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Il concetto di verità.

Aperto da iano, 15 Luglio 2024, 08:35:44 AM

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Ipazia

Ogni sistema ha le sue verità. Qui mi pare si indulga molto sui "massimi sistemi", inconoscibili per definizione, laddove la scepsi vince facile. Anch'io nel corso della mia vita ne ho trovate molte di verità. Relative al sistema in cui avevano senso, evitando di mischiare sacro e profano.

Al mattino al risveglio almeno una verità si impone, via via più dolente e dolorante, ma talvolta gioiosa: quella della propria esistenza come inscindibile entità psicosomatica. Verità confermata dal riconoscimento da parte di umani e animali della nostra vita, che noi a nostra volta confermiamo nella loro.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

#31
Io vado in controtendenza  :) : conoscere (con tutto il proprio essere e quindi non solo intellettualmente) la verità è preferibile alla ricerca della verità senza un approdo. Per diversi motivi:
1 - la verità è somma perfezione . È preferibile la perfezione all'imperfezione.
2  -  la verità è somma bellezza. È preferibile una bellezza superiore ad una inferiore.
3  - la verità è compimento della vera pace. È preferibile la vera pace al conflitto perenne.
4 - la verità è approdo definitivo di ogni ricerca. È preferibile un approdo definitivo che navigare in eterno trasportato dai venti.
5 - la ricerca della verità senza esito STANCA. Si abbandona la ricerca della verità per stanchezza e i giorni (miei) si fanno vuoti e privi di significato. Chi , affamato e assetato, invece di un frigo pieno preferirebbe vagare continuamente in cerca di un supermercato, di un frutteto o di una fonte? Per me solo uno stolto. Chi   potendo attingere ad una fonte di acqua pura, vagherebbe contento di stagno in stagno, di palude in palude? Solo uno stolto. Chi , potendo ammirare una bellezza incomparabile preferirebbe attardarsi ad ammirare una latrina? Un campione di stoltezza! Comunque il mondo è pieno di stolti che vagano di qua e di là e celebrano la bellezza di vagare. Se si potesse stare sulla cima di un monte così da poter ammirare TUTTO il paesaggio, non sarebbe da sommi stolti preferire vagare ai piedi del monte vedendo solo una porzione minuscola di paesaggio? In più, stoltezza della stoltezza, denigrare colui che può ammirarlo tutto? Ahinoi mortali! 😎 😑
Per queste e molte altre ragioni dico: fatemi conoscere la verità e voi, se preferite, vagate pure...😆😘
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Alberto Knox

Citazione di: Pio il 17 Luglio 2024, 17:08:54 PM5 - la ricerca della verità senza esito STANCA. Si abbandona la ricerca della verità per stanchezza e i giorni (miei) si fanno vuoti e privi di significato.
tutti i 5 punti da te elencati sono ragionevoli, ma appunto le ragioni di tutti e 5 si condensano in questa piccola frase in neretto, e fa trasparire una grande verità in se stessa, ovvero, noi cerchiamo e aneliamo la verità , perchè non possiamo sopportare una vita priva di senso.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 17 Luglio 2024, 08:52:42 AME non saresti il solo: "Se Dio tenesse chiusa nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo desiderio sempre vivo della verità e mi dicesse: scegli! Sia pure a rischio di sbagliare per sempre e in eterno mi chinerei con umiltà sulla sua mano sinistra e direi: Padre, dammela! La verità assoluta è per te soltanto" (Lessing; fonte).
Sì, phil mi sono ispirato a Lessing , hai centrato il bersaglio  ;)
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Citazione di: Phil il 17 Luglio 2024, 08:52:42 AME non saresti il solo: "Se Dio tenesse chiusa nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo desiderio sempre vivo della verità e mi dicesse: scegli! Sia pure a rischio di sbagliare per sempre e in eterno mi chinerei con umiltà sulla sua mano sinistra e direi: Padre, dammela! La verità assoluta è per te soltanto" (Lessing; fonte).

La verità inizia dall'archè. Senza archè non può esserci verità.  "En archè en o logos (verità). E la verità era presso Dio (possesso). Subito corretto: "e la verità era Dio (essere)".

