Identità o Soggettività. (un errore di Severino?)

Aperto da green demetr, 17 Aprile 2019, 02:29:22 AM

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odradek

a Green Demeter

citazione :
Non abbiamo gli stessi interessi, perchè dovrei soffermarmi alle sue provocazioni sulla psicanalisi?

Abbiamo gli stessi interessi.
Non ti devi soffermare sulle mie provocazioni.  Ti devi "soffermare" sul non attribuire posizioni che altri mai hanno esplicitato; se altri in quel momento (invece che lasciar perdere come avrebbero fatto normalmente) son già per conto loro irritati (gatto su tastiera, bicchiere caduto, non trovo la penna) ecco le polemiche.

citazione :
In sintesi mi pare le nostre posizioni siano inevitabilmente contrarie, e che una discussione sia possibile solo laddove vi sia un andare oltre alcune assiomatiche su cui mi pare lei sta insistendo.

Si e no. Il problema è la diversa concezione di inconscio che abbiamo; leggendo continui riferimenti (e spiegazioni riferentesi ) a Freud ed all'inconscio (nella di lui concezione o in quella lacaniana estesa) bisognerebbe prima spazzare via qualsiasi interpretazione psicoanalitica che giustifichino considerazioni sociali e tanto meno filosofiche.

citazione :
Se poi le ha qualche idea sul rocchetto (io non l'ho capita ancora questa questione lacaniana)

il rocchetto non è un rocchetto ma Odradek (lui, non io), che non è solo un rocchetto. Ci sono i fili anche,  ci sono arti quasi spaiati (aiutino ermeneutico...sì, continuo a giocare).
Odradek (lui, non io) ed il Principe Homburg sono le "confutazioni" (nel passato e nel presente ) del concetto di inconscio freudiano-confutazione artistica si intende; esiste anche un altra confutazione (di gran fascino nelle conversazioni orali e di sicurissima presa) che prende le mosse dall'antico egitto ed arriva sino alla tragedia greca. Ma non possiamo discuterne qua, siamo fuori tema; prima o poi sicurissimamente capiterà.

Dell'inconscio freudianamente inteso, esiste anche una confutazione da parte delle neuroscienze ma quelle lasciamole perdere che mi dan fastidio solo a nominarle.  Non capisco a mia volta come questa possa essere una "questione lacaniana". Ma non possiamo discuterne qua, siamo fuori tema; prima o poi sicurissimamente capiterà.

citazione :
se giudica la analisi non validabile a livello terapeutico, non si preoccupi, la legge italiana già oggi prevede che l'analista debba essere un medico.
Una barbarie (una delle tante) del nostro povero paese.

Ho detto quasi l'esatto contrario. Io ho detto che i successi terapeutici del metodo psicanalitico ( non ponendo il fatto che ci sono più scuole psicanalitiche che filosofiche, ed assumendo come valido che il metodo psicoanalitico abbia una percentuale rilevante di "guarigioni" ) non giustificano i suoi (della psicoanalisi) assunti teorici. Giustificare gli assunti teorici della psicoanalisi in base ai successi terapeutici è inconsistente. 
Sono convinto anch'io che sia inutile che uno psicanalista sia anche medico, ma per me è valido anche il contrario, ovvero che è inutile che un medico sia uno psicanalista e non mi pare la stessa posizione.
Ma purancoio apprezzo il Nietzche delirante; chissà cosa ne avrebbe pensato Sigmund Freud del nostro Nietzche delirante. Sarebbe ben spassosa un operazione "Mosè" o "Piuma di Leonardo" (note performance freudiane) effettuata su Nietzche.
Riesci ad immaginarlo ?

green demetr

x Ipazia e Odraek

x Ipazia

La questione del doppio.
Il doppio del doppio, il doppelganger, tutti temi ad altissimo tasso filosofico.
Riassumo, la psicanalisi nega il doppio del doppio, essendo quello esattamente la metafisica, ossia nella sua essenza la sua idea positiva teologale. (Italian Critical Theory anche).
Autori teologali come Peirce e il medievale P.Uccello, citato da Peirce stesso, consigliano di evitare un ragionamento sul nome del nome, perchè avrebbe una logica regressiva infinita. Infatti il nome del nome, non è forse il nome "del nome del nome"?
Territorio da me ancora da indagare.

