Il mistero dei cappelli e dell'orologio.

Aperto da Eutidemo, 01 Aprile 2018, 15:31:35 PM

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bobmax

Citazione di: Eutidemo il 07 Aprile 2018, 14:02:51 PM
Ben detto, Sgiombo :D
Ma che un professore "universitario" di matematica prenda cantonate proprio in matematica, mi sembra davvero il COLMO!!! :o
Così come un barbiere che scambiasse la barba per i capelli, e radesse la prima con le forbici e tagliasse i secondi col rasoio ;D
Penso che la "cantonata" di per sé sia un evento salutare. Soprattutto quando incominciamo a darci un po' troppa importanza...

Le reazioni dei vari professori danno invece l'idea che o avevano preso cantonate troppo di rado oppure ne avevano incontrate un buon ammontare ma senza averle sufficientemente "sofferte".

La matematica, forse la più pura espressione del pensiero logico/razionale, necessita infatti di essere vissuta con un forte spirito etico. L'etica è necessaria in ogni campo, ma laddove la logica impera, l'etica è ancor più importante.

Se lo studio della logica è svolto come se fosse semplicemente un meccanismo, lo studioso non ne viene coinvolto in prima persona. Magari è bravissimo nella sua materia (i nazisti erano abilissimi logici), ma gli manca il pathos di chi vive ciò che studia.

Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Ed è proprio in quanto le soluzioni matematiche hanno una valenza etica, che le apprezziamo  quando le formuliamo correttamente, e ci devono invece far soffrire quando le bistrattiamo.

Direi che questo aspetto emerge chiaramente con la matematica applicata all'economia. Ho ancora presente i testi del prof. Paolo Sylos Labini, per quell'unico esame di economia che feci a ingegneria tanti anni fa. Vi traspariva potente l'afflato etico!
Niente a che vedere con i vari Monti, Fornero e compagnia...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Angelo Cannata

Citazione di: bobmax il 07 Aprile 2018, 17:59:15 PM
Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Cioè, se io non sono d'accordo sul fatto che 1+1 faccia 2, allora sono da sospettare come disonesto o forse anche delinquente?

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 07 Aprile 2018, 17:59:15 PM
Citazione di: Eutidemo il 07 Aprile 2018, 14:02:51 PM
Ben detto, Sgiombo :D
Ma che un professore "universitario" di matematica prenda cantonate proprio in matematica, mi sembra davvero il COLMO!!! :o
Così come un barbiere che scambiasse la barba per i capelli, e radesse la prima con le forbici e tagliasse i secondi col rasoio ;D
Penso che la "cantonata" di per sé sia un evento salutare. Soprattutto quando incominciamo a darci un po' troppa importanza...

Le reazioni dei vari professori danno invece l'idea che o avevano preso cantonate troppo di rado oppure ne avevano incontrate un buon ammontare ma senza averle sufficientemente "sofferte".

La matematica, forse la più pura espressione del pensiero logico/razionale, necessita infatti di essere vissuta con un forte spirito etico. L'etica è necessaria in ogni campo, ma laddove la logica impera, l'etica è ancor più importante.

Se lo studio della logica è svolto come se fosse semplicemente un meccanismo, lo studioso non ne viene coinvolto in prima persona. Magari è bravissimo nella sua materia (i nazisti erano abilissimi logici), ma gli manca il pathos di chi vive ciò che studia.

Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Ed è proprio in quanto le soluzioni matematiche hanno una valenza etica, che le apprezziamo  quando le formuliamo correttamente, e ci devono invece far soffrire quando le bistrattiamo.

Direi che questo aspetto emerge chiaramente con la matematica applicata all'economia. Ho ancora presente i testi del prof. Paolo Sylos Labini, per quell'unico esame di economia che feci a ingegneria tanti anni fa. Vi traspariva potente l'afflato etico!
Niente a che vedere con i vari Monti, Fornero e compagnia...

Non a caso il Diavolo dice a Dante "Forse tu non pensavi ch'io löico (logicofossi" ;)

bobmax

Citazione di: Angelo Cannata il 08 Aprile 2018, 00:18:38 AM
Citazione di: bobmax il 07 Aprile 2018, 17:59:15 PM
Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Cioè, se io non sono d'accordo sul fatto che 1+1 faccia 2, allora sono da sospettare come disonesto o forse anche delinquente?
La scienza ha potuto svilupparsi liberamente nel momento in cui ha rinunciato alla Verità.
In che senso vi ha però rinunciato?
Vi ha rinunciato come possesso. Ossia ha rinunciato alla pretesa di "possedere" la Verità.

