Il mistero dei cappelli e dell'orologio.

Aperto da Eutidemo, 01 Aprile 2018, 15:31:35 PM

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Eutidemo

Ciao Bobmax,
E' vero, Meister Eckhart nei Sermoni dice pure: "Le creature e le opere sono nulla, non nel senso che valgano poco, sono puro nulla.", ed infatti, in sè, non sono nulla, se non venisse loro dato l'"essere", di cui sono soltanto le mere manifestazioni individuali; così come lo sono i riflessi di uno specchio rotto in miliardi di frammenti, i quali tutti, però, riflettono un unica LUCE  "reale". 
Ed invece, il NULLA riferito all'UNO, ha in Eckhart  un significato completamente diverso; nel senso, cioè, che l'Uno "è" e basta, e quindi non può "essere" nessuna cosa (cioè, non piò avere predicati nominali).
Nāgārjuna con il suo "vuoto", cercando di descrivere la combinazione di essere e non essere, da interpretare però come "qualcosa" e "nulla", fa un discorso molto simile; sebbene non del tutto uguale, a mio parere.
Però, in effetti, Nāgārjuna non lo conosco bene come Meister Eckhart, di cui, invece, ho letto più volte quasi tutte le opere; ed invero, tutte predicano il distacco, ma, è soprattuto ne "L'Uomo Nobile" che tale tema viene esaminato più a fondo e con maggior maestria. 
E, a mio parere, non c'è alcun dubbio che quel che scrive Meister Eckhart ricordi "molto" l'Advaita Vedanta: in alcuni punti (che dovrei ricercare), sembra quasi che abbia ricopiato quello che aveva scritto, pochi secoli prima, il grande filosofo Śaṃkara. Non a caso, nella bolla "In agro dominico" molte sue proposizioni sono state dichiarate eretiche.
Quanto a Gesù, in alcuni passi (per la verità non troppo frequenti), anche Lui fa affermazioni che "potrebbero" essere interpretate in senso affine alla concezione Vedanta; per esempio: "...siate UNO come io e il Padre siamo UNO". Però non sempre è facile capire quando parla per "metafore", oppure no!
Come, d'altronde, si esprime San Paolo, quando afferma che siamo destinati non semplicemente ad "unirci" a DIO, bensì a divenire con Lui: "UN SOLO SPIRITO".
          ***
Quanto alla mia esigenza di distinguere l'ambito "fenomenico", da quello "noumenico", se mi si consente l'accostamento alquanto inusuale e un po' "bizzarro", è la stessa esigenza che provo quando cerco di tenere sempre ben distinto il mondo tridimensionale e "simulativo" di SECOND LIFE, dal mondo di REAL LIFE che lo "sottende" e che ne costituisce la "quinta" reale; ed infatti SECOND LIFE ha le sue leggi per così dire "fisiche" che sono diverse da quella della REAL LIFE, ma che hanno una loro coerenza e regolarità inviolabili, e che bisogna ben conoscere ed a cui è necessario attenersi per orientarcisi dentro in veste di AVATAR tridimensionale...senza dimenticare, però, che tale AVATAR è "trasceso" da una PERSONA che ne muove i fili da un ALTRO MONDO, ad un livello diverso di realtà.
Ovviamente, si tratta soltanto di un esempio (che, per giunta, calza solo in parte), ma che, forse, se qualcuno di voi vuol fare la prova di "entrare" in Second Life, può aiutare a capire cosa intendo quando parlo di livelli "diversi" di realtà. E' un'esperienza davvero singolare, se si riflette mentre la si fa (anche a livello psicologico e interpersonale)! ;)
http://secondlife.com/

acquario69

Citazione di: Eutidemo il 11 Aprile 2018, 16:11:51 PM

     
Quanto alla mia esigenza di distinguere l'ambito "fenomenico", da quello "noumenico", se mi si consente l'accostamento alquanto inusuale e un po' "bizzarro", è la stessa esigenza che provo quando cerco di tenere sempre ben distinto il mondo tridimensionale e "simulativo" di SECOND LIFE, dal mondo di REAL LIFE che lo "sottende" e che ne costituisce la "quinta" reale; ed infatti SECOND LIFE ha le sue leggi per così dire "fisiche" che sono diverse da quella della REAL LIFE, ma che hanno una loro coerenza e regolarità inviolabili, e che bisogna ben conoscere ed a cui è necessario attenersi per orientarcisi dentro in veste di AVATAR tridimensionale...senza dimenticare, però, che tale AVATAR è "trasceso" da una PERSONA che ne muove i fili da un ALTRO MONDO, ad un livello diverso di realtà.
Ovviamente, si tratta soltanto di un esempio (che, per giunta, calza solo in parte), ma che, forse, se qualcuno di voi vuol fare la prova di "entrare" in Second Life, può aiutare a capire cosa intendo quando parlo di livelli "diversi" di realtà. E' un'esperienza davvero singolare, se si riflette mentre la si fa (anche a livello psicologico e interpersonale)! ;)
http://secondlife.com/