Il logos di Giovanni assomiglia a quello di Eraclito, magari meno dinamico, ma il senso arcaico del logos-verità finisce con l'identificarsi con la Legge suprema, che possiede ed è la verità.

Purtroppo per noi postumi quell'archè veritativa, ancora fiorente tra Spinoza e Lessing, si è dissolta e ci dobbiamo accontentare di un prosaico bigbang e di verità relative. Che però conservano tutto il valore della verità perché "la verità è rivoluzionaria". Come ben sa Assange e chiunque lotti contro le menzogne del potere.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Pio il 17 Luglio 2024, 17:08:54 PMIo vado in controtendenza  :) : conoscere (con tutto il proprio essere e quindi non solo intellettualmente) la verità è preferibile alla ricerca della verità senza un approdo. Per diversi motivi:
1 - la verità è somma perfezione . È preferibile la perfezione all'imperfezione.
2  -  la verità è somma bellezza. È preferibile una bellezza superiore ad una inferiore.
3  - la verità è compimento della vera pace. È preferibile la vera pace al conflitto perenne.
4 - la verità è approdo definitivo di ogni ricerca. È preferibile un approdo definitivo che navigare in eterno trasportato dai venti.
5 - la ricerca della verità senza esito STANCA. Si abbandona la ricerca della verità per stanchezza e i giorni (miei) si fanno vuoti e privi di significato. Chi , affamato e assetato, invece di un frigo pieno preferirebbe vagare continuamente in cerca di un supermercato, di un frutteto o di una fonte? Per me solo uno stolto. Chi  potendo attingere ad una fonte di acqua pura, vagherebbe contento di stagno in stagno, di palude in palude? Solo uno stolto. Chi , potendo ammirare una bellezza incomparabile preferirebbe attardarsi ad ammirare una latrina? Un campione di stoltezza! Comunque il mondo è pieno di stolti che vagano di qua e di là e celebrano la bellezza di vagare. Se si potesse stare sulla cima di un monte così da poter ammirare TUTTO il paesaggio, non sarebbe da sommi stolti preferire vagare ai piedi del monte vedendo solo una porzione minuscola di paesaggio? In più, stoltezza della stoltezza, denigrare colui che può ammirarlo tutto? Ahinoi mortali! 😎 😑
Per queste e molte altre ragioni dico: fatemi conoscere la verità e voi, se preferite, vagate pure...😆😘

Sì, la ricerca della Verità non è in effetti "ricerca".
Perché si cerca sempre e comunque qualcosa.
Mentre la Verità, non esistendo, qualcosa non è.
Si andrebbe cercando chi, cosa?
Il Nulla?

La ricerca implica il cercare di raggiungere una conoscenza. E la conoscenza è sempre un sapere circa qualcosa.

Difatti, almeno nel mio caso, non sono mai andato a cercare la Verità. Che non saprei nemmeno da che parte incominciare...
Spesso ho voluto conoscere la verità di qualcosa, sapere il perché e il percome di ciò che avviene, ma certo non ho mai indagato la Verità. Sarebbe un non senso.

Come intendere allora la "ricerca della Verità"?
Cos'è questa ricerca che non è una ricerca?

È una apertura.
Non una apertura a qualcos'altro da me, che dovrei lasciar entrare in me.
Ma una apertura nella mia scorza, che impedisce che si mostri l'Essere che è in me, che io stesso sono.
Perciò è un lasciar emergere da me il Vero.

E come si fa?

Si ama.

E più si ama e più si soffre. Per tutto l'amore che abbiamo negato.

