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Il dubbio

Aperto da viator, 22 Novembre 2020, 16:02:44 PM

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viator

 Salve. Lo spunto è costituito dal recente topic "Il valore del dubbio nella fede" sviluppato nella sezione "Spiritualità" del Forum.




Poichè non intendo addentrarmi nel misteri della fede, ma invece in quelli della psiche (e solo – poi – incidentalmente in quelli della psiche dei credenti), voglio appunto occuparmi del concetto stesso di DUBBIO.




Sono convinto che il dubbio – tematica esclusiva della nostra specie – altro non sia che un atteggiamento fondamentalmente, originariamente (ancor molto prima che mentale od intellettuale) psichico ed automatico che tende a manifestarsi OGNI VOLTA CHE ABBIAMO A CHE FARE CON PROSPETTIVE ESISTENZIALI NEGATIVE, cioè CHE "NON CI PIACCIONO" (che temiamo, che vorremmo evitare, che vorremmo cancellare).






La dubbiosità sarebbe quindi un atteggiamento "privilegiato e preferenziale" di tipologia istintuale (quindi"automaticamente" generata anche se rapidamente destinata a trasferirsi a livello cosciente e quindi mentale) prodotta dall'istinto di sopravvivenza nel tentativo di opporsi (cercando di "smentirle") alle prospettive che l'esperienza ci ha in passato mostrato come pericolose, nocive, spiacevoli.






Poichè invece le certezze – a me sembra - rappresentano contenuti esclusivamente mentali, frutto delle acquisizioni culturali o di esperienze puramente ed automaticamente sensoriali (es. i dolori fisici), in questo modo – a parer mio – si potrebbero spiegare facilmente certi meccanismi al cui interno le dubbiosità tendono automaticamente a prevalere sulle sicurezze, sulle certezze.






Per quale ragione noi tendiamo a credere maggiormente alle buone notizie ed a dubitare di quelle cattive ? Perchè la immediata valutazione della notizia viene svolta dalla psiche (la quale ama tutto ciò che compiaccia il piacere e la sopravvivenza ed odia (è portata come minimo a dubitare di- !) tutto ciò che sia portatore di sofferenza e di morte).




Solo dopo la interpretazione psichica della notizia, quest'ultima verrà "passata" alle facoltà mentali le quali la vaglieranno alla luce delle proprie conoscenze ed esperienze e decideranno se "certificarla" o se continuare a dubitarne.


Ma il "pregiudizio psichico" consistente nel mettere automaticamente in dubbio (in pratica : nel costruirsi delle giustificazioni che rendano inefficace la prospettiva "dolorosa") ciò che temiamo...........resta in vigore e finirà per influenzare comunque le nostre ulteriori scelte e valutazioni mentali.
 




Ora, ragionando per sommi capi, quale sarebbe la notizia, la consapevolezza, la previsione più importante tra tutte quelle di segno negativo dalle quali psiche ed istinto vorrebbero tutelarci ?
Ovviamente la morte.




Ovvio che la strategia psichica più efficace per combattere un simile futuro evento sia anche la più semplice e che coincida con quanto ho appena trattato sopra circa il dubbio.








La fede non è altro che il tentativo di una psiche di negare la morte mettendone in dubbio l'esistenza.




Mentre la fede offre una certezza (unicamente psichica, ma ampiamente sufficiente per chi vive una visione del mondo basata sull'irrazionale e sugli equivalenti metafisici della psiche (anima e spirito))..........il dubbio circa i contenuti della fede (cioè l'argomento oggetto del topic cui mi sono ispirato e che ho citato in esordio) non rappresenta altro che l'effetto del conflitto tra il sentire fideistico irrazionale (vivrò in eterno) e la conoscenza mentale razionale (sono destinato inesorabilmente a morire).






Ecco quindi che la dubbiosità intrinseca di una psiche nei confronti di ciò che l'istinto teme, genera per reazione la certezza contenuta in una fede, la quale certezza a sua volta – destinata a scontrarsi con la percezione razionale dell'ineluttabile mortalità suscita – a livello questa volta mentale – il dubbio circa la fondatezza di ciò che la psiche-anima ci suggerisce come degno di fede (la nostra personale immortalità). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

La farei più semplice e meno psicologica: il dubbio emerge ogniqualvolta si debbano prendere delle decisioni rispetto a opzioni diverse: devo arrivare sulla cima di un monte e trovo due sentieri che sembrano fare al caso; quale seguire ?

C'è un modo per scoprirlo: percorrerli entrambi e trarne le debite conclusioni. Se si è in due si risparmia pure tempo nella ripetizione dell'esperimento.

