I sentimenti sono in realtà giudizi istintivi?

Aperto da Socrate78, 25 Aprile 2019, 21:04:33 PM

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Socrate78

Normalmente si tende a separare, nella riflessione comune, la ragione dal sentimento, quasi come se i due ambiti fossero decisamente distinti e con pochi elementi in comune. Io non credo però sia così e vi spiego il perché. Quando proviamo un sentimento, noi in realtà non stiamo semplicemente provando qualcosa, ma proviamo qualcosa perché abbiamo fatto una valutazione istintiva, se il giudizio istintivo è positivo il sentimento sarà di gioia o addirittura euforia, se invece la valutazione (anche sommaria) è negativa il sentimento sarà negativo, proveremo sconforto, paura, angoscia, persino disperazione. Ma il giudizio appartiene alla ragione, quindi anche il sentimento non è altro se non il risultato di un ragionamento particolarmente immediato, che però si può riassumere così: "Se si verificano queste condizioni, allora la situazione è bella/brutta, quindi provo gioia/dolore". Come vedete, vi è tutto un ragionamento dietro che condiziona le emozioni che proviamo, quindi è errato separare ragione e sentimento.  La scelta tra il seguire il "cuore" (sentimento) o la ragione è quindi malposta, poiché anche quando ci sembra di seguire il sentimento in realtà non facciamo altro che obbedire al cervello, che prima valuta e poi ci impone le sue reazioni, spesso e volentieri ingannandoci. Il segreto quindi per essere più liberi è proprio quello di porsi davanti alla realtà in una posizione non giudicante, così evitiamo quei pregiudizi da cui derivano una parte molto consistente di emozioni negative, come ansia, angoscia, pessimismo. Secondo voi la mia analisi della dinamica dei rapporti tra ragione e sentimento è corretta? Avete mai riflettuto sul fatto che dietro ai sentimenti vi è spesso un giudizio molto sommario che però condiziona la nostra psiche?

viator

Salve Socrate78. Leggo che parli di valutazione istintiva accostando poi ad essa il ragionamento.
Cioè l'istinto risulterebbe sempre in accordo con la ragione all'interno delle nostre scelte emozional-sentimentali. Capisco bene ? Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

#2
Citazione di: Socrate78 il 25 Aprile 2019, 21:04:33 PM
Normalmente si tende a separare, nella riflessione comune, la ragione dal sentimento, quasi come se i due ambiti fossero decisamente distinti e con pochi elementi in comune. Io non credo però sia così e vi spiego il perché. Quando proviamo un sentimento, noi in realtà non stiamo semplicemente provando qualcosa, ma proviamo qualcosa perché abbiamo fatto una valutazione istintiva, se il giudizio istintivo è positivo il sentimento sarà di gioia o addirittura euforia, se invece la valutazione (anche sommaria) è negativa il sentimento sarà negativo, proveremo sconforto, paura, angoscia, persino disperazione. Ma il giudizio appartiene alla ragione, quindi anche il sentimento non è altro se non il risultato di un ragionamento particolarmente immediato, che però si può riassumere così: "Se si verificano queste condizioni, allora la situazione è bella/brutta, quindi provo gioia/dolore". Come vedete, vi è tutto un ragionamento dietro che condiziona le emozioni che proviamo, quindi è errato separare ragione e sentimento.  La scelta tra il seguire il "cuore" (sentimento) o la ragione è quindi malposta, poiché anche quando ci sembra di seguire il sentimento in realtà non facciamo altro che obbedire al cervello, che prima valuta e poi ci impone le sue reazioni, spesso e volentieri ingannandoci. Il segreto quindi per essere più liberi è proprio quello di porsi davanti alla realtà in una posizione non giudicante, così evitiamo quei pregiudizi da cui derivano una parte molto consistente di emozioni negative, come ansia, angoscia, pessimismo. Secondo voi la mia analisi della dinamica dei rapporti tra ragione e sentimento è corretta? Avete mai riflettuto sul fatto che dietro ai sentimenti vi è spesso un giudizio molto sommario che però condiziona la nostra psiche?
A parere di Kant "Critica della ragion pratica" il tuo esempio.forse, è da inquadrare nell'"imperativo ipotetico".
Dalla passione nasce un desiderio e la ragione studia la strategia migliore per raggiungere lo scopo, oppure desistere.
Quindi lo schema sarebbe  : SE(passione)ALLORA (ragione)

Bisognerebbe invece capire cosa intendi per "giudizio".Se implicasse una morale, sempre facendo esempio  il pensiero kantiano, passeremmo
all' imperativo categorico

Ipazia

Nella basilare relazione madre-figlio direi che il rapporto, salvo patologie, si instaura fin dalla nascita in maniera totalmente istintiva senza alcun giudizio consapevole o inconsapevole di mezzo. Nella relazione sentimentale tra soggetti adulti tutta la psiche viene coinvolta, nei suoi aspetti razionali ed emotivi. Ma alla fine è il feeling la cartina di tornasole sì-no. Determinato da cosa ? Chissà !
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

acquario69

Citazione di: Ipazia il 25 Aprile 2019, 22:37:28 PM
 Ma alla fine è il feeling la cartina di tornasole sì-no. Determinato da cosa ? Chissà !

