Identità o Soggettività. (un errore di Severino?)

Aperto da green demetr, 17 Aprile 2019, 02:29:22 AM

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green demetr

Ciao Paul, Mauro, Davintro e Menandro.


"Heidegger e Levians se pensano all'essere come nulla" cit Paul


Ma questa è una supposizione di Severino, che si disinteressa del vero problema dell'incontro tra Essere e Cosa, ossia l'uomo.
Infatti Severino si disinteressa dell'uomo, basta ascoltare la sua visione apocalattica della storia.
E' inutile soffermarsi sulla formalità logica Essere e non Essere, visto come niente.
Per me è ovvio che il niente non esiste, è solo un modo di narrare la tragedia della fenomenologia.(su questo siamo d'accordo)
Ma questo narrare è infinitamente più vivo della filosofia tombale e mummificata di Severino.
Per quanto riguarda il nichilismo, ossia questo presumere del niente che finisce nel niente, e di cui solo Severino se ne fa voce, io vorrei ricordare proprio come Heideger, ricordi che la filosofia greca ha indagato la cosa, teknè, ma si sia dimenticata l'uomo.
Il nichilismo è la dimenticanza dell'uomo, ha ragione Mauro a liquidare sommariamente Severino, la sua filosofia è l'ennesimo prodotto della Tecnica.

"Se non fosse così ogni vita particolare sarebbe una verità assoluta e troppe vite reclamerebbero la propria assolutezza." cit Paul


Ma ti rendi conto della cosa orribile che hai scritto? Certo ogni vita, in quanto vita richiede la propria assolutezza! il fascismo di decidere della vita altrui lo lascio a Severino.  :o

"Questa è semplicemente "consapevolezza" perchè ovviamente non piovono dal cielo le verità, ameno che crediamo aquelle rivelate religiose" cit Paul


Non capisco il concetto di verità, rispetto a che? la consapevolezza è invece proprio quella religiosa, non ve ne sono altre. La comunione con Dio.

"Noi confrontiamo esistenza e verità, perchè necessitiamo di un parametro critico che indirizzi i nostri pensieri, i nostri affetti, il nostro cammino."cit Paul

Chi indirizza è il potere, non ciascuna vita.

"Se la metafisica ci raccontasse di una verità, ma la vita non saprebbe coniugarla nella prassi, quella verità sarebbe comunuque sterile, priva di senso "  cit Paul

E' proprio legarla alla prassi (teknè) l'errore mondano della filosofia, che si dimentica dell'uomo, come incontro con Dio. Datore di senso.

"La dialettica fra due domini :mondo dei fatti  e pensiero delle idee è il luogo in cui esistiamo"  cit Paul

Sciocchezze, ogni fatto è solo una interpretazione. (Nietzche)

La dialettica va intesa solo come lotta di classe, lotta di potere.



"L'essenza è modello ideale, archetipico, intelligibile, incorruttibile, in questo senso non può essere il prodotto di una causa efficiente di un'esistenza arbitraria e diveniente che lo precede. L'essenza è possibilità, e ogni possibilità è un'ente logico avente significato trascendentale, che resta tale indipendentemente dalle circostanze contingenti riguardanti il suo corrispettivo esistente" cit Davintro

Ma questo è l'esatto opposto dei traguardi Kantiani.
Kant smonta definitivamente Platone.
Trascendentale non è trascendente!!

"sul superamento dell'identità parmenidea essere-essenza (che continua a valere per Dio, ma non per le sue creature), non implica affatto un'assolutizzazione nichilista del divenire, con tutte le implicazioni teoriche e pratiche (fede in un'onnipotenza della manipolazione tecnica ecc.), la trovo una forzatura ermeneutica"  cit Davintro

Non capisco come possano essere antecedenti Platone e Aristotele, che continuano a pensare l'essenza come essere e quindi come ente.
Sono d'accordo invece sul fatto che l'unico essente che è "essere" è Dio.
Sono d'accordo sulla forzatura ermeneutica come ho già detto a Paul

"Il divenire è conseguenza dell'interazione della molteplicità di enti in relazione fra loro, ma ciò non toglie che le modalità di relazioni discendano pur sempre dall'identità costitutiva di ogni singolo ente, che se da un lato è condizionato dall'azione di un ente esterno, dall'altro preserva un suo livello di immutabile essenza che fissa un limite, oltre il quale alcune possibilità di divenire sulla base delle influenze esterne risultano comunque impossibili, proprio perché contraddittorie con tale essenza." cit Davintro

Questi sono di nuovo Platone e Aristotele che aborro.
Chi decide di cosa una essenza è fatta? Il filosofo re? il filosofo taumaturgo?
Io odio i fascismi.E' più forte di me.
Sono invece d'accordo sul fatto che ciò che chiamiamo divenire è la diversita di relazione degli enti, solo intesi in termini fenomenologici però.
Al bando qualsiasi ontologia.