Ma più si ama e più la Verità traspare.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#36
Il fatto è che non avete dato una vostra definizione di verità, né criticato la mia.
Dare una definizione significa snaturare l'idea che ne avete,
ma significa anche poter condividere un concetto di verità.
E' dunque questa la differenza fra filosofia e scienza,
 laddove la filosofia non dà definizioni?
A meno che non l'abbiate data e a me è sfuggita fra le righe, e a meno che altri filosofi non l'abbiano già data e io non la conosca.
Secondo la definizione che io ne ho dato, sono convinto che la scienza sia basata su delle verità, innegabili perchè nascoste.
Qui il velo di maia però funziona al contrario, perchè quando togli il velo da queste verità esse ''scompaiono'', perchè diventano negabili.
Non mi risulta che ci sia una ricerca di queste verità che stanno a monte della scienza, una volta smesso di cercare quelle a valle.
La storia della scienza ci da esempi di questi svelamenti, che comunque prima o poi avvengono, anche quando non li si agevola, e io sospetto che questo processo non abbia una fine, perchè una nuova verità, portata dentro di sè da un uomo nuovo, e che da essa è caratterizzato, prende sempre il posto di quella svelata, che se và col vecchio uomo.
Questa ricerca di ''verità'' potrebbe essere un compito per filosofi, andare cioè cercare la verità nascosta senza aspettare che emerga da sola, che equivale ad andare in cerca dell'uomo nuovo.

Avete link da darmi in tal senso?
Cioè esiste o è esistita una ricerca filosofia del genere?

Se le cose stanno così, la ricerca di verità, intesa sempre secondo come l'ho definita, non finisce mai, perchè scoperta una verità, un'altra prende il suo posto, o almeno io credo che le cose stiano così.
Queste verità sono le metafisiche su cui la fisica si basa.
E se le cose stanno così questa cosa sarebbe da approfondire.
Dico solo a livello intuitivo che non si potrebbe fare una fisica che non sia basata su delle ''verità''.

In definitiva credo che la verità stia dentro l'uomo, ma che non sia eterna, perchè con esso muore, mentre nuove verità e nuovi uomini ne prendono il posto.
La verità è dentro di noi, ed lì che va cercata, ma tenendo conto che questo uomo è parte di una  realtà cn la quale si relaziona, e la verità più che essere contenuta nell'uomo potrebbe essere il cordone ombelicale che lo lega al resto della realtà.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: iano il 18 Luglio 2024, 12:48:46 PMSecondo la definizione che io ne ho dato, sono convinto che la scienza sia basata su delle verità, innegabili perchè nascoste.

io, non trovo sia così, cioè che la scienza si basa su verità nascoste. Sarebbe il contrario invece, cioè che la scienza si basa su assunzioni ( e non verità)  verificabili da chiunque. IL problema è che a volte queste assunzioni ,che possono essere delle nuove scoperte, sono molto specialistiche ed accessibile a pochi. Un caso fra tutti è la scoperta del bosono di Higgs. Come lo si può verificare se non con un accelarotore di particelle? Non è che possiamo costruircelo, ci dobbiamo fidare del loro esperimento. La verifica sperimentale non è nascosta, è difficile da ripetere. Vedete bene che la scienza procede per teorizzazioni , prima si teorizza che all interno del modello standard ci debba essere tale particella mediatrice , poi si eseguono le sperimentazioni, se le sperimentazioni confermano le ipotesi , si ha la scoperta. la scienza parte da ipotesi, non da verità nascoste.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

La scienza, come osservato da knox, scopre le verità  che ha gli strumenti d'indagine per scoprire: analisi chimica, cannocchiale, microscopio, bilancia, ...

L'atomo è ben nascosto ai nostri sensi; era stato intuito dagli atomisti ellenici, ma c'è voluto la potenza tecnologica della chimica moderna per darne una rappresentazione verosimile.

Non c'è una (cono)scienza per tutte le stagioni, ma solo per quelle tecnologicamente propizie.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#39
Citazione di: Alberto Knox il 18 Luglio 2024, 15:41:36 PMio, non trovo sia così, cioè che la scienza si basa su verità nascoste. Sarebbe il contrario invece, cioè che la scienza si basa su assunzioni ( e non verità)  verificabili da chiunque.
Chi potrebbe darti torto...ma le conclusioni cui sono giunto, non necessariamente in modo rigoroso, partono appunto da una assunzione, laddove ho dato una definizione di verità.
Verità come ciò che non può essere negato.
Quindi passo a fare un possibile elenco dei motivi di questa impossibilità, uno dei quali è qualcosa che agendo in incognito, non può perciò essere negato.
Ciò equivale banalmente ad affermare che non tutto ciò che agisce in noi passa per la coscienza, essendo la coscienza un modo di agire che non esaurisce il nostro fare.
Quindi se c'è una cosa che agisce celata in noi, coerentemente con la definizione che ho dato di verità, non potendosi negare in quanto celata, allora essa è una verità.