secondo me e' determinato dalla stessa lunghezza d'onda,piu o meno simile.
ma essendo roba invisibile coloro che della realtà credono si riduca solo ai nostri sensi o quello ancora più grossolano della materia, ("sostanziale" e "visibile") avranno una certa difficolta ad avvertirlo e nei casi peggiori manco più quello...tutt'al più siccome simile attira simile (e questo e' appunto un principio universale) un determinato feeling sarà perciò proporzionato alla simil distanza,e la sua conseguente qualità...nella maggior parte dei casi sarà comunque solo la "quantità" ad intervenire...(il calcolo e l'interesse..sia pure e per l'appunto,ben camuffato come accade di solito) ed e' logico visto che il motivo di attrazione rimane solo il lato superficiale "sostanziale e "visibile", le uniche facoltà rimaste...e che prende il posto di quello "essenziale e invisibile" ..alla stessa maniera per cui si arriva a concepire il mondo e la realtà...esattamente come spiegato all'inizio

Socrate78

#5
@Ipazia: Invece anche nella relazione madre-figlio a mio personale parere il giudizio (assolutamente inconscio, ma presente) è ravvisabile, in realtà secondo me la madre prova tutti quei sentimenti positivi verso il figlio proprio perché il figlio l'ha generato LEI, quindi è come se dicesse: "Se il figlio viene da me, è parte di me,  non può essere che una realtà positiva, da accogliere incondizionatamente.....". Sempre di giudizio latente però si tratta....... O non ti sembra possibile? Infatti nei terribili casi in cui il figlio è il frutto di un abuso sessuale, vi sono madri che provano semmai rifiuto verso la vita che portano in grembo , proprio perché associano il figlio all'esperienza negativa dello stupro, quindi anche qui è come se lo giudicassero qualcosa di cattivo, di negativo.

Ipazia

Citazione di: acquario69 il 26 Aprile 2019, 06:39:23 AM
secondo me e' determinato dalla stessa lunghezza d'onda,piu o meno simile.

Citazione di: Socrate78 il 26 Aprile 2019, 09:48:35 AM
@Ipazia: Invece anche nella relazione madre-figlio a mio personale parere il giudizio (assolutamente inconscio, ma presente) è ravvisabile, in realtà secondo me la madre prova tutti quei sentimenti positivi verso il figlio proprio perché il figlio l'ha generato LEI, quindi è come se dicesse: "Se il figlio viene da me, è parte di me,  non può essere che una realtà positiva, da accogliere incondizionatamente.....". Sempre di giudizio latente però si tratta....... O non ti sembra possibile? Infatti nei terribili casi in cui il figlio è il frutto di un abuso sessuale, vi sono madri che provano semmai rifiuto verso la vita che portano in grembo , proprio perché associano il figlio all'esperienza negativa dello stupro, quindi anche qui è come se lo giudicassero qualcosa di cattivo, di negativo.

La similitudine della lunghezza d'onda è strettamente correlata al grado di libertà dei soggetti in sintonia. In assenza di libertà, come nel caso dello stupro, non può esservi sintonia. Per oltrepassare ogni criterio meramente utilitaristico nella relazione sentimentale, o di ogni esperienza empatica anche di natura diversa dell'erotismo, è necessario avere superato il livello del bisogno lasciando libero spazio al desiderio, che può essere esso stesso afflitto da condizionamenti inconsapevoli, ma almeno integrati nella personalità del soggetto desiderante senza esplicite costrizioni ambientali. Personalità che finalmente ha la capacità di evolvere verso forme consapevoli di relazione con se stessi e con la moltitudine di altri che incontra. Come sta accadendo, con trasformazioni epocali, nell'universo femminile.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Probabilmente dietro ogni sentimento c'è una ragione,ma noi non la conosciamo e forse c'è anche una buona ragione per non conoscerla.
Non mi pare si possa dimostrare che seguire il sentimento porti sistematicamente ad esiti irragionevoli.
Quindi sicuramente c'è un legame stretto fra sentimento e ragione, ma la distinzione si rende necessaria in quanto deriva dal non conoscere con certezza questo legame.
Perché non conosciamo le ragioni del sentimento.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Probabilmente ogni madre ama il proprio figlio perché non conosce la ragione di questo sentimento.
Non è libera di scegliere , senza sentire alcuna costrizione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 27 Aprile 2019, 02:05:03 AM
Probabilmente ogni madre ama il proprio figlio perché non conosce la ragione di questo sentimento.

Se c'è una situazione del cui sentimento uno capisce la ragione è proprio il rapporto tra la creatura e chi l'ha generata. La ragione è biologica, a priori di qualsiasi argomentazione razionale. Così come l'artista "sente" la sua opera, al di là dei ragionamenti critici che ci può fare sopra, fino a rigettarla.

Citazione
Non è libera di scegliere , senza sentire alcuna costrizione.

