Il fine giustifica i mezzi?

Aperto da Socrate78, 31 Gennaio 2019, 20:30:12 PM

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acquario69

@Socrate
Forse prima ancora di arrivare alla distinzione individuale bisognerebbe tentare di capire meglio cosa intendo quando scrivo il cosa comporta il venire al mondo...in altri termini sulla Creazione in generale

Ma su questo,siamo off topic e bisognerebbe aprirne un altro.


Jacopus

Citazionecitazione da Socrate:
La percezione della distinzione dagli altri però deriva proprio dallo sviluppo mentale che produce autocoscienza del proprio Sé: quindi il "diavolo" sarebbe di conseguenza proprio la nostra autocoscienza derivante dall'evoluzione mentale? Io non credo che sia così, infatti ritengo che l'Io individuale sia davvero qualcosa di unico e di distinto rispetto a quello degli altri, pur essendo fatto di un'unica sostanza di fondo.

"Quindi noi esistiamo solo in quanto siamo percepiti?" "Esatto" (Bruce Chatwin: Le vie dei canti).
Bruce Chatwin, alla scoperta della cultura aborigena australiana, parla con un esperto di quella cultura, che gli risponde così: "noi esistiamo solo se siamo percepiti. Solo se esistiamo nella mente degli altri". Sorprendentemente alcuni filoni delle neuroscienze stanno giungendo alla stessa conclusione. La nostra stessa coscienza, ben lungi dall'appartenerci, come se fosse una proprietà, non è altro che il rispecchiamento della nostra soggettività nella soggettività degli altri. Ma come dice Acquario, bisognerebbe aprire una nuova discussione.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sgiombo

Citazione di: acquario69 il 03 Febbraio 2019, 12:41:54 PM
Ti posso rispondere cosi:

Siate astuti come serpenti significa stare vigili perché il miglior trucco del "diavolo" è nel convincerci/si che non esiste
Ed e' il mezzo che usa per il proprio fine...cosi che senza che ce ne accorgiamo diventa pure il nostro

(potenzialmente e' già in noi da quando nasciamo,essendo che il venire al mondo "produce" distinzione...e il "diavolo" - diaballon=separare/dividere - rappresenterebbe tale distinzione/separazione)

Ciao


Però, se questa é l' interpretazione corretta dell' "essere astuti come serpenti", allora non costituisce un' obiezione al rilievo di Everlost secondo cui con il "porgere l' altra guancia" (l' essere contro la violenza a priori, il non ammettere che il fine almeno in certi casi giustifica i mezzi; proporzionati) il cristianesimo non si concilia con la giustizia ma tende piuttosto a rendersi complice dell' ingiustizia.

sgiombo

Citazione di: Jacopus il 03 Febbraio 2019, 15:33:50 PM
"Quindi noi esistiamo solo in quanto siamo percepiti?" "Esatto" (Bruce Chatwin: Le vie dei canti).
Bruce Chatwin, alla scoperta della cultura aborigena australiana, parla con un esperto di quella cultura, che gli risponde così: "noi esistiamo solo se siamo percepiti. Solo se esistiamo nella mente degli altri". Sorprendentemente alcuni filoni delle neuroscienze stanno giungendo alla stessa conclusione. La nostra stessa coscienza, ben lungi dall'appartenerci, come se fosse una proprietà, non è altro che il rispecchiamento della nostra soggettività nella soggettività degli altri. Ma come dice Acquario, bisognerebbe aprire una nuova discussione.


Eh sì, perché l' affermazione secondo cui "Solo se esistiamo nella mente degli altri". Sorprendentemente alcuni filoni [quali? Con che argomenti?] delle neuroscienze stanno giungendo alla stessa conclusione. La nostra stessa coscienza, ben lungi dall'appartenerci, come se fosse una proprietà, non è altro che il rispecchiamento della nostra soggettività nella soggettività degli altri", gettata lì così, mi pare assai poco convincente (e prima ancora assai poco comprensibile).

Jacopus

Gli argomenti sono quelli di Georg Northoff, professore all'università di Ottawa, che unisce una  profonda cultura filosofica ad una base neuroscientifica. Quello che sto leggendo è un testo molto denso. Un piccolo accenno: attraverso la FMRI (risonanza magnetica) si è "oggettivamente" visto che le parti mediane del cervello sono quelle che si attivano di più quando siamo stimolati rispetto alle Self-related-experiences, che sono il corrispettivo neuronale del Sé, in quanto collegato ai ricordi della nostra vita e su come in questo modo ci differenziano. Ebbene questa stessa parte mediana è strettamente interessata anche nei processi sociali, empatici, di condivisione e di ricerca del prossimo. In questo senso si può parlare di struttura neuro-sociale del nostro cervello. Questa è la teoria di Northoff, che riecheggia, "sorprendentemente" e sulla base di ricerche scientifiche quello che gli aborigeni provavano a spiegare ad un estasiato Bruce Chatwin.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sgiombo

Citazione di: Jacopus il 03 Febbraio 2019, 21:56:57 PM
Gli argomenti sono quelli di Georg Northoff, professore all'università di Ottawa, che unisce una  profonda cultura filosofica ad una base neuroscientifica. Quello che sto leggendo è un testo molto denso. Un piccolo accenno: attraverso la FMRI (risonanza magnetica) si è "oggettivamente" visto che le parti mediane del cervello sono quelle che si attivano di più quando siamo stimolati rispetto alle Self-related-experiences, che sono il corrispettivo neuronale del Sé, in quanto collegato ai ricordi della nostra vita e su come in questo modo ci differenziano. Ebbene questa stessa parte mediana è strettamente interessata anche nei processi sociali, empatici, di condivisione e di ricerca del prossimo. In questo senso si può parlare di struttura neuro-sociale del nostro cervello. Questa è la teoria di Northoff, che riecheggia, "sorprendentemente" e sulla base di ricerche scientifiche quello che gli aborigeni provavano a spiegare ad un estasiato Bruce Chatwin.


Ma tutto questo, che io trovo abbastanza ovvio, non significa affatto che 

"noi esistiamo solo se siamo percepiti. Solo se esistiamo nella mente degli altri".

Affermazione che continuo comunque a trovare poco convincente e poco comprensibile.

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