"Complimenti a Ipazia" e "Ancora sulla gerachia (teologia politica, schmit etc..)"
Nella mia riflessione Dio non è un fantasma, altrimenti è di nuovo metafisica 1.0, e anzi ne approfitto per complimentarmi con te, infatti hai capito benissimo quale è l'errore della tradizione metafisica.
Nella mia riflessione Dio è la negatività, ossia una dimensione che trascende il soggetto. La faccio coincidere psicanaliticamente con il desiderio.
Ora se il desiderio teologale, è quello imperialista gerarchizzante, ovviamente non va bene. La psicanalisi lo chiama giustamente discorso paranoico.
E infatti i ricchi sono paranoici a dei livelli insensati.
Si sentono costantemente minacciati, e aumentano il laccio morale, tramite l'aumento del tasso di sfruttamento come molto bene dici tu.
Secondo me i temi sono molto legati. Non a caso Lacan era un marxista.
(Nietzche ci era già arrivato in umano troppo umano).


La mia angolatura sul mondo a cavallo tra Nietzche e Lacan.
L'analisi nicciana, non riguarda il trascendente, bensì la genealogia morale.
Ossia come una morale si forma. Quali i pregi, quali i difetti.
L'originario è una questione del soggetto, e non della sua politica.
Non rispetto alla sua identità, ma rispetto ai suoi desideri.
Il desiderio non è un discorso, anche se ovviamente esiste il discorso sul desiderio.
La vita è correlata al desiderio, e al sintomo ossia appunto il discorso del desiderio.
Sostanzialmente la morale vera si deve basare sulla analisi dei nostri sintomi.
(per disvelarne l'ideologia, questo fa nietzche)
Sinceramente mi sembra siamo lontani anni luce da queste analisi nel mondo accademico sopratutto.

Fenomenologia Heidegeriana en passant.
L'analitica Heidegeriana, l'unica che tenti di dare un fondamento ontologico, non può che sfociare nella metafisica, o fenomenologia. Questione complessa.

Per una fenomenologia hegelo-lacaniana. (spunti sparsi)
Non esiste una ontologia fondamentale, perchè sarebbe solo un sintomo.
La fondazione per me è solo la morte, il grund hegeliano, ossia i ruderi di ciò che rimane del tentativo fondante, ossia il tentativo del soggetto di diventare identità.
Non si dà mai identità, non esiste mai A=A
La fenomenologia è piuttosto la spirale, ossia quel tentativo a cerchi sempre più concetrici, che tende al punto di una identità. (abissale)
Ma è una spirale infinita.
Lacan arrivò a postulare la necessità di nuove forme geometriche.
Come la bottiglia toroidale, etc...etc...
Siamo anni luce dall'indagare questa TOPOLOGIA.
Non so se in questo forum ne ho mai parlato.
D'altronde a me del fondamento non interessa gran che, mi interessa la vita.

Un'etica accettabile?
La razionalità trascendentale come nuova forma dell'etica trascendente.
Certo la razionalità come trascendenza e il logos come Dio vivente.
I greci ne sono imbevuti prima che arrivassero i pontificatori Platone e Aristotele.
Bisogna aspettare Kant per riprendere le fila.
Sono d'accordo Ipazia!



x Odraek

ciao odraek il tema del rocchetto io lo conosco tramite lacan, che come sai legge testi filosofici e letterari, ma siccome risale a letture fatte 20 anni fa non  ricordo nemmeno più quale era il punto.
Speriamo ci sia modo di approfondire/chiarire, anche senza lacan.
Nella mia ricerca non è più saltato fuori.


