Il "dilemma" dell'omicidio commesso dai gemelli.

Aperto da Eutidemo, 24 Novembre 2021, 12:07:52 PM

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Eutidemo

In realtà, si tratta di "due" dilemmi ben distinti, e che pongono problematiche "logiche", "filosofiche" e "giuridiche" completamente diverse.
E, cioè:
- il dilemma  dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli siamesi"
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- il dilemma  dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli omozigoti"
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1)
Il dilemma  dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli siamesi".
Nella maggior parte dei casi, vista la loro particolare condizione, è ben difficile che tali soggetti possano materialmente commettere un omicidio; però, sia pure molto raramente, la cosa può senz'altro  verificarsi (ad esempio, nell'800, un gemello siamese,  mentre giocava a poker, estrasse una pistola e sparò ad uno degli altri giocatori ritenendolo -erroneamente- un baro).
In tal caso, se l'omicida viene colto in flagrante, non c'è dubbio alcuno che debba essere condannato; ma come si fa ad infliggergli una pena, senza infliggerla contemporaneamente anche al fratello innocente?
La soluzione più ovvia, sarebbe:
- prima di separarli chirurgicamente;
- poi, di sbattere in galera il colpevole, lasciando libero l'innocente.
***
Il guaio è che:
a)
L'intervento chirurgico non sempre è possibile.
b)
Anche qualora fosse possibile, nessuno dei due gemelli, neanche il colpevole, può esservi costretto, ai sensi del secondo comma dell'art.32 della Costituzione; ed infatti non esiste una legge che disciplini un caso del genere,  in mancanza della quale, nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario di "separazione chirurgica" (soprattutto considerando i rischi che esso può comportare).
***
In ogni caso, la questione è meramente accademica; ed infatti, se l'intervento chirurgico fosse stato possibile, sarebbe stato praticato poco dopo la nascita, senza attendere che i due gemelli diventassero adulti (e , quindi, fossero in grado di commettere un reato).
***
Ciò premesso, poichè il nostro sistema giuridico (come, ormai, i sistemi giuridici di quasi tutto il mondo) prevede, come unica forma di sanzione quella della "reclusione", risulta che non è materialmente possibile incarcerare il gemello colpevole, senza contemporaneamente incarcerare anche quello innocente.
Pertanto, secondo voi, in quale modo mai potrebbe essere punito il colpevole, senza punire contemporaneamente anche l'innocente?

2)
Il dilemma  dell'omicidio commesso da uno dei due "gemelli omozigoti".
In questo caso, il dilemma è completamente diverso; ed infatti  è di natura prettamente "probatoria" e non di natura "retributiva".
***
Ed infatti, nel caso in cui uno dei due gemelli uccida qualcuno, essendo ripreso da una videocamera di sorveglianza, ed anche lasciando tracce del suo DNA sul luogo del delitto (magari sputando sul cadavere), se, però, ha l'accortezza di non farsi cogliere in flagrante e di non lasciare di sè altri elementi identificativi (*) non c'è possibilità di sapere chi dei due fratelli sia l'assassino.
***
Il paradosso consiste nel fatto che:
- si sa con certezza che uno dei due ha senz'altro commesso il delitto;
tuttavia:
- se si accusano a vicenda, in mancanza di un inequivocabile alibi di uno dei due, non c'è modo di scoprire chi dei due sia il colpevole.
***
In un caso del genere, paradossalmente, bisognerebbe assolverli entrambi, per quella che, una volta, si chiamava "insufficienza di prove", e che, anche adesso, permane sostanzialmente invariata "sub specie":
- della "presunzione di innocenza" di cui all'art. 27, co. 2, della Costituzione;
- del "ragionevole dubbio" di cui all'art.533 del Codice di Procedura Penale.
***
In realtà, un caso simile, si verificò concretamente anche durante il primo famosissimo processo dei Bebawi, in quanto:
- si sapeva "con certezza" che uno dei due aveva commesso il delitto;
tuttavia:
- poichè si accusavano a vicenda non ci fu modo di accertare chi dei due fosse il colpevole.
Per cui vennero assolti entrambi per "insufficienza di prove", anche se la fattispecie era alquanto diversa da quella qui in esame (**).
***
Secondo voi, a parte il caso di comprovata complicità, nel caso di un omicidio commesso da uno dei due "gemelli omozigoti" che non ha lasciato di sè nessuna specifica traccia identificativa che possa distinguerlo dal fratello nel luogo del delitto, in quale modo mai potrebbe essere punito il gemello colpevole, senza rischiare di punire per sbaglio  il gemello innocente, se quest'ultimo non ha un alibi convincente?
***
(*) Nota
Tra i vari elementi identificativi che potrebbero consentire di individuare il colpevole, potrebbero esserci:
a)
Le "impronte digitali", perchè quelle dei gemelli monozigoti sono spesso simili nell'aspetto complessivo ma differiscono nelle cosiddette "minutiae"; per cui l'assassino dovrebbe usare i guanti.
b)
Le "tracce geoposizionali" del cellulare dell'assassino; il quale, quindi, prima di recarsi sul luogo del delitto, dovrebbe lasciare il proprio apparecchio di telefonia mobile a casa.
c)
Il "movente", il quale non dovrebbe essere specificamente riferibile a uno dei due (come, ad esempio, nel caso di uno stupro o di una lite occasionale); o, al limite, dovrebbero avere entrambi lo  stesso possibile "movente" (come, ad esempio, nel caso in cui la vittima avesse ucciso i loro genitori).
d)
Altri dettagli identificativi di vario genere (come, ad esempio, il diverso taglio dei capelli, la barba, tatuaggi visibili, vestiario particolare ecc. ecc.)
(**) Nota
In sede di appello, invece, pur non potendosi accertare chi fosse stato materialmente l'assassino, vennero condannati entrambi;  ciò, in quanto si riuscì a dimostrare che, quello che non aveva sparato, era comunque punibile in quanto "complice" dell'omicida.
Però, in quel caso, si trattava di due persone (marito e moglie) che si trovavano entrambe sul luogo del delitto.