non conosco Second Life ma a prescindere da questo mi hai ricordato il bellissimo film di G.Salvatores - Nirvana

https://www.youtube.com/watch?v=_Mhy2jFT9MA
  
La scena del video (link sopra) credo sia molto interessante a riguardo e diciamo a tema... a me fa anche molto riflettere la reazione di "rifiuto" avuto della ragazza dopo aver visto la "realta" ..dietro l'armadio

bobmax

@Eutidemo
Anch'io ritengo di conoscere meglio Meister Eckhart. Penso dipenda anche da una affinità, cioè dall'"imprinting" del luogo di nascita. La cultura orientale può ispirare molto l'occidentale, ma resta comunque, seppur sfumato, un fondo di incomprensione.
 
Penso che l'idea di "altri mondi" possa essere stimolante. Tuttavia, soltanto come occasione per riflettere e mettere così in discussione l'ovvio.
Se viceversa ci soffermiamo troppo nel postulare possibili mondi, perdiamo l'occasione offerta da "questo" mondo per cercare di trascendere qui e ora.

Ipotizzare un aldilà, per esempio, non fa che depotenziare il pathos che dovremmo provare nel momento in cui consideriamo "questa" l'unica realtà.
L'altro mondo, seppur provvisto di differenti leggi, non fa che rimandare ad esso ciò che deve invece essere affrontato qui.
E ciò che deve essere affrontato qui è lo sguardo della Medusa.
Che mi interroga, mostrandomi questo mondo nel suo orrido non senso: "E adesso?"
 
Sono convinto che la Mistica possa essere la risposta.
Nell'opera di Meister Eckhart, e in particolare in Dell'uomo nobile, la messa in discussione del libero arbitrio, seppur mai davvero approfondita, mostra quale sia la nostra effettiva condizione: puro nulla. 
Eppure è proprio questo nulla, che noi effettivamente siamo, che ci permette di aprire davvero i giochi.
 
Tutta la Mistica è impostata su questa lucida constatazione: il libero arbitrio è un'illusione.
Tuttavia un'illusione che per svanire richiede un distacco totale.
 
@Acquario69
Sì, il rifiuto della ragazza mi fa ricordare l'atteggiamento degli uomini incatenati nella caverna di Platone.
La conoscenza implica dolore.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

viator

#48
Salve. Certo che 1+1 = ....?? è un grosso problema. Quello del dover affrontare il tema della singolarità armati solo - ed al minimo - della duplicità.
La duplicità non ulteriormente risolvibile è quella del rapporto soggetto-oggetto, osservatore-osservato, mente-problema, e via dicendo.
La singolarità espressa dall'"1" come sinonimo dell'assoluto e del tutto ci è estranea ed irraggiungibile. Quindi l"1" del filosofo non può conoscere alcun rapporto con il 2 o con qualsiasi altra molteplicità. "1tutto" + "1tutto" = .......... ??.

Il problema infatti è quello della commistione tra l'assolutezza dell'unicità filosofica ed il significato aritmetico dell' "1" inteso come base della molteplicità di qualcosa di relativo (cioè dei singoli componenti-base di una CLASSE di elementi), che rende confusionaria e fuorviante qualsiasi trattazione che non tenga conto dell'esistenza "non di 1 1 ma di 2 1" (chiedo scusa dell'apparente pasticcio volutamente ironico) ma finga che "di 1 ce n'è uno solo!!".
Di 1 invece ce ne sono 2......quello filosofico ed extraumano e quello dei matematici !!