La scelta l'ha fatta prima, quando ha deciso di procreare. E in assenza di costrizioni esterne se la gode fino in fondo. Almeno finchè il pargolo dipende totalmente da lei. Poi, si sa, secondo natura, le cose cambiano. Ma, in assenza di costrizioni esterne, il rapporto rimane dei più solidi tra le relazioni umane.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#10
Citazione di: Ipazia il 27 Aprile 2019, 09:58:44 AM
Citazione di: iano il 27 Aprile 2019, 02:05:03 AM
Probabilmente ogni madre ama il proprio figlio perché non conosce la ragione di questo sentimento.

Se c'è una situazione del cui sentimento uno capisce la ragione è proprio il rapporto tra la creatura e chi l'ha generata. La ragione è biologica, a priori di qualsiasi argomentazione razionale. Così come l'artista "sente" la sua opera, al di là dei ragionamenti critici che ci può fare sopra, fino a rigettarla.

Citazione
Non è libera di scegliere , senza sentire alcuna costrizione.

La scelta l'ha fatta prima, quando ha deciso di procreare. E in assenza di costrizioni esterne se la gode fino in fondo. Almeno finchè il pargolo dipende totalmente da lei. Poi, si sa, secondo natura, le cose cambiano. Ma, in assenza di costrizioni esterne, il rapporto rimane dei più solidi tra le relazioni umane.
La procreazione consapevole è una acquisizione recente , e consapevole potrà essere quindi la scelta del materiale per costruire l'opera d'arte , ma poi in effetti la costruzione come opera consapevole non c'è.
Qualunque ragione possa stare dietro l'amore di una madre per il figlio , per quanto la madre e noi come essa ce ne possiamo immaginare tante , non può sostenere la ragione della sua condotta verso il figlio. Che ragione sarebbe quella biologica?
Determina un obbligo morale?
Non mi pare.
È la natura che ci obbliga , senza farci sentire ciò in genere un obbligo , ma il contrario.
E questo è il bello del sentimento.Rende lieve ciò in cui difficilmente si può trovare ragionevolmente lievita'.
Nessuna ragione può prendere il posto di ciò con pari efficacia.
Se la sopravvivenza della vita posasse sulla ragione sarebbe già estinta.
Ciò non a demerito della ragione, ma non tutto è riducibile ad essa , e ciò che ad essa non è riducibile , o non sembra bene ridurre, e' sentimento.
Il sentimento è più forte di qualunque ragione.
È ciò che siamo in profondo, indipendentemente da ciò che ci passi al momento per la testa , sposando ora una ragione ora una altra in piena libertà, come è giusto e bello che sia.
C'è bellezza nella ragione non meno che nel sentimento, ma non sono riducibili uno all'altro.
Ci si può anche commuovere di fronte a una equazione matematica , ma quella emozione non è l'essenza dell'equaziome , come si possono cercare ragioni per l'amore di una madre con pari esito.
La verità è che il regalo più bello che la natura ci ha dato , l'amore di una madre , è qualcosa di impersonale , nonostante le apparenze , quindi per nulla ragionevole.
La madre non ha nessuna buona ragione per essere tale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 27 Aprile 2019, 11:36:02 AM
Che ragione sarebbe quella biologica? Determina un obbligo morale?

No, e proprio in ciò sta la sua ragione. L'obbligo morale viene dopo, ma il motore, la ragione, di tutto il processo sta altrove. Sulla libertà inutile perdersi in patametafisiche del tipo che siamo schiavi del nostro stomaco e dei nostri genitali. La intendo nel senso, caro al pelide sgiombo, di assenza di costrizioni estrinseche.

Tale ragione è così forte da affermarsi persino in presenza di quelle costrizioni. Ma senza,  indubbiamente è meglio.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 27 Aprile 2019, 15:33:24 PM
Citazione di: iano il 27 Aprile 2019, 11:36:02 AM
Che ragione sarebbe quella biologica? Determina un obbligo morale?

No, e proprio in ciò sta la sua ragione. L'obbligo morale viene dopo, ma il motore, la ragione, di tutto il processo sta altrove. Sulla libertà inutile perdersi in patametafisiche del tipo che siamo schiavi del nostro stomaco e dei nostri genitali. La intendo nel senso, caro al pelide sgiombo, di assenza di costrizioni estrinseche.

Tale ragione è così forte da affermarsi persino in presenza di quelle costrizioni. Ma senza,  indubbiamente è meglio.
Direi che è un fatto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

InVerno

Penso ci siano sentimenti e sentimenti . In particolare alcuni sono "prodotti involontari" , la gioia e l'amore tra questi, non posso essere ricercati attivamente, ma accadono nel caso in cui personali e misteriose condizioni sono soddisfatte . Alcune lingue lo esprimono chiaramente, in inglese ed in francese per esempio in amore "si cade", involontariamente, accidentalmente. Esempi invece di mistificazione linguistica sono per esempio "la ricerca della felicità", che è una truffa linguistica. La felicità non si cerca ne si esercita volontariamente. Anzi la psicoanalisi pare dire che l unica cosa che sappiamo attivamente es efficacemente cercare è l infelicità.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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