"Da quel momento (dal "parricidio") l'Essere sarà inteso appunto come ricerca di un fantomatico
"substrato delle cose", ed anche in Heidegger si manterrà tale, individuato prima nel tempo
come "possibilità dell'esser-ci di progettarsi nel futuro", poi, dopo la "svolta", nella
physis."
cit Mauro (0xdeadbeef)

Sono d'accordo sulla tua critica all'ontologia, ma Heideger rovescia completamente Platone e Aristotele.
Chi afferma che Heideger fa lo stesso di Platone, non ha capito nulla sulla centralità del tempo che è rispetto all'uomo, non rispetto l'Essere.
Infatti per Heideger l'uomo è la sua temporalità anzitutto.
Nessuna reminiscenza però, e ditemi se è poco rispetto all'idealizzante mondo ontologico-platonico.
E' la fenomenologia a misura d'uomo, il cardine di Heideger, la cui svolta è proprio nella misura trovata annichilente, distruttiva, della logica del fenomeno.
E' proprio nella fenomenologia il cuore del discorso non affrontato.
Siccome questo è un forum di ontologisti, non mi aspetto molto d'altro invero. Però a volte la vita di ciascuno squarcia la corazza ontologica, e vengono fuori pensieri originali che apprezzo.

Come nell'ondivago Paul

"Come ho scritto o la metafisca aiuta la vita oppure è sterile.
A mio parere è infatti Aristotele a originare il dilemma della Tecnica,(come indica anche Menandro) quando inizia a focalizzare più la prassi che la teoretica.
Forse involontariamente, sposta l'asse filosfico  nelle prassi, che è in divenire, a sua volta contraddicendo la teoertica di Dio." cit Paul

Perfetto!  :D  (per riconciliarci come lo spirito pasquale impone  ;) )

Buona Pasqua a tutti.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione di: green demetr il 21 Aprile 2019, 03:53:02 AM
Non capisco il concetto di verità, rispetto a che? la consapevolezza è invece proprio quella religiosa, non ve ne sono altre. La comunione con Dio.

Sorpresa: come in Severino, "tutti i salmi finiscono in Gloria". Dopo aver tanto menato il cane Metafisico* per l'aia circolare del suo paranoico Essere, e averne visto la frammentazione schizofrenica nei componenti della sua contorta grammatica (Severino glorificante, Heidegger abbandonante), il colpo ad effetto: la Metafisica desnuda, privata di tutti i suoi veli in un battibaleno, mostrandone la noumenica, un tantino oscena, essenzialità: l'Ideologia.

Al can Metafisico piuttosto perplesso si risponde subitamente rivestendo la desnuda del suo abito dualista, cui non basta Dio, ma necesse Satana. Però adeguato alla moda del secolo:

Citazione di: green demetr
E' proprio legarla alla prassi (teknè) l'errore mondano della filosofia, che si dimentica dell'uomo, come incontro con Dio. Datore di senso.

Sistemato il grande satena Teknè, può riprendere lo scodinzolamento. Mi sorprende sempre come sul Dio-Bene ci si siano sempre date botte da orbi tra credenti, mentre sul Satana-Male (del momento) sia più facile ricompattare il gregge. Che forse anche la fede religiosa abbia una sua dialettica (perchè sempre di potere si tratta) negativa ?

Ma l'operazione ideologica non raggiungerebbe la piena plausibilità retorica se, come insegnano i grandi ideologi del potere da Machiavelli a Goebbels, non si rendesse coerente la teoretica con una incontrovertibile verità:

Citazione di: green demetr
Ma allora perchè a mio parere la filosofia fondamentale rimane tale?

Perchè secondo me, il substrato non è l'eterno, ma è la stessa Vita.

cui segue un sacrosanto rafforzamento nella replica ad un malcapitato assist da autorete di paul:

"Se non fosse così ogni vita particolare sarebbe una verità assoluta e troppe vite reclamerebbero la propria assolutezza." cit Paul

Citazione di: green demetrMa ti rendi conto della cosa orribile che hai scritto? Certo ogni vita, in quanto vita richiede la propria assolutezza! il fascismo di decidere della vita altrui lo lascio a Severino.  :o

Chapeau al realismo ideologico del credente che bacchetta impietosamente il Metafisico errante rimasto orbo di Dio.

Il finale è tutto all'insegna della ritrovata armonia nel comune anatema della Tecnica, ben più credibile nel pensiero religioso che in quella frustrante circolarità schizo-paranoica di un Essere (Metafisico) rimasto orfano di Dio, che della Tecnica, per non essere del tutto fuori corso, ancora si deve nutrire.

Che dire ancora ? Buona Pasqua: ancellarmente ve la meritate.


* Metafisica/o perchè altrove esiste pure della buona metafisica, trascendentale immanente, non trascendente.

Vedere nichilismo dappertutto è inevitabile se si fa filosofia dall'oltretomba.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Ciao Green e tutto il forum

Green, non confondere logicamente i pensieri, diversamente ti incasini.

Nella filosofia di Severino, che ha fatto delle regole logiche i principi cardini, è ovvio che l'uomo
sia una conseguenza. Tu invece hai una tua struttura di pensiero per cui l'uomo è al centro del sistema, attenzione perché questo è stata anche la problematica aperta dalla modernità che ci sta comunque portando sull'orlo di un abisso.
Ribadisco che il mio pensiero non coincide con quello di Severino, ma ha ragione sul piano logico.
Allora si tratta di coniugare l'aspetto logico razionale che è una costruzione argomentativa con le esigenze umane: il mondo delle idee con quello della fattualità.

Se la cultura occidentale è più potente delle altre tradizioni culturali esistenti sul pianeta è perché ha scelto un modo culturale di costruire mentalmente( ed è quindi auto condizionante culturalmente), di darsi delle spiegazioni o lasciarne per strade altre.

