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Il concetto di verità.

Aperto da iano, 15 Luglio 2024, 08:35:44 AM

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pandizucchero

Su questo vi posso informare io: le basi della gestione cerebrale di azione e decisione stanno nell',infanzia.
Immaginate un bambino camminare in equilibrio su un muro:se gli dite "fai un passo alla volta e vai adagio" il bambino lo fa. Se gli dite "attento a non cadere" di solito cade.
Perchè? Perché il bambino prima si immagina l'azione e poi prende una decisione.
Nel primo caso, vede bene l'azione da fare e decide di farla Nel secondo si immagina di cadere e fa fatica a decidere cosa fare se non traballare un po'.
Il cervello di un adulto funziona allo stesso modo: prima si immagina l'azione poi decide che cosa fare.
Se io dico a un adulto :"attento a non sbagliare tasto" è facile che lo sbagli o che testi in attimo perplesso,a volte confuso.
Se gli dici:"usa quel tasto" lui lo fa  senza problemi.
Quandoeravamo trogloditi,questo succedeva quotidianamente e spesso realmente : il troglodita agiva e poi cercava di decidere che c....o fare .
Poi è passato ad immaginare l'azione ma in modo ambiguo e pericoloso. Quindi ha capito che immaginando l'azione direttamente e positivamente poteva decidere che cosa fare molto più facilmente.
 






Alberto Knox

Citazione di: Koba II il 29 Luglio 2024, 09:10:28 AMSe cerchiamo conferma di una legge scientifica dobbiamo isolare e semplificare il nostro oggetto in un sistema ideale,
io ho paralto di una legge, quella definita "legge di Coulomb" che dice ;La forza di attrazione/repulsione fra due particelle elettricamente cariche è inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra di esse; questo fatto è noto come legge di Coulomb. le leggi sono appunto enuciati relativi a classi di fenomeni. il successo del metodo scientifico può essere attribuito all abilità dello scienziato di scoprire le leggi universali che permettono di discernere in sistemi fisici differenti certe caratteristiche comuni . Per esempio i proiettili non sono tutti identici tuttavia  descrivono tutte delle traiettorie paraboliche. Se ogni proiettile o sistema richiedesse una sua descrizione individuale , non esisterebbe una scienza quale noi la conosciamo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 29 Luglio 2024, 14:23:27 PMNon so se il dato sia confermato dalla scienza, ma di sicuro la mia tesi "filosofica" si sposa benissimo con questa visione e anche il commento che tu hai offerto in quel frangente tende a coincidere con la mia tesi.
Sì daniele , quello studio dice così, ma io non penso di essere agito solo dai miei impulsi istintuali come dice invece lo studio. Non lo penso perchè io posso reprimere certe pulsioni o istinti con la ragione , soffermarmi, soppesare , analizzare e poi prendere una decisione. Certo che mi è capitato di agire in maniera istintiva e molte volte. Ma non sempre, quel non sempre mi fa capire che se anche nel mio cervello si attivano prima quelle zone adebite all azione come spinta ad agire io posso fermarmi e rifletterci su. Quello studio mi ha fatto capire che il cervello è molto legato ai meccanismi evolutivi arcaici che ci han portato da arrampicarci sugli alberi a cammire eretti e guardare le stelle , il mio cervello parte in quarta, istintivamente sa già cosa fare. Il trucco sta nel non far decidere a un organo del mio corpo quello che devo fare. Per quanto riguarda kant se le chiesto , si è chiesto che cosa posso sapere , che cosa devo fare, che cosa mi è lecito sperare. E poi ha scritto il suo lavoro
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 29 Luglio 2024, 15:54:23 PMSì daniele , quello studio dice così, ma io non penso di essere agito solo dai miei impulsi istintuali come dice invece lo studio. Non lo penso perchè io posso reprimere certe pulsioni o istinti con la ragione , soffermarmi, soppesare , analizzare e poi prendere una decisione. Certo che mi è capitato di agire in maniera istintiva e molte volte. Ma non sempre, quel non sempre mi fa capire che se anche nel mio cervello si attivano prima quelle zone adebite all azione come spinta ad agire io posso fermarmi e rifletterci su. Quello studio mi ha fatto capire che il cervello è molto legato ai meccanismi evolutivi arcaici che ci han portato da arrampicarci sugli alberi a cammire eretti e guardare le stelle , il mio cervello parte in quarta, istintivamente sa già cosa fare. Il trucco sta nel non far decidere a un organo del mio corpo quello che devo fare. Per quanto riguarda kant se le chiesto , si è chiesto che cosa posso sapere , che cosa devo fare, che cosa mi è lecito sperare. E poi ha scritto il suo lavoro
Per curiosità ho fatto una piccola ricerca in merito allo studio e mi è saltato fuori questo articolo datato 2011:
https://www.scienzainrete.it/articolo/neuroni-decidono-noi/tommaso-bruni/2011-04-05
Il fatto che nell'esperimento si chiedesse di decidere di fare una cosa mi sembrerebbe un po' forzare l' inferenza che successivamente se ne trae.
A prescindere quindi dall'esperimento per me sarebbe chiaro che tu puoi "migliorare" te stesso solo se entri in conflitto con l'azione che hai fatto giudicandola riprovevole. Ma un autoemendamento sull'azione sarebbe possibile solo la prima volta che tu hai compiuto l'azione. Cioè ci dovrebbe già essere qualcosa in te che ti dice che c'è qualcosa che non andava in quello che hai fatto; altrimenti solo gli altri potrebbero darti la possibilità di cambiare, o, in alternativa, un'esperienza che ti dissuada dal reiterare l'azione. In ogni caso, se hai un "vizio", non è scontato che tu possa sbarazzartene e la cosiddetta forza di volontà ... beh, questa sì secondo me è una grossa balla.
Per finire con Kant anch'io mi sono chiesto cosa posso conoscere e la risposta che mi sono dato è: solo ciò che è utile all'essere umano; immagino quindi che la realtà che sta là fuori possa essere di gran lunga ben più vasta di quello che noi si possa sapere di essa