Tuttavia questa rinuncia non è nichilista. Perché fondamento della scienza è la fede nella Verità!
La scienza rinuncia alla Verità in nome... della Verità!

"1 + 1 = 2" è una verità, diciamo così, secondaria. Deriva cioè necessariamente dal significato dei termini che la compongono. Questa necessità non mette in gioco me stesso (è una verità necessaria, che non dipende da me) tuttavia va rispettata. In se stessa è vuota, ma devo rispettarla per il mio amore della Verità, che richiede di tener ferma la barra e utilizzare al meglio gli strumenti che ho a disposizione, tra cui la logica.

Quando mi accorgo di aver pensato che 1 + 1 = 3 mi coglie la sofferenza. Ma non perché sono stato disonesto, e neppure perché ho infranto una norma, soffro per la mollezza del mio pensare! Una mollezza che deriva dalla mia scarsa fede nella Verità.

Un tempo, la mia reazione non sarebbe stata di sofferenza, ma di stizza per la mia inadeguatezza. Perché allora predominava in me la volontà di potenza!

Il pensiero logico, come qualsiasi altro pensiero, richiede uno sforzo.
Questo sforzo a sua volta può derivare o dalla volontà di potenza, oppure, anche senza rendersene conto, dalla fede. Che è fede nella Verità.
Nel primo caso predomina il nichilismo, nel secondo lo slancio esistenziale verso la Trascendenza.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 08 Aprile 2018, 17:17:21 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 08 Aprile 2018, 00:18:38 AM
Citazione di: bobmax il 07 Aprile 2018, 17:59:15 PM
Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Cioè, se io non sono d'accordo sul fatto che 1+1 faccia 2, allora sono da sospettare come disonesto o forse anche delinquente?
La scienza ha potuto svilupparsi liberamente nel momento in cui ha rinunciato alla Verità.
In che senso vi ha però rinunciato?
Vi ha rinunciato come possesso. Ossia ha rinunciato alla pretesa di "possedere" la Verità.

Tuttavia questa rinuncia non è nichilista. Perché fondamento della scienza è la fede nella Verità!
La scienza rinuncia alla Verità in nome... della Verità!

"1 + 1 = 2" è una verità, diciamo così, secondaria. Deriva cioè necessariamente dal significato dei termini che la compongono. Questa necessità non mette in gioco me stesso (è una verità necessaria, che non dipende da me) tuttavia va rispettata. In se stessa è vuota, ma devo rispettarla per il mio amore della Verità, che richiede di tener ferma la barra e utilizzare al meglio gli strumenti che ho a disposizione, tra cui la logica.

Quando mi accorgo di aver pensato che 1 + 1 = 3 mi coglie la sofferenza. Ma non perché sono stato disonesto, e neppure perché ho infranto una norma, soffro per la mollezza del mio pensare! Una mollezza che deriva dalla mia scarsa fede nella Verità.

Un tempo, la mia reazione non sarebbe stata di sofferenza, ma di stizza per la mia inadeguatezza. Perché allora predominava in me la volontà di potenza!

Il pensiero logico, come qualsiasi altro pensiero, richiede uno sforzo.
Questo sforzo a sua volta può derivare o dalla volontà di potenza, oppure, anche senza rendersene conto, dalla fede. Che è fede nella Verità.
Nel primo caso predomina il nichilismo, nel secondo lo slancio esistenziale verso la Trascendenza.

Sono d'accordo sostanzialmente su tutto, sebbene io preferirei usare il termine CONOSCENZA, anzichè il termine VERITA'; che mi sembra un po' troppo impegnativo. :)
Per citare la celebre terzina dantesca; "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e CONOSCENZA" (anche se, arcaicamente, Dante scrive "canoscenza)! ;)

Sophia75

Citazione di: bobmax il 07 Aprile 2018, 17:59:15 PM
Citazione di: Eutidemo il 07 Aprile 2018, 14:02:51 PM
Ben detto, Sgiombo :D
Ma che un professore "universitario" di matematica prenda cantonate proprio in matematica, mi sembra davvero il COLMO!!! :o
Così come un barbiere che scambiasse la barba per i capelli, e radesse la prima con le forbici e tagliasse i secondi col rasoio ;D

Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Ed è proprio in quanto le soluzioni matematiche hanno una valenza etica, che le apprezziamo  quando le formuliamo correttamente, e ci devono invece far soffrire quando le bistrattiamo.