iano

#1
Ciao Eutidemo.
Riflettevo sul fatto che quando è impossibile scoprire il colpevole, allora il possibile colpevole è ognuno di noi, perché, se pure non lo siamo, avremmo potuto esserlo.
Cioè, dal punto di vista delle possibilità, non lambrosianamente  intese, siamo tutti gemelli.
Mi chiedo se il modo migliore per scongiurare gli assassinii , compresa la pena di morte, non sia il sentirsi tutti assassini potenziali.
Così di fronte ad un assassinio non dovremmo limitarci a provare sdegno, ma anche sollievo, quando non siamo stati noi , per puro caso.
Così mi chiedo, quando i legislatori scrivono le pene, in che veste si vedono?
Hanno vera  coscienza del fatto che ad essi esse saranno applicate, e perfino quando innocenti?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
E' senz'altro vero che, quando è impossibile scoprire il colpevole, allora il possibile colpevole è ognuno di noi (salvo quelli che hanno un alibi valido); perché, se pure non lo siamo, avremmo potuto esserlo.
Però, nel caso dei gemelli, la faccenda è completamente diversa; ed infatti, in quel caso, il possibile colpevole non "può" essere ognuno di noi, ma "deve" necessariamente essere uno di loro due!
Il guaio è che non siamo in grado di stabilire quale sia; per cui, tecnicamente, pur essendo certi che uno dei due è un assassino, siamo costretti a lasciarli entrambi a piede libero.
E la cosa sarebbe ancora più grave nel caso di un "omicida seriale"!
***
Un saluto! :)
***

iano

#3
È uno di quei classici problemi che non si può affidare all'intelligenza artificiale.
Questo è un caso che può risolvere solo Salomone.
Partiamo dal punto che accettando le leggi accettiamo un sacrificio potenziale, quello di essere puniti come colpevoli seppure innocenti.
Nel caso di un assassino seriale, caso grave, se fossi uno dei due gemelli, quello innocente, metterei in atto questa potenzialità e mi costituirei.
Quindi osserverei come si comporta il gemello.
In alternativa proporrei alla polizia di inscenare la mia colpevolezza., per vedere l'effetto che fa'.
Per smuovere una situazione in stallo occorre introdurre elementi fittizi.
Montalbano direbbe "sfondapiedi".
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo


Ciao Iano. :)
Il gemello colpevole, facendosi  tranquillamente riprendere sul luogo del delitto e lasciando tracce del proprio DNA, secondo me punta sul fatto che gli investigatori non riusciranno mai a capire chi ha ucciso la vittima, cioè, se lui o suo fratello; e, quindi, con probabile "salvezza processuale" di entrambi.
***
Quanto al comportamento del gemello innocente:
- se protesterà la propria innocenza e accuserà l'altro, si verificherà una situazione di "stallo" che, probabilmente, porterà all'assoluzione di entrambi (come accadde nel processo Bebawi);
- se, invece, accuserà se stesso scagionando l'altro, in effetti, il vero colpevole, potrebbe essere preso da qualche scrupolo di coscienza, in quanto si tratta pur sempre di suo fratello.
Ed infatti, un conto è puntare ad una situazione di "stallo" che, probabilmente, porterebbe all'assoluzione di entrambi, e un altro conto, invece, è mandare un fratello in galera al posto proprio.
Per cui il gemello assassino, in tal caso, potrebbe essere effettivamente indotto a costituirsi; a meno che non "mangiasse la foglia", e, quindi, evitasse di cadere nella trappola.
Però, secondo me, tu hai ragione; ed infatti, anche secondo me, varrebbe comunque la pena di provare a farcelo cadere.
Non si sa mai!
***
Un saluto! :)
***


anthonyi

Ciao eutidemo, non so se conosci quell'episodio dell'ispettore Colombo nel quale i sospettati sono due gemelli omozigoti, i quali oltretutto hanno sfruttato la loro somiglianza per costituire alibi. Colombo risolve il dilemma dimostrando che a compiere l'omicidio sono stati tutti e due.
E in effetti questa è certamente un'eventualità significativa, é risaputo che i gemelli omozigoti vivono spesso un rapporto relazionale molto particolare.
Quanto è ragionevole pensare che uno di loro possa pianificare e realizzare un omicidio senza nessuna percezione-interazione-concordia con l'altro?

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Non ho visto quell'episodio dell'ispettore Colombo nel quale i sospettati sono due gemelli omozigoti, i quali avevano appositamente sfruttato la loro somiglianza per precostituirsi un alibi reciproco; però, come giustamente scrivi tu, é noto che i gemelli omozigoti vivono spesso un rapporto relazionale molto particolare, per cui non è affatto irragionevole sospettare che l'omicidio commesso da uno dei due sia stato concordato anche con l'altro.
Tuttavia, in ogni caso, la complicità tra i due va adeguatamente "provata", non essendo sufficiente meramente supporla; e, questo, a prescindere da quanto possa essere "ragionevole" il presumerla.
Ed infatti non si può assolutamente escludere, ai sensi dell'art.533 CPP, che uno di loro possa aver pianificato e realizzato l'omicidio senza nessuna percezione-interazione-concordia con l'altro.
***
Un saluto! :)
***

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