Il niente non esiste, ma è dentro la nostra cultura: non è nei fatti ,ma è nella nostra mente e questo condiziona sia il modo di pensare che di fare.
Sono d'accordo che sia più viva la fenomenologia, ma siamo tutti vivi(anche Severino) e il problema è quale costruzione filosofica riesca a dare un senso all'esistenza.
Possiamo vedere gli effetti della nostra culturale ,nelle prassi. Oggi l'uomo è importante per dignità esistenziale, si sente positivamente più libero dentro di sé e per il mondo?
Severino, ma non solo, indica delle cause che hanno prodotto questo questi effetti e nonostante la
"meccanosità" della logica dialettica i rapporti logici e le semantiche funzionano.
In altri termini il rapporto metafisico di una verità incontrovertibile che viene contraddetta di fatto dalla nostra cultura si rileva nei modi di essere e di fare dell'uomo occidentale.
Il motivo è l'aver sposato la tecnica come cappello culturale, che da strumento è diventato scopo e ora è indomabile più che mai, non è gestibile e decide il percorso storico su cui è supinamente passivo l'uomo. Nessuno oggi è in grado di dominare la tecnica, la tecnica domina l'uomo .
La tecnica non è un oggetto esterno in noi, è in noi è dentro la tradizione occidentale che deve dominare le altre culture e questo è altamente condizionante per chi ne ha consapevolezza: è il treno del progresso tecnico inarrestabile dove il carbone lo alimentano le scienze contemporane.
Che cosa è l'uomo dentro la tecnica? Una cosa, un ente, perché è stata fattualizzata anche l'essenza umana, l'uomo è lavoro, riproduttore di prole un tempo, è moneta di scambio economico, è negoziazione politica fin dentro la famiglia.
Cosa vuol dire normalità allora per la psicologia, per la scienza? Cosa signifca essere normali, in un sistema che è disumano altamente alienante, ma così furbo e mimetico da farci credere che siamo liberi, dove invece ha ormai condizionato i modi di pensare ,di fare, persino le colpe psicologiche?
La fenomenologia non esce dalla fattualità esisetnziale se non ha un riferimento al livello di una verità incontrovertibile, l'unica che può bloccare la tecnica.Possiamo fare tutte le sedute psicanalitiche e psicoterapeutiche alla Woody Allen,non c'è un essere umano "normale", perché l'uomo adattandosi alal tecnica, come forma culturale mimesi della natura, è diventato altro da sé.
Il reindirizzare culturalmente non possono farlo la politica, l'economia, le scienze, essendo interne alla logica della tecnica: di dominio, di potenza.

"Se non fosse così ogni vita particolare sarebbe una verità assoluta e troppe vite reclamerebbero la propria assolutezza." cit Paul

...e hai frainteso, perché non riesci a comprendere il meccanismo logico.
Se non esiste una verità incontrovertibile, ognuno si sente portatore di una MIA verità, che nonè affatto inferiore alla TUA verità. L'ordine non è logico, perché si è sposata la cultura fattuale, quindi ha ragione chi vince nel dominio fattuale, con la guerra, con l'economia,con la potenza della tecnica.
Non vince la ragione, vincono i rapporti di forza.

C' una consapevolezza che scaturisce da una rivelazione religiosa, a cui le singole persone possono o meno credere. L'altra consapevolezza è logica ed è sul piano argomentativo, dei ragionamenti e conducono o meno ad un origine .
Quì non voglio parlare di Dio, perché la nostra cultura lo lega mentalmente alla fattualità e viene rappresentato come un superman antropomorfo da Disneylan. Non è nel mio concetto mentale.
Sono più intelligenti quelle culture che non lo nominano e neppure lo rappresentano come icone, nelle pitture, nei santini.

Il potere condiziona gli indirizzi, ma il potere non coincide con le esistenze umane singole, e questa è una via di fuga. Possiamo capire come ci condizionano e fare scelte conseguenti.

Se ogni fatto fosse un' 'interpretazione" non c'è scampo, vince il più forte.

La dialettica è l'arte del contendere, la retorica l'arte del persuadere.
La dialettica e retorica sono ovunque, dal confronto come stiamo facendo, dai ragionamenti del pensiero, al mondo fattuale dello scambio politico ed economico.

Sul fatto che Kant smonti Platone è una tua contraddizione, sapendo anche come la pensi.
Questo è appunto uno dei grandi condizionamenti culturali propinato all'intero occidente.
Kant ritenendo che sia la fattualità il luogo veritativo della conoscenza, decide(perchè non è vero che è logica conseguenza) che non si possa, nella dialettica trascendentale, costruire conoscenza nel dominio delle idee. Però la mente dello stesso Kant, aveva postulato degli apriori, vale a dire fuori dal mondo fattuale, fuori dall'esperienza, fuori dal dominio sensibile. E chi li ha messi nella testa di Kant gli apriori? Se la logica, la matematica, la geometria, non appartengono al dominio naturale, e sono le premesse di una mente che sa leggere analogicamente il mondo con gli apriori kantiani, nn fa altro che contraddirsi. O rimaneva empirista alla stregua di Hume, o doveva fare il "salto" e invece inventa il noumeno. Perchè sono gli strumenti mentali aprioristici che permettono la lettura fenomenologica, fenomeno-logica.

L'essenza è la sintassi ,Dio sarebbe semantica. Sono due cose diverse.
L'essenza, la struttura, è la rete logica su cui poggiano le semantiche che quindi unifica sinteticamente le semantiche, le unifica in una regola comune razionale, se è logica.