Un'osservazione, che esula dal tema proposto: in matematica 1 + 1 fa due nel sistema decimale, ma nel sistema binario (ad esempio) fa 0 con riporto 1.
Il rispetto delle regole matematiche ha una valenza etica, sono d'accordo, ma bisogna prima accordarsi su quale linguaggio matematico si intende parlare. 
Buona giornata  :)

bobmax

Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2018, 07:47:05 AM
Sono d'accordo sostanzialmente su tutto, sebbene io preferirei usare il termine CONOSCENZA, anzichè il termine VERITA'; che mi sembra un po' troppo impegnativo. :)
Per citare la celebre terzina dantesca; "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e CONOSCENZA" (anche se, arcaicamente, Dante scrive "canoscenza)! ;)
Condivido la tua ritrosia nell'evitare il termine Verità. Mi lascio prendere un po' la mano... :)
Occorre una qual spregiudicatezza nel nominare la Verità.

Tuttavia, non penso si possa ridurre il tutto a seguire virtù e "conoscenza". Nel senso, che questi sono mezzi, indispensabili, magari pure da considerare mete finali in se stesse... ma sempre e soltanto in nome della Verità. Che appare come nulla.

Nell'esserci, posso solo aspirare alla virtù e alla conoscenza in quanto obiettivi in qualche modo raggiungibili, seppur sempre parzialmente.
Ma la "ragione" di questa aspirazione è la Verità. Che poi è l'Essere. In quanto Essere è il medesimo Essere Vero.
Ossia attraverso la virtù e la conoscenza cerchiamo di "essere"


Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Citazione di: Sophia75 il 09 Aprile 2018, 08:09:08 AM
Un'osservazione, che esula dal tema proposto: in matematica 1 + 1 fa due nel sistema decimale, ma nel sistema binario (ad esempio) fa 0 con riporto 1.
Il rispetto delle regole matematiche ha una valenza etica, sono d'accordo, ma bisogna prima accordarsi su quale linguaggio matematico si intende parlare.
Buona giornata  :)
Sono senz'altro d'accordo.
Il "sistema" determina la formula. Che di per se stessa non ha alcun valore aggiuntivo: è già tutto implicito nei fondamenti del sistema usato.
Nel sistema binario, 1 + 1 fa 10. In quanto il 2 non esiste.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Citazione di: Sophia75 il 09 Aprile 2018, 08:09:08 AM
Citazione di: bobmax il 07 Aprile 2018, 17:59:15 PM
Citazione di: Eutidemo il 07 Aprile 2018, 14:02:51 PM
Ben detto, Sgiombo :D
Ma che un professore "universitario" di matematica prenda cantonate proprio in matematica, mi sembra davvero il COLMO!!! :o
Così come un barbiere che scambiasse la barba per i capelli, e radesse la prima con le forbici e tagliasse i secondi col rasoio ;D

Che 1 + 1 faccia 2, prima ancora che una norma matematica, è un requisito etico!
Ed è proprio in quanto le soluzioni matematiche hanno una valenza etica, che le apprezziamo  quando le formuliamo correttamente, e ci devono invece far soffrire quando le bistrattiamo.

Un'osservazione, che esula dal tema proposto: in matematica 1 + 1 fa due nel sistema decimale, ma nel sistema binario (ad esempio) fa 0 con riporto 1.
Il rispetto delle regole matematiche ha una valenza etica, sono d'accordo, ma bisogna prima accordarsi su quale linguaggio matematico si intende parlare.
Buona giornata  :)

Questa mi mancava :)
Come mai nel sistema binario fa 0 con riporto di 1? :o

Eutidemo

Ciao BOBMAX.
Quando scrivi che la Verità appare come Nulla, ti riferisci forse alla "Sūnyatā" di Nagarjuna (cioè al VUOTO)?
Ed invero, l'"Essere" non è altro che il "Nulla, ovvero il Vuoto, di tutte le altre cose", come scriveva Meister Eckart; e, in quanto Essere è il medesimo Essere Vero. :)
Ma tutto questo attiene all'"ordito" della realtà (cioè, al "noumeno"); mentre io, nei precedenti post, mi riferivo precipuamente alla "trama" del mondo "fenomenico", in quanto tale scientificamente acquisibile. ;)

epicurus

#40
Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2018, 11:35:27 AM
Citazione di: Sophia75 il 09 Aprile 2018, 08:09:08 AM
Un'osservazione, che esula dal tema proposto: in matematica 1 + 1 fa due nel sistema decimale, ma nel sistema binario (ad esempio) fa 0 con riporto 1.
Il rispetto delle regole matematiche ha una valenza etica, sono d'accordo, ma bisogna prima accordarsi su quale linguaggio matematico si intende parlare.
Buona giornata  :)