Penso che anche un predatore quando deve scegliere la preda nel branco provi qualcosa di simile al dubbio umano. Se sono più predatori che puntano più prede la verifica sulla scelta migliore è immediata. Chissà cosa si diranno tra loro a predazione avvenuta ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Brava, Finalmente un tuo intervento per nulla cerebrale, privo di grecismi, latinismi, germanismi e citazioni.Purtroppo (ma questa non è affatto una colpa, ci mancherebbe) sembra tu manchi di esperienza o vocazione escursionistica.


Se si è in due forse sarà perchè non si desidera o non si considera prudente andar da soli.
Meglio cercare di osservare od indovinare quale dei due sentieri possa essere il meno ripido (scegliendo quindi il più lungo ma il meno faticoso) o il più ripido (quindi il più breve benchè più faticoso), ed affrontare quindi l'uno o l'altro restando in coppia.

Per eventuali percorsi alternativi, una volta in cima (oppure durante il percorso di salita), si potrà vedere se esistenti ed utilizzabili per la discesa.


D'altra parte - sia in montagna che nella vita - è abbastanza difficile che i dubbi si presentino in circostanze così soavi da permettere calme, esaustive, ma soprattutto innocue valutazioni improntate ad una razionalità ferreamente ipaziana. Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Il dubbio è la mancanza di certezza.
Mentre la certezza è l'esclusione di ogni possibile dubbio.

Entrambi, il dubbio e la certezza, riguardano la verità. Ne sono, diciamo così, l'espressione.

La verità anima il pensiero.
Ma appunto come dubbio e come certezza.
Dove nessuno dei due può stare senza l'altro.
Il dubbio senza alcuna certezza renderebbe vano ogni tentativo di pensare.
Ma pure la certezza assoluta bloccherebbe ogni velleità mentale.

Il pensiero non consiste infatti in una costruzione, quasi si trattasse di erigere un muro composto da stabili certezze, è piuttosto un continuo dialogo tra me e me, un fluire.
Dove una certezza ha in sé sempre un briciolo di dubbio.
Un dubbio che può aumentare, magari sino a mutare una certezza nel suo contrario.

D'altronde la verità, nel nostro esserci mondano, non è mai assoluta.
È costretta, per sua natura, a negare costantemente ogni possibile falsità che la mettesse in discussione.

La verità è infatti fondata sulla negazione della falsità.
E ciò necessita del continuo e ammirevole sforzo del pensiero.

Viceversa, la Verità, ossia l'Uno, non necessita di negare alcunché.
Infatti l'Uno è negazione della negazione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Tutte le sfumature del dubbio in salsa immanente (per la gioia di Viator, amante delle citazioni):

Citazione di: Bertolt Brecht

Lode del dubbio

    Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
    serenamente e con rispetto chi
    come moneta infida pesa la vostra parola!
    Vorrei che foste accorti, che non deste
    con troppa fiducia la vostra parola.

    Leggete la storia e guardate
    in fuga furiosa invincibili eserciti.
    In ogni luogo
    fortezze indistruttibili rovinano e
    anche se innumerabile era l'armata salpando,
    le navi che tornarono
    le si poté contare.
    Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
    e giunse una nave alla fine
    dell'infinito mare.

    Oh bello lo scuoter del capo
    su verità incontestabili!
    Oh il coraggioso medico che cura
    l'ammalato senza speranza!

    Ma d'ogni dubbio il più bello
    è quando coloro che sono
    senza fede, senza forza, levano il capo e
    alla forza dei loro oppressori
    non credono più!

    Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
    Quante vittime costò!
    Com'era difficile accorgersi
    che fosse così e non diverso!
    Con un respiro di sollievo un giorno
    un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

    Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
    ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
    e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
    Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
    che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
    E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
    gravemente cancella quella tesi.

    Intronato dagli ordini, passato alla visita
    d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
    da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
    da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
    un libro redatto da Iddio in persona,
    erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
    che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
    nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
    Veramente gli è difficile
    dubitare di questo mondo.
    Madido di sudore si curva l'uomo
    che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

    Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
    che la propria casa si costruisce.
    Sono coloro che non riflettono, a non
    dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
    infallibile il loro giudizio.
    Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
    Se occorre, tanto peggio per i fatti.
    La pazienza che han con se stessi
    è sconfinata. Gli argomenti
    li odono con gli orecchi della spia.