Se togli l'ontologia, la gnoseologia è un continuo errare per il mondo senza senso e scopo,fatto di domande inevase che rimbalzano, di blocchi emotivi per non aver trovato un senso logico alle cose, una mancanza di relazione fra le cose appaiono e si manifestano e il loro.............essere per quello che sono

Il pensare al tempo dell'Essere in Heidegger è proprio la più grande contraddizione.
Vagli a spiegare fenomenologicamente il rapporto essere ed esistenza, di un bimbo che muore,
di guerre, di odi.Noi percorriamo un tempo e vediamo il "bello e il brutto" e se pensiamo che solo in questo vedere si possa trovare un senso di verità ....questa non è più filosfia


Personalmente è stata prima la politica, poi l'economia e poi la psicologia e infine ,solo infine la filosofia, a chiarire chiavi di letture che sono inspegabili nel dominio della fattualità.
Noi non raccogliamo verità durante l'esistenza, raccogliamo frammenti di verità di quella originaria,
Semmai manca, questo sì, una "nuova" filosofia, che sappia coniugare trasversalmente la metafisica ontologica con 'esistenza e fenomenologia, tenendo conto degli errori ,ma anche di ragionamenti,
di intuizioni importanti di chi ci ha preceduti.
Senza questa nuova filosofia, è difficile smascherare le mimesi culturali che si protraggono nel tempo , che dividono l'umanità nell'esistenza, politicamente, economicamente,culturalmente.
La vita è centrale, ma deve avere regole comuni(essenze) e condivise su caposaldi.
Ma siamo noi, intesi come singole persone o come tutta l'umanità, a decidere il percorso .

Buona Pasqua a te e a tutto al forum

0xdeadbeef

Ma se diciamo: "la problematica aperta dalla modernità ci sta portando sull'orlo di un
abisso" (Paul). Oppure: "il problema è quale costruzione filosofica riesca a dare un senso
all'esistenza" (sempre Paul). Oppure ancora (e in maniera trovo grottesca): "siamo da sempre
e per sempre, nella Gloria, salvi dal nulla" (Severino) tutto il nostro ragionamento è un
ragionamento "tecnico".
O almeno lo è stando alla definizione che lo stesso Severino dà della "tecnica": "il rimedio
che l'uomo escogita allo scopo di rimediare all'angoscia suscitata dal divenire".
Ora, Severino è senza dubbio un grande pensatore (chi ha letto almeno qualcuna delle sue opere
sa di quale mirabile intuito e profondità è capace), però non sfugge alla tentazione antica
che da sempre "minaccia" la filosofia: quella di voler rendersi utile...
Potremmo invero essere sull'orlo di un abisso; potrebbe non esserci affatto un senso dell'
esistenza. E potremmo davvero, tutti noi, non tanto provenire dal nulla per poi al nulla
tornare, ma provenire da un qualcosa (per poi tornarvi) che al nulla è affine...
Certo comprendo bene come sia davvero dura vivere con questa consapevolezza; ma chi l'ha detto
che la filosofia dovrebbe gettarci un salvagente?
Severino non avrebbe potuto limitarsi ad individuare l'origine del nichilismo (cosa che fa con
grandissima acutezza) senza poi proporre pastoni indigeribili come quello che prima riportavo?
Trovate vi sia davvero un senso all'affermare l'illogicità dell'edificazione degli eterni NEL
divenire e, contemporaneamente, affermare l'eternità di ogni istante?
E' come se Severino, appurata l'inefficacia di una cura (quella della metafisica tradizionale),
ne voglia proporre un'altra: in questo, ritengo, consiste il suo non uscire dal recinto della
"tecnica"; il suo "errore" (in quanto non sembra rendersene conto).
Ora, qual'è, se vi è, oggi il senso dell'Essere filosofico?
Per me, francamente, non vi è più alcun senso. Come dicevo, dopo che Aristotele ha introdotto
il divenire ed il molteplice, l'Essere monolitico ed immutabile di Parmenide ha lasciato
campo ad un Essere nel quale veniva ricercata la "sostanza" indiveniente e ciò che vi è di
comune nel molteplice. E questo fino ad Heidegger, nel quale certo va obliandosi il concetto
di "indiveniente" ma rimane ben saldo quello di "sostanza comune nel molteplice" (tant'è che
egli crede di aver individuato l'Essere prima nel tempo, poi nella physis).
La mia personale posizione è (tanto per cambiare...) quella di Kant: "la possibilità logica
del concetto non è la possibilità reale" (a un concetto non necessariamente corrisponde un
oggetto).
saluti e tanti auguri di una Buona e Serena Pasqua

Pio

Ciao a tutti  
La soggettivita dell' uomo moderno è deforme perché separata dal suo senso che non può essere altro che Dio. L'uomo moderno, cioè io, è deforme, sono un mostro deforme perché penso di trovare un senso  alla mia vita guardandomi allo specchio.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

0xdeadbeef

Ciao Pio
In un certo modo posso dire di concordare. In effetti "Dio" è l'unica speranza di poter
trovare un senso alla vita. Ed è patetico cercare di trovarlo appunto "guardandosi allo
specchio", cioè in quell'uomo che la cultura occidentale (ma che ormai è del mondo intero)
ha innalzato a divinità (scoprendone però ben presto e a proprie spese la fallacia e l'inganno).
"Dio" è però solo un'idea, appunto l'idea di Dio, e ad una idea non necessariamente
corrisponde una realtà di fatto (che per me vuol dire: "Dio è solo tenue speranza").
un saluto ed un augurio di Buona Pasqua

viator

Salve Pio. Ben arrivato anche da parte mia. Hai detto bene. Nello specchio ci vediamo deformi, e ciò ci lascia sconcertati ed insoddisfatti. Per cui molti si trovano (giustificatamente dal punto di vista psicologico) costretti a trovar soddisfazione in ciò che non vedranno mai, creandosi allo scopo la convinzione dell'esistenza di un Dio tutto preoccupato dei destini nostri. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