La scienza si basa sulla verità, ma è la diversa verità di ognuno di noi, cioè la soggettiva idea che ne abbiamo senza esplicitarla, finché non se ne dà una definizione, su cui poi si è liberi di convergere, per fare eventualmente un gruppo di lavoro scientifico, cioè un insieme di individui che fa un lavoro basato su cose condivise.
Che le prove scientifiche vengano ripetute da noi oppure no, ciò che conta è  che siano ripetibili, ed essendo ripetibili qualcuno le ripeterà.
Quante volte?
Quelle  che avremo la voglia di fare nei limiti del numero di quelle che sono fattibili.
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Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#40
Citazione di: Ipazia il 18 Luglio 2024, 16:11:09 PMLa scienza, come osservato da knox, scopre le verità  che ha gli strumenti d'indagine per scoprire: analisi chimica, cannocchiale, microscopio, bilancia, ...

L'atomo è ben nascosto ai nostri sensi; era stato intuito dagli atomisti ellenici, ma c'è voluto la potenza tecnologica della chimica moderna per darne una rappresentazione verosimile.

Non c'è una (cono)scienza per tutte le stagioni, ma solo per quelle tecnologicamente propizie.
Io sono anche d'accordo su quello che dici, però questo accordo fra noi riposa sull'assunzione che per verità intendiamo la stessa cosa, che è una ipotesi un pò forte.
Meglio sarebbe se il nostro accordo si basasse su una definizione di verità condivisa, non foss'altro perchè, che esista o meno la verità, esistono certamente tante idee soggettive di verità, ma noi ne parliamo invece correntemente come fosse un oggettività.
Ma poi si vede bene come in questa discussione ognuno ha una sua personale idea di verità non comunicabile di fatto.

In sintesi quello che voglio dire è che anche nel regno del dubbio esistono delle verità di fatto, se vero è ciò che non può essere negato.
Quindi individuo due motivi che determinano questa impossibilità.

1. Ciò che pur agendo resta celato non si può negare, cioè non gli si può impedire di agire.
Come corollario aggiungo che nel momento in cui si svelasse gli impediremo di spadroneggiare, entrando alle dipendenze della coscienza giudicatrice.

2. una ipotesi scientifica non si può negare, perchè non si può negare ciò che liberamente si afferma, potendosi solo rifiutare l'affermazione.

Il punto 1 presiede alla percezione naturale, mentre il 2 a quella scientifica.

Entrambe si basano su una verità che sta a monte, e che quindi è inutile cercare a valle.

Se è vero che non si può fare scienza senza matematica e logica, ogni teoria scientifica è una elaborazione logica delle ipotesi di partenza, i cui risultati valgono il riscrivere le premesse in diverso modo, ciò che comporta che conclusioni e premesse sono intercambiabili.
Se qualcuno applicando la logica pensa di poter giungere a verità che non possiede già, si illude.




Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
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Alberto Knox