Questa mi mancava :)
Come mai nel sistema binario fa 0 con riporto di 1? :o
Nel sistema binario esistono solo le cifre 0 e 1. Pensa al sistema decimane, quando finisci le cifre, cioè arrivi al 9, cosa fai? Dopo il 9, rinizi mettendo 0, e a sinistra dello zero incrementi la cifra (che se non c'è è 0) di 1: quindi 10.

Così, quando nel sistema binario arrivi a 1, e hai finito le cifre a disposizione, l'1 diventa 0, e a sinistra incrementi di 1 il valore: 10.

Spero di non averti fatto confusione.  ;)

Eutidemo

Citazione di: epicurus il 09 Aprile 2018, 11:52:42 AM
Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2018, 11:35:27 AM
Citazione di: Sophia75 il 09 Aprile 2018, 08:09:08 AM
Un'osservazione, che esula dal tema proposto: in matematica 1 + 1 fa due nel sistema decimale, ma nel sistema binario (ad esempio) fa 0 con riporto 1.
Il rispetto delle regole matematiche ha una valenza etica, sono d'accordo, ma bisogna prima accordarsi su quale linguaggio matematico si intende parlare.
Buona giornata  :)

Questa mi mancava :)
Come mai nel sistema binario fa 0 con riporto di 1? :o
Nel sistema binario esistono solo le cifre 0 e 1. Pensa al sistema decimane, quando finisci le cifre, cioè arrivi al 9, cosa fai? Dopo il 9, rinizi mettendo 0, e a sinistra dello zero incrementi la cifra (che se non c'è è 0) di 1: quindi 10.

Così, quando nel sistema decimale arrivi a 1, e hai finito le cifre a disposizione, l'1 diventa 0, e a sinistra incrementi di 1 il valore: 10.

Spero di non averti fatto confusione.  ;)

Tu sei stato chiarissimo, sono io che sono sempre stato deficitario in matematica. :-[
In realtà, stavo ancora cercando di capire come e perchè 1 + 1 facesse 2...e ci ero quasi riuscito: ma poi Sofia mi ha cambiato tutte le carte in tavola, sconvolgendo le mie già fragili convinzioni aritmetiche! ;D
Grazie della eccellente spiegazione, comunque! ;)

bobmax

#42
Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2018, 11:49:59 AM
Ciao BOBMAX.
Quando scrivi che la Verità appare come Nulla, ti riferisci forse alla "Sūnyatā" di Nagarjuna (cioè al VUOTO)?
Ed invero, l'"Essere" non è altro che il "Nulla, ovvero il Vuoto, di tutte le altre cose", come scriveva Meister Eckart; e, in quanto Essere è il medesimo Essere Vero. :)
Ma tutto questo attiene all'"ordito" della realtà (cioè, al "noumeno"); mentre io, nei precedenti post, mi riferivo precipuamente alla "trama" del mondo "fenomenico", in quanto tale scientificamente acquisibile. ;)
Ciao Eutidemo,
appare come Nulla, nel senso che non c'è.
Non nel senso che sia "nulla". Perché "nulla" è, ed è soltanto, la mancanza di ciò che potrebbe esserci ma non c'è.
Il Nulla è perciò solo il termine che meglio vi si addice, ma non definisce affatto la Verità.

Vi si addice perché la Verità non c'è. Il suo non esserci non è però mancanza di qualcosa. Anzi... è lo stesso esserci che necessita la non presenza della Verità.
Nel suo ritirarsi, la Verità permette l'esserci.

Penso che sia questo l'intendimento di Nagarjuna e di Meister Eckhart.

La domanda filosofica da molti considerata fondamentale: "Perché c'è qualcosa invece che nulla?" non è, a mio parere, affatto fondamentale. Perché nulla è, ed è soltanto, la mancanza di qualcosa.

Ritengo di comprendere la tua esigenza di rimanere nell'ambito fenomenologico. Penso derivi dalla tua fede nella Verità: non vuoi tradirla.
Tuttavia, l'apertura alla Trascendenza è indispensabile. E' su questo filo del rasoio che occorre procedere. Ossia mai sminuire il fenomenologico, cioè l'esserci, e, allo stesso tempo, tenere sempre presente come stella polare l'Assoluto. L'approccio di Plotino, per esempio.

