Il male morale deriva in gran parte dall'ignoranza?

Aperto da Socrate78, 19 Ottobre 2018, 15:35:48 PM

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0xdeadbeef

Citazione di: Phil il 30 Ottobre 2018, 21:51:11 PM
Con convenzionali metodi di verifica e/o falsificazione.
Facciamo un esempio:





Per come io la vedo il problema è appunto quello di dire come il linguaggio possa "uscire" da un contesto...
Se, ad esempio, un inglese e un italiano possono trovare facilmente un accordo (una convenzione) sul significato
del termine "sedia", o "chair", altrettanto non possiamo dire per quanto riguarda altre e più importanti cose
(proviamo, ad esempio, a trovare un accordo con un islamico radicale sul significato del termine "legge").
E' molto interessante il concetto alla base della foto da te postata (mi richiama alla mente una discussione di
non molto tempo fa sul "realismo negativo" di U.Eco - non ricordo se proprio tu postasti quel documento).
Diceva Eco a proposito di un cacciavite: "lo posso usare per svitare-avvitare una vite, ma anche per tante altre
cose; sicuramente non per pulirmi le orecchie...".
Quindi ecco, dell'oggetto della foto posso darne diverse interpretazioni. Sarà quella o quell'altra cosa, ma non
sarà sicuramente questa o quest'altra.
Dunque concordo senz'altro laddove affermi che dell'oggetto in questione non si potrà mai dire che è un paradenti
o una cucina.
In definitiva, mi sembra che non si possa andare al di là di queste definizioni "negative". Però, mi chedo, con
questo abbiamo forse "risolto" qualcosa? Voglio dire, la "sintesi" che sempre avviene fra una tesi e una
antitesi (Levinas afferma che questa è: "la grande verità dell'Idealismo") - nel nostro caso fra contesti diversi -
non rilancia forse una concezione "pratica" circa l''assolutezza del linguaggio?
saluti

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