Circa poi il fatto che 1+1 possa fare 3 o qualsiasi altra quantità a nostro piacere, nessun problema: esistono i parti gemellari, caso in cui 1 genitore + 1 genitore = 3 pargoli o, se si preferisce, 2 genitori + 1 copula = famiglia di 3, 4, 5....... componenti.In ogni caso potrebbe bastare anche solo cambiare le convenzioni aritmetiche: da domani infatti la definizione di "tre" potrebbe diventare "quantità consistente nella fusione per incorporazione reciproca tra un ente ed altro ente identico ma distinto", mentre il "due" potrebbe benissimo venir eliminato, avendo poi così che 1+1=3 - 1+1+1=4 - 1+1+1+1+1+1+1=8 - 8+7=13 e via andando. Spero di non avervi annoiato.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Citazione di: acquario69 il 11 Aprile 2018, 16:47:36 PM
Citazione di: Eutidemo il 11 Aprile 2018, 16:11:51 PM


Quanto alla mia esigenza di distinguere l'ambito "fenomenico", da quello "noumenico", se mi si consente l'accostamento alquanto inusuale e un po' "bizzarro", è la stessa esigenza che provo quando cerco di tenere sempre ben distinto il mondo tridimensionale e "simulativo" di SECOND LIFE, dal mondo di REAL LIFE che lo "sottende" e che ne costituisce la "quinta" reale; ed infatti SECOND LIFE ha le sue leggi per così dire "fisiche" che sono diverse da quella della REAL LIFE, ma che hanno una loro coerenza e regolarità inviolabili, e che bisogna ben conoscere ed a cui è necessario attenersi per orientarcisi dentro in veste di AVATAR tridimensionale...senza dimenticare, però, che tale AVATAR è "trasceso" da una PERSONA che ne muove i fili da un ALTRO MONDO, ad un livello diverso di realtà.
Ovviamente, si tratta soltanto di un esempio (che, per giunta, calza solo in parte), ma che, forse, se qualcuno di voi vuol fare la prova di "entrare" in Second Life, può aiutare a capire cosa intendo quando parlo di livelli "diversi" di realtà. E' un'esperienza davvero singolare, se si riflette mentre la si fa (anche a livello psicologico e interpersonale)! ;)
http://secondlife.com/

non conosco Second Life ma a prescindere da questo mi hai ricordato il bellissimo film di G.Salvatores - Nirvana

https://www.youtube.com/watch?v=_Mhy2jFT9MA

La scena del video (link sopra) credo sia molto interessante a riguardo e diciamo a tema... a me fa anche molto riflettere la reazione di "rifiuto" avuto della ragazza dopo aver visto la "realta" ..dietro l'armadio

Ho visto il videoclip, e, in effetti, è "in topic".
Quanto a Second Life, credo che ci aprirò un apposito "thread" :)

acquario69

@bobmax
CitazioneSì, il rifiuto della ragazza mi fa ricordare l'atteggiamento degli uomini incatenati nella caverna di Platone.
La conoscenza implica dolore.
Esatto!...e su conoscenza e dolore, sarebbe molto, molto interessante aprirci un argomento

@Eutidemo
CitazioneHo visto il videoclip, e, in effetti, è "in topic".
Quanto a Second Life, credo che ci aprirò un apposito "thread"
Ma non sarebbe più che sufficiente averne una e per giunta reale?  :) ..
io lo trovo molto pericoloso e per tanti diversi motivi...insomma mi pare che ci siamo già inoltrati abbastanza a diventare tutti - e tutto - molto "fluidi" e virtuali...e già questo di per se non lo trovo tanto piacevole e credo sia pure molto dissolutivo in tutti i sensi 

Eutidemo

Citazione di: acquario69 il 12 Aprile 2018, 05:59:37 AM
@bobmax
CitazioneSì, il rifiuto della ragazza mi fa ricordare l'atteggiamento degli uomini incatenati nella caverna di Platone.
La conoscenza implica dolore.
Esatto!...e su conoscenza e dolore, sarebbe molto, molto interessante aprirci un argomento

@Eutidemo
CitazioneHo visto il videoclip, e, in effetti, è "in topic".
Quanto a Second Life, credo che ci aprirò un apposito "thread"
Ma non sarebbe più che sufficiente averne una e per giunta reale?  :) ..
io lo trovo molto pericoloso e per tanti diversi motivi...insomma mi pare che ci siamo già inoltrati abbastanza a diventare tutti - e tutto - molto "fluidi" e virtuali...e già questo di per se non lo trovo tanto piacevole e credo sia pure molto dissolutivo in tutti i sensi