Fondamenti della psicoanalisi.
Tu dici che bisognerebbe trovare i principi positivi rispetto alla pretesa scienza psicologica.
Ma lo sanno tutti, che non esistono, che la psicanalisi è emersa grazie al particolare impegno e maniacalità di controllo di Freud.
Una volta presa la sua strada, e grazie al contributo di Jones, essa ha avuto fortuna anche in America.
Si tratta di una lobby, una come tante altre, con i suoi motivi politici latenti, e a volte nemmeno tanto.
La questione freudiana richiama ognuno e magari un giorno ciascuno a trovare i suoi tic, riti, compulsioni, isterie, etc...etc....
Si tratta di questione singolari, non di questioni universali.
E' ovvio che lobbisticamente parlando essi si appiattiscano sulle posizioni delle nuove lobby sul controllo del pensiero. Prima la psichiatria e oggi finalmente le neuroscienze.
Sai quante conferenze di psichiatri ho ascoltato, in cui implorano la collaborazione con le neuoroscienze.
Oggi si tratta solo di pillole.


La questione psicanalitica nella visione lacaniana (Cosa mi interessa)
La questione psicanalitica risponde alla volontà di ognuno di guardarsi dentro e di rispondere a quelle ipotesi, che la psicanalisi fornisce riguardo la propria sintomatologia.
Qualcuno parla di truffa (Onfray).
Ma di fatto, se presa nella sua accezione non politicizzata, a me pare che contenga tutti i temi della contemporaneità, ossia dal soggetto, alla politica stessa.
(quantomeno un confronto con essa è imprescindibile, dunque) Lacan in particolare è un pieno di tesori.
Ma anche Freud, che crea termini nuovi, tutti suoi e solo suoi. Come il concetto di Angst.

L'inconscio bistrattato.
Argomento inconscio: inconscio lo uso come termine generico, di fatto non ha senso usarlo come se fosse universale, è una premessa che non faccio mai, per evitare di rendere il discorso ancora più pesante di quello che è.
E' il soggetto che presume vi sia un inconcio. Di fatto è la questione stessa del soggetto e della sua formazione, se vogliamo della sua fenomenologia.
Che il soggetto sia presunto è ovvio, deve presumersi, per iniziare il discorso.

Ancora su Nietzche.
Questo de-sogettivazione, è uno dei temi di Nietzche.
Che incita a non rimanere mai fermi sulle proprie posizioni.
Solo in un moto continuo noi scopriamo chi siamo davvero.
Una continua sottrazione al proprio essere soggettivizzati.
Parole molto belle quelle di Nietzche che si scontrano con il principio di realtà. Ossia con le resistenza del bios, e delle sue strategie ideologiche conservative (se vogliamo qui possiamo iscrivere anche le tesi evoluzioniste).
E' per questo che secondo me il tema di Nietzche principale è il disvelamento delle categorie protettive, ossia l'ideologia.
E' lui per primo (insieme a tutti i moralisti francesi, ma con una capacità di sintesi prodigiosa) a indicare la via. A mostrare il mortifero che ci abita (a partire dal cristianesimo) a illustrare i fantasmi mortiferi.
A liberarci materialmente da noi stessi.

infine
Solo spunti. il discorso su Nietzche è assai complesso (e in questi ultimi anni sto sviando sulle religioni, con cui credo però è necessario confrontarsi).
Spero di aver dato qualche folata di idee, qualche pensiero.

Non chiedo a nessuno di fare la stessa strada, ma almeno di essermi di compagnia ;) in questo sono contento che tu veda una possibile visione comune. (d'altronde alcuni distinguo che hai fatto nel 3d "ontologico" me lo stanno facendo vedere).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

odradek

a Green Demeter.

I nostri modi di argomentare, la nostra maniera di esporre enunciati, non potrebbero esser più diversi, in quanto io ho un decimo dell' "entusiasmo" che traspare dalle tue affermazioni.
E' una cosa che riguarda il temperamento ed altre cose che una persona "prova", quindi ci si può far nulla se non conviverci (convivere nel senso di continuare a discorrere, a noi qua interessa quello).
Io invece sto ad entusiamo zero, ho dovuto\voluto cambiare "impostazione mentale" tante di quelle volte che ormai non do più molto valore a quel che mi passa per la testa; tra qualche anno sarà sicuramente tutto diverso, ma sicuramente, ininfluente come ora.