    Con coloro che non riflettono e mai dubitano
    si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
    Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
    per schivare la decisione. Le teste
    le usano solo per scuoterle. Con aria grave
    mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano.
    Sotto l'ascia dell'assassino
    si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

    Dopo aver rilevato, mormorando,
    che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
    La loro attività consiste nell'oscillare.
    Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

    Certo, se il dubbio lodate
    non lodate però
    quel dubbio che è disperazione!
    Che giova poter dubitare, a colui
    che non riesce a decidersi!
    Può sbagliare ad agire
    chi di motivi troppo scarsi si contenta!
    Ma inattivo rimane nel pericolo
    chi di troppi ha bisogno.

    Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
    che tale sei, perché hai dubitato
    delle guide! E dunque a chi è guidato
    permetti il dubbio!


Se ci fosse qualche dubbio sulla traduzione, voilà il testo originale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Ciao Viator,


Si sono d'accordo con te.


Aggiungo che il dubbio, in rigorosa chiave psichica esistenziale, ha anche il brutto vizio di diventare fantasma persecutorio.
Infatti si può dubitare anche dei fantasmi, un certo Shakespeare mi pare ci abbia tratto un capolavoro eterno.


Alla materialista Ipazia, non so più che dire, ci rinuncio.


A Bobmax, certo ma questo dubbio diventerebbe più in chiave metafisica che esistenziale, che credo fosse il tentativo di Viator di illustrare.
D'altronde cosa sarebbe allora un dubbio assoluto? Tanto per tenere molti temi uniti che si stanno svolgendo anche in altri 3d, cosa sarebbe il demone cartesiano?
Ciao Bobmax, e si certo, il dubbio sparisce, e si rivela fantasma, all'interno dell'uno. Sempre felicemente d'accordo.
Ma appunto se lo affrontiamo come fantasma, quale lezione ne deriva? Credo sia il passo successivo a cui anche Viator potrebbe seguire.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Ha ragione green: la coppia dubbio-timore proposta da viator merita più attenzione. Il maestro di bobmax, ad esempio, risolve il suo dubitante timore e tremore sposando Dio quando tutto sembrava congiurare a favore di Don Giovanni. Rispettabilissima soluzione controcorrente di un dubbio del profondo esistenziale.

Il dubbio per sua natura è ubiquitario e su ogni piano del reale dice la sua, per cui, evocando phil, bisogna essere più rigorosi nel definire il piano del discorso in cui lo facciamo agire. Non esiste un dubbio per tutte le stagioni, analogo al partito-non partito e al suo profeta mascherato il cui dubbio di esistere ancora politicamente è assolutamente fondato, malgrado la baldanza ostentata.

Il dubbio che più mi attrae è quello che invece atterriva Pascal nel passaggio epocale da una fede all'altra di cui Pascal, non certo l'ultimo arrivato, era dolorosamente cosciente. Dubbio su cui il suo compagno di merende matematiche e scientifiche Descartes non ottenne altro risultato che affondare il coltello nella piaga. Ma consolato dalle zelanti monache di Port Royal penso che il povero e geniale Pascal almeno qualche dubbio se lo sia levato.

Leopardi come Brecht non associava il dubbio alla paura ma semmai all'uscita dalla paura. Un dubitare positivo, vitalistico, non appagato da facili accomodamenti catechistici risolutivi di una dubitare povero di spirito. Un dubitare etico che tiene il mirino sempre puntato sulla verità. Come è filosofico che sia. Anche discorrendo sul metodo, come suggerisce Cartesio.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

State trascurando un grande serbatoio cui attingere pensieri per argomentare sul dubbio. Sull'esterno di quel serbatoio c'è scritto: "fede religiosa"

Un nemico della fede è il dubbio, l'incertezza.  Numerosi santi ebbero dubbi sulla loro fede.

L'incredulo Tommaso, apostolo del dubbio, non credette alla risurrezione di Gesù di Nazaret dopo la morte in croce. Non credette agli altri apostoli quando gli dissero che Jesus era apparso prima a due discepoli sulla strada per Emmaus e poi ad altri apostoli riuniti a Gerusalemme.

Tommaso dice che vuol vedere Gesù per crederci. Otto giorni dopo a Gerusalemme i discepoli sono di nuovo insieme in una stanza chiusa, e questa volta Tommaso è con loro.

Caravaggio: "Incredulità di San Tommaso", olio su tela, 1600, circa, Bildergalerie di Potsdam, Germania

Caravaggio  raffigura l'attimo in cui Tommaso mette il dito dentro la ferita nel costato di Gesù. L'episodio è descritto nel Vangelo di Giovanni (20, 19 – 31).