Citazione di: 0xdeadbeef il 21 Aprile 2019, 15:50:14 PM
Ma se diciamo: "la problematica aperta dalla modernità ci sta portando sull'orlo di un
abisso" (Paul). Oppure: "il problema è quale costruzione filosofica riesca a dare un senso
all'esistenza" (sempre Paul). Oppure ancora (e in maniera trovo grottesca): "siamo da sempre
e per sempre, nella Gloria, salvi dal nulla" (Severino) tutto il nostro ragionamento è un
ragionamento "tecnico".
O almeno lo è stando alla definizione che lo stesso Severino dà della "tecnica": "il rimedio
che l'uomo escogita allo scopo di rimediare all'angoscia suscitata dal divenire".
Ora, Severino è senza dubbio un grande pensatore (chi ha letto almeno qualcuna delle sue opere
sa di quale mirabile intuito e profondità è capace), però non sfugge alla tentazione antica
che da sempre "minaccia" la filosofia: quella di voler rendersi utile...
Potremmo invero essere sull'orlo di un abisso; potrebbe non esserci affatto un senso dell'
esistenza. E potremmo davvero, tutti noi, non tanto provenire dal nulla per poi al nulla
tornare, ma provenire da un qualcosa (per poi tornarvi) che al nulla è affine...
Certo comprendo bene come sia davvero dura vivere con questa consapevolezza; ma chi l'ha detto
che la filosofia dovrebbe gettarci un salvagente?
Severino non avrebbe potuto limitarsi ad individuare l'origine del nichilismo (cosa che fa con
grandissima acutezza) senza poi proporre pastoni indigeribili come quello che prima riportavo?
Trovate vi sia davvero un senso all'affermare l'illogicità dell'edificazione degli eterni NEL
divenire e, contemporaneamente, affermare l'eternità di ogni istante?
E' come se Severino, appurata l'inefficacia di una cura (quella della metafisica tradizionale),
ne voglia proporre un'altra: in questo, ritengo, consiste il suo non uscire dal recinto della
"tecnica"; il suo "errore" (in quanto non sembra rendersene conto).
Ora, qual'è, se vi è, oggi il senso dell'Essere filosofico?
Per me, francamente, non vi è più alcun senso. Come dicevo, dopo che Aristotele ha introdotto
il divenire ed il molteplice, l'Essere monolitico ed immutabile di Parmenide ha lasciato
campo ad un Essere nel quale veniva ricercata la "sostanza" indiveniente e ciò che vi è di
comune nel molteplice. E questo fino ad Heidegger, nel quale certo va obliandosi il concetto
di "indiveniente" ma rimane ben saldo quello di "sostanza comune nel molteplice" (tant'è che
egli crede di aver individuato l'Essere prima nel tempo, poi nella physis).
La mia personale posizione è (tanto per cambiare...) quella di Kant: "la possibilità logica
del concetto non è la possibilità reale" (a un concetto non necessariamente corrisponde un
oggetto).
saluti e tanti auguri di una Buona e Serena Pasqua
Ciao Mauro(oxdeadbeef)
se devo dirti l'estrema ratio a cui sono pervenuto la struttura originaria è la coscienza.
Da quì nasce la logica, l'emozioni, il credere, l'argomentare, la stoltezza ,la saggezza,
la oscienza religiosa, la coscienza infelice di hegel, la coscienza marxista, la coscienza psicologica, la coscienza manipolata e manipolabile dalle culture e dai poteri e l'autocoscienza, come esercizio personale critico di una esigenza di ogni singolo umano di "urlare"al mondo, il proprio disagio, difficoltà, maanche momenti di gioia e dolore.
Non credo alla gloria severiniana.E' come dire atendiamo l'apocalisse e poi finalmente magai senza umani ci sarà finalmente pace e quiete.
Ma ogni esistenza è un lasso di tempo troppo veloce in confronto ai tempi universali, terrestri, fisici.E in questo niente di tempo è sacrosanto chiederci cosa ci facciamo e se ha un senso tutto questo.
La filosofia, intesa come "cappello" culturale, ribadisco predispone le educazioni culturali a pensare in u ncerto modo, a cominciare dalle famiglie e dalle scuole e poi il lavoro, la nostra socialità con gli altri, amici, conoscenti.Questo fu il motivo per cui iniziai a studiare filosofia, perchì prima di accettare lo scambio economico, prima della poltica e persino della psciologia, c'è la coscienza, c'è il "mentale"che nesssuno è ingrado di definire ultimativamente, ma che tutti tentano di manipolare, di plagiare,da sempre.
Forse è questo che Green cerca.ma per questo scrivevo tempo fa di un pensiero "forte" necessario e non di un pensiero debole e relativistico.
Il vero problema è come svegliare le coscienze.Perchè ipoteticamente anche se si avesse una verità certa, l'uomo è comunque condizionato nelle scelte in "mille" maniere. La filosofia è agonizzante nel momento in cui le coscienze si abbassano al livello matteriale.Solo quando si è in miseria si diventa consapevoli di concetti che prima non era nemmeno contemplati, anche se preesistevano.
In generale se dai cibo e "circensisis" il popolo è contento.Fagli credere di vivere nei paesi dei balocchi, poi il gatto e la volpe i penseranno loro a spennarlo.La filosofia è politica, e non è una battura, tuto è politica e sempre di più.Per il ruolo prima di tutto dell oscienziato e filosfo in un sistema che ha diviso le conoscenze ruolificandole  prezzolandole, ora più che mai. Poi perchè la massa la governi da sempre nei soliti modi
"..........e l'italia giocava alle carte parlando di calcio nei bar".Pancia piena qualche comfort e la coscienza ridotta a stomaco è a posto.
Oggi è difficlissimo andare oltre questo livello, perchè la scolarizzazione,essendo plagiante culturalmente, meritocratica( direi raccomdocratica...) alleva i piccoli umani ad assecondare il sistema.Chi non è idoneo al sistema è out.
Personalmente sono fra "...........gli ultimi viandanti si ritirararono nelle catacombe, accesero la televisione, e ci mandarono a cagare"