Le cose che dici però, hanno un certo valore (non per quel che significano, non avrei nulla da dirti in quel caso) ma per quel che prefigurano; quindi, secondo me, c'è qualcosa di "buono" ("buono" non significa altro che "vedere", da parte mia, "qualcosa" che si muove verso "direzioni" -direzioni che aprano ad altre direzioni ancora- che valuto come correttamente orientate ), ma è ancora "intrappolato" nella "impalcatura" freudiana su cui "salti" di palo in asse, che non significa di palo in frasca -è tutto sufficentemente ordinato in maniera logica il tuo discorso- ma una cosa diversa.

Non possiamo ancora "far discorsi" però, perchè non ci siamo chiariti su tantissimi punti e quindi son costretto a citarti frase per frase per chiarirci precisamente uno con l'altro e poi potremo "fare" i nostri discorsi, se ce ne saran da "fare".
Nei pre-discorsi, salto tutti i convenevoli e vado diretto a quel che penso; fallo anche tu che siamo entrambi adulti di buon senso (forse; che vale per entrambi). Risparmiamo pure un sacco di parole.
Quindi, si dia inizio al grooming...

cit: Autori teologali come Peirce e il medievale P.Uccello, citato da Peirce stesso.....

Stai perdendo tempo; non si studia filosofia se non per "impadronirisi" della poca terminologia non fumosa che ha prodotto in svariati secoli; se vuoi leggere ed interpretare i tarocchi, almeno le carte devi conoscerle siamo d'accordo, e quindi "qualcosina" la si deve leggere; si deve invece leggere la letteratura, si indaga l'espressione artistica, si legge quel che scrivono i giornali e le riviste, si ascolta quel che dice la gente, le persone e gli individui -"cose" diverse una dall'altra-, si indagano i mezzi di produzione, i rapporti sociali e la loro storia, si guarda cosa fa e cosa non fa (e cosa ha fatto e non ha fatto sopratutto) la "scienza" e la "politica"; si studia la storia delle idee e come si incarnano in ideologie supportanti i rapporti sociali ed il proceso di individuazione delle persone. (individui-persone-gente-, un altro dei tanti "cerchi" o "triangolazioni".
Il cerchio ed il triangolo.
Se leggi filosofia non fai filosofia, la leggi e basta.
Non hai-abbiamo (da qui in poi è sottinteso) bisogno di preti -forse, non lo abbiamo ancora stabilito- ma hai bisogno di carte aggiornate, non quelle di Piri Reis e nemmeno quelle di Mercatore.
Non hai bisogno di impalcature che riempiano lo spazio ma hai uno  spazio da riempire con linee di pensiero che congiungano punti distanti. (questa è "carina" perchè non è "mia", come tutto quello di "carino" che leggerai da me)

cit : E infatti i ricchi sono paranoici a dei livelli insensati.
Si sentono costantemente minacciati, e aumentano il laccio morale, tramite l'aumento del tasso di sfruttamento come molto bene dici tu.

No. I ricchi stanno benissimo, non sono paranoici e se la godono alla grande.
Il tasso di sfruttamento non lo decidono i ricchi. Il laccio morale non lo aumentano i ricchi.
 
L'allucinazione, (non il sistema, l'allucinazione) "neo-capitalistica", aumenta il tasso di sfruttamento, non i "ricchi".
Non esistono i ricchi, esistono i privilegiati; niente ricchi: esistono solo individui più o meno privilegiati.
 
I privilegiati sono il "portato" di qualsiasi organizzazione sociale. Della serie : ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Non mi ricordo chi diceva grossomodo: "noi non condanniamo il capitalismo perchè produce disuguaglianza, noi condanniamo il capitalismo perchè produce un essere umano degradato", ma diceva una cosa verissima, fatto salvo il concetto di lotta di classe, ovviamente.