La tela 'fotografa' il momento della constatazione in un'inquadratura di tre quarti dove sono disposte le quattro figure su uno sfondo scuro: Gesù di Nazaret, il dubitante Tommaso ed altri due apostoli che osservano la scena. 

bobmax

Citazione di: green demetr il 02 Dicembre 2020, 22:32:34 PM
Ciao Bobmax, e si certo, il dubbio sparisce, e si rivela fantasma, all'interno dell'uno. Sempre felicemente d'accordo.
Ma appunto se lo affrontiamo come fantasma, quale lezione ne deriva? Credo sia il passo successivo a cui anche Viator potrebbe seguire.

Ciao Green Demetr

Quando il dubbio diventa fantasma dobbiamo riacchiapparlo, per riportarlo nella realtà.

Se però è scomparso non per nostra volontà, ma perché è davvero diventato "fantasma" e ormai non è più possibile farlo ritornare reale, allora... si muore.
Si muore a se stessi.

Con il dubbio scompare anche la verità.
Lo specchio va in frantumi. Resta solo ciò che conta.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Donalduck

Per me la parola dubbio esprime almeno tre diversi significati:

1) L'incertezza nel compiere una scelta, che è semplicemente una difficoltà nel valutare tutti i dati disponibili e trarne una definita indicazione pratica.
2) La consapevolezza della propria inadeguatezza, in generale, a giungere a conclusioni certe. Da cui consegue che pur compiendo scelte senza particolari rovelli, si mantiene costante la consapevolezza di poter sbagliare e di poter cambiare idea.
3) La generalizzazione del punto 2 al pensiero umano in generale, che porta a un'avversione per le certezze e per chi le ostenta.

Io li accolgo tutti e tre.

Jacopus

Dubbi e certezze vivono nell'uomo in un rapporto dialettico ed ambivalente. Alimentarsi esclusivamente di dubbi potrebbe dotare di una prestigiosa veste da filosofo stilita, ma quel filosofo dovrà pur sperare che il cacciatore con il suo arco "certo" gli procuri selvaggina, che "certamente" si trova nella boscaglia. Il cacciatore, invece, avrà bisogno anche di qualcuno che lo interroghi sulle sue trappole, perchè magari ne esistono di più efficaci, e se lui dirà "io credo solo nella mia trappola, perchè io amo la mi trappola e solo lei è vera", bè allora, tanti saluti ad ogni possibile evoluzione.
Non credo però che il dubbio sia un meccanismo di difesa rispetto alle delusioni e alle amarezze della vita e quindi sul confine dell'orizzonte del senso, rispetto alla delusione della morte. Il dubbio viene usato anche al contrario, per costruirci sopra amarezze e complotti, attraverso una visione paranoica, di un mondo dietro il mondo, che non è necessariamente religioso, ma è connesso alla necessità di individuare un capro espiatorio per giustificare i propri fallimenti e le proprie debolezze, fino alla creazione di grandiose costruzioni complottistico-paranoiche, di cui siamo oggi tutti testimoni.
Il nesso dubbio/certezza è invero estremamente affascinante come affiora, in questa discussione, dagli interventi di Green e di Bobomax.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

green demetr

Citazione di: Ipazia il 03 Dicembre 2020, 00:30:44 AM
Ha ragione green: la coppia dubbio-timore proposta da viator merita più attenzione. Il maestro di bobmax, ad esempio, risolve il suo dubitante timore e tremore sposando Dio quando tutto sembrava congiurare a favore di Don Giovanni. Rispettabilissima soluzione controcorrente di un dubbio del profondo esistenziale.

Il dubbio per sua natura è ubiquitario e su ogni piano del reale dice la sua, per cui, evocando phil, bisogna essere più rigorosi nel definire il piano del discorso in cui lo facciamo agire. Non esiste un dubbio per tutte le stagioni, analogo al partito-non partito e al suo profeta mascherato il cui dubbio di esistere ancora politicamente è assolutamente fondato, malgrado la baldanza ostentata.

Il dubbio che più mi attrae è quello che invece atterriva Pascal nel passaggio epocale da una fede all'altra di cui Pascal, non certo l'ultimo arrivato, era dolorosamente cosciente. Dubbio su cui il suo compagno di merende matematiche e scientifiche Descartes non ottenne altro risultato che affondare il coltello nella piaga. Ma consolato dalle zelanti monache di Port Royal penso che il povero e geniale Pascal almeno qualche dubbio se lo sia levato.

Leopardi come Brecht non associava il dubbio alla paura ma semmai all'uscita dalla paura. Un dubitare positivo, vitalistico, non appagato da facili accomodamenti catechistici risolutivi di una dubitare povero di spirito. Un dubitare etico che tiene il mirino sempre puntato sulla verità. Come è filosofico che sia. Anche discorrendo sul metodo, come suggerisce Cartesio.