Citazione di: iano il 18 Luglio 2024, 16:58:52 PMLa scienza si basa sulla verità, ma è la diversa verità di ognuno di noi, cioè la soggettiva idea che ne abbiamo senza esplicitarla, finché non se ne dà una definizione, su cui poi si è liberi di convergere, per fare eventualmente un gruppo di lavoro scientifico,
Darò quindi la mia definizione di verità ; la verità è intollerante , perchè la verità è sostanzialmente la capacità che ha un affermazione di negare tutte le sue negazioni. Per questo motivo bisogna smettere di parlare di verità scientifica allo stesso modo in cui bisogna smettere di parlare di verità di fede.  la scienza non si basa sulla verità perchè  i propi risultati non sono verità , sono ipotesi confermate . Per  essere verità  devono essere in grado di negare qualsiasi negazione nel tempo , ovvero devono essere sempre valide.  Essendo il metodo scientifico basato su ipotesi e conferma , se si troverà un ipotesi più esplicativa , più completa e più efficace si assumerà questa nuova ipotesi come teoria predominante o legge di natura .  Se così non fosse la scienza sarebbe dogma e non ricerca della verità. Anche i filosofi non hanno verità da divulgare al mondo , tutto quello che può fare un filosofo è di vedere se nelle assunzioni  vi siano o meno delle contraddizioni, se non ne ha la si tiene in gioco se ne ha è fuori gioco. Questo perlomeno se si assume come metodo filosofico il metodo Socratico .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Alberto Knox il 18 Luglio 2024, 20:47:03 PMEssendo il metodo scientifico basato su ipotesi e conferma , se si troverà un ipotesi più esplicativa , più completa e più efficace si assumerà questa nuova ipotesi come teoria predominante o legge di natura .
mi son dimenticato di evidenziare questo punto per Iano e lo faccio qui.  Chiaramente qui quando dico "se si troverà una nuova ipotesi..." sto parlando di ipotesi confermate sperimentalmente non ipotesi campate in aria .
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iano

#43
Citazione di: Alberto Knox il 18 Luglio 2024, 20:52:15 PMsto parlando di ipotesi confermate sperimentalmente non ipotesi campate in aria .
Si, ma io direi la stessa cosa in un diverso modo, considerando che le teorie matematiche sono per loro nuovo statuto, dopo Euclide, campate in aria, ma ciò non esclude che possano trovare applicazione.
Sono cioè strumenti già pronti alla bisogna, se l'occasione si dovesse presentare.
La previsione probabilistica che ciò possa verificarsi però è veramente infima, eppure è proprio ciò che si verifica con una frequenza sospetta, e ancor più sospetto il fatto che teoria fisica e la matematica che gli bisogna nascono in modo indipendente nello stesso periodo storico.
Ma allora cos'è che agendo sottotraccia smentisce clamorosamente il nostro calcolo di probabilità?

Per Euclide la sua geometria è la descrizione dello spazio reale.
Per Einstein, la geometria di uno spazio tempo irreale, perchè non euclideo, cioè che non descrive alcuna realtà, diventa la realtà della sua teoria.
La matematica che serviva ad Einstein c'era già, ma lui non lo sapeva, e senza quasi cambiare una virgola  si è limitato ad applicarla alla sua idea di spazio tempo.
Tutto ciò sembra il risultato di una azione coordinata fra matematici e fisici, ma non vi è stato alcun coordinamento, nessun direttore d'orchestra.
Come si spiega?
Sembra un quesito da porre agli studiosi della complessità.
Siamo come le formiche che agiscono in modo coordinato pur senza avere un progetto e qualcuno che le dirige?
Qual'è ''la verità'' che ci guida a nostra insaputa?
Non saprei dirlo, ma sospetto che si tratti di una verità diversa da quella che guidava Euclide e i suoi contemporanei, una verità che rendeva evidenti gli assiomi della sua geometria.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
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Ipazia

La definizione migliore di verità per me resta quella dell'aquinate: "adaequatio rei et intellectus". Avendo chiaro che è l'intelletto che si deve adeguare alle cose, così come fa la matematica quando traduce in funzione un fenomeno naturale. 

Se la funzione ci azzecca sembra un evento eccezionale, mentre si tratta soltanto di abile uso di uno strumento logico.

Citazione1. Ciò che pur agendo resta celato non si può negare, cioè non gli si può impedire di agire.
Come corollario aggiungo che nel momento in cui si svelasse gli impediremo di spadroneggiare, entrando alle dipendenze della coscienza giudicatrice.

Più che di giudizio si tratta di azione: si indaga un fenomeno sconosciuto, si individuano gli agenti causali, e si opera. Consueto metodo scientifico.

Citazione2. una ipotesi scientifica non si può negare, perchè non si può negare ciò che liberamente si afferma, potendosi solo rifiutare l'affermazione.

Ma si può falsificare, uscendo dal terreno della doxa ed entrando in quello della "verità". La falsificazione non è opinabile, che ci si trovi in laboratorio o tribunale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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