Perché in caso contrario la virtù, la conoscenza, divengono inevitabilmente, al pensiero logico/razionale, vuoti valori.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Bobmax.
Meister Eckart, nei Sermoni, scrive: "A ciò che è Uno, è tolta ogni altra cosa; è il NULLA, cioè nulla di questo, e nulla di quello."...molto simile al "neti neti" del Vedanta. La nozione di 'VUOTO' in Nāgārjuna, invece, è un po' diversa, configurandosi come una nuova "non-ontologia", sia della "sostanza" che del "nulla".
Quanto alla mia esigenza di rimanere nell'ambito "fenomenico", si tratta più che altro della esigenza, che sento profondamente, di non confondere tale livello con quello "noumenico"; il mondo delle apparenze, infatti, ha delle regole ben precise (che la scienza cerca di definire nel migliore dei modi), le quali non hanno niente a che vedere con il substrato "noumenico" della realtà...cioè l'UNO.
A mio avviso, ammesso che sia lecito parlarne usando il nostro inadeguato linguaggio (cosa di cui dubito) l'UNO potrebbe anche definirsi l'ESSERE, in quanto l'UNICO comun denominatore di tutte le cose; così come, in un certo senso, l'UNO, in matematica, "è" in tutti gli infiniti numeri, nessuno escluso (pur essendo diverso da essi).
Allo stesso modo, l'ESSERE "è" (in) tutte le cose (questa "è" una sedia, questo "è" un tavolo ecc.), pur non essendo nè questa nè quella: in questo senso è il NULLA.. ma non nel senso che non esiste, bensì nel senso che ESSENDO TUTTO, NON E' NESSUNA SPECIFICA COSA . ;)
<<E'>>, e basta...e tutto il resto sono suoi "epifenomeni"; o meglio, più correttamente, degli "epinoumeni", cioè i "fenomeni in cui l'unità con (illusoria?) apparenza si manifesta nel mondo! ;)
Ma, come avevo premesso, usando il nostro inadeguato linguaggio, è pressochè impossibile esprimere cose del genere; per cui, rileggendomi, mi accorgo di essermi espresso molto malamente...del che chiedo umilmente venia! :-[

bobmax

Ciao Eutidemo,
secondo me occorre considerare che la Verità è una sola.
Di modo che l'autentica filosofia, che è ricerca della Verità, a prescindere dalle forme con cui si esprime non può che avere la medesima sostanza.

Nella fattispecie, Meister Eckhart nei Sermoni dice pure: "Le creature e le opere sono nulla, non nel senso che valgano poco, sono puro nulla."
Cioè il termine "nulla" è usato sia per parlare dell'Uno (è il nulla di ogni cosa) sia delle cose stesse. Ma il senso a mio avviso è che l'"esserci" non è l'Essere.
L'Essere non c'è! Paradossale... ma proprio non può esserci.
E non può esserci, perché la nostra realtà è la composizione dei qualcosa e del nulla (che è mancanza di qualcosa)

Allo stesso modo Nāgārjuna con il suo "vuoto" cerca di descrivere la combinazione di essere e non essere, da interpretare però come "qualcosa" e "nulla".

Infatti, sia Nāgārjuna sia Meister Eckhart predicano il distacco. Così come d'altronde fanno i Vedanta.
Ma così fa pure Gesù, grande filosofo. Le sue parabole sul regno dei cieli altro non predicano che il distacco dai "qualcosa" in nome dell'Essere.

Citazione
Quanto alla mia esigenza di rimanere nell'ambito "fenomenico", si tratta più che altro della esigenza, che sento profondamente, di non confondere tale livello con quello "noumenico"; il mondo delle apparenze, infatti, ha delle regole ben precise (che la scienza cerca di definire nel migliore dei modi), le quali non hanno niente a che vedere con il substrato "noumenico" della realtà...cioè l'UNO.
Ecco, questa "esigenza" è la fede nella Verità.
Il non voler confondere il fenomenico con il noumenico, che appare come nulla, è slancio verso l'Essere.

Citazione
Ma, come avevo premesso, usando il nostro inadeguato linguaggio, è pressochè impossibile esprimere cose del genere; per cui, rileggendomi, mi accorgo di essermi espresso molto malamente...del che chiedo umilmente venia! :-[

Eppur parlarne bisogna...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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