La filosofia e la coscienza sono intimamente connesse

Menandro

Citazione di: 0xdeadbeef il 21 Aprile 2019, 15:50:14 PMMa se diciamo: "la problematica aperta dalla modernità ci sta portando sull'orlo di un abisso" (Paul). Oppure: "il problema è quale costruzione filosofica riesca a dare un senso all'esistenza" (sempre Paul). Oppure ancora (e in maniera trovo grottesca): "siamo da sempre e per sempre, nella Gloria, salvi dal nulla" (Severino) tutto il nostro ragionamento è un ragionamento "tecnico". O almeno lo è stando alla definizione che lo stesso Severino dà della "tecnica": "il rimedio che l'uomo escogita allo scopo di rimediare all'angoscia suscitata dal divenire". Ora, Severino è senza dubbio un grande pensatore (chi ha letto almeno qualcuna delle sue opere sa di quale mirabile intuito e profondità è capace), però non sfugge alla tentazione antica che da sempre "minaccia" la filosofia: quella di voler rendersi utile...

Secondo me sarebbe peggio una filosofia inutile  :) Il "rimedio" c'è comunque, magari sottinteso, quindi tanto vale esplicitarlo, come fece Epicuro, o in maniera diversa Nietzsche.

Citazione di: 0xdeadbeef il 21 Aprile 2019, 15:50:14 PMSeverino non avrebbe potuto limitarsi ad individuare l'origine del nichilismo (cosa che fa con grandissima acutezza) senza poi proporre pastoni indigeribili come quello che prima riportavo? 

Anche io preferisco il primo Severino. Riguardo al suo "rimedio", penso che in fondo non sia poi così consolatorio. Il suo pensiero è rigidamente dominato dalla Necessità, come quello di Parmenide, e mi sembra che l'unico modo di pensare l'eternità dell'essere sia il "pensiero abissale" di Nietzsche, l'eterno ritorno dell'identico. Ma non ho letto il libro in cui parla di questa convergenza. Altrove ho letto che sottolinea delle differenze, che però mi sembrano poco convincenti.

Ipazia

Citazione di: paul11 il 21 Aprile 2019, 13:37:32 PM
Se ogni fatto fosse un' 'interpretazione" non c'è scampo, vince il più forte.

Verissimo. Per Nietzsche il più forte è der Uebermensch, per green è Dio. Dov'è il problema ?  :D

Citazione di: paul11 il 21 Aprile 2019, 13:37:32 PM
Se togli l'ontologia, la gnoseologia è un continuo errare per il mondo senza senso e scopo,fatto di domande inevase che rimbalzano, di blocchi emotivi per non aver trovato un senso logico alle cose, una mancanza di relazione fra le cose appaiono e si manifestano e il loro.............essere per quello che sono

Come sopra. Ontologia e gnoseologia sono quelle brutte cose che ci hanno fatto perdere l'eden: meglio lasciarle ai minus habens fenomenologi. Invece la verità sta nel Tutto, su cui Metafisici e preti si accapigliano per il copyright. Inutile scommettere: i Metafisici, giocando fuoricasa con tifo risibile, hanno già perso.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Ciao Ipazia Paul Mauro Pio Menandro Viator


Ipazia la tua pochezza filosofica è veramente irritante.
Confondere l'ideologia della metafisica falsa della Chiesa, con quella Razionale della tradizione teologica negativa, è un errore da matita rossa.
Se poi secondo te non esiste un problema della tecnica....beh vuol dire che l'intero pensiero novecentesco ha preso un granchio, meno male che si sei tu a darci le dritte giuste. Già dritte che immancabilmente non ci sono.
E' tipico del robot non volersi svegliare dal suo sonno meccanico e profondamente teologale.

"Allora si tratta di coniugare l'aspetto logico razionale che è una costruzione argomentativa con le esigenze umane: il mondo delle idee con quello della fattualità." cit Paul

Ma certo Paul mi pare evidente che debba essere così.
Le esigenze umane e il contraccolpo della fattualità, dovrebbero essere all'ordine del giorno in Filosofia.
Cosa che non è per via delle ideologie dilaganti.
Allora si tratta di dileguare prima quelle ideologie.
E' il contraccolpo fattuale che esilia il filosofo, ossia la fine della università umanista, e la dismissione dell'essere umano. (Proprio pochi giorni fa, l'ordine psichiatrico ha rilasciato al governo un dossier sulla perdita di umanità, come fattore predominante e pericolosissimo della nuova società).
Non rimane che l'attività di piccoli gruppi privati.
Che non vedo. (escluso questa oasi di forum).