Esatto, siamo d'accordo, fa piacere di tanto in tanto  ;),d'altronde sia Pascal che Leopardi portavano questo dubbio fino alle soglie del dolore fisico personale.
In un continuo duellare tra la propria fine, e la finitudine del proprio corpo. (suore permettendo).
Un continuo rimandarsi, ricordarsi di cui è composta la tragedia chiamata "essere uomini".
Cartesio non arrivò mai a quella profondità (nemmeno lontanamente), ma il suo dubbio rimarrà famoso, e pieno di tensioni per i posteri che lo pensassero in tutta la sua portata.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: bobmax il 04 Dicembre 2020, 17:10:19 PM
Citazione di: green demetr il 02 Dicembre 2020, 22:32:34 PM
Ciao Bobmax, e si certo, il dubbio sparisce, e si rivela fantasma, all'interno dell'uno. Sempre felicemente d'accordo.
Ma appunto se lo affrontiamo come fantasma, quale lezione ne deriva? Credo sia il passo successivo a cui anche Viator potrebbe seguire.

Ciao Green Demetr

Quando il dubbio diventa fantasma dobbiamo riacchiapparlo, per riportarlo nella realtà.

Se però è scomparso non per nostra volontà, ma perché è davvero diventato "fantasma" e ormai non è più possibile farlo ritornare reale, allora... si muore.
Si muore a se stessi.

Con il dubbio scompare anche la verità.
Lo specchio va in frantumi. Resta solo ciò che conta.


Il fantasma spesso scompare dalla nostra vista, perchè l'abbiamo voluto noi.
In quanto fantasma non è reale.
Ma noi in quanto specchio del reale e dell'immaginario (e del simbolico), continuiamo a specchiare ciò che ci costituisce anche se non visto.
E' proprio per questo che moriamo, perchè non riusciamo a vedere ciò che ci costituisce.
In questo il dubbio se seguito e non temuto, ravviva più che far morire.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Donalduck il 05 Dicembre 2020, 11:19:16 AM
Per me la parola dubbio esprime almeno tre diversi significati:

1) L'incertezza nel compiere una scelta, che è semplicemente una difficoltà nel valutare tutti i dati disponibili e trarne una definita indicazione pratica.
2) La consapevolezza della propria inadeguatezza, in generale, a giungere a conclusioni certe. Da cui consegue che pur compiendo scelte senza particolari rovelli, si mantiene costante la consapevolezza di poter sbagliare e di poter cambiare idea.
3) La generalizzazione del punto 2 al pensiero umano in generale, che porta a un'avversione per le certezze e per chi le ostenta.

Io li accolgo tutti e tre.


Mi pare ragionevole
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Jacopus il 05 Dicembre 2020, 19:00:37 PM
Dubbi e certezze vivono nell'uomo in un rapporto dialettico ed ambivalente. Alimentarsi esclusivamente di dubbi potrebbe dotare di una prestigiosa veste da filosofo stilita, ma quel filosofo dovrà pur sperare che il cacciatore con il suo arco "certo" gli procuri selvaggina, che "certamente" si trova nella boscaglia. Il cacciatore, invece, avrà bisogno anche di qualcuno che lo interroghi sulle sue trappole, perchè magari ne esistono di più efficaci, e se lui dirà "io credo solo nella mia trappola, perchè io amo la mi trappola e solo lei è vera", bè allora, tanti saluti ad ogni possibile evoluzione.
Non credo però che il dubbio sia un meccanismo di difesa rispetto alle delusioni e alle amarezze della vita e quindi sul confine dell'orizzonte del senso, rispetto alla delusione della morte. Il dubbio viene usato anche al contrario, per costruirci sopra amarezze e complotti, attraverso una visione paranoica, di un mondo dietro il mondo, che non è necessariamente religioso, ma è connesso alla necessità di individuare un capro espiatorio per giustificare i propri fallimenti e le proprie debolezze, fino alla creazione di grandiose costruzioni complottistico-paranoiche, di cui siamo oggi tutti testimoni.
Il nesso dubbio/certezza è invero estremamente affascinante come affiora, in questa discussione, dagli interventi di Green e di Bobomax.


Il dubbio diventa paranoico quando smette di pensare al suo fantasma.
Ecco che allora diventa (si camuffa come) il fantasma del padre. Questo è valido sia per il complottista che per l'ideologia al potere.

Basta ripensare all'Amleto.

Non si addice attardarsi nel lutto della morte del padre (reale).
Non fermarsi e andare avanti, è il motto dello zio che ha preso il potere.
Non fermarsi è il motto dello stesso Amleto, serve reagire.
Eppure Amleto si attarda.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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