E' vero, c'è scritto pure sulla Bibbia: "Molta sapienza, molto affanno: chi accresce il sapere, aumenta il dolore" (Qo 1, 18); il che, in altra forma, è stato ripetuto anche da Oscar Wilde, con l'aggiunta di un piccolo corollario: "Colui che accresce la sua conoscenza accresce il suo dolore; il solo peccato è la stupidità." :)
Quanto a SECOND LIFE, in effetti, si tratta di una realtà alquanto "inquietante", in cui io entrai nel febbraio 2007 per sperimentarne i vari aspetti, studiarli, e trarne un saggio (non è affatto un "gioco" come altri mondi virtuali); se avrò il tempo, ve ne posterò un ABSTRACT.  ;)

sgiombo

#52
Citazione di: viator il 11 Aprile 2018, 22:45:19 PM
Salve. Certo che 1+1 = ....?? è un grosso problema. Quello del dover affrontare il tema della singolarità armati solo - ed al minimo - della duplicità.
La duplicità non ulteriormente risolvibile è quella del rapporto soggetto-oggetto, osservatore-osservato, mente-problema, e via dicendo.
La singolarità espressa dall'"1" come sinonimo dell'assoluto e del tutto ci è estranea ed irraggiungibile. Quindi l"1" del filosofo non può conoscere alcun rapporto con il 2 o con qualsiasi altra molteplicità. "1tutto" + "1tutto" = .......... ??.
Il problema infatti è quello della commistione tra l'assolutezza dell'unicità filosofica ed il significato aritmetico dell' "1" inteso come base della molteplicità di qualcosa di relativo (cioè dei singoli componenti-base di una CLASSE di elementi), che rende confusionaria e fuorviante qualsiasi trattazione che non tenga conto dell'esistenza "non di 1 1 ma di 2 1" (chiedo scusa dell'apparente pasticcio volutamente ironico) ma finga che "di 1 ce n'è uno solo!!".
Di 1 invece ce ne sono 2......quello filosofico ed extraumano e quello dei matematici !!

CitazioneMa perché mai l' "1 del filosofo" (-?- Ed "extraumano" ???) dovrebbe essere sinonimo dell' assoluto e del tutto?

C' é filosofo e filosofo (e filosofia e filosofia).

E per un filosofo razionalista (quale mi ritengo personalmente) non esiste alcun "1 filosofico sinonimo dell' assoluto e del tutto", ma quando si parla dell' "1"  (salvo eventuali diversi modi di intenderlo che andrebbero precisati e sui quali si dovrebbe convenire fra parlanti) si parla di un ben preciso concetto atematico (che fra l' altro sommato con se stesso oppure moltiplicato per 2 da 2).



Circa poi il fatto che 1+1 possa fare 3 o qualsiasi altra quantità a nostro piacere, nessun problema: esistono i parti gemellari, caso in cui 1 genitore + 1 genitore = 3 pargoli o, se si preferisce, 2 genitori + 1 copula = famiglia di 3, 4, 5....... componenti.
CitazioneNei parti gemellari 1 figlio + 1 figlio = 2 figli; oppure 2 membri dell' umanità + un membro dell' umanità = 3 membri dell' umanità (i 2 figli + la madre; mentre i genitori sono inevitabilmente 2 membri dell' umanità che sommati a quelli costituiti dai 2 figli danno 4 membri del' umanità).
E analoga obiezione vale per il caso dei genitori e la copula (credo si possano sommare sensatamente, con risultato "3", solo in qualità di "enti o eventi qualsiasi"): a meno che si considerino i numeri del tutto astrattamente o in maniera assolutamente indeterminata, se si considerano numeri di "cose" più o meno determinate, allora bisogna sempre precisare che genere di "cose" si sommano, altrimenti si cade in una confusione assurda, e si dicono assurdità (secondo il significato correntemente assegnato alle parole; e teoricamente cambiabile, ma attraverso precise convenzioni condivise) come "1 + 1 = 3 o qualsiasi altra quantità a nostro piacere".

viator

Salve Sgiombo. Certamente c'è filosofo e filosofo. Secondo te si possono chiamare filosofi quelli che rifiutano la logica?. Esistono le categorie. Qual è la categoria che include tutte le altre? Quella dell'esistente. Quante sono le categorie che includono tutte le altre? 1. E cosa include l'unica categoria che include tutte le altre? Tutto.

L'"1" del filosofo è quel concetto che, secondo un minimo di logica razionale, s'identifica con il tutto secondo la semplice constatazione che di TUTTO ce ne sta solamente uno. Che poi il TUTTO inteso come SINGOLARITA' TOTALIZZANTE sia sinonimo di ASSOLUTO..........vedi un poco tu.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

#54
Citazione di: viator il 12 Aprile 2018, 13:09:06 PM
Salve Sgiombo. Certamente c'è filosofo e filosofo. Secondo te si possono chiamare filosofi quelli che rifiutano la logica?. Esistono le categorie. Qual è la categoria che include tutte le altre? Quella dell'esistente. Quante sono le categorie che includono tutte le altre? 1. E cosa include l'unica categoria che include tutte le altre? Tutto.