iano

Citazione di: daniele22 il 30 Luglio 2024, 07:11:43 AMPer finire con Kant anch'io mi sono chiesto cosa posso conoscere e la risposta che mi sono dato è: solo ciò che è utile all'essere umano; immagino quindi che la realtà che sta là fuori possa essere di gran lunga ben più vasta di quello che noi si possa sapere di essa
Dire che ciò che non posso conoscere è inutile, somiglia alla favola della volpe e l'uva.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

pandizucchero

Conoscete Viktor Frankl e la logoterapia?

daniele22


Mai sentito, ma leggendo questo  breve commento al suo pensiero e l'ancora più breve virgolettato tenderei ad essere in sintonia con lui.
"La logoterapia è stata ideata da Frankl come intervento per aiutare a ritrovare il senso della propria esistenza. In quanto tale, essa si fonda su una concezione propria dell'uomo, con postulati di base e dottrine che la giustificano, nella convinzione che "non c'è una psicoterapia senza una teoria dell'uomo ed una sottostante filosofia della vita" (Frankl 1998b, p. 31)."

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 30 Luglio 2024, 07:11:43 AMA prescindere quindi dall'esperimento per me sarebbe chiaro che tu puoi "migliorare" te stesso solo se entri in conflitto con l'azione che hai fatto giudicandola riprovevole. Ma un autoemendamento sull'azione sarebbe possibile solo la prima volta che tu hai compiuto l'azione.
sì ma questo fa parte della formazione e autorealizzazione del propio sè , non si nasce già con le esperienze, solo facendo esperienza e poi confrontando l'esperienza con altre possiamo crescere e autorealizzarci e fondare una propia morale e quindi un certo comportamento etico , perchè poi alla fine è di questo che si parla . Quando è stata la prima volta che l'uomo ha provato rimorso? evidentemente deve essere accaduto qualcosa . è quando ti accade qualcosa che ti fa male che impari cos'è la morale autonoma . Certo si viene educati nel tenere un certo comportamento etico ma poi è l'esperienza che te la fa penetrare nella mente, nelle viscere e giù fino alle ossa. è qualcosa che ti rimane impresso come l inchiostro sulla carta, non ha caso la parola "carattere" deriva etimologicamente  da incisione, impronta, stampo. Il primato sta alla morale autonoma non a quella eteronoma.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 30 Luglio 2024, 20:18:24 PMsì ma questo fa parte della formazione e autorealizzazione del propio sè , non si nasce già con le esperienze, solo facendo esperienza e poi confrontando l'esperienza con altre possiamo crescere e autorealizzarci e fondare una propia morale e quindi un certo comportamento etico , perchè poi alla fine è di questo che si parla . Quando è stata la prima volta che l'uomo ha provato rimorso? evidentemente deve essere accaduto qualcosa . è quando ti accade qualcosa che ti fa male che impari cos'è la morale autonoma . Certo si viene educati nel tenere un certo comportamento etico ma poi è l'esperienza che te la fa penetrare nella mente, nelle viscere e giù fino alle ossa. è qualcosa che ti rimane impresso come l inchiostro sulla carta, non ha caso la parola "carattere" deriva etimologicamente  da incisione, impronta, stampo. Il primato sta alla morale autonoma non a quella eteronoma.
Penso sia utile poter fissare dei punti altrimenti non ci si capisce. Secondo me l'individuo, quando viva in società, è un anonimo; è nulla più che un'impronta genetica che fin da quando nasce soffre e gode. Il suo comportamento non si cura di rivolgersi a valori morali, che gli vengono invece impartiti dalla collettività quando questa ritenga che la sua (dell'individuo) tecnica di vita debordi in modi poco sostenibili dalla tradizione in uso. Pertanto riterrei che Il codice morale non possa che essere di natura eteronoma. Se tu quindi ti formi una legge morale autonoma questo deriva dal fatto che conosci il dolore e non vuoi riservarlo agli altri, ma questa nozione è l'altro che te la fornisce

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 31 Luglio 2024, 08:25:00 AMPertanto riterrei che Il codice morale non possa che essere di natura eteronoma. Se tu quindi ti formi una legge morale autonoma questo deriva dal fatto che conosci il dolore e non vuoi riservarlo agli altri, ma questa nozione è l'altro che te la fornisce
il dolore può essere anche riferito a quello che gli altri fanno a te stesso , di conseguenza, conoscendo il dolore non vuoi farlo tu stesso agli altri. Ma questo non è affatto scontanto, vediamo bene come nella società chi si comporta in modo violento, o insulta è spesso una persona che ha una sofferenza di fondo "fu un antica miseria o un torto subito, a fare del ragazzo un feroce bandito" . E quindi?  cosa entra in gioco oltre il fatto di vedere la sofferenza altrui?

Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 31 Luglio 2024, 12:14:52 PMil dolore può essere anche riferito a quello che gli altri fanno a te stesso , di conseguenza, conoscendo il dolore non vuoi farlo tu stesso agli altri. Ma questo non è affatto scontanto, vediamo bene come nella società chi si comporta in modo violento, o insulta è spesso una persona che ha una sofferenza di fondo "fu un antica miseria o un torto subito, a fare del ragazzo un feroce bandito" . E quindi?  cosa entra in gioco oltre il fatto di vedere la sofferenza altrui?


La conoscenza, l'esperienza del dolore, fatta salva una patologia che te lo procuri, viene solitamente riferita attribuendo cause all'altro da te, ma non ne conseguirebbe, come dici, che tu non voglia recarlo all'altro. Tra l'altro, normalmente, non è che uno voglia esplicitamente far del male all'altro, a meno che non si tratti di un sadico. E infatti, come dici, nella nostra società vediamo bene... Ora, Alberto, tu vedi chi si comporta in modo violento, ma io vedo pure chi fa del male in modo non violento magari favorendo la violenza e fa finta di non accorgersene, oppure mistifica. Proseguendo quindi, pur potendovi essere nel "reo" una sofferenza, tale sofferenza non è affatto scontata. Chiedi infine cosa entra in gioco oltre il vedere la sofferenza altrui? A livello dell'individuo potrebbe entrare in gioco il corredo genetico, ma non ho chiarezza nel merito; entra senz'altro in gioco, come già detto, gli esiti della tua relazione con altro da te, cose animate e non, fin dai primi vagiti. In sintesi: l'individuo può pretendere che la forza con cui affronta la vita, quindi anche il modo in cui lo fa, sia in un certo senso inviolabile, ma è l'insieme degli individui (non una casta) ad avere il primato a normare l'ethos in senso morale ed eventualmente contenere gli eccessi del troppo quando arrechi danno

Pensa che "Il bandito e il campione" ha occupato un'intera estate della mia vita, e naturalmente tifavo per Sante Pollastri. Ma chi era l'ipotetico traditore? Sulla faccenda vi furono pure delle schermaglie, ma mi sembra che de Gregori non si sia mai pronunciato. E affaticato ormai vaga tra questi caldissimi tour estivi ... almeno una volta potrebbe farlo evadere!

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 31 Luglio 2024, 15:36:28 PMma è l'insieme degli individui (non una casta) ad avere il primato a normare l'ethos in senso morale ed eventualmente contenere gli eccessi del troppo quando arrechi danno
ci sono le norme etiche, ci sono le multe e ci sono gli arresti, ma sai cosa non c'è al riguardo? l'educazione. Che è il contrario di istruzione. is-truere , mettere dentro. E-ducere , tirare fuori. la scuola si occupa molto di istruire (ed è giusto) e ben poco di educare.  Si potrebbe dire che questo è compito dei genitori ma se questi non ne hanno gli strumenti per educare? allora dovrebbe intervenire la società visto che come dici il primato sull etica sta alla società e non all individuo.
chi insegna l'etica ai ragazzi?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 31 Luglio 2024, 17:44:27 PMci sono le norme etiche, ci sono le multe e ci sono gli arresti, ma sai cosa non c'è al riguardo? l'educazione. Che è il contrario di istruzione. is-truere , mettere dentro. E-ducere , tirare fuori. la scuola si occupa molto di istruire (ed è giusto) e ben poco di educare.  Si potrebbe dire che questo è compito dei genitori ma se questi non ne hanno gli strumenti per educare? allora dovrebbe intervenire la società visto che come dici il primato sull etica sta alla società e non all individuo.
chi insegna l'etica ai ragazzi?
Chiedilo alla sua dottrina Alberto. Il problema non è l'educazione, bensì l'educatore. Da quale pulpito predica la sua sapienza? ... segue altro, forse ed eventualmente

Pio

Alcuni sostengono che "la verità è una terra senza sentieri". Che sia per questo motivo che si vede la gente girare di qua e di là come co...oni senza meta?  O:-)
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Alberto Knox

Citazione di: Pio il 01 Agosto 2024, 08:41:53 AMAlcuni sostengono che "la verità è una terra senza sentieri".

Jiddu Krishnamurti certo ma ci sono anche altri pensatori come Gurdjieff e Ouspensky che promuovono la ricerca della verità interiore tramite  l'osservazione e l auto-osservazione.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

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