Il laccio morale invece non è stato affatto "stretto".
Anzi, l'"energia" del neo-capitalismo ha sciolto i lacci della morale: le questioni di gender, la "trasformazione" (fisica, incarnata, "chirurgizzata" prima, e da qui in poi chirurgizzata e "cibernetizzata" - ora, è più facile e "utile" infatti applicare la macchina all'uomo, che l'uomo alla macchina; l'uomo era applicato alla macchina nel "vecchio" capitalismo), sono forze liberate "ideologicamente" dal neo-capitalismo, prima non c'erano -o non erano "evidenti" ? o erano "represse" (?)-; se adesso ci sono, non è perchè costituiscano "progresso" (comunemente inteso) o "liberazione" (sebbene significhino anche quello); costituiscono "forze liberate" dalla struttura economica sottostante le trasformazioni sociali; forze liberate dal neo-capitalismo; forze che assumono le "forme" che etc.etc...
I "ricchi" stan benissimo, lo sono sempre stati, e sempre lo saranno. I privilegiati pure. 
Già troppo lungo. A poi.

green demetr

Il rocchetto è quell'iniziale trauma che dall'infanzia slitta il suo filo infinito, a noi riavvolgerlo per capirne le istanze di partenza, le sue genealogie. (non era così difficile da capire  :P)

Che il ricco stia bene, è una idea del povero.
Non ho mai conosciuto un ricco felice, semplicemente perchè la condizione dell'uomo è quella della sofferenza: chiuso nel laccio delle sue illusioni. che lo fanno girare a vuoto, in un loop infinito (si dice paranoia).
Per attingere all'acqua  della vita serve un ripensamento della relazione con l'altro, più che con l'Altro, inteso come Dio, Legge etc...

I temi sono da sempre quelli, ossia le premesse, la filosofia ha un compito gravoso davanti a sè.

Il capitalismo dà oppurtunità alle idee liberali di diffondersi, certo, questo è innegabile. Il compito di un pensiero progressista, di sinistra dovrebbe essere quello di rendersi conto, del perché esso non lo permetta mai.
(ossia appunto il problema della gerarchizzazione, della teologia politica, temi attualissimi, e insieme inattuali rispetto alle linee poco sopra da me sottolineate, e che continuerò a dire fino in fondo).


Buone vacanze a tutti (quelli che se lo possono permettere)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

viator

Salve Green Demetr. A proposito di "Il compito di un pensiero progressista, di sinistra dovrebbe essere quello di rendersi conto, del perché esso non (lo) permetta mai (la spontame, sregolata, "selvaggia"  diffusione delle idee)" la ragione, secondo me, è abbastanza trasparente.

Anzitutto il concetto di "progressismo" che sembra brevettato dall'ideologia di sinistra.
In natura e nel capitalismo non esiste il concetto di progresso ma solo quelli di dinamismo  e cambiamento.

Progredire significa "andare avanti avvicinandosi ad una meta" (altrimenti si parlerebbe di "muoversi" o di "andare a zonzo" o "girare intorno".
La natura non ha mete che non coincidano semplicemente la propria sopravvivenza.
Il capitalismo-liberismo non ha mete dal momento che si limita a proclamare "chi si ferma è perduto".

E' la sinistra che si è data una certa meta (l'ugualitarismo) e che quindi può giustamente rivendicare il brevetto di tale parola (che i semplici e gli stolti trovano tanto luminosa mentre invece è del tutto priva di significato nei confronti della condizione esistenziale umana.

Una volta che la sinistra instauri la dottrina del progresso, ovvio che deve anche creare tutta una serie di tabù nei confronti di ideologie che propongono mete diverse o nessuna meta, altrimenti i suo adepti potrebbero venir fuorviati da "progressi" finti perchè diversi da quelli dei profeti del socialismo e del comunismo.

Quindi la sinistra è sempre stata costretta a limitare la libertà mentale dei propri adepti, non lo trovi ovvio ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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