a mia insaputa in una sfera di cristallo, cosa possibile intendiamoci, il cristallo è molto sporco.
Ciao Alexander.
Naturalmente occorrerebbe approfondire, ma credo che una volta che liberamente facciamo nostri i pensieri altrui possiamo sostenerli senza più il loro aiuto.
Anche chi come me non coltiva fonti, pure ne ha, ma senza poterle citare, perché non ne ha coscienza.
Personalmente sono allergico alla verità in se' e non amo ingabbiare il mio pensiero indirizzandolo verso nulla, compresa  l'utilità a qualcosa, ma a quella constato esso vada in parallelo, quindi ad essa mi rassegno.
In particolare apprezzo quelle ipotesi che semplifichino le spiegazioni, perché questo solo compito riconosco a loro, non quello di portarmi a verità .
Ipotesi che abbiano questo effetto, anche quando non verificabili sperimentalmente, hanno già fatto il loro dovere.
La coscienza è uno strumento diffuso in natura, ma che caratterizza noi fortemente come specie, perciò credo gli diamo importanza esagerata,compromettendone così l'efficacia, non usandola per quel che è.
Il compito della coscienza è proprio quello di attribuire importanza alle cose.
Di scommettere sul futuro per non subirlo passivamente.
È però uno strumento che rallenta i processi.
È uno strumento, non un bene in se'.
Perde efficacia quando diventa strumento per la ricerca di verità, strumento di autoesaltazione.





Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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