"Non vince la ragione, vincono i rapporti di forza." cit Paul

Paul ti rispondo per garbo, ma la logica non è reale, mentre i rapporti di forza si.
La verità, è da sempre la legge ebraica di Abramo: ossia non idolatrare.
Come il talmud ci insegna riguardo la cosa che ha fatto scegliere a Dio lui e non altri.
La mimesi è una forma di idolatria, in fin dei conti.
Dio non ha forma è l'unica verità attingibile dalle religioni primitive.
Per quanto riguarda la fattualità, io non mi sogno di dire che è mimesi.
La fattualità è l'oggetto su cui si piega il soggetto, e cioè si forma.
E' la seconda verità, Dio e la cosa: semplice, semplice.
E' l'identità e la sua presunta logica ad essere la mimesi.

Comunque non è che non capisco cosa stai dicendo, Severino riguardo la tecnica ha capito molto più di altri inserendo il concetto di niente, nientificazione, e altre circoli paranoici.


"Sono più intelligenti quelle culture che non lo nominano e neppure lo rappresentano come icone, nelle pitture, nei santini." cit Paul

Ma certo tra persone intelligenti alla fine ci si capisce. A quello andiamo. :D

"Se ogni fatto fosse un' 'interpretazione" non c'è scampo, vince il più forte." cit Paul

Il fatto che un fatto sia una interpretazione non impedisce ad cerchia di amici, di stabilire i segnavia per il comunitarismo.

Questo per dire che la catena paranoica del "vince il più forte" si può ampiamente superare.

"Perchè sono gli strumenti mentali aprioristici che permettono la lettura fenomenologica, fenomeno-logica." cit Paul

Paul non sono gli strumenti mentali, bensì Dio.
E' l'incontro tra il trascendentale, ossia il conosciuto del soggetto.
Ossia, in sè, il soggetto, e le idee apriori, ossia divine.
Non ha alcun senso porre una fantomatica Ragione, Kant ha fallito.
Nemmeno la sua presunta soluzione ossia di una ragione estetica, varrebbe come sostituto rispetto agli infiniti sensi che Dio dà.
Pensare a Dio come una Estetica è questo l'errore di Kant.
Ma ripeto il punto è proprio quello, il soggetto non è l'identità, il soggetto si forma, non si dà come ente puro, o eterno etc....

"L'essenza è la sintassi ,Dio sarebbe semantica. Sono due cose diverse.
L'essenza, la struttura, è la rete logica su cui poggiano le semantiche che quindi unifica sinteticamente le semantiche, le unifica in una regola comune razionale, se è logica." cit Paul

Concordo, e continuo a notare un certo ondivagare da parte tua.
Prima infatti parlavi di mentale, ora correttamente di Dio, come datore di senso. Il parallelo con la semantica mi convince.Ottimo

"Se togli l'ontologia, la gnoseologia è un continuo errare per il mondo senza senso e scopo,fatto di domande inevase che rimbalzano, di blocchi emotivi per non aver trovato un senso logico alle cose, una mancanza di relazione fra le cose appaiono e si manifestano e il loro.............essere per quello che sono" cit Paul

Non sono d'accordo Paul, non esiste una semantica, ma infinite semantiche.
E ovviamente infinite sintassi, che se vuoi possiamo correlare alla gnoseologia.
Io non credo che possa esistere una sorta di semiosi definitiva. (ma su questo tu e davintro potete indagare proficuamente: è comunque una delle possibile semantiche). Piuttosto che parlare di ontologia dico.

"Vagli a spiegare fenomenologicamente il rapporto essere ed esistenza, di un bimbo che muore,
di guerre, di odi" cit Paul

Ma Heideger è ateo, figurati se gli interessa la teodicea. Almeno credo.  :P

"La vita è centrale, ma deve avere regole comuni(essenze) e condivise su caposaldi.
Ma siamo noi, intesi come singole persone o come tutta l'umanità, a decidere il percorso ."  cit Paul

Certo, va da sè che la semantica filosofica, deve ragionare non dire idiozie.
Ma questo lo dò per scontato, o non se ne esce più.

Mauro si sono d'accordo con tutto. Infatti che Dio "sia" è una presunzione, non una certezza. 

"Ciao a tutti  
La soggettivita dell' uomo moderno è deforme perché separata dal suo senso che non può essere altro che Dio. L'uomo moderno, cioè io, è deforme, sono un mostro deforme perché penso di trovare un senso  alla mia vita guardandomi allo specchio." cit Pio

Anzitutto benvenuto.
Stringato ma eccellente, è esattamente questo il senso della mia intuizione da cui il 3d. Complimenti!
Bellissimo l'io che si guarda allo specchio per trovarsi deformato, alienato come in un racconto di Pirandello.


"Per cui molti si trovano (giustificatamente dal punto di vista psicologico) costretti a trovar soddisfazione in ciò che non vedranno mai, creandosi allo scopo la convinzione dell'esistenza di un Dio tutto preoccupato dei destini nostri." cit Viator

Si concordo, anche se poi non dovrebbe mancare mai la parte critica.  ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione
Citazione di: green demetr il 22 Aprile 2019, 02:41:30 AM

Ipazia la tua pochezza filosofica è veramente irritante.

Di fronte alla moltezza ideologica, certamente, e perfino me ne compiaccio. 