L'"1" del filosofo è quel concetto che, secondo un minimo di logica razionale, s'identifica con il tutto secondo la semplice constatazione che di TUTTO ce ne sta solamente uno. Che poi il TUTTO inteso come SINGOLARITA' TOTALIZZANTE sia sinonimo di ASSOLUTO..........vedi un poco tu.

CitazioneCredo esistano anche filosofi (o pretendentisi tali, più o meno legittimamente; il che é discutibile) irrazionalisti che violano (deliberatamente o meno) la logica nelle loro pretese argomentazioni (per esempio a Tertulliano si attribuisce l' affermazione "credo quia absurdum").

Che (secondo logica) di "tutto" ve ne possa essere (esistere realmente, e pure essere pensato in maniera logicamente corretta, non contraddittoria) solo uno (ovvero che non sia possibile più di una totalità: sarebbe autocontraddittorio il pretenderlo) sono perfettamente d' accordo.

E così pure che il concetto di "tutto" possa essere inteso, oltre che relativamente (per esempio "tutto ciò che mi piace", "tutto ciò che é esistito fra il 200 a C. e il 1700 d. C.", "tutto ciò che é materiale", tutto ciò che appare fenomenicamente", ecc.), anche assolutamente ("tutto ciò che -realmente o meno- può in ogni e qualsiasi modo, 'a qualunque titolo', essere preso in considerazione"; e non "tutto ciò che -realmente- esiste" che invece é un' accezione relativa di "totalità", come preciserò poco oltre).

Ma non puoi pretendere che, senza queste tue ultime spiegazioni (precisazioni), in questo modo (con cui concordo) possano essere intese (almeno da parte mia) le tue affermazioni sull' "1" matematico e l' "1" filosofico nel precedente intervento cui obiettavo.
Puoi invece pretenderlo ora, dopo le ultime spiegazioni.

Non concordo invece che il concetto di "(realmente) esistente" includa ogni altro concetto (il concetto di "categoria" mi risulta di significato alquanto oscuro; cioè non so bene che cosa significhi, che é diverso dal dire che non significa nulla ovvero che non ha un significato, precisazione forse pleonastica ma che espongo a scanso di eventuali equivoci).
Infatti il concetto di "(eventualmente esistente-accadente solo in quanto) pensato" (ad esempio veracemente riferibile, per intenderci, a un ippogrifo, a quanto mi risulta, e salvo dimostrazione o constatazione empirica in contrario) non é incluso come sua parte in quello di "(realmente) esistente", poiché fra le cose (realmente) esistenti-accadenti (gli enti o eventi realmente esistenti o realmente accadenti), a quanto mi risulta, e salvo eventuale dimostrazione o constatazione empirica in contrario, non v' é alcun ippogrifo (contrariamente al concetto di ippogrifo).
Credo piuttosto che il concetto di "(realmente; o meno) concepibile (considerabile)" o "(realmente; o meno) pensabile" includa oltre a quello di "(realmente) esistente", anche quello di "non (realmente) esistente", poichè si può (realmente o meno) concepire, pensare anche ciò che é (realmente) inesistente (come per l' appunto, un ippogrifo, a quanto mi risulta, e salvo eventuale dimostrazione o constatazione empirica in contrario).
E questo malgrado il fatto che possa darsi tanto che si pensi qualcosa che (realmente) non esiste-non accade (come il solito ippogrifo; oltre a ciò che -realmente- esiste-accade), quanto che (realmente) esista-accada qualcosa che (realmente) non é pensato, non si pensa, non si prenda in considerazione.

viator

Salve Sgiombo. Apprezzo i tuoi sforzi di fare chiarezza ed anzi te ne ringrazio. Le "cose" sono i differenti aspetti dell'esistente. Le "categorie" sono degli insiemi delimitati di "cose" che hanno un qualche aspetto (o molti aspetti, oppure addirittura tutti gli aspetti tranne quello della singolare individualità) in comune tra loro. I "concetti" sono le immagini mentali generate dall'assemblaggio dell'in-sistenza (non necessariamente e-sistenza") di alcune "cose", e vengono ad essere a loro volta delle "cose" costituenti appunto la "categoria" immateriale e puramente ideativa dei "concetti".
Spero di non aver creato confusione. Amichevoli saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

No, anzi ti ringrazio a mia volta.

Il significato di "categoria" é effettivamente quello che ero più propenso a credere, ma non fidandomi della mia memoria di quanto studiato da ragazzo ed essendo troppo pigro per andare a documentarmi,  non l' ho usato.
Non credo, anche dopo questi tuo ulteriore chiarimento, che ciò impedisca la reciproca comprensione, 

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