Citazione
Confondere l'ideologia della metafisica falsa della Chiesa, con quella Razionale della tradizione teologica negativa, è un errore da matita rossa.
Se poi secondo te non esiste un problema della tecnica....beh vuol dire che l'intero pensiero novecentesco ha preso un granchio, meno male che si sei tu a darci le dritte giuste. Già dritte che immancabilmente non ci sono.

La più antica tecno-logia falsificante è quella teologica, razionale sicuramente, pro domo sua. Mi pare che anche il "Maestro" abbia detto qualcosa a tal proposito. 

Che la filosofia, nella sua veste tecno-logica abbia individuato il male altrove da sé non stupisce per nulla essendo essa il prodotto di un millenario ancellaggio dómini e domíni. Ma dei suoi libri sacri evidentemente non ha ancora assimilato la parabola della pagliuzza e della trave.

La Tecnica, demone dell'intera intelligentsia moderna, nasce con la ruota, buona per portare viveri e soldati, vita e morte. Il che, metafisicamente, dà sommatoria nulla, che la patametafisica realizza ideologicamente in nichilismo. Et voilà: il demonio é bello che confezionato. 

Nel mentre si lancia la crociata, si passa sottotraccia la macchina tecno-logica paranoica che la muove, che coniugando la sua specifica tekné imbonitrice con un logos apocalittico trova la sua catartica palingenesi nei corpi dilaniati di altre parrocchie religiose. E mentre tutto questo accade ci si ostina a cercare Satana nelle celle di silicio. Per dirla con un filosofo di altra sponda apocalittica: l'imbecillità é una cosa seria ! 

Citazione
E' tipico del robot non volersi svegliare dal suo sonno meccanico e profondamente teologale.

È tipico degli ideologi lo spregio dei propri avversari. Nessun problema: il Kulturkampf ormai è millenario. 
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Ipazia avversario proprio no.
Sai che me ne frega se uno vuole rimanere robot: che ci rimanga.
Ma quale kulturkampf! E' invece proprio il contrario, che chi dà opinioni diverse da quelle della ideologia imperante, viene chiamato sistematicamente fascista. Sveglia! Ascoltati qualche video di Fusaro. Io non ciò voglia di spendere tempo su queste cose.
In merito:
Guarda ti ripeto che in questa discussione la religione non c'entra assolutamente niente.

Per quanto riguarda la pata-metafisica, sono in parte d'accordo, ma solo per autori minori, o per i primi novecenteschi come Scheler che forse hanno iniziato un modo di fare filosofia esistenzialista, che si contrapponeva ai nuovi neopositivismi.

Per quanto riguarda Heideger e Severino invece la questione è meramente analitica, un semplice prender coscienza dei rapporti di forza tra uomo e il prodotto delle sue scienze.
Basterebbe pensare alla bomba atomica. O alle armi a gas. Se proprio non si riesce a capirne il mero rapporto astratto.  ::)


Ma poi perchè tutta sta invettiva? Mah, mi risulta nuova oltre che indigesta. Voi robot dovete solo subire, niente ribellione  ;D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

#28
Citazione di: green demetr il 22 Aprile 2019, 22:58:34 PM

Per quanto riguarda Heideger e Severino invece la questione è meramente analitica, un semplice prender coscienza dei rapporti di forza tra uomo e il prodotto delle sue scienze.
Basterebbe pensare alla bomba atomica. O alle armi a gas. Se proprio non si riesce a capirne il mero rapporto astratto.  ::)


Forse l'analitica deve andare un tantino più a fondo delle fenomenologie negative cherry picking. Con l'atomo si fanno bombe, ma si curano malattie "incurabili". La tecnologia ha cambiato anche la pace, non solo la guerra. Il prodotto della scienza è sempre più potente, ma opera al di qua del bene e del male, che siamo noi ad aggiungere. Esso favorisce i "fascisti", ma anche gli "antifascisti" che lo sanno usare. Dice niente la guerra intorno alla gestione della rete ?

Robot un corno. Se era per voi Metafisici saremmo ancora a consumare la vita lavando gli indumenti e tessendoli a mano, portando sacchi di legna e carbone sulle spalle, zappando. Analiticamente se ne troverebbero mille altre, dalla medicina all'agricoltura, industria, mobilità, di situazioni risolte dalla tecnica per una vita più vivibile. La tecnica ha sviluppato automezzi inquinanti e biciclette sempre più tecnologiche: sta a noi decidere come muoverci. Non lo decide la Tecnica. Ma forse non siete in grado di capire il mero rapporto concreto. E questo finisce col pregiudicare anche la valutazione del rapporto astratto. Laddove scambiate per tecnica quello che è religione/ideologia. Come nell'economia capitalistica.
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pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Citazione di: Ipazia il 21 Aprile 2019, 20:25:32 PM
Citazione di: paul11 il 21 Aprile 2019, 13:37:32 PM
Se ogni fatto fosse un' 'interpretazione" non c'è scampo, vince il più forte.

Verissimo. Per Nietzsche il più forte è der Uebermensch, per green è Dio. Dov'è il problema ?  :D
C' è una gran bella differenza, che l'ontologia e la gnoseologia di Nietzsche non costruisce fondamenti sociali, Nietzsche parla al singolo al solitario, mentre Dio, piaccia o no, fonda una comunità.E che una marxista non lo capisca.......
Chissà perchè fra tutti  i filosofi Marx sceglie Hegel, basta capire la gnoseologia di quest'ultimo .

Noi siamo intrisi di ontologie e gnoseologie, necessita a qualunque cultura per istituire appunto una condivisone sociale.
A meno che siamo nostalgici del pitecantropo

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